Un altro grande libro di Amitav Ghosh, capace di contenere molti stimoli: da quelli storici, a quelli sull’essenza del viaggio, alle riflessioni sul passato che giungono a coinvolgere quelle sul presente, da quelle sulle culture, a quelle sui protagonisti. Tutto ricondotto all’ordine dalla grande capacità di Ghosh di intessere le trame delle sue opere. Lo aveva pubblicato Einaudi, ora viene riproposto da Neri Pozza
Amitav Ghosh,
Lo schiavo del manoscritto,
Neri Pozza
ISBN 978-88-545-0224-6
Pagine 416
Euro 12,50
Collana: Biblioteca Neri Pozza
Nell’estate del 1140 d.C. Khalaf ibn Is.h. aq, mercante in Palestina, scrive una lettera all’amico ebreo Abraham Ben Yij, che viveva allora in una città di nome Mangalore, un porto sulla costa sudoccidentale dell’India. Era una stagione movimentata quella, in Palestina. In aprile era arrivata un’armata tedesca al comando dell’anziano re Corrado III di Hohenstaufen, noto agli arabi come Alm n. Al seguito del re c’era il nipote, il giovane e carismatico Federico di Svevia. Subito dopo era giunto a Gerusalemme Luigi VII di Francia con il suo esercito, la moglie, l’affascinante Eleonora d’Aquitania, destinata a essere successivamente regina di Francia e d’Inghilterra, e un corteo di nobili. Il 24 giugno del 1148 d.C. la più massiccia armata di crociati di tutti i tempi si era accampata nei frutteti intorno a Damasco. Scrivendo a Ben Yij, tuttavia, Khalaf non si dilunga affatto su questi avvenimenti. Parla di alcune merci inviategli da Ben Yij, un carico di noci d’areca, due serrature prodotte in India, due coppe d’ottone, e annuncia all’amico che insieme con la lettera gli manderà alcuni doni: due vasi di zucchero, un vaso di mandorle e due di uvetta. Alla fine della missiva, Khalaf ibn Is.h. aq nomina quasi di sfuggita uno schiavo indiano di Ben Yij al quale raccomanda di porgere «moltissimi ringraziamenti». La lettera è catalogata come manoscritto H.6 alla Biblioteca Nazionale e Universitaria di Gerusalemme. Attraversando i sottili confini che separano il presente dal passato, con in mano soltanto il frammento di questa lettera, Amitav Ghosh si mette alla ricerca dello schiavo indiano che vi è nominato, una figura che gli appare come una chiave per intendere e raccontare una Storia fatta di tante storie, diaspore e guerre, tradizioni e incontri, rotture e sparizioni. Centro della vicenda sono due villaggi egiziani, luoghi di uno straordinario apprendistato linguistico e umano, e punti di partenza per una lunga indagine: per piú di dieci anni Ghosh insegue lo sconosciuto, costruendo un meraviglioso romanzo in cui tutto è rigorosamente vero. Ombra consapevole dell’antico schiavo, il moderno ricercatore percorre un duplice itinerario: quello nell’universo medievale, lungo le rotte mercantili che dal Maghreb attraverso l’Egitto portano in India; e quello nell’universo contemporaneo, lungo le rotte aeree che da oriente portano a occidente – e da una religione all’altra, da una lingua all’altra.
«Amitav Ghosh è un grande narratore, un maestro della lingua».
Die Zeit
«Ghosh è uno scrittore seducente… un maestro, una fonte di infinito piacere per il lettore».
The Age
«Ghosh è uno degli scrittori della sua generazione dalla prosa più raffinata».
Financial Times
«Lo schiavo del manoscritto è un viaggio ricco e avvincente».
The Times
Amitav Ghosh è in Italia in questi giorni, pronto per il Festival di Letteratura di Mantova (uno degli appuntamenti più attesi, perlomeno da me!)
Ecco la nota dell’editore:
Il Festival della letteratura 2009 di Mantova inaugura con Retrospettiva Ghosh gli appuntamenti di più serate dedicate alla presentazione e all’analisi dell’opera di uno scrittore.
A Amitav Ghosh saranno dedicate tre serate in cui Ghosh discuterà, di volta in volta con un interlocutore differente, dei diversi generi di scrittura in cui si è cimentato, dal romanzo storico al reportage, alla fantascienza.
L’arrivo di Ghosh a Mantova coincide con la ripubblicazione, nella Biblioteca Neri Pozza, di una delle sue opere più note: Lo schiavo del manoscritto, tradotto e curato, come sempre, da Anna Nadotti.
Ghosh sta intanto lavorando al secondo volume della trilogia dedicata all’India moderna, trilogia inaugurata con il romanzo, molto apprezzato dal pubblico e dalla critica, Mare di papaveri . Il nuovo romanzo sarà pubblicato nel corso del 2011.
Amitav Ghosh è nato a Calcutta nel 1956, ha studiato a Oxford e vive tra la sua città natale e New York. Considerato «uno dei più grandi scrittori indiani» (La Repubblica), è autore di Lo schiavo del manoscritto (Neri Pozza 2009), Mare di papaveri (Neri Pozza 2008), Il cromosoma Calcutta (Neri Pozza 2008), Il palazzo degli specchi (Neri Pozza 2007), Circostanze incendiarie (Neri Pozza 2006), Il paese delle maree (Neri Pozza 2005), Le linee d’ombra, I fantasmi della signora Gandhi, Il cerchio della ragione.