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Posts Tagged ‘libri seconda guerra mondiale’

 

una notte speciale, in un anno terribile, il 1942. Notte inquieta, di Albrecht Goes, in nuova edizione per Marcos Y Marcos, è davvero una piccola perla per il modo in cui contrappone la pazzia della guerra a valori come dignità ed amore. Un libro da non perdere!
 
Mentre fuori impazza la guerra assassina, qui si scambiano parole chiare: qui c’è calore, dignità, vita, pane e amore nella notte più nera
 
 
È una sera di ottobre del 1942.
La locanda di Proskurov è gremita di militari in trasferta. Il pastore venuto ad assistere un condannato a morte deve dividere la stanza con un capitano in partenza per il fronte di Stalingrado. È la guerra, la guerra di Hitler. La notte è nera e tempestosa, la follia nazista e la morte ammorbano l’aria, eppure in quella stanza trionfa la vita. La bella Melanie sale le scale di nascosto e viene ad abbracciare per l’ultima volta il suo capitano. In tre dividono pane e miele, un sorso di caffè vero.
Poi, mentre gli amanti si appartano in un angolo, il pastore si immerge nella storia dell’uomo che verrà fucilato per diserzione: negli atti del processo trova la strada per giungere al suo cuore. E in carcere, più tardi, pastore e condannato si dicono addio come fratelli.
All’alba il plotone d’esecuzione si metterà in marcia, l’aereo del capitano decollerà per Stalingrado.
Ma in quella notte inquieta sguardi, abbracci, voci e parole uniscono per sempre, e rendono giustizia assoluta.
 
Tradotto da Ruth Leiser

 

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I nostri prossimi APPUNTAMENTI. Beniamino Baleotti e la sua sfoglia,  I racconti di Sfinge, Paolo Casadio, Francesca Magni con la sua storia di dislessia, Paolo Malaguti,Guido Marangoni e i cromosomi sbagliati.

 

OZZANO EMILIA,

Biblioteca Comunale, Domenica 11 marzo, ore 18,00

Biblioteca Comunale di Ozzano Emilia, incontro con Beniamino Baleotti, alias Il re della sfoglia, in occasione della Festa della Biblioteca.

 

CASTEL SAN PIETRO

Libreria Atlantide, Mercoledì 14 Marzo, ore 18,15. Riproponiamo l’evento cancellato per maltempo.

Presentazione de I racconti di sfinge, di Eugenia Codronchi.

In compagnia dell’editrice Luciana Tufani, con Lisa Laffi (autrice de Cento passi di donne) e le letture di Giulia Ciarpaglini. Con il patrocinio del Comune di Castel S.Pietro.

 

Eugenia Codronchi, figlia del senatore Giovanni Codronchi Argeli e di Giulia Pozzi, con lo pseudonimo Sfinge pubblicò una ventina di libri, romanzi, novelle, testi teatrali, saggi, articoli su riviste. Visse gli ultimi anni della sua vita a Castel San Pietro Terme, nella villa Coccapane, dove morì nel 1934. Scrive l’editrice Tufani nella prefazione al libro «Eugenia, come altre [scrittrici ndr] parla di maternità, divorzio e separazione, adulterio affrontati con sguardo lucido e con ironia pungente ma anche con l’affettuosa partecipazione che solo una conoscenza diretta consente»

 

CASTEL SAN PIETRO

Libreria Atlantide, Mercoledì 21 marzo, ore 20.45.

Ciclo di incontri NOVECENTO E DINTORNI.

Presentazione de IL BAMBINO DEL TRENO, con l’autore Paolo Casadio

intervistato da Paolo Bassi

Una famiglia e un cane, una minuscola stazione lungo la linea ferroviaria Faenza-Firenze, un piccolo microcosmo negli anni compresi tra il 1935 e quelli della guerra, quando quel quieto universo apparentemente distante dalla quotidianità del conflitto verrà sconvolto dall’arrivo di un treno diverso dai soliti. Con il Patrocinio del Comune di Castel San Pietro.

 

MEDICINA –

Sala Auditorium – Medicina, Domenica 25 marzo, ore 18 –

Presentazione del libro di Francesca Magni Il bambino che disegnava parole, Giunti

Un viaggio verso l’isola della DISLESSIA e una mappa per scoprirne i tesori.

Introduce l’assessore all’Istruzione Dilva Fava. Le letture sono affidate a Stefano Grignani.

 

CASTEL SAN PIETRO

Libreria Atlantide, Venerdì 13 aprile 2018, ore 18,15

 Ciclo di incontri NOVECENTO E DINTORNI

Presentazione de PRIMA DELL’ALBA, con Paolo Malaguti,

intervistato da Corrado Peli, autore e giornalista

Romanzo dai toni noir dedicato all’artigliere Alessandro Ruffini fucilato il 3 novembre 1917 per un sigaro in bocca, storia vibrante che si sviluppa a ritroso dagli anni Trenta ai giorni della disfatta di Caporetto. Con il Patrocinio del Comune di Castel San Pietro.

MEDICINA –

prossimamente

Guido Marangoni presenta Anna che sorride alla pioggia – storia di calzini spaiati e cromosomi sbagliati – incontro a cura de Associazione Germoglio di Medicina.

 

Libreria Atlantide sarà presente a Medicina e Ozzano con bookshop tematici. Gli incontri del ciclo Novecento e dintorni sono invece organizzati direttamente da Atlantide, ed avverranno nella sede della libreria.

per info: libreria Atlantide

via Mazzini 93,40024 Castel San Pietro Bo

tel 051 6951180

info@atlantidelibri.it

 

Plus, segnaliamo gli appuntamenti con “Bim in Comics”

Rassegna a cura di Nicola D’Agostino, organizzati dagli amici di Vari.China.

Martedì 6 marzo, alle ore 20:30, la Biblioteca comunale di Imola (BO) in via Emilia 80 – 88 ospita il primo incontro fumettistico di “BIM in Comics”, con protagonista il fumettista, artista ed attivista ravennate Gianluca Costantini.

La sua pubblicazione più recente è il volume “Fedele alla linea”

(BeccoGiallo, 2017), che raccoglie numerosi racconti e reportage, realizzati tra il 2005 e il 2017, su vicende di bruciante attualità,

fenomeni culturali e questioni storiche.

Successivi incontri dedicati al fumetto: martedì 13, 20 e 27 marzo, con Giuseppe Palumbo, Flavia Biondi, Davide Reviati.

 

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autore di classe, Robert Harris, capace come pochi di affiancare il pathos narrativo alle grandi vicende storiche. Con Monaco ci porta a quei giorni cruciali del 1938, in cui a Monaco Chamberlain, Hitler e C. discussero del futuro della Cecoslovacchia, senza loro rappresentanti. Disse alla Camera dei Comuni Churchill di quell’accordo, riferendosi al Primo Ministro inglese: ” You had to choose between war and dishonour. You chose dishonour and you will have war. »
 
Robert Harris, Monaco, Mondadori
tradotto da A. Raffo
 
 
 
 
Settembre 1938. Hugh Legat è uno degli astri nascenti del Servizio diplomatico britannico e lavora al numero 10 di Downing Street come segretario particolare del primo ministro, Neville Chamberlain. L’aristocratico Paul von Hartmann fa parte dello staff del ministero degli Esteri tedesco ed è in segreto un membro della cospirazione anti-Hitler.
 
I due uomini, che si erano conosciuti e frequentati a Oxford, non si sono più visti né sentiti per sei anni, fino al giorno in cui le loro strade si incrociano nuovamente in circostanze drammatiche in occasione della Conferenza di Monaco, un momento cruciale che definirà il futuro dell’Europa.
 
Entrambi si ritroveranno di fronte a un grave dilemma: quando sei messo alle strette e il rischio è troppo alto, chi decidi di tradire? I tuoi amici, la tua famiglia, il tuo paese o la tua coscienza?
 
Nella tradizione di Fatherland, che ha reso famoso Robert Harris in tutto il mondo, Monaco è un romanzo di spionaggio basato sui fatti reali che hanno cambiato il corso della storia, che parla di tradimento, coscienza e lealtà ed è ricco di dettagli e figure chiave dell’epoca – Hitler, Chamberlain, Mussolini, Daladier -, raccontati in maniera vivida e cinematografica.

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approda ad Iperborea un vero e proprio classico del Novecento, il reportage di un ventenne tra le macerie provocate dalla sciagurata guerra che distrusse la Germania:
 
 
Autunno Tedesco, Stig Dagerman, Iperborea
 
«Autunno tedesco è uno dei migliori libri mai scritti sulle conseguenze della guerra, nella tradizione di grandi classici come quello di John Reed sulla Russia e di Edgar Snow sulla Cina.» Henning Mankell
 
Nel 1946 Stig Dagerman ha ventitré anni e ha appena pubblicato il suo primo romanzo quando l’Expressen lo contatta per una serie di reportage dalla Germania del dopoguerra. Dagerman arriva in territorio tedesco il 15 ottobre, accolto da un autunno freddo e piovoso. Anarchico e antimilitarista, trascorre due mesi in una Germania «affollata di cronisti» che, provenienti da ogni parte del mondo, cercavano di capire come si potesse vivere fra le rovine di quello che avrebbe dovuto essere un «Reich millenario». Il giovane svedese viaggia su treni affollatissimi, cammina tra le macerie di Amburgo e condivide il destino di chi rovista tra i ruderi. Davanti ai suoi occhi una straziante distesa di sofferenza: famiglie che hanno trovato rifugio nelle cantine allagate, bambini morenti per fame e tubercolosi, ragazze che si prostituiscono per mangiare, soldati ubriachi, città schiacciate dal fuoco dei bombardamenti, discariche a cielo aperto e carri bestiame stracolmi di profughi. Terminato il suo incarico raccoglie appunti, materiali e reportage, e nel 1947 pubblicherà quello che resta uno dei suoi libri migliori, Autunno tedesco. Mentre la maggior parte dei giornalisti alleati e stranieri puntavano la loro scrittura sulla convinzione ampiamente diffusa che il popolo tedesco si meritasse il proprio destino, Dagerman – libero dall’ideologia e dai preconcetti – si concentra sull’umanità degli uomini con una partecipazione appassionata alla sofferenza dei vinti, cercando di comprenderne le ragioni, senza per altro cedere a facili assoluzioni. Diventato, nel corso degli anni, un libro culto di giornalismo letterario, Autunno Tedesco è oggi tradotto in tutto il mondo e considerato un vero e proprio «classico» della letteratura europea.
Titolo originale: Tysk höst
In uscita il: 31 Gennaio 2018
pp. 160
Nazione: Svezia
Traduzione di: Massimo Ciaravolo
Collana: Narrativa
Numero di collana: 289
ISBN: 9788870914894
Prezzo di copertina: € 15,50

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un consiglio, non lasciatevi sfuggire questa presentazione: un ottimo libro con una storia forte, un autore bravissimo nel raccontarsi dal vivo , l’accompagnamento musicale con musiche d’epoca.
 
Biblioteca Comunale di Medicina ( Bo)
Lunedì 29 gennaio ore 20.30
Paolo Casadio presenta il libro: “Il bambino del treno”
ed. Piemme, 2018
dialoga con l’autore Paola Zuppiroli
 
Accompagnamento musicale di brani d’epoca affidato alla fisarmonica di Ivan Corbari
 
 
 
Il bambino del treno di Paolo Casadio
 
 
 
Il casellante Giovanni Tini è tra i vincitori del concorso da capostazione, dopo essersi finalmente iscritto al Pnf. Un’adesione tardiva, provocata più dal desiderio di migliorare lo stipendio che di condividere ideali. Ma l’avanzamento ottenuto ha il sapore della beffa, come l’uomo comprende nell’istante in cui giunge alla stazione di Fornello, nel giugno 1935, insieme alla moglie incinta e a un cane d’incerta razza; perché attorno ai binari e all’edificio che sarà biglietteria e casa non c’è nulla. Mulattiere, montagne, torrenti, castagneti e rari edifici di arenaria sperduti in quella valle appenninica: questo è ciò che il destino ha in serbo per lui. Tre mesi più tardi, in quella stessa stazione, nasce Romeo, l’unico figlio di Giovanni e Lucia, e quel luogo che ai coniugi Tini pareva così sperduto e solitario si riempie di vita. Romeo cresce così, gli orari scanditi dai radi passaggi dei convogli, i ritmi immutabili delle stagioni, i giochi con il cane Pipito, l’antica lentezza di un paese che il mondo e le nuove leggi che lo governano sembrano aver dimenticato.
Una sera del dicembre 1943, però, tutto cambia, e la vita che Giovanni, Lucia e Romeo hanno conosciuto e amato viene spazzata via. Quando un convoglio diverso dagli altri cancella l’isolamento. Trasporta uomini, donne, bambini, ed è diretto in Germania. Per Giovanni è lo scontro con le scelte che ha fatto, forse con troppa leggerezza, le cui conseguenze non ha mai voluto guardare da vicino. Per Romeo è l’incontro con una realtà di cui non è in grado di concepire l’esistenza. Per entrambi, quell’unico treno tra i molti che hanno visto passare segnerà un punto di non ritorno.
 
 Biblioteca Comunale di Medicina

Indirizzo: Palazzo della Comunità – Via Pillio, 1 – secondo piano
Recapiti Telefonici: Tel. 051.69.79.209
Fax 051.69.79.321
E-mail: serviziculturali@comune.medicina.bo.it

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con i testi di Ermanno Detti e le illustrazioni di Roberto Innocenti, ecco
Storia di Leda, staffetta partigiana, da Gallucci editore.
 
 
 
Leda scendeva veloce in bicicletta e si sentiva felice. Era contenta del vento fresco del mattino sul viso e della forza che sentiva nelle gambe. Alla fine della discesa, dove la strada cominciava a diventare piana, Leda vide la pattuglia tedesca…”
 
 
Maggio 1944. Leda è una bambina di dieci anni che fa la staffetta partigiana. Un giorno, in bicicletta, è intercettata dai tedeschi. Mentre sta per essere raggiunta, un vecchio stravagante e ubriacone, che si fa chiamare il Mago, la trae in salvo. Leda sospetta che si tratti di una spia e gli vorrebbe nascondere il messaggio cifrato in suo possesso, ma l’uomo scopre la lettera e…
 
 
Una bambina coraggiosa, un’avventura incalzante durante l’occupazione nazista

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Un altro intenso e commovente testo di un grande autore, anche questa volta sono le conseguenze della guerra ad essere il perno di un racconto, di un rapporto speciale che nasce poco a poco tra un ragazzo ed il nonno. Splendido. Davvero azzeccate poi le illutrazioni che accompagnano il testo.La lettura di Michael Morpurgo farà nascere  nei ragazzi il desiderio di grande letteratura, ne siamo certi!
Michael Morpurgo,
O’Callaghan Gemma, Un uomo a metà, Lapis
Michael Morpurgo attinge alla propria esperienza e ai propri ricordi per affrontare la realtà della guerra in una storia profondamente toccante.
A Michael è stato detto di non guardare il nonno quando arriva per le le sue rare visite: lui sa che non dovrebbe posare gli occhi sul suo volto, ma quel viso sfigurato gli fa paura e insieme lo affascina. Nel corso degli anni il legame del nipote con quest’uomo coraggioso e misterioso si fa sempre più profondo e gradualmente Michael ne scopre la storia e impara a conoscerlo e volergli bene al di là del suo aspetto.

«Nessuno vuole un mostro per un marito. Nessuno vuole un mezzo uomo…».

Un libro intenso e delicato sulle ferite e sui segni che la guerra e le guerre lasciano sul corpo e nello spirito degli uomini.

 

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L’uomo che dipingeva il silenzio è la nuova convincente prova narrativa di Georgina Harding,  un libro che si muove tra due mondi, quello idilliaco e pastorale del paese di Poiana, visto prima della guerra (la Seconda, siamo in Romania), un luogo scolpito da una fantastica luce, e quello desolato e austero del dopoguerra comunista. In questa tetra terra due persone si incontrano, un uomo sordo dalla nascita, debilitato, apparentemente senza passato, e una giovane infermieria nel luogo in cui è ricoverato, che riconosce la persona che frequentava la ricca residenza di famiglia nell’ombra umana capace ormai solo di comunicare con il disegno, prima che il passaggio del conflitto e l’avvento del nuovo regime disgregasse la sua casa e i suoi legami.

Una storia intensa e coinvolgente scritta con prosa serrata e poetica, immersa negli orrori della storia recente e nel vasto oceano del cuore dei sentimenti umani.

 

Georgina Harding, L’uomo che dipingeva il silenzio, Einaudi

Tgraduzione di Federica Oddera

 

Sordo dalla nascita e di umili origini, Augustin viene allevato insieme ai figli di una facoltosa famiglia di proprietari terrieri nella Romania tra le due guerre. Con Safta, la piú giovane, nasce un legame speciale destinato a rimanere inalterato nel tempo, nonostante le tormentate vicissitudini che travolgeranno le loro vite. Augustin non sente e non parla, ma percepisce persone, luoghi, persino gli eventi storici che stanno cambiando il mondo. La sua lingua è il disegno, per il quale manifesta da sempre un innato talento. Allo scoppio della guerra e all’avvento del comunismo che scompaginano ogni armonia resiste però il filo tenace della loro intesa silenziosa.

 

Iasi, Romania, inizio degli anni Cinquanta. Nella città grigia e monocolore come una fotografia, un uomo giunge alla stazione ferroviaria, poi a fatica si trascina fino all’ospedale dove viene soccorso dalle infermiere di turno, estenuato dalla debolezza e dalla tosse. Non ha documenti, solo un mucchietto di pezzi di carta incomprensibili in tasca, non parla. La caposala, Adriana, intuisce che potrebbe essere sordo e una delle infermiere, Safta, lo riconosce pur senza rivelarne l’identità: è Augustin, detto Tinu, come lo chiamavano affettuosamente a Poiana, nella grande residenza di campagna dei Valeanu, dove entrambi sono nati e cresciuti come fratelli, lei rampolla di una famiglia benestante, lui unico figlio illegittimo di Paraschiva, la cuoca di casa. Nel tentativo di comunicare con Tinu, Safta comincia a rievocare vicende sepolte nella sua memoria da anni: monologhi attraverso cui esprime il fluire dei pensieri, come se l’amico d’infanzia potesse udirla, come se solo la sua presenza silenziosa e indifferente potesse accogliere il dolore di quei racconti. Paradossalmente Augustin con la sua sordità incarna l’ascoltatore ideale, colui al quale confidare emozioni, segreti, reminiscenze che non potrebbero piú altrimenti riaffiorare. È cosí che il lettore passo dopo passo scopre le vicende dei due protagonisti: Augustin, che impara a usare la matita come la bacchetta di un rabdomante con cui intercettare la realtà e fissarla in forme del bello che siano per lui suoni e parole, e Safta, che sotto gli abiti del generoso servizio nasconde le ferite di privilegi spezzati e sogni infranti. Ed è in questo gioco di prospettive che la storia si dipana in un ritmico alternarsi tra presente e passato, tra Iasi e Poiana: la vita agiata dei Valeanu in contrasto con le fatiche quotidiane di domestici e contadini; la Romania precedente alla Seconda guerra mondiale e quella precipitata di lí a pochi anni sotto il regime comunista. Un passato scorto attraverso la lente della nostalgia e un presente tetro e difficile in cui anche gli essere umani scontano il trascorrere degli anni e delle esperienze vissute trasformandosi un poco alla volta in altri da sé: «Cosa importa chi siamo o chi siamo stati? … Abbiamo tutti tante di quelle identità, di questi tempi… C’è la persona che siamo dentro di noi, quella che eravamo in passato e poi quella che appare agli occhi degli altri».

 

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riportiamo la nostra recensione de LA SOLITUDINE DI THOMAS CAVE, precedente libro dell’autrice

Georgina Harding fa tornare con la memoria ai capolavori di Defoe e Stevenson, alle storie di naufragi e solitudine, per poi condurci nei territori dell’attuale canone letterario esplorando l’animo del suo protagonista alle prese con la più terribile delle solitudini, alla ricerca di una fede nella propria forza interiore per affrontare i pericoli esterni e i tormenti del proprio animo. Una storia essenziale nella prosa (adatta ai paesaggi artici ottimamente descritti), ma ricca di emozione e trasporto.

 

Georgina Harding, La solitudine di Thomas Cave, Vertigo

 

Agosto, 1616. La baleniera Heartsease ha trascorso la stagione di caccia presso una sconosciuta isola delle Svalbard, in pieno Artico, dove pochi osano spingersi. Ma presto verrà il grande freddo e tutti sono ansiosi di tornare indietro prima che il ghiaccio si richiuda. Tutti, tranne Thomas Cave che, davanti ai compagni increduli, scommette di poter resistere da solo in quella terra estrema fino alla primavera seguente. Qualche provvista, un riparo e un giornale di bordo, nel caso non dovesse vivere abbastanza per raccontarla, saranno il suo unico equipaggiamento. E quando l’interminabile notte polare calerà, si scateneranno contro di lui tutte le innumerevoli insidie dell’inverno artico. Cave si troverà allora esposto a tempeste di neve, orsi, valanghe, malattie, nonché ai suoi stessi demoni: paura, apatia, superstizione, ricordi. Avvolto in quelle tenebre bianche, il suo passato tornerà a fargli visita: la donna che ha amato, il dolore straziante che lo ha spinto a fuggire nel ghiaccio. Potrà Thomas Cave uscirne vivo? Cosa troverà sul fondo della propria immane solitudine? Dio o l’uomo? La pace o la follia? Splendido ed evocativo, La solitudine di Thomas Cave è fra i libri più celebrati degli ultimi anni, già divenuto un classico.

 

Georgina Harding è autrice di due saggi: Tranquebar: A Season in South India e In Another Europe: Journey Across Hungary and Roumania. La solitudine di Thomas Cave è il suo primo romanzo, a cui è seguito The Spy Game: A Novel.

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