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Posts Tagged ‘Mario Vargas Llosa’

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English: Nick Hornby giving a public reading at Central Library, Seattle, Washington. (Photo credit: Wikipedia)

Una carrellata di titoli in arrivo tra settembre e novembre, qualche nome di richiamo, qualche titolo che siamo già molto curiosi di leggere. Per i lettori, la consueta avvertenza, che vale per i fondi comuni ma anche per i libri preceduti da ampia campagna stampa: anche se il libro precedente vi è piaciuto, non vi è garanzia di ottenere ugual rendimento.

Chiedete informazioni anche al libro, qualche settimana dopo l’uscita, per sapere se sa qualcosa in più del libro che vorreste acquistare.

La vita sognata di Ernesto G, Guenassia Jean-Michel, Salani

Joseph Kaplan, ebreo praghese, viene spinto dal padre a specializzarsi a Parigi in Biologia. Il prestigioso istituto Pasteur gli offre una posizione di ricercatore nella sede di Algeri e qui incontra Christine, la fidanzata di un amico, attrice teatrale e femminista intransigente. Brillante e infaticabile, Kaplan si guadagna la stima del direttore dell’istituto, che allo scattare delle leggi razziali istituite dal governo Pétain lo spedisce in un remoto avamposto di ricerca, salvandogli la vita. Ad Algeri, a guerra finita, Joseph ritrova Christine e le chiede di partire con lui: destinazione Praga, dove spera di ritrovare il padre di cui non aveva più notizie da anni. Nella Praga della ricostruzione e dell’ideale socialista, Joseph e Christine trovano amici e un equilibrio che culmina nella nascita di due bambini. Kaplan viene eletto deputato, è un medico stimato e conosciuto. Hanno inizio però le purghe interne al Partito: Christine scompare con il figlio più piccolo e accanto a Joseph rimangono Helena, la figlia maggiore, e Tereza, la moglie dell’amico Pavel. È questa la composizione della famiglia di Kaplan quando lo ritroviamo, direttore di un sanatorio in campagna, alle prese con un paziente moribondo inviatogli direttamente dai vertici del Governo. Il paziente misterioso è Ernesto G., e tra lui e Helena nasce un amore. Impossibile.

Io sono Malala, Yousafzai Malala, Garzanti

9 ottobre 2012. Il sole brilla forte sulla valle di Swat. Dal vecchio scuolabus senza tetto che la riporta a casa, Maiala sorride e segue il volo degli aquiloni colorati nell’enorme cielo azzurro. Anche oggi ce l’ha fatta: ha attraversato il Hume e ha raggiunto la scuola. È riuscita a studiare, a leggere , a imparare. Nonostante i pregiudizi. Nonostante le minacce. Nonostante le imposizioni. Perché i Talebani al potere vogliono togliere questo diritto a tutte le ragazze come lei, e sono pronti a uccidere chi osa gridare il proprio desiderio di conoscere il mondo. Maiala questo lo sa bene, e quando a un tratto l’autista frena rumorosamente, fermando il bus nel mezzo di quella strada fatta di terra e polvere, capisce subito che qualcosa non va. Un uomo, i capelli lunghi e il volto coperto da una folta barba scura, sale a bordo all’improvviso con un salto. Impugna una pistola nera e grida furioso il suo nome. Sta cercando proprio lei. Nessuno parla, nessuno risponde a quell’urlo. Poi lentamente i visi cominciano a girarsi e a guardare Maiala, indicandola in silenzio con occhi impauriti. Lei è l’unica, sullo scuolabus, ad avere il volto scoperto e lo sguardo fisso su quell’uomo che rapidamente alza il braccio e fa fuoco. Quattro rumori violenti, quattro spari, quattro proiettili la colpiscono. Ma quella mattina Maiala non muore, e questa è la sua storia.

BARBARA KINGSOLVER- La collina delle farfalle, NERI Pozza

In una fattoria sperduta tra gli Appalachi, la catena montuosa più antica degli Stati Uniti, Dellarobia Turnbow conduce la sua inquieta esistenza fatta di continui dissidi con i suoceri nella conduzione della casa e di un rapporto matrimoniale privo di ogni slancio e passione. Rimasta incinta a diciassette anni, ha sposato in nozze riparatrici il figlio imbelle di un allevatore di pecore. Dieci lunghi anni di vita coniugale le hanno lasciato soltanto il peso di un legame insopportabile, che si scioglie come neve al sole non appena compare al suo cospetto un ragazzo attraente e più giovane di lei. Spinta dal desiderio di imprimere una svolta alla sua esistenza, Dellarobia accetta di incontrare il ragazzo sul monte alle spalle della fattoria. In un mattino cupo e nuvoloso, si inoltra nella foresta e prende la strada per la montagna. Uscita dall’ombra del bosco, sul fianco di una collina, uno spettacolo sconvolgente si spalanca, tuttavia, davanti ai suoi occhi. Come in un film di fantascienza, la valle sembra un lago di fuoco. Gli abeti appaiono carichi di grumi luccicanti, i tronchi e le fronde, sinistramente mobili. Davanti a quella visione inquietante, Dellarobia ricava una sola verità: il Cielo non vuole che lei consumi il suo tradimento. In realtà, la collina è diventata la dimora di milioni di farfalle monarche, magnifiche farfalle arancioni capaci di volare per migliaia di chilometri verso i luoghi in cui svernare. Per Dellarobia, però, e per la piccola, religiosissima comunità rurale raccolta nelle fattorie ai piedi degli Appalachi, è il luogo di un miracolo, la sede di un oscuro presagio. Sarà soltanto con l’arrivo nella comunità di Ovid Byron, il carismatico e affascinante biologo che scorgerà nel fenomeno l’inquietante segno di uno sconvolgimento climatico, che Dellarobia scoprirà la verità. E il comportamento di volo che ha condotto le farfalle là dove non dovrebbero essere le apparirà una perfetta metafora della sua vita: la vita di una donna che non è al suo posto nel mondo ed è, tuttavia, incapace di spiccare il volo. Magnifico romanzo sulla modernità e la catastrofe climatica, sull’amore e il tradimento, sulle certezze della scienza e il sentimento religioso, La collina delle farfalle è uno di più grandi bestseller dell’ultima stagione letteraria.

Barbara Kingsolver è nata nel 1955 nel Maryland. Laureata in biologia, è considerata una delle scrittrici americane contemporanee più importanti. Nel 2000 le è stata assegnata la massima onorificenza statunitense in campo artistico, la National Humanities Medal, e nel 2010 ha vinto l’Orange Prize. Vive con la famiglia in una fattoria, nel sud degli Appalachi.

Nick Hornby, Tutti mi danno del bastardo, Guanda

La giornalista Elaine Harris ha sempre raccontato le cronache del suo matrimonio in una rubrica del giornale, molto apprezzata dal suo direttore e da numerosi lettori. Ma quello che nessuno si sarebbe aspettato – e men che meno suo marito Charlie, dirigente di una grande banca – sono gli articoli al veleno che iniziano a uscire una settimana dopo il divorzio tra i due. Per Charlie anche solo andare in ufficio diventa un problema, visto che tutti leggono (e apprezzano) le colonne in cui Elaine racconta con dovizia di particolari le sue varie, innegabili mancanze come marito, come padre, come amante. E presto tutti finiscono per conoscerlo come “Il bastardo”…

Olga Tokarczuk

Nella quiete del tempo, Nottetempo

Torna in libreria il terzo e acclamato romanzo della scrittrice polacca Olga Tokarczuk, una delle scrittrici più amate in patria, premiata nel 2008 con il prestigioso premio Nike e tradotta in oltre 20 lingue. Nella quiete del tempo, ambientato nel villaggio mitico di Prawiek, racconta, attraverso le storie di un piccolo microcosmo, tutto un secolo di storia, quello feroce del Novecento. Mentre scorrono, in una saga, le vite dei personaggi e delle cose che Tokarczuk fa muovere sul palcoscenico di Prawiek, il “centro dell’universo”, la Storia getta la sua ombra e prosegue, implacabile.

Una favola strana su un villaggio immaginario, Alfa, “un luogo situato al centro dell’universo” e sorvegliato dai quattro arcangeli. La storia comincia all’inizio del secolo, attraversa due guerre e finisce alla fine del Novecento. È la storia degli abitanti del paese che invecchiano piano piano, divenendo consapevoli ognuno del proprio destino: Popielski, aristocratico che si ritira dalla vita per giocare a un gioco da tavola misterioso, la Spigolatrice, vecchia contadina che vive insieme a una figlia selvatica; Izydor, l’idiota del villaggio che riesce a guadagnarsi da vivere con gli indennizzi per le raccomandate da lui spedite e mai consegnate. E, al di sopra di ogni cosa, c’è un Dio vanitoso ed egoista che si è stufato degli esseri umani. Come ha detto la stessa Tokarczuk, “è la storia di un mondo che, come tutte le creature viventi, nasce, cresce e poi muore”.

«Olga Tokarczuk è una pittrice di parole e sogni, pieni di significato». Booklist

«Tokarczuk costruisce il mito da ritagli di storia vera». Gazeta Wyborcza

Hanno detto di Guida il tuo carro sulle ossa dei morti:

«Un libro sulla responsabilità umana, splendido e indimenticabile». Lella Costa

Olga Tokarczuk (1962) è la scrittrice polacca più nota in patria (per tre anni consecutivi i suoi libri sono stati votati come i più amati dai lettori). Insignita di numerosi premi letterari tra cui il Premio Nike (2008), i suoi romanzi sono tradotti in venti lingue. In Italia sono usciti Che Guevara e altri racconti (2006) e Casa di giorno, casa di notte (2007). Con nottetempo ha pubblicato Guida il tuo carro sulle ossa dei morti (2012). Nella quiete del tempo ha vinto uno dei più prestigiosi riconoscimenti polacchi, il Premio della Fondazione Koscielski.

La signora della luna, Moyes Jojo, Mondadori

Hong Kong, 1953. Joy, ventenne inglese ribelle, incontra un giovane ufficiale di marina e in ventiquattr’ore decide di sposarlo. Londra, 1980: a diciotto anni la figlia Kate scappa di casa con una bimba neonata che vuole crescere da sola. Irlanda, giorni nostri. Sabine, ragazza irrequieta, viene mandata in campagna dalla nonna Joy. Sarà la giovane, a partire da una vecchia foto di famiglia, a scoprire un segreto nel passato della famiglia, e a ricucire il legame tra le generazioni.

KIM FAY- La mappa dei ricordi perduti, Neri Pozza

Nel 1925, a Shanghai, nessuno si chiede perché un forestiero metta piede in città. Si dà semplicemente per scontato che abbia qualcosa da nascondere. A che cosa serve, infatti, un’enclave in cui non occorre esibire alcun visto o passaporto se non a offrire rifugio a diseredati, avventurieri e criminali d’ogni specie desiderosi di una vita nuova? Irene Blum non sfugge alla regola e, nel 1925, mette piede a Shanghai col suo bravo segreto da custodire gelosamente e celare a sguardi e orecchi indiscreti. Irene è cresciuta girovagando per le sale del museo Brooke di Seattle, e ascoltando, come fosse una favola per bambini, la storia della civiltà Khmer. Sa tutto dei loro templi, delle loro ricchezze e della scomparsa improvvisa e inspiegabile del loro regno. In seguito a una serie di incredibili circostanze, è venuta in possesso di una mappa della Cambogia e di un diario che risalgono alla metà dell’Ottocento. Nelle pagine del diario, un prete racconta di aver trovato un tempio degli Khmer al cui interno sono custoditi i 10 leggendari rotoli che narrano la storia e la fine della loro civiltà. Su incarico di Henry Simms, proprietario del museo ma anche suo mentore e tutore, Irene cerca di appurare la veridicità di quella che potrebbe essere una delle più sensazionali scoperte archeologiche degli ultimi tempi. A Shanghai, tra spie e trafficanti d’armi e d’arte d’ogni specie, e a Saigon, su strade che trasudano oppio e afa, si inoltrerà in un passato dimenticato, fino al luogo in cui una scoperta ancora più importante di quella agognata verrà alla luce.

Kim Fay è creatrice della fortunatissima serie To Asia With Love Guidebooks e editor di Gayot Publications. Autrice di molti testi che parlano della cultura e della cucina dell’Asia, ha vinto il Best Asian Cookbook of 2010 e ricevuto riconoscimenti da KCRW, NBC e dal Library Journal. La Mappa dei ricordi perduti è il suo primo romanzo, acclamato subito dalla critica. Selezionato, come migliore opera prima, tra i finalisti dell’Edgar Award 2013, il prestigioso premio vinto in passato da Raymond Chandler, John Le Carré, Ken Follett e Umberto Eco, come miglior romanzo d’esordio.

Nella Shanghai del 1925, dove si dà per scontato che tutti abbiano qualcosa da nascondere, una giovane donna si aggira con il suo segreto: un’antica mappa e un diario che parla di una sensazionale scoperta archeologica.

Dall’Oriente, un grande romanzo d’avventura, una storia che ci riporta in un regno misteriosamente scomparso.

Selezionato, come migliore opera prima, tra i romanzi finalisti dell’Edgar Award 2013, il prestigioso premio vinto in passato da Raymond Chandler, John Le Carré, Ken Follett e Umberto Eco, come miglior romanzo d’esordio.

PEDRO ZARRALUKI- Storia del silenzio, Neri Pozza

Irene collabora con una casa editrice. Il suo compagno è uno scrittore alle prese con un romanzo che non solo non lo appaga, ma sta anche minando il rapporto con il suo editore. Vivono in un appartamentino di Barcellona da cinque anni, quando Irene viene licenziata e il suo compagno scrittore dichiara ufficialmente fallito il suo tentativo di romanzo. Ormai sull’orlo della bancarotta, che cosa li trattiene dal lasciarsi tutto alle spalle e partire per un lungo viaggio? Sono in strada da poche ore quando dal motore della macchina arriva un rumore di viti e bulloni, e l’auto si ferma. Soli, in aperta campagna, nel silenzio più assoluto, i due innamorati osservano tristemente il cofano aperto della vettura. Poi la brillante idea: scrivere un libro sul silenzio, una storia del silenzio che spazi dalla letteratura all’antropologia, dalla vita concreta di amici ai trattati scritti sull’argomento.Storia del silenzio è il resoconto di questo tentativo: un avvincente excursus sull’arte del silenzio nel corso dei secoli che ci conduce dalle pagine di Scott Fitzgerald ai riti delle tribù dell’Africa del Sud, dai racconti di W. H. Auden ai saggi di Montaigne,dagli esperimenti scientifici a testimonianze della vita vera, come quella di Olga, una giovane donna che, durante una festa, rimase in silenzio per due ore di seguito. Con uno stile elegante e un ritmo impeccabile, Storia del silenzio è anche un appassionato elogio dell’arte di tacere, perché è proprio grazie alle parole non dette, ai «piccoli segreti e i tradimenti inconfessabili » che l’amore riprende vita, anche quando tutto intorno sembra andare in rovina.

Pedro Zarraluki è nato a Barcellona nel 1954. Ha scritto due raccolte di racconti, Galería de enormidades e Retrato de familia con catástrofe, e i romanzi El responsable de las ranas, Hotel Astoria e Para amantes y ladrones. Nel catalogo Neri Pozza ricordiamo Il piacere e la noia e Un’estate a Cabrera (vincitore in Spagna del prestigioso Premio Nadal), che ha avuto un grande successo di pubblico e di critica.

Un appassionato elogio dell’arte di tacere, delle parole non dette, dei piccoli segreti e tradimenti inconfessabili attraverso i quali l’amore può riprendere vita. Vincitore del Premio Herralde, già conquistato da Javier Marìas.

«Un romanzo che va dalla crudeltà alla tenerezza, dalla luce alle tenebre, che attraversa le strade ingannevoli delle relazioni personali, in un esercizio narrativo tra i più brillanti degli ultimi anni».

Premio Herralde de Novela

«Scritto in maniera impeccabile. Una lettura che, dalla prima riga fino all’ultima, si trasforma in piacere, e in gioco senza regole».

N. Marra, El País

Livelli di vita, Julian Barnes, Einaudi

A un certo livello la vita è aria. I tre leggendari pionieri ottocenteschi che rivivono nel “Peccato dell’alta quota”, la prima parte di questo memoir, sono accomunati dalla passione per il volo, allora ai suoi albori, dall’impulso un po’ sacrilego a sganciarsi dal regno che ci è deputato e conquistare lo spazio degli dei. Più giù, a livello terra, le turbolenze sono quelle dell’amore. A quello infelice di Fred Burnaby, viaggiatore e colonnello della cavalleria inglese, per la “divina” attrice francese Sarah Bernhardt, e a quello invincibile del vignettista, aeronauta e inventore della fotografia aerea Félix Tournachon, alias Nadar, per sua moglie, è dedicata la seconda sezione del libro, “La vita a quota zero”. Ma per alcuni la vita ha in serbo cadute vertiginose. Nell’ultima sezione del libro, “La perdita della profondità”, Julian Barnes racconta i cinque anni successivi alla morte della moglie, l’agente letteraria Pat Kavanagh, scomparsa improvvisamente nel 2008. Barnes s’immerge negli abissi del lutto e del ricordo per riprendersi ciò che è suo. E il libro nel suo complesso è soprattutto e continuativamente questo: un baluardo, coinvolgente ed emozionante, ma mai retorico, di memoria, intesa come la sola vita degna di essere vissuta dopo la rottura del legame più importante. Perché è solo nel ricordo che la dissoluzione risulta impossibile a dispetto del tempo, dei livelli e della fine.

PETER ACKROYD- Londra, Neri Pozza

Londra non è una città, è «un organismo vivente» che cresce e muta continuamente. Partendo da questa suggestione Peter Ackroyd, uno degli scrittori di nonfiction inglesi più conosciuti e talentuosi,scrive un testo che, muovendosi dal saggio storico al romanzo, dal trattato sociologico al racconto gotico, ricostruisce il ritratto millenario e definitivo della capitale britannica. Osservando il «letto di mare dell’era giurassica » ancora visibile, con un po’ di immaginazione, dal ponte di Waterloo o il dente di Mammoth rinvenuto a King’s Cross; ripercorrendo le controversie relative al nome della città (probabilmente di origine celtica); mettendo in scena le famose battaglie contro i Romani e gli anni delle dinastie reali dell’Alto medioevo, Ackroyd accompagna il lettore in un viaggio stupefacente in cui i ritratti dei bordelli di Charles Dickens, le descrizioni dei tetti ingoiati dalla nebbia di Jonathan Swift o la mostruosa metropoli dipinta da George Orwell si fondono con la Londra odierna. Il risultato è un libro eterogeneo che ha il pregio di mescolare accurate ricostruzioni con passi più narrativi e appassionanti in cui Ackroyd dà libero sfogo al proprio talento,regalando al lettore aneddoti strampalati e storie mai sentite, portandolo a visitare luoghi sconosciuti, come la «piccola botola d’acciaio» sotto Leicester Square che conduce a una stazione elettrica situata tre piani sotto terra, e accompagnandolo per vicoli bui mentre descrive quell’odore familiare e «acre di cipolle e antisettico » che non può che appartenere a Southampton Row. Non c’è patriottismo né orgoglio nazionale in questo libro, quanto piuttosto un sano cinismo verso i lati più conosciuti (e inflazionati) della capitale inglese e una tenera attenzione verso quelli più nascosti, verso i cittadini meno visibili, perché la vera essenza della città è proprio l’oscurità e «Londra è posseduta, in senso letterale, dalle tenebre».

Peter Ackroyd è unanimemente ritenuto uno dei grandi scrittori inglesi viventi. Autore di monumentali biografie, Dickens, Chaucer, Blake, Turner, The Life of Thomas More, ha scritto romanzi storici che hanno ottenuto un grande successo di pubblico e di critica, quali The Clerkenwell Tales, Hawksmoor, The House of Doctor Dee. Con Neri Pozza ha pubblicato I fratelli Lamb (2005), La grande storia del Tamigi (2009) e Shakespeare. Una biografia (2011).

Il libro indispensabile per tutti quelli che amano Londra.

Un classico che ha venduto centinaia di migliaia di copie dalla sua prima pubblicazione.

Londra vive e pulsa nelle sue pagine esattamente come nelle sua strade.

Ritratti in jazz, Haruki Murakami, Einaudi

Haruki ha gestito un jazz club per molti anni prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura: ecco, leggendo “Ritratti in jazz” si ha l’impressione di essersi appena seduti a bere qualcosa a uno dei tavoli del club mentre il grande narratore giapponese racconta e commenta quello che si sta ascoltando. “Ritratti in jazz” regala al lettore un Murakami allo stesso tempo inedito e riconoscibile. Riconoscibile perché il jazz, ancora più della corsa, è una delle passioni che formano l’ossatura stessa della sua opera creativa. I suoi romanzi sono ricchi di allusioni a dischi e musicisti: in un’ipotetica ricetta della poetica murakamiana l’ingrediente “jazz” non può mancare. Inedito perché mai come in questo libro si ha l’impressione di sentire la voce autentica e senza mediazioni narrative di Murakami, che conduce il lettore nel suo mondo più quotidiano e sincero. Con un tono amichevole e coinvolgente, privo di tecnicismi eppure capace di regalarci una serie preziosa di informazioni e curiosità, Murakami compone una playlist eccezionale che non solo ci racconta il jazz come mai l’avevamo ascoltato, ma ci svela anche il modo in cui l’autore di “1084” osserva il suo universo letterario e la realtà che lo circonda.

L’eroe discreto, Mario Vargas LLosa, Einaudi

Quando riceve una lettera di minaccia con un ragnetto al posto della firma, Felicito Yanaqué non perde tempo e va alla polizia di Piura a sporgere denuncia. È proprietario di una ditta di trasporti, ha una moglie, due figli, e una giovane amante di nome Mabel: ha faticato troppo per lasciare che adesso qualcuno gli porti via tutto e, più di ogni altra cosa, a spaventarlo non sono certo i ricatti, ma il disonore. Peccato che dietro a quel tentativo di estorsione non ci sia la mafia locale, ma il suo figlioccio e la stessa Mabel… A Lima, intanto, Rigoberto, a un passo dalla pensione, viene chiamato a fare da testimone a Ismael, il suo datore di lavoro, che sposerà in gran segreto la domestica Armida, per impedire che il suo patrimonio venga dilapidato dai figli. Al ritorno dal viaggio di nozze, però, Ismael muore e Armida, spaventata dalle pressioni degli eredi, scappa a Piura, dalla sorella, che altri non è se non la moglie di Felicito. Sta a Rigoberto mantenere la promessa di testimone e sistemare la faccenda. Due storie dall’incastro perfetto in cui si riaffacciano personaggi memorabili e in cui il Premio Nobel fa finalmente ritorno al suo Perù, terra di segreti e scontri tra generazioni, di poesia e di miseria.

Ologramma per il re, Dave Egges, Mondadori

Alan Clay è partito dal nulla come venditore porta a porta e ha fatto una certa strada nella vita. Negli ultimi anni però la crisi della sua vita privata e dei mercati si è abbattuta su di lui lasciandolo stremato, tendenzialmente ubriaco, con un conto cronicamente in rosso. Se vuole pagare la rata del college di sua figlia ha solo una scelta: trovarsi subito un lavoro, e ben pagato. La sua unica chance si chiama Re Abdullah ed è il proprietario di un’immensa oasi nel mezzo del nulla. Il compito di Alan è difficilissimo: convincere il Re ad acquistare la sua mirabolante invenzione: un ologramma in grado di far apparire chiunque in 3D, direttamente nella tenda del Re in pieno deserto.

Polizia, Jo Nesbo, Einaudi

“Lo spettro” si chiudeva con una scena pietrificante. Harry Hole che, centrato al petto da tre colpi di pistola, cadeva pensando: “È finita, finalmente è tutto finito”. “Polizia” ricomincia da lì, qualche mese dopo, con un uomo in coma piantonato giorno e notte in ospedale. E Oleg, il ragazzo che gli aveva sparato, spedito a disintossicarsi in una clinica svizzera, e poi Rakel, fidanzata storica di Harry, con un lavoro a Ginevra. Oslo nel frattempo è stata sconvolta dai delitti bestiali di un serial killer che si accanisce proprio contro la polizia. Il macellaio dei poliziotti, l’hanno soprannominato. Perché, dopo averli attirati sul luogo di omicidi irrisolti, letteralmente ne spappola i corpi. La polizia ha perso Harry Hole, il suo esperto in fatto di assassini seriali. E anche ammesso che Harry sia ancora vivo, sarebbe disposto a occuparsi del caso? Nessuno si sarebbe mai più trovato in situazioni limite, questo Harry aveva promesso a Rakel. E una volta tanto sembrava deciso a mantenere la promessa. Ma l’amore di una donna è sufficiente a salvare un uomo da se stesso e dai propri fantasmi?

Né vivo né morto, Manuel Vazquez Montalban, Feltrinelli

Spagna, 1993. Luis Roldán, direttore della Guardia Civil, accusato di corruzione e di tanti altri ormai comunissimi reati, traffico d’armi compreso, è fuggito non si sa dove dopo aver svuotato innumerevoli casse e saziato la fame di tanti paradisi fiscali. Trovarlo, vivo o morto, o né vivo né morto, è il compito affidato a Carvalho, il quale, insieme al fido Biscuter, lo cercherà in contesti assai diversi. Ogni servizio segreto possibile e immaginabile gli verrà contro confondendo e infangando governi e faccendieri, dittatori e democrati. Come una Primula Rossa, Roldán scivola via assumendo bizzarre identità che, con assoluta precisione, anticipano quanto il nostro mondo sta oggi subendo. Quasi tutti i personaggi sono reali e, primo su tutti, Luis Roldán, già da un pezzo a piede libero nel patrio suolo nonostante la condanna a trentun anni di galera impostagli nel 1995.

Sfida cruciale, Indridason Arnaldur, Guanda

È l’estate del 1972 e Reykjavík è in fermento: nel palazzetto dello sport sta per cominciare l’incontro di scacchi che vede sfidarsi i due campioni mondiali, il russo Boris Spasskij e l’americano Bobby Fischer. La scacchiera diventa il teatro in cui si giocano le tensioni tra il blocco dei paesi dell’Est e l’Occidente negli anni della Guerra Fredda, con tutta l’attenzione mediatica che ne consegue. Poco prima che inizi la sfida, un ragazzo di diciassette anni, Ragnar Einarsson, viene trovato assassinato in un cinema. Il registratore a cassette da cui non si separava mai e con cui registrava i film per riascoltarseli a casa è scomparso. Marion Briem, mentore ed ex superiore di Erlendur, sospetta subito che il caso sia collegato al clima di paranoia della Guerra Fredda. Il ragazzo è stato ucciso perché ha registrato qualcosa che non avrebbe dovuto ascoltare? O la verità è più banale?

Un mondo sinistro, Vladimir Nabokov, Adelphi

In un oscuro paese dell’Europa orientale – i cui abitanti parlano ora tedesco ora russo ora una lingua che non coincide con nessuna di quelle esistenti – un filosofo quarantenne, Adam Krug, siede annichilito nell’ospedale dove è appena spirata l’amatissima moglie Olga. Krug è una celebrità internazionale, l’unica che possa vantare il piccolo Stato retto dal regime poliziesco di Paduk, fondatore del Partito dell’Uomo Comune, che propugna una dottrina violenta basata sull’uniformità spirituale degli abitanti. Per consolidare la sua rispettabilità, il dittatore ha bisogno dell’appoggio di Krug, ma lo studioso oppone subito il più reciso rifiuto, in nome dei suoi princìpi e della libertà di coscienza. Accecato dal dolore per la perdita di Olga, e troppo confidente nella propria fama, Krug non si preoccupa però dell’incolumità sua e del figlioletto. E quando quest’ultimo, per un odioso ricatto, finirà nelle spire del ripugnante Paduk, il filosofo sarà spinto, al termine di un crescendo drammatico, a un gesto estremo. Concepito nel 1941 e portato a termine tra il 1945 e il 1946, “Un mondo sinistro” è, insieme a “Invito a una decapitazione”, il romanzo più politico di Nabokov. E lo percorre una vena profondamente etica: la difesa dello spirito individuale, della sua libertà creativa, non solo contro ogni forma di dittatura, ma anche contro l’oppressione della società in genere – e contro il principio che sancisce la supremazia del bene collettivo a scapito del singolo.

La mano, Henning Mankell, Marsilio

Kurt Wallander potrebbe finalmente realizzare uno dei suoi vecchi sogni e trasferirsi in una casa di campagna, fuori Ystad. Un giro di ricognizione del giardino lo porta però a fare una macabra scoperta: dal terreno spunta lo scheletro di una mano umana. A chi apparteneva? Da quanto tempo quel corpo è sepolto in quel giardino? Nei poderi lì intorno, non c’è nessuno in grado di fornire una spiegazione. Con l’aiuto dei suoi colleghi e di Linda, la figlia da poco entrata in polizia, Wallander deve scavare indietro nel tempo e cercare di ricostruire la storia di una morte oscura. Una tragedia dove innocenza e colpevolezza non sono nettamente distinte.

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dopo le ferie. Ecco cosa leggerete negli ultimi mesi del 2013

In arrivo, autori stranieri

Nick Hornby, Tutti mi danno del bastardo, Guanda

Ildefonso Falcones, La regina scalza, Longanesi

Dave Eggers, Ologramma per il re, Mondadori

Sophie Kinsella, Fermate gli sposi, Mondadori

Frederick Forsyth, La lista nera, Mondadori

Jonathan Coe, Expo 58, Feltrinelli

Margaret Doody, Aristotele nel regno di Alassa, Sellerio

Sveva Casati Modignani, un nuovo romanzo, Sperling

Eric Maria Remarque, Tre camerati,Neri Pozza

John Le Carrè, Una questione delicata, Mondadori

Bruce Chatwin, L’alternativa nomade, Adelphi

Robert Crais, La sentinella, Mondadori (estate)

Arturo Perez Reverte, Il ladro di tango, Rizzoli

Bernard Cornwell, L’eroe di Poitiers, Longanesi

Julio Cortazar, Animalia, Einaudi

Paul Auster, Notizie dall’interno, Einaudi

Jo Nesbo, Polizia, Einaudi

Mario Vargas Llosa, L’eroe discreto, Einaudi

Haruki Murakami, Ritratti in jazz, Einaudi

Kader Abdollah, Il corvo, Iperborea

Thomas Bernhard, Correzione, Einaudi

Don Winslow, Morte e vita di Bobby Z, Einaudi

Jonas Jonasson, L’analfabeta che sapeva contare, Bompiani

Roald Dahl, Lo zio Osvald, Longanesi

Hanif Kureishi, L’ultima parola, Bompiani

Katherine Mansfield, Viaggio a Urewera, Adelphi

Alice Munro, La danza delle ombre felici, Einaudi

Manuel Vasquez Montalban, Né vivo né morto, Feltrinelli

Tolkien, La caduta di artù, Bompiani (inedito)

Boris Vian, Le formiche, Marcos Y Marcos

Tove Jansson, Il libro dell’inverno, Iperborea

Arto Paasilinna, La fattoria dei malfattori, Iperborea

Autori italiani

Marco Malvaldi, Argento vivo, Sellerio

Andrea Vitali, L’aria del lago, Garzanti

Gianni Celati, Fata Morgana, Feltrinelli

Federica Bosco, Non tutti gli uomini vengono per nuocere, Mondadori

Loriano e Sabina Macchiavelli, E a chi resta, arrivederci, Einaudi

Danila Comastri Montanari, Pallida Mors, Mondadori

Marcello Fois, Teoria generale del tutto, Einaudi

Simonetta Agnello Hornby, Via XX Settembre, Feltrinelli

Carlotto – Videtta, Sara – Le vendicatrici, Einaudi

Lorenza Ghinelli,Con i tuoi occhi, Newton

Margaret Mazzantini, Un nuovo libro, Mondadori

Francesco Guccini, Culodritto e altre canzoni, Mondadori

Franca Rame, Testamento civile, Chiarelettere

Dacia Maraini, Chiara d’Assisi – Elogio della disobbedienza, Rizzoli

Antonio Tabucchi, Isabel, Feltrinelli

Umberto Eco, Storia delle terre e dei luoghi leggendari, Bompiani

Philippe Daverio, Il secolo breve delle avanguardie, Rizzoli

Silvia Avallone, un nuovo libro, Rizzoli

Santo Piazzese, Blues di mezzo autunno, Sellerio

Andrea Camiller, La banda Sacco, Sellerio

Benedetta Tobagi, Una stella incoronata di buio, Einaudi

Fulvio Ervas, Si fa presto a dire Adriatico, Marcos Y Marcos (dall’autore de Se ti abbraccio non aver paura)

Marco Buticchi, La stella di pietra, Longanesi

Eraldo Baldini, Nevicava sangue, Einaudi

Cristiano Cavina, ITIS – Inutile tentare istruire somari, Marcos Y Marcos (un nuovo romanzo per il pizzaiolo più letto del mondo. Atlantide e Libreria Mosaico per ragazzi  lo presenteranno insieme il 12 settembre, a Imola )

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Updated world map of the Köppen-Geiger climate...

Image via Wikipedia

 

tempo di vacanze, ci pare.  Per ogni vostra destinazione, Atlantide ha pronto una amena lettura, pertinente con il luogo che avete scelto .

Ecco i nostri consigli per le Americhe, edizione 2011

AMERICHE
MESSICO: Luis Alberto Urrea, La figlia della curandera, XL
CILE: Hernan Rivera Letelier, La bambina che raccontava i film, Mondadori
BRASILE, Veronique Ovaldè, Quel che so di Vera Candida, Ponte alle grazie
PERU’. i romanzi di MARIO VARGAS LLOSA, Einaudi
AMERICA LATINA: Bolano , Detective selvaggi, Sellerio
Belli,Nel paese delle donne, Feltrinelli
ARGENTINA: Ricardo Piglia, Bersaglio notturno, Feltrinelli
PATAGONIA: Coloane, Capo Horn, Guanda
ALASKA: David Vann, L’isola di Sukkwan, Bompiani
USA: Zadoorian, In viaggio contromano, Marcos
MISSOURI: I libri di Daniel Woodrell
CUBA: Berta Serra Manzanares, Gli occhi dell’uragano, La nuova frontiera

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Andrea Camilleri at the Turin International Bo...

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Andrea Camilleri , Il gioco degli specchi, Sellerio
In un deposito qualcuno ha messo una bomba. Sembra una storia di pizzo non pagato ma il magazzino era vuoto da tempo; e dunque? L’interesse di Montalbano & C. si concentra allora sugli abitanti della casa a fianco, un condominio abitato, tra l’altro, da alcuni pregiudicati: Carlo Nicotra, che gestisce lo spaccio di droga per conto dei potenti Sinagra, e Stefano Tallarita, attualmente in carcere, al servizio proprio di Nicotra.
A duecento metri dalla casa di Marinella c’è un altro villino, quasi uguale a quello di Montalbano. Per anni è stato vuoto ma ora sono andati ad abitarci i Lombardo. Lui, Adriano, è rappresentante di computer e perciò viaggia per tutta la Sicilia; la moglie Liliana, una bella torinese di 35 anni, lavora in un negozio di Montelusa. Una mattina la signora Lombardo rimane in panne e niente di più naturale per il vicino di casa Salvo Montalbano darle un passaggio. Quello dell’auto sembra un semplice guasto, ma il meccanico nota che il motore è stato manomesso.
Come sempre nei romanzi di Camilleri si incrociano due storie apparentemente distanti che però finiscono fatalmente per intersecarsi. E il legame tra le due vicende è il giovane Arturo Tallarita che fa il commesso proprio nello stesso negozio in cui lavora Liliana.
La vicinanza tra le due case a Marinella, la avvenenza di Liliana, la vicenda un po’ oscura dell’automobile manomessa, la presenza di una misteriosa Volvo nella trazzera: tutto concorre a fare drizzare le antenne a Montalbano che per di più è molto attratto da Liliana che sembra fare proprio di tutto per imbastire una storia con il commissario.
In tutte queste vicende che vediamo scorrere apparentemente senza un delitto, senza un conflitto, c’è qualcosa che non funziona, una nota discordante. Come in un gioco di specchi qualcuno vuole confondere Montalbano: la bomba davanti al deposito, le lettere anonime che indirizzano verso piste improbabili, un proiettile nella carrozzeria della macchina dello stesso commissario.
Molto prima che si abbia sentore di un delitto, tutto sembra scorrere nel più normale dei modi: la vita al commissariato, il gioco del corteggiamento, le cene sulla verandina; è proprio in questa
apparente normalità che sentiamo la tensione insinuarsi con una forza mai vista nei romanzi di Montalbano.
Nel diciottesimo romanzo della serie troviamo un Pasquano messo a dura prova ma più disponibile che mai, un Ragonese infido armato di tutta la sua potenza mediatica, un Catarella emozionato ma pronto a gettarsi nel fuoco per il suo commissario. Livia fa capolino ma solo al telefono, è forse per questo che Adelina la fa da padrona.

Massimo Carlotto,  Alla fine di un giorno noioso, E.o
Dopo 11 anni di vita “onesta” Giorgio Pellegrini, l’indimenticabile protagonista di Arrivederci amore, ciao viene truffato dal suo avvocato che, dopo averlo derubato, lo costringe a diventare un galoppino della criminalità organizzata. Giorgio diventa vittima di un complesso incastro di interessi ed è costretto a subire. Proprio lui che per diventare un “vincente” non aveva esitato a rubare, rapinare, stuprare e uccidere. Vorrebbe ribellarsi, trovare una via d’uscita e riprendersi la sua vita tranquilla di imprenditore di successo del Nordest però il tempo è passato e ora si rende conta di non essere in grado di affrontare i suoi avversari in uno scontro diretto… ma le vie del crimine sono infinite e Giorgio Pellegrini è troppo intelligente e crudele per rassegnarsi al ruolo di vittima.

e il suo booktrailer
http://www.youtube.com/watch?v=A866unyttF8&feature=player_embedded

Javier Cercas – Il nuovo inquilino, Guanda
È un giorno qualsiasi per Mario Rota, ricercatore di fonologia presso un’università del Midwest, uomo metodico e regolare, che ogni mattina fa jogging compiendo sempre lo stesso giro. Ma oggi un cespuglio traditore gli fa slogare una caviglia. Quando torna a casa, zoppicante e dolorante, oltre che tutto sudato, l’affittuaria gli presenta il nuovo vicino, il professor Daniel Berkowickz che, come Mario apprende in quel momento, sarà anche suo collega all’università. Peccato che Mario non ne sapesse nulla… Inizia così, in modo banale, una settimana da incubo per il protagonista di questo raffinato noir. Il nuovo inquilino sembra voler prendere il suo posto in tutto e per tutto, arrivando pure a portargli via Cinger, la laureanda che Mario corteggiava e che ora preferisce laurearsi con Berkowickz e non avere più nulla a che fare con lui. Berkowickz occupa anche lo studio di Mario, che quando cammina per i corridoi dell’università si sente addosso gli sguardi tra il compassionevole e il critico di tutti i colleghi. Che cosa puoi fare quando qualcuno ti porta via tutto? Forse un gesto estremo potrebbe ridarti la tua vita… Ma il finale, come la realtà, sarà molto più sconcertante.

Vasilij Grossman,Il bene sia con voi, Adelphi
Nel 1960 Vasilij Grossman porta a compimento Vita e destino, subito confiscato dal KGB, e va incontro all’amara sorte del reietto. Alla stessa stagione e allo stesso universo di quel capolavoro, che descrive le manifestazioni del male e la sua sconfitta in nome della «bontà irragionevole» dei singoli, appartengono i racconti qui radunati. I ricordi e le testimonianze di prima mano del periodo bellico, che ruotano intorno al destino tragico degli ebrei, ispirano le note drammatiche del Vecchio maestro e l’appassionata dichiarazione di fede nella vita e nel «miracolo della libertà» che conclude La Madonna Sistina. Se Fosforo è una riflessione tristemente autobiografica sull’amicizia misconosciuta, L’eterno riposo, Mamma, L’inquilina, Sulla Grande circonvallazione fotografano momenti diversi della lunga stagione sovietica, tra gli sconvolgimenti causati dal funesto meccanismo delle repressioni staliniane e la corruzione morale che ne consegue, all’insegna del più cieco egoismo. La strada, toccante parabola sul modello tolstojano di Cholstomer, è il racconto delle disavventure di un mulo italiano sulle strade della Russia in guerra: la mostruosità di un mondo in cui Treblinka e il Gulag, nazismo e comunismo gareggiano in efferatezza colpisce in modo ancora più brutale se vista con gli occhi di un animale innocente. E infine Il bene sia con voi!, dove le note di un viaggio in Armenia nell’autunno del 1961 si traducono in una sorta di poema luminoso, pervaso di lirismo. Al tramonto della vita, Grossman, già malato, disilluso, getta sul mondo e su se stesso uno sguardo in cui si intrecciano compassione e ironia – e raccontando della gente semplice che incontra, del martirio armeno, scrivendo di fede, arte, poesia, ci consegna il testamento di una vita intesa come dovere e missione, sempre vissuta «secondo coscienza».

W.G.Sebald, Le Alpi nel mare, Adelphi
In quattro schegge di prosa, una Corsica di luce e fantasmi che nessuno ha mai visto. L’ultimo vagabondaggio, mai portato a termine, di Sebald.

Jeffery Deaver,  Carta bianca, Rizzoli
In contemporanea mondiale, alla vigilia del giorno di compleanno di Fleming, esce il nuovo romanzo di Jeffery Deaver, Carta bianca, che avrà come protagonista James Bond, commissionato dalla Ian Fleming Pubblications, che gestisce i diritti dell’autore di 007.
Deaver ha solo accennato ai temi del libro, ancora segreti. Si sa che sarà concentrato sulla questione di cosa è accettabile in materia di sicurezza nazionale e internazionale. “Nel mondo dello spionaggio, dando carta bianca a un agente in missione viene fornita una quantità enorme di fiducia”, ha dichiarato lo scrittore. Carta bianca sarà ambientato ai nostri giorni e alcune scene si svolgeranno a Dubai.
Rizzoli, 19,50 €

Susanna Tamaro, Per sempre, Giunti
Nora se ne è andata da quindici anni e Matteo, ogni giorno da allora, chiede a se stesso quale sia la strada da percorrere. Un viaggio intriso di amore e dolore, di ricordi che riaffiorano dal passato, di luoghi in cui la natura amplifica con la sua bellezza e la sua forza i pensieri e le domande del protagonista. Vivendo ormai da anni immerso nella natura che circonda la sua casa in mezzo ai boschi, Matteo si confronta con la propria coscienza sul filo dei ricordi di un passato che riaffiora e si alterna al presente delineando i protagonisti, passati e presenti, della sua vita. “Perché, quando succede qualcosa di irreparabile, non si fa che pensare a quello che si poteva evitare?”
Cercando la risposta a infinite domande, Matteo racconta la sua storia forte e dolorosa, poetica e profonda: una storia d’amore così intensa da obbligare il lettore a confrontarsi con il racconto di una vita che, alla fine, non riguarderà più soltanto il protagonista ma tutti coloro che la leggeranno.
Per sempre è la storia di un amore. Che permane e resiste e che è, soprattutto, un amore impossibile. Con una scrittura nitida ed evocativa, a 17 anni di distanza dalla pubblicazione di Va’ dove ti porta il cuore, Susanna Tamaro torna con uno straordinario romanzo sulla profondità dell’animo umano, sulla fatica di crescere, sul coraggio e sull’amore come fondamento di ogni rapporto

Katherine Pancol,- Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì, Baldini Castoldi Dalai
E il giro di valzer continua. Iris non c’è più, ma Joséphine non riesce a darsi pace, il pensiero della sorella l’accompagna ogni giorno, s’insinua nel suo rapporto appena sbocciato con Philippe e lo soffoca sul nascere. Com’è fuggevole la felicità: ieri ci stringeva la mano e oggi si allontana correndo. Con Philippe a Londra che la cerca invano, la vita di Joséphine a Parigi ruota intorno a Zoé – alle prese con le ‘ansie e i timori del primo amore – e all’assoluta necessità di scrivere un altro romanzo. I soldi guadagnati con il primo stanno finendo, e Gaston Serrurier, l’affascinante editore che crede nelle sue capacità e che la sprona a fare lo stesso, la incita a trovare una nuova storia da raccontare: «Scriva, Joséphine! Qualsiasi cosa, ma scriva!» Joséphine è bloccata, la paura per il domani la tiene prigioniera nel suo guscio. Si sforza di uscirne chiamando Philippe a Londra, ma al telefono risponde un’altra donna: Dottie! E così lei si chiude di nuovo in se stessa, finché nei bidoni della spazzatura del suo palazzo trova un diario: una storia d’amore con protagonista Cary Grant. Immergendosi nel mondo del cinema degli anni Trenta Joséphine tornerà alla vita e alla scrittura! Sempre a Londra, invece, Hortense sta conquistando il mondo. Vince una selezione per allestire due vetrine da Harrods, la sua carriera è ormai lanciata, ma anche per lei c’è il rovescio della medaglia: dopo una notte appassionata tra le braccia di Gary, sceglie di seguire le sue aspirazioni professionali anziché restare con lui. Una scelta è una scelta. E Gary non è disposto a perdonare. È stato lasciato troppe volte: dal padre che non ha mai conosciuto e da sua madre che inseguiva l’uomo nero. Non è più disposto a farsi mettere da parte. Allora sarà lui ad andare a cercare il padre, a partire per la Scozia per scoprire la propria identità, le proprie origini. Ancora una volta i personaggi usciti dalla penna di Katherine Pancol si affannano, si disperano, gioiscono nel tentativo di afferrare un lembo di felicità, sempre pronta a sfuggire via all’ultimo momento. Lo sanno bene gli scoiattoli di Central Park, che si accontentano di piccoli istanti di gioia perché non sanno se durerà! Perché del futuro non c’è certezza. Ma se non sei felice oggi, chi dice che non potrai esserlo domani?

Mario Vargas Llosa , Il sogno del Celta, Einaudi
Il nuovo romanzo dello scrittore peruviano affronta le insondabili contraddizioni del male attraverso l’estrema avventura vitale di Roger Casement, uno dei primi uomini a denunciare gli orrori del colonialismo e l’inevitabile parentela tra civilizzazione e barbarie.
Il sogno del Celta racconta la non comune vita dell’irlandese Roger Casement (1864-1916), diplomatico al servizio della Corona inglese, grande amico di Conrad, ma anche cospiratore della rivoluzione irlandese e, soprattutto, primo a denunciare il genocidio del colonialismo belga in Congo, dove fu console all’inizio del XX secolo, all’epoca del boom del caucciù. È la storia di una vicenda avvenuta realmente nell’Ottocento, ma anche un pretesto per raccontare la vita di un personaggio che è stato, in qualche modo, pioniere dell’anticolonialismo e che è finito impiccato dagli inglesi nel 1916 con l’accusa di alto tradimento per aver tentato di approvvigionare di armi i nazionalisti irlandesi. Un uomo che è stato al tempo stesso eroe, traditore, pioniere e rivoluzionario e che è stato accusato — in seguito alla pubblicazione di suoi diari privati, probabilmente dei falsi redatti all’uopo dai servizi segreti inglesi – delle peggiori perversioni omosessuali. La denuncia dei massacri, delle vessazioni, perpetrate in Congo dal re Leopoldo II del Belgio e raccontate a un’Europa ‘all’oscuro di tutto si rivela come un grande atto di accusa nei confronti del colonialismo. Sono documenti di verità raccontati a un mondo che questa verità pare non voler conoscere. Il rispetto di culture diverse, seppur fragili e in qualche caso primitive. Il grido di dolore e di indignazione nei confronti di azioni che non hanno nulla di «civile». Lo sfruttamento sistematico dell’uomo nei confronti di un altro uomo. Compito degli storici, come pure dei romanzieri che raccontano fatti della storia antica o recente, è quello di cercare di capire cosa c’è dietro alla storia «ufficiale». Cosa viene nascosto dietro il paravento delle guerre «giuste» o delle rivoluzioni «trionfanti».

Gioconda Belli, Nel paese delle donne, Feltrinelli
A Faguas, un paese immaginario del Centro America, si consumano giochi di potere e corruzioni politiche, rocamboleschi abusi e fantasiose depravazioni. E allora, quando proprio non se ne può più di tutti questi eccessi, dopo aver smascherato un noto magistrato che si è fatto montare in salotto una costosissima cella frigorifera per metterci un pinguino importato di contrabbando e organizzarci delle orge con gli amici politici, la giornalista super sexy Viviana Sansón e le sue tre amiche del Club del Libro fondano il partito femminista della Sinistra Erotica, che stravince le elezioni e ribalta la vita, la società e l’economia del paese.. Grazie all’aiuto del vulcano Mitre, le cui esalazioni durante l’ultima eruzione hanno ridotto gli uomini senza testosterone, il nuovo governo può varare il suo programma: gli uomini a casa e le donne al lavoro!. Ma ecco che a pochi mesi dalla sua nomina, durante un comizio, la quarantenne e seducente presidentessa Viviana Sansón è vittima di un attentato. Mentre il capo di stato giace in coma in un letto d’ospedale con una pallottola conficcata nel cranio, sarà il neoministro della Difesa, Rebeca los Ríos, a occuparsi di risolvere il caso e di sedare le sommosse degli uomini, che scendono in strada a manifestare per riconquistare il loro potere nel paese delle donne. Chi si cela dietro l’attentato della presidentessa? Sarà Dionisio, l’autista dei ricchi, o si tratta di un complotto più grande e ancora tutto da svelare?

Michela Murgia, Ave Mary, Einaudi
A due anni da Accabadora, Ave Mary è il nuovo libro di Michela Murgia.
In questo libro, partendo dalla propria esperienza di donna e dalla propria umanità, la scrittrice mette in discussione forse il punto fondamentale su cui si regge, nella nostra cultura, l’idea della sottomissione femminile.
Un libro indispensabile e memorabile, per le donne ma anche per gli uomini. Una scrittura potente e visionaria si unisce a una sottile capacità dì scandaglio critico e alia verve polemica di Mìcheia Murgia.
“Ave Mary è nato due anni fa proprio in un momento così, quando si cercava di ricominciare a parlare del femminile in modo diverso. Il bisogno di affrontare il discorso è sorto tra donne, durante una sera di riflessioni sincere su noi stesse e sui modelli culturali a cui eravamo state vincolate nostro malgrado. Da qualunque direzione partissimo nel ragionare, le conclusioni ci riportavano sempre allo stesso punto: la religione cattolica. Una prodigiosa fucina di modelli coercitivi per le donne che eravamo e che avevamo attorno, anche di quelle che credevano di non avere alcun legame con una prospettiva di fede” (Michela Murgia).

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marquez

Gerald Martin, Vita di Gabriel Garcia Marquez, Mondadori
L’opera di Martin, la prima biografia “ufficiale” del Nobel colombiano, si distingue per imparzialità e veridicità: “troppi sono gli aneddoti, le storie circolanti su Màrquez, tutti aventi un barlume di verità” ammette l’autore. E di qui la decisione di scartare gli elementi inverosimili e di dare invece testimonianza di quelli contraddittori. La biografia racconta l’affascinante ascesa di Màrquez alla fama e alla ricchezza, ma anche il conflitto in lui tra celebrità e valore letterario, tra politica e scrittura, tra potere, solitudine e amore; il contrasto tra la sua origine caraibica e il mondo internazionale. Grazie a quindici anni di incontri e colloqui con Gabo, a oltre trecento interviste (tra cui quelle con Fidel Castro, Carlos Fuentes e Mario Vargas Llosa) e allo studio di un numero sterminato di documenti, Martin ricostruisce la vita del maestro del “realismo magico” e la storia della sua famiglia, vera, grande fonte di ispirazione. Molte pagine sono dedicate alla genesi e alla stesura delle opere. Martin non tace le due accuse lanciate a Màrquez: la sua amicizia con Castro e il suo silenzio sugli abusi del regime cubano.

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Mario Vargas Llosa, Miami Book Fair Internatio...

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Il Nobel per la letteratura è andato a Vargas Llosa, per “la sua cartografia delle strutture del potere e per la sua acuta immagine della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell’individuo».

Per la prima volta premiato uno scrittore peruviano e dopo 28 anni un sudamericano, l’ultimo era stato nel 1982 Gabriel Garcia Marquez

Ecco l’annuncio della proclamazione:

Ecco la sua scheda biografica, da Wikpedia, insieme all’elenco dei suoi libri.

Mario Vargas Llosa (Arequipa, 28 marzo 1936) è uno scrittore peruviano, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 2010.

Mario Vargas Llosa è nato a Arequipa [Perù] nel 1936. Laureatosi a Lima, vinse un dottorato a Madrid e si trasferì in europa. Visse a lungo tra Prais, London e Barcellona, collaborando a diversi giornali. Il successo avuto con “La città e i cani” (1963) gli permise di dedicarsi a tempo pieno all’attività letteraria. Ha svolto il mestiere di conferenziere, girando il mondo, ottenendo ovunque premi e riconoscimenti. Nel 1990 è stato candidato in Perù per le elezioni presidenziali, uscendone sconfitto.

Letteratura

Tra i principali esponenti della rinascita della narrativa sudamericana insieme a Gabriel García Márquez, inizia la propria carriera letteraria nel 1963 col romanzo La ciudad y los perros, redatto con una tecnica narrativa in cui coniuga narrazione oggettiva a sovrapposizioni di tempi e piani del racconto. Tecnica riutilizzata anche nel seguente La casa verde (1966), racconto su una casa chiusa a Piura.

Il terzo romanzo pubblicato è Conversación en la Catedral, nel 1969, una dura analisi della vita politica e sociale del proprio paese.

Segue nel 1973 il romanzo satirico Pantaleón y las visitadoras, seguito a sua volta da La tia Julia y el escribedor (1977), che lo vedono cimentarsi con uno stile diverso, improntato sull’ironia.

Con La guerra del fin del mundo del 1981, in cui ripercorre le vicende nel movimento millenarista del profeta brasiliano Antônio Conselheiro (Antonio Il consigliere), si spinge ancora più a fondo nelle vicende del proprio continente. A quest’opera fa seguire Historia de Mayta (1984) che affronta il tema del terrorismo, Quién mató Palomino Molero? (1986), un giallo dal risvolto sociale, Elogio de la madrasta (1988), un libro erotico, e El hablador (1987), tutti romanzi legati da un filo di fondo politico sociale.

In quegli anni, si ritaglia anche una parentesi politica attiva, candidandosi senza successo alla presidenza del Perù contro Alberto Fujimori.

Pubblica poi El pez en el agua (1993), proprio riguardo la propria esperienza in politica, e Lituma en los Andes (1993), un giallo che gli vale il Premio Planeta.

Nel 1997 pubblica Los cuadernos de don Rigoberto seguito tre anni dopo da La festa del chivo e da El paradiso en la otra esquina nel 2003.
Teatro

È anche stimato autore di teatro, con all’attivo una decina di opere teatrali.
Premi

* 2010 – Premio Nobel per la letteratura.
* 2004 – Independent Foreign Fiction Prize.
* 2004 – Premio Grinzane Cavour.
* 1996 – Peace Prize of the German Book Trade.
* 1994 – Premio Cervantes, dopo aver assunto la cittadinanza spagnola.
* 1993 – Premio Planeta per Il caporale Lituma sulle Ande, un giallo con protagonista uno dei personaggi di Chi ha ucciso Palomino Molero?.
* 1986 – Premio Grinzane Cavour per la Narrativa straniera.
* 1986 – Premio Principe delle Asturie per la Letteratura.
* 1967 – Premio Rómulo Gallegos.

Opere
Narrativa

* I capi (Los jefes) (1959)
* La città e i cani (La ciudad y los perros) (1963)
* La casa verde (1966)
* I cuccioli (Los cachorros) (1968)
* Conversazione nella “catedral” (Conversación en la catedral) (1969)
* Pantaleon e le visitatrici (Pantaleón y las visitadoras) (1973)
* La zia Julia e lo scribacchino (La tía Julia y el escribidor) (1977)
* La guerra della fine del mondo (La guerra del fin del mundo) (1981)
* Storia di Mayta (Historia de Mayta) (1984)
* Chi ha ucciso Palomino Molero? (Quién mató Palomino Molero?) (1986)
* Il narratore ambulante (El hablador) (1987)
* Elogio della matrigna (Elogio de la madrasta) (1988)
* Il pesce nell’acqua (El pez en el agua) (1993)
* Il Caporale Lituma sulle Ande (Lituma en los Andes) (1993)
* I quaderni di don Rigoberto (Los cuadernos de don Rigoberto) (1997)
* La festa del caprone (La festa del chivo) (2000)
* Il paradiso è altrove (El paradiso en la otra esquina) (2003)
* Avventure della ragazza cattiva (Travesuras de la niña mala) (2006)

Teatro

* La huida del inca (1952)
* La signorina di Tacna (La señorita de Tacna) (1981)
* Kathie e l’ippopotamo (Kathie y el hipopótamo) (1983)
* La Chunga (1986)
* El loco de los balcones (1993)
* Ojos bonitos, cuadros feos (1996)
* Odiseo y Penélope, teatro (2007)
* Appuntamento a Londra (Al pie del Támesis) (2008)

Altre opere

* Los Cachorros (1968), racconto.
* Historia de un deicidio (1971), saggio su Garcìa Marquez.

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Juan Carlos Onetti

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Juan Carlos Onetti

“Il mio regno non è in questo mondo”. Una frase che ben si adatta alla personalità dell’autore!

Grandi scrittori della narrativa latinoamericana come ­il messicano Carlos Fuentes e il peruviano Mario Vargas Llosa considerano Onetti l’autentico iniziatore del romanzo contemporaneo latinoamericano, il “padrino occulto” della letteratura latinoamericana. Più vicino al sentire di Dostoiesvski, Conrad e Faulkner che al felice realismo magico, la sua opera è sovente popolata da sentimenti di isolamento, angoscia, solitudine e distanza dalla realtà.

La vita breve, riproposto ora da Einaudi, è un’opera che segna uno spartiacque nell’opera dell’autore, e anche nei canoni narrativi della letteratura del subcontinente. Creazione assolutamente originale, la località immaginaria di Santa María diviene così il mondo parallelo creato dall’autore, che andrà sovrapponendo pian piano al “mondo reale”, lontano dal difficile e problematico quotidiano, dominato dalla crisi dei valori, dalla perdita dell’innocenza.

Juan Carlos Onetti, Vita Breve, Einaudi
In libreria dal 6 settembre

Juan María Brausen ha la moglie malata e sta per essere licenziato. La vita reale gli sembra orribile. Inizia a ideare un racconto ambientato nella città immaginaria di Santa María e a poco a poco si identifica con il protagonista. Ma mescolare realtà e fantasia è rischioso: Brausen rimane implicato in questioni di omicidio e spaccio di droga.
La polizia è sulle sue tracce. Nella vita reale o in quella immaginaria? Alla fine, come vedrà ogni lettore, questa domanda non avrà più alcun senso.
Uno dei più grandi capolavori della letteratura ispano-americana.

«È forse impazzito, Brausen?
Si può dire che è diventato pazzo alla maniera di quei memorabili personaggi della letteratura raggirati dalla vita immaginaria, come il don Chisciotte dei romanzi di cavalleria o la Madame Bovary dei romanzetti d’amore, che finiscono per sostituire la vita reale con quella delle loro fantasie. Tale temeraria pretesa, insita nella condizione umana, ha sempre spinto alcuni uomini e donne a cercare di raggiungere l’impossibile, a ribellarsi contro la propria condizione e ad ambire a qualcosa di diverso. Tendenza che ha reso possibili il progresso e la civiltà, ma che genera anche frustrazione e sofferenza quando i sognatori si rendono conto che la vita reale non coincide mai con quella della finzione.
Sognare e fantasticare è l’ultimo rifugio di Brausen dal momento in cui la sua visione pessimista e disperata del mondo sembra non lasciargli altra scappatoia se non il suicidio».
dal saggio di Mario Vargas Llosa

Juan Carlos Onetti (Montevideo, 1º luglio 1909 – Madrid, 30 maggio 1994) è stato uno scrittore uruguaiano.

Onetti nacque a Montevideo nel 1909 e si trasferì a vent’anni a Buenos Aires, in Argentina, dove pubblicò alcuni racconti e iniziò a lavorare come giornalista. Negli anni sessanta raggiunse una discreta notorietà anche all’estero e nel 1974 fu imprigionato dalla giunta militare.

Nel 1975 si trasferì in Spagna, prendendo residenza a Madrid, città dove rimase fino alla morte nel 1994, e dove fu sepolto nel Cementerio de la Almudena.

Grazie alle sue rarefatte e nello stesso tempo drammatiche costruzioni letterarie contribuì alla nascita della moderna letteratura latinoamericana, diventandone uno fra i più incisivi ed originali esponenti. L’esperienza della vita gretta e provinciale nel paese immaginario di Santa María e un pessimismo che raggiunge, in alcuni romanzi, una angoscia profonda sono i caratteri principali del suo universo narrativo, che richiama William Faulkner e Joseph Conrad.

Esordì con il romanzo breve Il Pozzo (El pozo, 1939) ed in seguito furono pubblicati i romanzi Terra di nessuno (Tierra de nadie, 1941), Per questa notte (Para esta noche, 1942), La vita breve (La vida breve, 1950), Il cantiere (El astillero, 1961), Raccattacadaveri (Juntacádaveres, 1964) e Lasciamo che parli il vento (Dejemos hablar al viento, 1979).

Nel 1980 a Onetti fu conferito il Premio Cervantes.

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Zia Mame, punta di iceberg. Quante altre zie sono passate sui banchi delle librerie, nel titolo o come personaggi? Ecco un breve elenco, partendo dalla zia di Fabrizio ne La certosa di Parma, per arrivare a Zia Dorothy, per ragazzi.

La Certosa di Parma , Stendhal, varie edizioni

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Il romanzo, ambientato sullo sfondo dell’Italia della restaurazione, in buona parte immaginaria, ha per protagonista il giovane nobiluomo milanese Fabrizio Del Dongo, figlio illegittimo della moglie del Marchese Del Dongo e di un soldato napoleonico, Robert, ospitato dalla Marchesa durante l’ occupazione francese di Milano.

Fabrizio, bello e spigliato, cresce fra le attenzioni della madre e della zia, la contessa Gina Pietranera, e il suo animo si accende agli ideali di libertà, di cui Napoleone si faceva portatore, al punto che decide di armarsi e di andare a combattere al fianco dell’Imperatore, in Belgio.

Arrivato a destinazione ed unitosi, dopo mille peripezie, all’esercito, si troverà ad essere l’attonito spettatore di una battaglia che diventerà fin troppo famosa, quella di Waterloo. Ma la Waterloo di Fabrizio è una Waterloo confusa, guardata con l’occhio stupito ed inesperto di un giovanotto che non si rende conto di quello che sta succedendo, fra palle di cannone fischianti, disertori allo sbaraglio, furti di cavalli e stordenti cariche di fanteria prussiana. Lo stesso Napoleone, per conoscere il quale Fabrizio ha lasciato la casa paterna ed ha percorso molte miglia, non è altro che un’incerta, ingobbita apparizione cui il protagonista non riesce a dare più di una fuggevole occhiata.

Alla fine della battaglia, disilluso e impossibilitato a tornare in patria a causa di un bando di cattura, Fabrizio viene preso sotto l’ala protettrice della zia Pietranera e del suo spasimante, il conte Mosca, ministro del principe di Parma.

La zia, una figura di donna seducente ed emancipata, lo avvia alla carriera ecclesiastica e in breve volger di tempo lo introduce con tutti i fasti all’interno della corte parmense.

Qui Stendhal fa sfoggio di tutta la sua fantasia, inventando un fantomatico Principato storicamente mai esistito (giacché a quell’epoca Parma era compresa nel Ducato di Parma e Piacenza), nonché della sua colossale abilità letteraria riuscendo a ritrarre in maniera esemplare il complesso microcosmo della corte, con tutti i suoi delicati equilibri, le sue malcelate ipocrisie, i suoi rapporti di forza, le servitù, le clientele, gli amori, le figure dominanti.

In questa foresta sociale il giovane monsignor Del Dongo si muove agevolmente, seppur a volte un po’ incautamente, ma all’occorrenza sempre rintuzzato o protetto dalla zia(la quale ha ottenuto il titolo di duchessa Sanseverina appena arrivata a Parma), che, seppure molto più anziana, è visibilmente innamorata di lui.

Da questo momento in poi, il romanzo non verterà più soltanto sulla figura di Fabrizio, ma la Sanseverina acquisterà sempre maggior rilievo diventando il secondo perno della narrazione.

In seguito alla sua sfrenata e spesso irresponsabile ricerca del piacere, di stampo quasi epicureo, comune a molti dei personaggi stendhaliani, Fabrizio sarà però costretto ad abbandonare Parma, caldeggiato come al solito dalla Sanseverina e dal conte Mosca, ma ostacolato e braccato dai cortigiani che lo hanno in antipatia e dallo stesso Principe di Parma, innamorato perdutamente della Sanseverina e gelosissimo di Fabrizio.

Dopo un periodo di latitanza, Fabrizio verrà però catturato e condotto in catene alla Cittadella di Parma, con una sentenza di vent’anni di prigionia, ma con il rischio di essere avvelenato o impiccato pubblicamente.
Vediamo qui come ritorna il tema della prigionia come momento di catarsi ed introspezione, già notato in altre opere come, ad esempio, ne Il rosso e il nero. Ma qui la questione si complica, giacché alla prigionia fisica (che per Stendhal è sempre stata metafora della prigionia dell’anima libera da impedimenti all’interno di un corpo ingombrante e corruttibile), si aggiunge una prigionia spirituale dal momento che Fabrizio si innamora della bella e giovane Clelia Conti, figlia del governatore della prigione.

Al momento di fuggire dalla Cittadella, ovviamente attenendosi a un piano architettato da Mosca e dalla Sanseverina, Fabrizio è però quasi tentato di restare, sconvolto dall’idea di non rivedere mai più la ragazza di cui è perdutamente innamorato. Alla fine, convinto dalla stessa Clelia e dal rischio di avvelenamento, Fabrizio trova la salvezza dopo una rocambolesca fuga da una cittadella che Stendhal descrive molto dissimile dalla vera cittadella di Parma e molto simile al Castel Sant’Angelo da cui fuggì, nel Cinquecento, il Cardinale Alessandro Farnese, originario di Parma, che sarebbe poi diventato papa con il nome di Paolo III. L’esuberante personalità di questo ecclesiastico avventuriero è stata più volte accostata a quella di monsignor Fabrizio e si ritiene infatti che abbia ispirato a Stendhal la figura del protagonista del romanzo.

Nel finale, che Stendhal tagliò di circa trecento pagine per ordini dell’editore, Fabrizio, tornato a Parma dopo la morte del vecchio Principe e l’allontanamento dei cortigiani nemici, diventa un predicatore alla moda, e l’idolo di tutte le donne del principato. Riesce a raggiungere la carica di arcivescovo di Parma, e a ricongiungersi con Clelia, che gli regala un figlio, Sandrino.

Purtroppo il fato avverso strappa al nostro eroe prima il figlio e poi l’amata; a lui non resterà altra consolazione che l’isolamento nella Certosa di Parma, nella quale morirà dopo circa un anno. Stessa sorte avrà la duchessa Sanseverina, che muore di dolore nel suo palazzo fuori Parma, nella quale non aveva più voluto metter piede. In compenso in città non ci sono più prigionieri, il nuovo principe è amato e il conte è diventato ricchissimo: magrissimo sollievo per gli “happy few”, i pochi lettori eletti a cui l’autore ha dedicato l’opera.


In viaggio con la zia,Graham Greene , Mondadori

Una volta fui presente a una cremazione prematura”: attraverso questa frase memorabile, soprattutto se pronunciata a voce alta durante la cremazione di una congiunta, facciamo, nelle prime pagine di questo libro, la conoscenza di zia Augusta, dama smisuratamente eccentrica, formidabile esemplare di quella galleria di vecchie anticonformiste che sono una specialità della letteratura inglese. Insieme con noi ne fa la conoscenza il cinquantacinquenne Henry Pulling, suo nipote, educato, ironico, un po’ timido, e che, dopo aver trascorso una decorosa esistenza in una banca della City, già pregusta un tranquillo life-end trascorso coltivando dalie nel suo giardinetto. L’incontro sconvolgerà i suoi piani: recatosi a casa della zia avrà la sorpresa di vedere l’urna con le ceneri della madre trasformata in un contenitore di marijuana; verrà poi coinvolto in uno sfrenato carosello che lo trascinerà ai quattro angoli del mondo, al seguito sempre della terribile parente, e gli farà conoscere un variegato universo di loschi trafficanti, di ragazzine hippie in via per Katmandu, di decrepiti avventurieri italici, di agenti della CIA.


UN FARDELLO DI GRAZIA,
Adalinda Gasparini, Fernandel

In questo romanzo, di forte ispirazione autobiografica, la protagonista racconta la storia della propria famiglia, divisa a metà tra la follia e la ragione. In particolare si sofferma sul legame che unisce Ida (la zia della protagonista) al figlio Antonio, un legame possessivo e amoroso insieme, che è causa o forse conseguenza del loro squilibrio mentale. Consapevole di quanta irrazionalità ci sia nel mondo ragionevole del babbo, la protagonista – attratta da entrambe queste figure del vivere, che nella propria casa sembrano coesistere pacificamente – si avvia a diventare depo-sitaria delle loro storie, nel tentativo di trovare nel racconto una mediazione: è la genesi di quella psicoanalisi che eserciterà da adulta.

L’autore
Adalinda Gasparini vive e lavora come psicoanalista a Firenze, dove è nata nel 1951. Ha pubblicato due saggi (Aladino e la lampada meravigliosa. Psicoanalisi di una fiaba immortale, Ponte alle Grazie 1993 e 1996; La luna nella cenere. Il grande sogno di Cenerentola, Pelle d’Asino e Cordelia, Franco Angeli 1999), una versione dal francese della storia di Aladino (La vera storia di Aladino, Bompiani 1994), un romanzo per ragazzi sulla lotta partigiana (Nino. La valle rossa, Modena 1995), un libro di fiabe tradotte da Straparola e Basile (Le prime fiabe del mondo, Giunti 1996).


La zia Julia e lo scribacchino, Mario Vargas Llosa, Einaudi

Due biografie simmetriche che si mescolano e si intersecano mettendo a confronto il truculento mondo di Camacho con gli ideali di Mario, giovane scrittore, in un variopinto e irresistibile caleidoscopio.
Pedro Camacho, detto il «Balzac creolo», è uno strano e fecondissimo inventore di trame melodrammatiche e truculente per un programma feuilleton di Radio Lima. Tutti in città attendono con impazienza le «puntate» della sua fantasia, fatte di arresti misteriosi, morti segrete, incesti, sangue e passioni. In parallelo scorre la storia di Mario – pallidamente autobiografica, come il nome del protagonista lascia intendere – giovane aspirante scrittore attratto da questa curiosa macchina dell’immaginario. Ma anche lui ha la sua storia complicata da raccontarci: s’innamora, quasi con platonica indifferenza, d’una zia vedova e piú matura, che finirà per sposare, prima di trasferirsi in Europa e affermarsi come scrittore.


La zia marchesa,
Agnello Hornby Simonetta, Feltrinelli

Sicilia fine Ottocento. Costanza Safamita è l’unica figlia femmina di una ricca famiglia di proprietari terrieri, tanto amata e protetta dal padre, il barone Domenico, quanto rigettata dalla madre. Con la sua chioma di capelli rossi e il suo aspetto fisico quasi “di un’altra razza”, cresce fra le persone di servizio, fra l’orgoglio paterno del sangue e le prospettive alquanto ridotte della vita in provincia. Sarà lei, per volere del padre, a ereditare le sostanze e il prestigio della famiglia. Affronterà la mondanità palermitana e una vita coniugale in equilibrio tra l’amore per il marito e l’impossibilità di abbandonarglisi, saprà affrontare i capimafia e contenere lo sfascio della famiglia, in un mondo arcaico e barbarico, fotografato nel momento della fine.


Le storie di mia zia (e di altri parenti),
Cornia Ugo, Feltrinelli

Profonda provincia modenese. Una multiforme famiglia – padre, madre, zii e zie, prozie, nonni, bisnonni e trisavoli – e gli strani personaggi che vi orbitano attorno – amici, miti locali, imbroglioni, inventori, grandi mangiatori, politicanti e chi più ne ha più ne metta, Ugo Cornia filtra i racconti orali dell’amata zia e scrive la saga di una famiglia strampalata che abbraccia oltre cent’anni di storie incredibili e leggendarie: le ultime gioie del trisnonno Bartolomeo Ferrari e l’odio viscerale per il nemico di sempre, l’onorevole Marco Arturo Vicini; la zia Maria che parla con il fratello morto da tempo; la fastidiosa omonimia del padre con un uomo scomparso qualche anno prima; il miracolo del brodo della zia Bruna; la zia Filomena e il poeta corteggiatore. Sono storie che aprono e chiudono su panorami più vasti (l’Italia, la provincia, il tempo che passa), storie che spigolano dentro la mente umana, dentro le nostre speranze e, con luminosa e sagace leggerezza, sanno essere innamorate della vita, della sua inefficienza, della sua approssimazione.


Con il suo primo libro, UN MONDO CONOSCIUTO, si è aggiudicato il Pulitzer per la narrativa, il Premio Impac di Dublino e altri prestigiosi riconoscimenti. La sua ricca prosa lo aveva accostato a nomi illustri del calibro di Faulkner (per la creazione di un universo letterario) e a Marquez (per l’originalità della voce).
Ora arriva in Italia questo suo libro di racconti, in realtà la sua seconda raccolta di storie brevi, e ci sentiamo di affermare che la freschezza e la potenza della sua voce è immutata (e spunta fuori un altro termine di paragone: Toni Morrison).
Ancora una volta è la vita degli Afro-americani (nello specifico, tutti residenti a Washington, per la maggior parte facenti parte della borghesia di colore, tutti con diversi retroscena familiari) ad essere narrata in quattordici vibranti storie, che ci fanno intendere di essere davanti ad una nuova interessante realtà della narrativa!

EDWARD P.JONES, Tutti i figli della Zia Agar, Bompiani

“Un’opera di sensibilità e immaginazione straordinarie. La sua forza narrativa è tanto costante e infallibile da far sì che non sembri scritta, quanto scolpita nella roccia.”
Dave Eggers

“Le avvincenti e indimenticabili storie di Jones offrono immagini dell’esperienza afroamericana che non hanno eguali nella letteratura americana.”
Kirkus Review

“L’immaginazione di Jones riempie queste storie di personaggi, avvenimenti e momenti di grande tenerezza, per non dire di humour in mezzo alla malinconia.”

Wyatt Mason Harper’s Review

In questo seguito ideale a Il mondo conosciuto, vincitore del Premio Pulitzer, Edward P. Jones ha dato voce all’esodo verso la terra promessa del Nord, e in particolare verso Washington, dei figli di coloro che un tempo erano stati schiavi. Protagonista del libro non è più la schiavitù in se stessa, ma il suo retaggio novecentesco, che si dispiega nei multiformi destini dei discendenti della biblica Agar, concubina di Abramo ed emblema di tutte le donne schiave della storia, che secondo il folklore afroamericano diede origine alla stirpe degli uomini di colore, usciti dal grembo materno con “la consapevolezza che Dio aveva promesso un futuro a tutti eccetto che a loro”.

Dalla penna incantata e inesauribile di Jones sgorga così una galleria di personaggi legati da fili segreti e sotterranei alle sue opere precedenti, giovani che tentano di evadere dal Sud rurale cercando fortuna nella metropoli, bambini prodigio che si sforzano di superare la discriminazione con la forza dell’istruzione, ma anche dottoresse orgogliose del proprio sapere scientifico costrette a confrontarsi con le guaritrici depositarie della tradizione hoodoo. E ancora, donne tentate al supermercato da un diavolo in abito di gabardine, fanciulle miracolose e reietti in cerca di redenzione. Sotto lo sguardo pensoso e ironico dell’autore, intrecciate ai destini di una moltitudine di personaggi e a quello della città stessa che li ospita, le storie di amori mai confessati e tuttavia indistruttibili, di amori cementati dalla sofferenza, di amori violenti e di amori destinati a finire prendono così vita come un arazzo infinito e traboccante di vita.

La vita segreta di mia zia,
Cheek Mavis, tea

Che il matrimonio allunghi la vita degli uomini e accorci quella delle donne, l’ha appreso dalle statistiche femministe. Che l’adulterio possa mettere in pericolo invece la sua salute mentale, Dilys Holmes lo scopre da sola. Rimorchiandosi un giovane adorabile alla stazione di Bristol. Tanto adorabile, quanto la sua vita perfetta, con un marito perfetto, una casetta perfetta e una famiglia semplicemente stupenda. E mentre precipita in un caos emotivo, sessuale e logistico – dati gli inconvenienti di una doppia vita Dilys scopre che la falsità è già scritta nel nostro codice genetico, che le vecchie zie hanno i loro oscuri segreti, che dietro le sorelle invidiose si nascondono insospettati problemi. E che le scelte giuste, come anche la verità, raramente sono disinteressate, e certo non sono mai semplici.


Milly, Molly e zia Erminia,
Pittar Gill; Morrell Cris, Giralangolo

Milly e Molly non immaginano che aiutare zia Erminia sarà una vera sfida. Le storie di Milly e Molly raccontano in modo vivace e accattivante i grandi temi che aiutano a crescere in modo responsabile e nel rispetto degli altri. Età di lettura: da 3 anni.


Zia Dorothy
Ballerini Luigi, Giunti

Zia Dorothy in realtà non è la vera zia di Pietro e Caterina, ma un’anziana ed eccentrica amica di famiglia che è entrata di fatto tra gli affetti a loro più cari. La cara “zietta” improvvisamente viene a mancare. Così come ha vissuto, anche nel trapasso la ricca signora inglese riesce a stupire, coinvolgendo i ragazzi in un’avventura senza limiti. Età di lettura: da 12 anni.

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