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grandissimo cantore del Giappone in via di cambiamento, quello dei primi decenni del secolo scorso, NATSUME SOSEKI è il concentrato della miglior letteratura giapponese, con la sua prosa cristallina, precisa e incisiva, con i suoi magnifici personaggi che si confrontano con il mondo, con il loro divenire in un universo che cambia . Compito dei librai è segnalare tra i tanti quei libri meritevoli di restare sugli scaffali, e questo autore di certo ne ha regalati tanti ai lettori.
 
 
 
Raffiche d’autunno, Natsume Soseki, Lindau
tradotto da Laura Testaverde
 
Dopo aver lavorato per sette anni come professore in una scuola media, Shirai Dōya ha abbandonato l’insegnamento per dedicarsi completamente alla scrittura, attraverso la quale intende trasmettere quanto ha appreso dalla vita e dallo studio e, soprattutto, diffondere la morale che ha scelto come fondamento della propria esistenza.
Nakano Kiichi e Takayanagi Shūsaku, appena laureati in lettere, sono amici da anni, nonostante le differenze di posizione sociale, di prospettive per il futuro e d’idee.
 
Attraverso l’incontro dei tre personaggi, la maestria di Natsume Sōseki ci restituisce il clima intellettuale di un periodo fondamentale per la nascita del Giappone moderno. Sono già trascorsi quarant’anni dalla caduta del regime degli shōgun Tokugawa, che aveva a lungo tenuto il Paese quasi del tutto isolato dal resto del mondo. In una parte dell’intellighenzia, che pure aveva salutato con favore l’apertura all’Occidente, l’entusiasmo o anche la semplice curiosità per le novità straniere cedono il passo a un atteggiamento maggiormente critico e alla rivalutazione della cultura nazionale.
 
Le puntuali e suggestive descrizioni di Sōseki permettono alla nostra immaginazione di muoversi tra le strade della Tōkyō di allora, così diversa da quella dei giorni nostri, mentre le parole dei suoi personaggi ci fanno respirare l’atmosfera di quel tempo. Con il tono distaccatamente ironico, eppure coinvolgente, che caratterizza la sua prosa, Sōseki parlava ai giovani che vivevano quella straordinaria rivoluzione culturale, ma parla anche a noi, invitandoci a riflettere sull’importanza di avere punti di riferimento in un’epoca di crisi.

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sui principali media c’è poca diversità culturale per quanto riguarda le recensioni dei nuovi libri: sono sempre quei venti autori che si accaparrano la maggior parte degli spazi a disposizione. Siamo certi che anche le opere di Berry Wendell, l’America rurale della comunità immaginaria di Port William, meriterebbero attenzione. Una chiave anche per capire il sentimento di sgomento nei confronti di un progresso rapace..Ecco il suo recente La memoria di Old Jack, fresco di stampa.
Pochi romanzieri trattano personaggi e lettori con il rispetto che Wendell Berry esibisce i questa vicenda toccante. “La memoria di Old Jack” è una fetta di succulenta cultura americana».
– The New York Times Book Review
Il romanzo più ironico, malinconico e «ingiusto» di Wendell Berry.
In una torrida giornata di settembre del 1952 «Old Jack» Beechum ripercorre gli avvenimenti della sua esistenza, meditando sugli errori commessi e osservando con disincanto e talvolta umorismo il mondo intorno a sé.
Dalla morte del primo figlio alla rottura con la moglie, dal sogno di diventare proprietario terriero al rischio di perdere tutto, la vita di Old Jack è trascorsa sotto il segno di uno stoicismo quotidiano attraverso cui il protagonista ha imparato ad accettare i propri limiti, restando fedele al mondo rurale cui appartiene.
La memoria di Old Jack rivela i drammi e la ricchezza di una realtà apparentemente semplice. Il flusso dei ricordi personali diviene autentica memoria collettiva, in cui affiorano i temi cari allo scrittore americano: l’attaccamento alla terra e il valore della comunità e dell’identità rurale contrapposti alle ambizioni della società contemporanea, alla sua cieca venerazione per il progresso e, in ultima analisi, la sua corsa verso l’autodistruzione

 

Wendell Berry

5 agosto 1934

Romanziere, poeta e critico culturale, ma anche agricoltore, attivista ecologista, pacifista, Wendell Berry è nato nel 1934.
Autore di saggi, romanzi, raccolte di poesie, ha ricevuto una lunga serie di riconoscimenti e fellowship e ha insegnato in diverse università nordamericane. Critico di quella che chiama l’«economia faustiana» del nostro tempo, Berry intreccia la riflessione poetica e spirituale sui valori della vita rurale con i temi del rispetto ambientale e dell’agricoltura sostenibile, pronunciando una condanna impietosa dell’American Way of Life. Oggi vive con la moglie in una fattoria del natio Kentucky. Jayber Crow è il suo primo romanzo tradotto in italiano. Nel Texas, la regista Laura Dunn ha realizzato il primo documentario sull’autore americanoLook & See: A Portrait of Wendell Berry.

Il “Manifesto del contadino impazzito” di Wendell Berry, letto da Sandro Lombardi e tratto dal libro “Mangiare è un atto agricolo”, traduzione di Vincenzo Perna, Edizioni Lindau. Video di Igor Mendolia.

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