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Posts Tagged ‘London’

Nesbo e la sua versione di Macbeth, Margaret Atwood, Anne Tyler e altri propongono le COVER VERSION di Shakespeare:
 
William Shakespeare

William Shakespeare (Photo credit: Wikipedia)

Margaret Atwood, Gillian Flynn e Howard Jacobson, poi Anne Tyler e Jeanette Winterson, a

seguire Tracy Chevalier proporrà il suo Otello, e Nesbo si cimenterà con
Macbeth. Grandi autori si cimenteranno con “cover” contemporanee delle opere
di William Shakespeare. In libreria trovate già la versione di Racconto
d’inverno alla maniera di Jeanette Winterson, proposta nella versione italiana da Rizzoli:
 
Jeanette Winterson, Lo spazio del tempo, Rizzoli
Luogo dell’azione: Nuova Boemia, sud degli Stati Uniti. In una notte di
pioggia battente e superluna, un pianista nero di nome Shep è testimone
dell’assassinio di un anziano messicano; pochi minuti dopo, abbandonata
nella ruota per bambini di un ospedale, trova una neonata bianca e, accanto
a lei, una ventiquattrore. L’uomo solleva la bambina, “leggera come una
stella”, e decide di tenerla con sé. Luogo dell’azione: oltreoceano, Londra.
Leo Kaiser è un disinvolto uomo d’affari che con i soldi ci sa fare, molto
meno con i sentimenti. Se, come crede, la sua amata moglie lo tradisce con
il suo migliore amico, cosa diavolo dovrebbe farsene della bambina che lei
ha appena dato alla luce? Diciassette anni dopo, questa bambina di nome
Perdita chiederà conto del proprio passato, “ci vuole così poco tempo per
cambiare una vita e ci vuole tutta una vita per comprendere il cambiamento”.
La cover version di Jeanette Winterson del Racconto d’inverno di William
Shakespeare è una brillante prova d’autore…
 
Ecco cosa dice Jo Nesbo del suo Macbeth:
‘Macbeth is a story that is close to my heart because it tackles topics I’ve
been dealing with since I started writing. A main character who has the
moral code and the corrupted mind, the personal strength and the emotional
weakness, the ambition and the doubts to go either way. A thriller about the
struggle for power, set both in a gloomy, stormy crime noir-like setting and
in a dark, paranoid human mind. No, it does not feel too far from home. And,
yes, it is a great story. And, no, I will not attempt to do justice to
William Shakespeare nor the story. I will simply take what I find of use and
write my own story. And, yes, I will have the nerve to call it Macbeth.’
 
qui, i dettagli dei libri in via di pubblicazione

 

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Paul Dowswell ci sa fare con i romanzi storici. La Prima Guerra Mondiale, la DDR,la Germania nazista. Ora, ci conduce nel cupo universo degli anni dominati dal terrore staliniano, visti con gli occhi di un ragazzo figlio di uno stretto collaboratore del dittatore. L’inizio è folgorante, con l’agghiacciante scoperta dell’assenza della madre, al ritorno a casa del protagonista, quasi ancora bambino: destinata a sparire, condotta lontano dalla Polizia Segreta, con la condanna aggiuntiva di “dieci anni senza corrispondenza”, e scopriremo nel corso del libro cosa ciò rappresenti.

L’atmosfera di paura e sospetto, l’arroganza del potere e il terrore, la guerra incombente con la Germania, tutto ci viene reso alla perfezione, e non certo con tono puramente didascalico: Dowswell è anche un ottimo narratore, capace di costruire splendide e avvincenti storie.

 

Paul Dowswell, Tra le mura del Cremlino, Feltrinelli

 

Mikhail Petrov guardò le nubi grigie e rabbrividì. Quando attraversò il grande ponte sopra la Moscova, venne schiaffeggiato dal vento, che lo costrinse a stringersi il cappotto attorno al corpo magro. Cinque minuti dopo arrivò nel suo appartamento all’interno del Cremlino. “Mamma, sono tornato,” urlò appena mise piede nell’ingresso. Nessuno rispose.

 

Il libro

 

Ottobre 1940. Mikhail Petrov, detto Misha, ha 15 anni e una vita apparentemente fortunata: suo padre è segretario particolare di Stalin e la sua famiglia è stata trasferita all’interno del Cremlino. Ma nessuno può dirsi al sicuro neppure lì; infatti sua madre un giorno sparisce senza motivo e Misha sa che di questo non può parlare neanche con suo padre. I mesi passano e la vita di Misha continua: c’è la scuola e ci sono le attività del Komsomol (il gruppo dei giovani comunisti) ma l’atmosfera a Mosca, soprattutto tra le mura protette del Cremlino, diventa sempre più pesante: eliminazioni di persone influenti, confessioni estorte, paura diffusa e la voce ormai certa di un’invasione tedesca.

Quando a giugno l’esercito tedesco invaderà il territorio sovietico avanzando verso Mosca, per Misha e le persone attorno a lui la vita assumerà una piega drammatica.

 

Paul Dowswell ha lavorato a lungo nell’editoria prima di diventare scrittore. Per Bloomsbury ha pubblicato una trilogia storica ambientata nell’Inghilterra dell’Ottocento. Feltrinelli “Kids” ha pubblicato Ausländer (2010), Il ragazzo di Berlino (2012), L’ultima alba di guerra (2013) e Tra le mura del Cremlino (2014).

Emblem of the Komsomol

Emblem of the Komsomol (Photo credit: Wikipedia)

 

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Con una parrucca in testa l’inquieta tredicenne Holly si trasforma e diventa Crystal, capace di lasciare la famiglia presso cui vive in affido per andare alla ricerca della madre da qualche parte in Irlanda, e di se stessa. Incontri particolari con gente comune nel suo percorso stradale la condurranno al nodo irrisolto che attanaglia il suo cuore. Un altro fantastico libro per young adults, narrato in prima persona, dall’autrice de I misteri del London Eye, in cui la musica gioca un ruolo importante( con tanto di colonna sonora riportata qui, da Julian Cope ad Annie Lennox: https://play.spotify.com/user/uovoneroedizioni/playlist/39upYq4e28sYXuRaRFNJBM?play=true&utm_source=open.spotify.com&utm_medium=open)

 

Il Siobhan Dowd Trust, fondazione che lavora per dare accesso alla lettura ai bambini svantaggiati,creata per omaggiare la memoria dell’autrice, morta di tumore qualche anno fa, riceverà i proventi della vendita del libro.

 

Siobhan Dowd, Crystal della strada, Uovonero

 

Holly Hogan ha tredici anni. Vive da tempo in un istituto per minori, sotto la tutela dei servizi sociali. Quando viene affidata a Fiona e Ray, una coppia senza -figli, il suo desiderio di fuggire per andare alla ricerca di sua madre in Irlanda diventa più forte che mai. Un giorno Holly trova casualmente, in casa dei suoi genitori adottivi, una parrucca bionda. Nasce così Crystal l’inarrestabile, la ragazza con tre o quattro anni di più, affascinante, scaltra e sicura di sé, quella capace di trasformare in realtà il sogno di una fuga alla ricerca delle radici, che diventa un fantastico viaggio nel passato e nella propria identità.

Crystal della strada presenta il ritratto intenso e vivace di un’adolescente alla coraggiosa ricerca di se stessa, fra rabbia e umorismo.

Un grande romanzo da una delle migliori narratrici inglesi degli ultimi anni, vincitrice della Carnegie Medal 2009 con La bambina dimenticata dal tempo e del Premio Andersen 2012 con Il mistero del London Eye.

 

 

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Jack London, Hawaii, Racconti, immagini e ricordi dalle isole del sole, Mattioli

London intravide per la prima volta le Hawaii, o meglio il fumo che saliva dal vulcano Kilauea, nel 1893, mentre si dirigeva verso il Giappone e il mare di Bering a bordo del Sophie Sutherland per partecipare alla caccia alla foca. Sbarcò alle Hawaii per un primo, fuggevole incontro con l’arcipelago nel gennaio del 1904, all’età di 27 anni, mentre si dirigeva in Corea in qualità di reporter della guerra russo-giapponese per conto della catena di giornali Hearst. L’incontro con le Hawaii che avrebbe dato una svolta alla sua vita e al suo percorso letterario fu però quello avvenuto nel 1907, quando London partì per l’arcipelago a bordo dello Snark. Ma London non dimenticò mai le Hawaii e vi fece ritorno il 2 marzo 1915 a bordo del Matsonia: Jack era ormai di casa e ricevette persino un nome hawaiano, Keaka Lakana. Tornato sulla spiaggia di Waikiki, semideserta tempi del suo primo viaggio, scoprì che molti dei turisti che l’affollavano erano stati attratti proprio dai suoi libri.

La carovana del sale, Dak Elena, Corbaccio

Ogni anno, tra l’autunno e l’inverno, i tuareg dell’Aïr, nel nord del Niger, attraversano il Ténéré verso le saline e le oasi di Bilma e di Fachi con centinaia di dromedari per andare a rifornirsi di sale e di datteri che poi trasporteranno nei paesi del sud per scambiarli con miglio, il cereale sul quale si basa la loro alimentazione. Sono le leggendarie “carovane del sale”, che ripercorrono da tempo immemorabile gli stessi itinerari con gli stessi rituali. Da tempo Elena sognava di partecipare a quella straordinaria avventura. Il caso gliene fornì l’occasione e nell’autunno del 2005 si unì a una carovana di trenta uomini con trecento dromedari. Un privilegio non comune, da meritarsi giorno per giorno con grandi fatiche che, nonostante si fosse allenata con impegno, si rivelarono ancor più severe del previsto. Ma niente, neppure la malaria contratta durante il viaggio, riuscì a compromettere la grande avventura.

 

Deutsch: Das Kaouar-Tal in der Nähe von Bilma ...

Deutsch: Das Kaouar-Tal in der Nähe von Bilma im östlichen Niger. (Photo credit: Wikipedia)

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English: Royal Flying Corps Sopwith Camel in 1...

English: Royal Flying Corps Sopwith Camel in 1914-1916 period. (Photo credit: Wikipedia)

consigli per i regali di Natale. Un memoir della Seconda Guerra Mondiale, o della Prima?

 L’ ultimo nemico,
    Hillary Richard, Castelvecchi
“In apparenza eravamo egoisti ed egocentrici senza nessun Sacro Graal cui dedicarci: la guerra provvide a darci uno scopo e in una maniera graziosamente gustosa”. Richard Hillary, studente di Oxford e pilota della RAF nei giorni della Battaglia d’Inghilterra, pubblica “L’ultimo nemico” pochi mesi prima di morire, a ventitré anni, durante un volo notturno. È il suo unico libro, si potrebbe definirlo reportage di guerra, memoria autobiografica e testimonianza generazionale, ma più di ogni altra cosa è il romanzo di formazione di un giovane che perde tutto e trova se stesso. Il pilota Richard è un individualista, un esteta scettico che si rende conto, poco alla volta, di essere parte dell’Umanità e di condividerne i dolori come le speranze. Dovrà prima lottare nell’aria con il nemico, vedere gli amici cadere uno dopo l’altro, attraversare le rovine di Londra, provare infine sulla propria carne il male della guerra. Durante la missione del 3 settembre 1940 viene abbattuto e precipita gravemente ustionato nel Mare del Nord. I duelli aerei lasciano allora il posto alla trafila degli interventi chirurgici, alla necessità di scrivere e al desiderio nascosto di tornare a volare. La fine, e l’ambigua trasformazione del ragazzo in mito, ci viene raccontata da Arthur Koestler nel saggio introduttivo.

Vittoria tra le nuvole, Yeates V.M, Elliot
Combattimenti, solitudine, fatica, paura, cameratismo, donne: tutto viene raccontato in questo classico sulla guerra aerea combattuta nel 1914-1918, basato sulle esperienze del suo autore, uno dei più valorosi piloti del Royal Flying Corps. Lo stile scorrevole, antiretorico e il suo realismo ne hanno fatto uno dei più appassionanti racconti della vita sul fronte occidentale: i rapporti con i francesi, le chiacchiere tra ufficiali, il reperimento dei medicinali, il suono del grammofono, gli sforzi dei comandanti affinché il narratore diventasse un pilota più aggressivo, la frustrazione di non riuscire ad affrontare gli avversari più agguerriti… L’autore è profondamente onesto nel raccontare lo stress crescente e lo sfinimento dei suoi amici, morti uno dopo l’altro, la sua battaglia per arrivare vivo fino alla fine e la disillusione nei confronti della guerra e dei suoi superiori. Yeates scrisse questo suo unico romanzo, che pubblicò pochi mesi prima di morire di tubercolosi, con la speranza di poter ottenere i soldi necessari per curarsi e poter provvedere alla sua famiglia. Messo poco dopo fuori commercio, durante la Seconda guerra mondiale divenne un libro di culto per i piloti inglesi, ma vendette solo un migliaio di copie e non fu ristampato prima del 1961, ottenendo finalmente il successo internazionale.

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Ludwig Wittgenstein

Ludwig Wittgenstein (Photo credit: Wikipedia)

Edna O’Brien, Country Girl, Elliot

Il suo primo romanzo, “Ragazze di campagna”, fu ritenuto talmente scandaloso da essere messo al bando nella cattolicissima Irlanda del 1960. Questo non impedì al libro di diventare comunque un grande successo internazionale, permettendo a Edna O’Brien di emanciparsi e di costruirsi una vita libera, anticonvenzionale e creativa, consacrata alla scrittura e all’amore per la letteratura e costellata di eventi e incontri irripetibili. Cinquant’anni dopo quell’esordio, l’autrice ha raccolto i suoi ricordi in questa autobiografia che inizia dall’infanzia trascorsa in una grande e decadente casa nella campagna irlandese, per proseguire con gli anni terribili trascorsi in convento; poi il primo lavoro a Dublino e la fuga d’amore con un uomo sposato, che sarebbe diventato suo marito, lo scrittore Ernest Gébler, da cui divorzierà dopo una lunga battaglia per l’affido dei due figli. Seguono gli anni della maternità da single, ma anche le feste e le folli serate nella swinging London degli anni Sessanta, la vita a New York, gli incontri e le amicizie con personaggi come Philip Roth, Gore Vidal, Harold Pinter, Norman Mailer, Marion Brando, Richard Burton, Robert Mitchum, Sean Connery, Paul McCartney, la principessa Margaret, Jackie Onassis e R.D. Laing, solo per citarne alcuni. “Country Girl” è il racconto di un’epoca di grande fermento culturale e di un’esistenza unica che ha “conosciuto gli opposti di gioia e dolore, amori incrociati e amori non corrisposti…

 Stephen Hawking, Breve storia della mia vita, Mondadori

“Per i miei colleghi sono semplicemente un fisico come un altro, ma per il pubblico più vasto sono forse diventato lo scienziato più famoso del mondo. Ciò è dovuto in parte al fatto che io corrispondo allo stereotipo del genio disabile. Non posso camuffarmi con una parrucca e degli occhiali scuri: la sedia a rotelle mi tradisce.” Stephen Hawking, dopo l’enorme successo ottenuto con le sue opere divulgative, sceglie di parlare per la prima volta della propria vita, dall’infanzia nella Londra del dopoguerra alla goliardica adolescenza al college, dal manifestarsi della malattia neurodegenerativa che l’ha colpito all’età di ventun anni e l’ha ridotto all’immobilità quasi assoluta al successo professionale e alla fama internazionale. Accompagnato da fotografie inedite, questo racconto autobiografico, sincero, pungente e velato d’ironia, ci presenta un Hawking sconosciuto: lo studente curioso e precoce che i compagni chiamano Einstein, il giocherellone che scommette con gli amici sull’esistenza dei buchi neri, il giovane marito e padre che lotta per conquistare un posto nel mondo accademico, il malato che decide di non arrendersi di fronte all’aggravarsi delle proprie condizioni di salute.

Wittgenstein- una biografia per immagini, Carocci

  Rampollo di una delle famiglie più in vista della Vienna fin-de-siècle, ingegnere aeronautico, volontario nella prima guerra mondiale, maestro di scuola elementare, giardiniere in un monastero, architetto, professore a Cambridge… genio. Quante vite si nascondono dietro lo sguardo leggermente beffardo con cui Ludwig Wittgenstein ci osserva dalla copertina di questo libro? Per rispondere a quest’interrogativo, Michael Nedo, che a Wittgenstein ha dedicato la propria esistenza, ha raccolto in questo volume foto, lettere, citazioni, taccuini, appunti, memorie di parenti e amici del filosofo austriaco, nel tentativo di rivelare la complessa interazione tra la vita e l’opera, l’ambiente culturale e quello familiare, siglando così il suo tributo a una delle figure più originali ed enigmatiche del Novecento.

 Ilaria Capua, I virus non aspettano, Marsilio

Con le sue scoperte e le sue decisioni coraggiose e controcorrente si è imposta all’attenzione mondiale. I riconoscimenti internazionali non le mancano: eletta “mente rivoluzionaria” del 2008 dalla rivista americana “Seed”, è entrata nella classifica dei 50 scienziati top di “Scientific American” e nel settembre 2011 ha ricevuto il prestigioso Penn Vet Leadership Award, il massimo riconoscimento nel suo settore. Eppure Ilaria Capua, la scienziata che il mondo ci invidia, seppur consapevole dell’importanza dei traguardi raggiunti, non si ritiene un’eroina, una martire votata alla scienza, ma semplicemente una donna che crede fortemente in quello che fa e che, non senza fatica e difficoltà, è stata in grado di sfruttare le opportunità che la vita le ha presentato. Con molta sincerità e una buona dose di ironia racconta che il mestiere del ricercatore non è solo microscopi, stanzette buie e libri, ma può rivelarsi un’avventura intensa ed esaltante. Ne emerge il ritratto a tutto tondo di una donna al tempo stesso normale e straordinaria, che non si prende troppo sul serio e non ama andare in giro a dire quanto è brava. Perché brava lo è davvero.

Antonello Franco – Antonello Andrea,Sono graditi visi sorridenti, Feltrinelli 

Franco e Andrea Antonello sono stati i protagonisti di una storia che sembra una favola: il romanzo che raccontava il loro viaggio on the road, “Se ti abbraccio non aver paura”, ha avuto un enorme successo. In questo nuovo libro, Franco e Andrea raccontano la vera storia della loro vita, iniziando dalla vita di Franco prima di Andrea: dove nasce, com’è la sua famiglia, quali strade ha percorso e quali scelte ha compiuto prima di diventare un felicissimo papà di un bambino bellissimo. E continuando con quello che è successo dopo che Andrea, quel bellissimo bambino, ha iniziato a sfuggirgli di mano, sempre più intrappolato in un misterioso vortice che solo dopo anni si capirà essere l’autismo. E se nella vita professionale Franco miete successi uno dopo l’altro, nella lotta contro quel terribile nemico non pare esserci speranza: medici e ciarlatani, guaritori africani e maghi brasiliani, nessuno sembra poter fare niente. Ma quella non è la fine per Franco e Andrea: è solo l’inizio. Insieme scopriranno che non si deve rinunciare ai sogni e alla vita, e che le difficoltà, anche quelle più tremende, possono essere affrontate, cercando di rispondere alla richiesta di Andrea di avere intorno persone allegre, che guardano al lato positivo della vita: “Sono graditi visi sorridenti”. Oggi Franco ha creato una fondazione, I Bambini delle Fate, che lavora per promuovere progetti di assistenza ai bambini autistici e alle loro famiglie. E Andrea ha appena dato l’esame di maturità.

H.P.Lovecraft, Autobiografia di uno scrittore da quattro soldi, Mattioli

“Scrivo storie per la soddisfazione di visualizzare con nitidezza, precisione e stabilità le impressioni vaghe ed elusive di meraviglia, bellezza e promessa di avventura: per raggiungere l’illusione di una strana sospensione o violazione degli irritanti limiti di tempo, di spazio e delle leggi naturali

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English: A group of Sopwith Camel aircraft of ...

English: A group of Sopwith Camel aircraft of No. 45 Squadron, Royal Flying Corps, lined up at an airfield in Istrana, Italy. Members of the unit are standing in front of the aircraft. (Photo credit: Wikipedia)

Quel che si può definire il destino tragico di un autore: questo libro fu iniziato nel 1933, in aprile, con la speranza di portare un po’ di stabilità economica alla famiglia dello scrittore, che però finì i suoi giorni terreni pochi mesi dopo, consumato dalla tubercolosi. Il successo arrivò quasi trenta anni dopo, al momento della sua ripubblicazione, tanto da venir considerato ora una delle opere più schiette e immediate nel descriverci l’insensatezza della guerra, nello specifico del primo conflitto mondiale. Victor Yeates vi partecipò in qualità di Pilota d’aereo.

 

Così l’autore: mia principale difficoltà è stata il cercare un compromesso tra la verità e l’arte, stavo scrivendo un romanzo che doveva essere una riproduzione esatta del periodo e ma anche un’analisi precisa e la sintesi di uno stato d’animo.

 

 

Victor Maslin Yeats,

Vittoria tra le nuvole, Elliot

 

 

 

Uno dei più realistici e commoventi romanzi mai scritti sui combattimenti aerei e sulla futilità della guerra

 

Combattimenti, solitudine, fatica, paura, cameratismo, donne: tutto viene raccontato in questo classico sulla guerra aerea combattuta nel 1914-1918, basato sulle esperienze del suo autore, uno dei più valorosi piloti del Royal Flying Corps. Lo stile scorrevole, antiretorico e il suo realismo ne hanno fatto uno dei più appassionanti racconti della vita sul fronte occidentale: i rapporti con i francesi, le chiacchiere tra ufficiali, il reperimento dei medicinali, il suono del grammofono, gli sforzi dei comandanti affinché il narratore diventasse un pilota più aggressivo, la frustrazione di non riuscire ad affrontare gli avversari più agguerriti…L’autore è profondamente onesto nel raccontare lo stress crescente e lo sfinimento dei suoi amici, morti uno dopo l’altro, la sua battaglia per arrivare vivo fino alla fine e la disillusione nei confronti della guerra e dei suoi superiori. Yeates scrisse questo suo unico romanzo, che pubblicò pochi mesi prima di morire di tubercolosi, con la speranza di poter ottenere i soldi necessari per curarsi e poter provvedere alla sua famiglia. Messo poco dopo fuori commercio, durante la Seconda guerra mondiale divenne un libro di culto per i piloti inglesi, ma vendette solo un migliaio di copie e non fu ristampato prima del 1961, ottenendo finalmente il successo internazionale.

Victor Maslin Yeats Nacque nel 1897 a Dulwich, a sud di Londra. Durante gli anni della scuola, secondo il suo compagno di studi, lo scrittore Henry Williamson, Yeats leggeva Keats sotto il banco durante l’ora di matematica, amava esplorare i boschi, i campi e i laghi. Yeats entrò nell’aviazione nel 1917. Volò per 248 ore su un aereo modello Sopwith Camels, ebbe quattro incidenti, venne ferito due volte e si conquistò cinque vittorie che gli permisero di ottenere lo status di “asso”. Morì di tubercolosi nel 1934, all’età di trentasette anni

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Con Denti Bianchi , il suo primo libro, ha conquistato il Whitbread First Novel Award 2000, il Guardian First Book Award, il Commonwealth Writers First Book Prize e il James Tait Black Memorial Prize per la narrativa.  E con gli altri due suoi libri, L’uomo autografo e Sulla Bellezza, è arrivata a vendere due milioni di copie, conquistando anche i favori del pubblico di mezzo mondo, tanto da essere considerata una delle giovani autrici di maggior talento.
Ora, arriva anche in Italia NW, dedicato ancora una volta alla sua Londra. Nw è il CAP della zona della città in cui si intrecciano le storie del libro, che ha molto soddisfatto l’autrice tanto da farle dichiarere di essere “molto più fiera di questo libro che di qualsiasi altra cosa abbia scritto”..

Zadie Smith, NW, Mondadori

Nel suo nuovo romanzo, Zadie Smith dà fondo alla sua sensibilità, alla sua verve, alla sua capacità di penetrazione psicologica e di interpretazione delle dinamiche sociali, offrendoci il ritratto di un gruppo di personaggi uniti da legami di sangue, da una particolare affinità o semplicemente dal caso, ma tutti in guerra con la vita e con se stessi. Keisha, una donna giamaicana che si fa chiamare Natalie, e Leah sono cresciute insieme nello stesso condominio, ma ora vivono vite molto diverse. Natalie è avvocato, ha un marito ricco, due figli e una casa di lusso. Leah invece lavora per un’organizzazione non-profit ed è sposata con un immigrato africano, un matrimonio che le causa qualche infelicità. Da ragazze hanno condiviso la stessa passione per Nathan, un uomo che oggi vive perso nel suo mondo di droga, rabbia e violenza. Le loro storie si intrecciano nella Londra di oggi facendo emergere le loro insicurezze, le loro ambizioni, le loro ipocrisie, i loro pregiudizi, vittime dell’identità sociale su cui fatalmente si basano i rapporti individuali. Zadie Smith crea in NW un intenso e travolgente intreccio di voci, mentre scava nei rapporti familiari, nelle differenze di classe, nel valore dell’amicizia e dell’amore.

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Zadie Smith NBCC 2011 Shankbone

Zadie Smith NBCC 2011 Shankbone (Photo credit: david_shankbone)

 

 

 

NW, Zadie Smith – nw

 

 

 

 

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John Lanchester, di cui abbiamo molto apprezzato Gola, ha tessuto una complessa e avvincente racconto della vita di Londra, di una strada della capitale inglese in grado di rappresentare al meglio quanto accadde quando la bolla immobiliare cominciò a sgonfiarsi, trascinando nel fango quanti sono rimasti con il famoso cerino in mano.

L’azione ci riporta infatti indietro di qualche anno, al 2008,a Pepys Road, London. La via è lentamente diventata una zona per superricchi, trasformando l’aspetto che aveva nei primi decenni del Novecento. Sono persone agiate quelle che si sono conquistate un posto in questa “strada – vetrina”, spesso convinte di poter governare il mondo e di avere davanti rosee prospettive, senza considerare eventuali “cigni neri”. Accanto a questo mondo, in parallelo scopriremo le vite di altri esseri umani, arrivati da angoli distanti del pianeta, che con fatica cercheranno di conquistarsi un posto per vivere la loro Londra (e in effetti il titolo inglese è Capital).

I suoi personaggi, osservati in un ristretto lasso temporale, sono riccamente disegnati, con il giusto trasporto per chi  ama le “proprie creature”, l’impalcatura della storia è ben congegnata: una gran lettura!

Un brano della recensione di Bosco, A., L’Indice 1996, n.11, per Gola
“Cominciamo con il dire che questo è un libro difficilmente classificabile; con geniale eclettismo l’autore ha creato un’opera che potrebbe essere un thriller, un romanzo psicologico, un diario e una raccolta di ricette; dunque un libro eclettico quanto il suo autore. Di quest’ultimo infatti veniamo a sapere che è nato ad Amburgo, che è cresciuto a Calcutta, a Rangoon, nel Borneo e a Hong Kong, ha studiato a Oxford e si è sposato nel Nevada. Che è stato cronista di calcio, compilatore di necrologi, redattore per i Penguin Classics, titolare di una rubrica di arte culinaria. E che attualmente è vicedirettore della “London Review of Books”.”

John Lanchester, Pepys Road, Mondadori

traduzione di Norman Gobetti

Con la sua verve straordinaria, raffinata e graffiante, John Lanchester ci consegna un ritratto impietoso della società contemporanea colta in un momento cruciale di svolta, quando l’insicurezza riaffiora e la domanda per tutti è: come sarà la nostra vita, dopo? Da moderno Balzac, lo fa con uno strepitoso romanzo in cui “i personaggi sono empaticamente disegnati, le loro vicende sono raccontate con immensa bravura, e in tutto scorre una vena di arguzia e di ironia che fa di Pepys Road un’autentica delizia” (“The Times”).

A quarant’anni, Roger Yount può dirsi un privilegiato, lavora ai piani alti della City, vive nel lusso, e ha fatto quel che si dice un bel matrimonio. Il superbonus su cui conta (roba da un milione di sterline) può anche sembrare un’esagerazione, ma tra seconde case, bambinaie, costosi fine settimana comincia a essere quasi una necessità. Smitty è l’ultimo bad boy dell’arte contemporanea, un simpatico mascalzone e artista concettuale che ama le provocazioni, cercando di mantenersi in equilibrio tra successo e anonimato. Una celebrità senza volto, ciò che è forse la sua opera d’arte più riuscita. Ha una nonna, Petunia Howe, che lo adora, un’arzilla vecchietta di ottant’anni che difende intrepida la sua proprietà e la sua indipendenza. Freddy Kamo è il nuovo prodigio del calcio mondiale, un giovane e già viziatissimo africano catapultato dalla sua capanna nel Senegal in uno dei più lussuosi appartamenti di Pepys Road. Ma ci sono anche i Kamal, i pachistani del negozio all’angolo, teatro di una guerra in famiglia fra integrazione e tradizione. E Quentina, l’ausiliaria del traffico che semina il panico nelle vie dei ricchi dopo aver messo a punto un lucroso sistema per arrotondare lo stipendio. E Zbigniew, l’immigrato polacco che sta restaurando casa Yount, dove lo chiamano Bogdan perché il suo nome è troppo difficile da pronunciare. Che cosa hanno in comune tutti costoro? Pepys Road, la strada in cui abitano o lavorano, l’esclusiva via di Londra che da popolare è diventata trendy, ambita dalle nuove classi dirigenti e dai nuovi ricchi, luogo simbolo del rapido successo regalato dall’economia volatile e pirotecnica del nuovo millennio. Ma siamo nel 2008, la crisi è appena cominciata. Si avvertono sinistri scricchiolii. E soprattutto, a ognuno di loro è stata recapitata una cartolina anonima con la foto della porta di casa e una scritta minacciosa: “Vogliamo Quello Che Avete Voi”…

John Lanchester è nato ad Amburgo nel 1962, ma è inglese a tutti gli effetti. Giornalista culturale di lungo corso, è stato caporedattore della ‘London Review of Books’ ed è fra i collaboratori fissi del ‘New Yorker’. Ha al suo attivo tre romanzi, Gola (1996), L’uomo che sognava altre donne (2000) e Il porto degli aromi (2004), pubblicati in Italia da Longanesi/Guanda. È sposato, ha due figli e vive a Londra.

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English: Portrait of the author William Boyd

English: Portrait of the author William Boyd (Photo credit: Wikipedia)

La capacità di Boyd di evocare un luogo ed un periodo storico è decisamente notevole, ce ne eravamo già accorti con Una tempesta qualunque e con Inquietudine, e anche Aspettando l’alba ne è una conferma. Una ricca trama, una vicenda che scivola sorniona tra il romanzo storico e lo spy thriller, magistralmente orchestrata, con qualche colpo di scena a spiazzare le esistenze dei suoi protagonisti, colti con precisione nei loro risvolti umani.

William Boyd, Aspettando l’alba, Neri Pozza
Traduzione di Mingiardi V.

in un giorno del 1913, Lysander Rief, giovane e aitante attore inglese, attraversa a piedi il centro di Vienna per recarsi alla sua prima seduta con il dottor Bensimon, un eminente psichiatra. Seduto nella sala d’attesa, Lysander riflette sulla natura del suo malessere e sulla sua fatua esistenza di dandy che non è ancora riuscito a trovare il suo posto nel mondo, quando una donna di rara bellezza si materializza nella stanza: è chiaramente sofferente ma la sua stranezza, i suoi profondi occhi nocciola e il suo fascino intenso lo trafiggono. Più tardi, lo stesso giorno, i due si incontreranno nuovamente e la donna, Hettie Bull, avrà modo di presentarsi come scultrice, invitando Lysander a una festa organizzata dal suo compagno, il celebre pittore Udo Hoff. Incapace di rifiutare e di resistere allo charme di Hettie, Lysander si lascia coinvolgere in una travolgente relazione clandestina. La sua vita a Vienna verrà stravolta dalla passione per Hettie. Incontrerà Sigmund Freud in un caffé, condurrà un’esistenza intensa nel raffinato ambiente artistico e letterario della capitale austriaca alla vigilia della Prima guerra mondiale, verrà a capo delle sue nevrosi. Londra, 1914. La guerra è alle porte e Lysander viene sorpreso dal precipitare degli eventi. Incapace di vivere una vita ordinaria, si lascia trascinare nel pericoloso teatro dei servizi segreti – un mondo di sesso, scandali e spie, dove il confine tra verità e menzogna si fa ogni giorno più sottile.

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