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Posts Tagged ‘milan kundera’

tra poche ore conosceremo il nome del nuovo Nobel. Io tifo per Mia Couto, grande scrittore dal Mozambico, dato 20 a 1 al botteghino delle scommesse (Elena Ferrante 50 a 1, Milan Kundera 50 a1). Se vince, mentine gratis per tutti. Il suo ultimo libro:
 
 
 
Mia Couto
L’altro lato del mondo, Sellerio
 
In una storia famigliare, il racconto di un figlio alla ricerca delle verità che il padre non ha saputo svelargli. In un universo letterario pieno di invenzione, ironia e poesia, il ritratto toccante del Mozambico reale e immaginario. «Nella recente letteratura internazionale questo di Mia Couto è un romanzo inaspettato e magnifico» (L’Humanité).
Traduzione dal portoghese di Vincenzo Barca
Titolo originale: Jesusalém
 
Un ragazzino di undici anni non ha mai visto una donna nella sua vita. Accade allora che la prima volta che ne incontra una la sorpresa è così grande da farlo scoppiare in lacrime. Quel ragazzo ha vissuto per otto anni all’interno di un Parco Safari abbandonato, e conosce solo il padre, il fratello, lo zio e un ex militare, al tempo stesso amico e servitore. Gli è stato detto che sono gli unici sopravvissuti, che non ci sono contatti col mondo, che sono in attesa di un cenno da parte di Dio e che in questo luogo non è ammesso né piangere né pregare.
Dopo la morte della moglie, il padre ha deciso di troncare ogni legame e ha scelto di esiliarsi in quel posto remoto e inaccessibile convincendo i familiari che il mondo che li circonda è scomparso. Jesusalém, questo è il nome che gli viene dato, è un luogo apocalittico, un Paradiso alla rovescia, dove l’uomo si è costruito un suo microcosmo per riuscire a dimenticare la realtà che gli ha portato solo dolori, dominata dal caos e dalla violenza.
Il fratello maggiore ha dei vaghi ricordi del passato e del mondo esterno, al quale vorrebbe tornare. Per questo mantiene un legame con ciò che si sono lasciati alle spalle e ne fa partecipe il fratello minore, insegnandogli in segreto a leggere e a scrivere. Il bambino subisce il delirio di annientamento del padre e ne diventa complice, ma trova una segreta via di fuga nella scrittura. È lui il grande riconciliatore, e il narratore di questa storia. Fin quando un giorno, a Jesusalém, appare una donna, quella donna – bianca, portoghese, giunta in Africa alla ricerca del marito. Con lei arriva una energia nuova e assieme un turbamento. In qualche modo la sua estraneità spezzerà l’incantesimo di quelle vite.
Paragonato a J. M. Coetzee, questo romanzo di Mia Couto, forse il maggiore scrittore di lingua portoghese al mondo, finalista al Man Booker International Prize 2015, è un’opera profondamente gioiosa, di malinconica e poetica luminosità. E il suo linguaggio sempre rifugge la normalità, la maniera, per trovare nelle parole, nelle immagini, nei simboli, uno spazio di inarrivabile libertà.
 
Nato in Mozambico nel 1955 da genitori portoghesi emigrati nella ex colonia, Mia Couto ha studiato medicina e si è presto dedicato alla letteratura e al giornalismo, per poi riprendere la propria formazione scientifica e laurearsi in biologia. Per le sue opere ha ricevuto i maggiori riconoscimenti letterari, tra cui il Premio Camões 2013, il più prestigioso della letteratura in lingua portoghese, e il Premio Internazionale Neustadt, il «Nobel americano». Vive a Maputo dove lavora come biologo. Ha scritto più di venti libri tradotti in altrettante lingue, tra cui Terra sonnambula (Guanda, 2002), considerato uno dei maggiori romanzi africani del XX secolo, e Un fiume chiamato tempo, una casa chiamata terra (Guanda, 2005). Sellerio ha pubblicato nel 2014 La confessione della leonessa e nel 2015 L’altro lato del mondo.
Mia Couto

Mia Couto (Photo credit: Wikipedia)

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eco

Umberto Eco, Il cimitero di Praga, Bompiani, dal 29 ottobre in libreria
a trent’anni dal Nome della rosa, ecco il sesto romanzo di Umberto Eco, Il cimitero di Praga.

Sulla trama c’è un riserbo totale, di  ufficiale si sa che “il protagonista sarà un falsario, tale capitano Simonini, che, nella seconda meta’ dell’Ottocento, fu ingaggiato dai servizi segreti di mezza Europa, dai Savoia ai francesi”, e che la vicenda ruoterà attorno a temi come “intorbidamenti di notizie, i falsi miti fatti circolare dai potenti, l’inaffidabilità delle fonti”.  A sei anni da La misteriosa fiamma della regina Loana, Eco ci condurrà a scoprire una realtà ottocentesca, in cui Praga svolgerà un ruolo speciale, sfondo per una spy story infarcita di trame oscure, congiure e doppi giochi, complotti ed attentati: è la politica di quel secolo, ma forse anche i nostri giorni non sono poi diversi..

Chi ama Il nome della rosa può anche leggere: breve carrellata di romanzi storici, più o meno dotti
La cattedrale del mare, Ildefonso Falcones, Tea
Ambientato in Spagna, a Barcellona, in epoca medievale
Franz Schatzing, Il diavolo nella cattedrale, Longanesi
Colonia, XIII secolo: un misterioso omicidio insanguina il tempio di Dio, sullo sfondo di una città sconvolta da implacabili lotte per il potere.Premio Bancarella 2007
Andres Neuman, Il viaggiatore del secolo, Ponte alle grazie
Germania, XIX secolo. Nella sperduta cittadina di Wandernburgo approda Hans, giovane traduttore. Quella che sembra una tappa nel suo viaggio si trasforma nella più inesorabile e splendida delle trappole: l’incontro con un circolo letterario e con un saggio suonatore di organetto, una catena di misteriosi delitti, e una donna..
Iain Pears, La quarta verità, Tea
Oxford, 1663, un docente del New College viene trovato ucciso, una ragazza è condannata all’impiccagione. Quattro testimoni raccontano la loro “verità”, ma solo uno di loro non mente…
Arturo Perez Reverte, Il club Dumas, Saggiatore
Lucas Corso, mercenario di libri da collezione, “cacciatore di libri su commissione”, svolge indagini sui libri antichi; la sua fama (e la sua vita) sarà messa a dura prova da due incarichi delicati quanto insoliti….
David Liss, L’apprendista, Saggiatore tascabili
Benjamin Weaver, un ebreo nella Londra del primo ‘700, in un mondo cristiano e razzista che si muove negli ambienti della malavita londinese dando la caccia a debitori e ladri, alle prese con un primigenio caso di grande speculazione.
Speciale per noi di Bologna: Alfredo Colitto, Cuore di Ferro e I discepoli del fuoco, Piemme
Due indagini di Mondino De Liuzzi, medico e anatomista nella Bologna del 1300
Richard Zimler, Mezzanotte, ovvero il principio del mondo, Cavallo di ferro
Romanzo di una grande avventura, d’amore e d’amicizia, nel secolo Diciannovesimo
Carlos Ruiz Zafon, L’ombra del vento, Mondadori
Una Barcellona misteriosa, un segreto sepolto nel Cimitero dei Libri dimenticati…
David Mitchell,I mille autunni di Jacob De Zoet, Frassinelli
Fine del Diciottesimo secolo, Estremo oriente. Jacob va incontro al suo destino, tra incontri e tradimenti, delitti ed amicizie, sullo sfondo di un mondo sfuggente e difficile da decifrare
ALLA SCOPERTA DI PRAGA : grandi autori per una città magica
Ian Neruda, I racconti di Mala Strana, Utet
Johannes Urzidil, L’amata perduta, Adelphi
Bruce Chatwin, Utz, Adelphi
Bohumil Hrabal, Una solitudine troppo rumorosa, Einaudi
Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere, Adelphi
John Banville, Ritratti di Praga, Guanda  Un superbo libro di viaggi.
Angelo Maria Ripellino, Praga Magica, Einaudi
un affascinante saggio sulla magia che sprigiona questa città: un classico da accompagnare ad ogni guida di viaggio per chi vi si reca!

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Dal primo aprile il nuovo libro di Milan Kundera. (ma non è uno scherzo…)

Milan Kundera
Un incontro
Traduzione di Massimo Rizzante
« Biblioteca Adelphi » , pp. 148, € 16,00
In libreria dal 1° aprile 2009

Quando Paul Valéry fu accolto, nel 1925, fra gli «immortali» dell’Académie Française, si vide costretto – lui che non aveva grande stima per l’arte del romanzo – a pronunciare l’elogio di Anatole France, suo predecessore. In un ‘panegirico’ divenuto leggendario, non solo riuscì a parlare di France senza mai menzionarne il nome, ma con squisita perfidia contrappose le sue opere a quelle di Tolstoj, Ibsen, Zola, tacciandole di leggerezza.
Non c’è da stupirsi, ci avverte Kundera: difficilmente il romanziere rientra nella schiera di coloro che incarnano lo spirito di una nazione. Proprio in virtù della sua arte, il romanziere è per lo più «segreto, ambiguo, ironico», e – celato com’è dietro ai suoi personaggi – difficilmente si lascia ridurre a una convinzione, a un atteggiamento: quel che gli preme non è la Storia (e tanto meno la politica), bensì il «mistero dei suoi
attori». Come Nabokov, Beckett, Gombrowicz, è libero, persino dal virtuoso senso del dovere che lo vorrebbe prigioniero di un Paese o di una lingua; come Danilo Kiš (che si definiva «scrittore bastardo venuto dal mondo inghiottito dell’Europa centrale»), recalcitra a ogni etichetta, anche quella, proba e accattivante, di emigrato o dissidente; come Škvorecký, è pronto a rivolgere il suo «inopportuno humour» contro il potere e
insieme contro il «vanitoso gesticolare» di chi protesta (ad esempio sulla scena della Primavera di Praga). E spesso finisce sulle liste di proscrizione che governano i gusti letterari: soprattutto quando, come Malaparte (cui Kundera dedica qui un folgorante saggio),ci rivela la cupa bellezza di una realtà diventata folle, la nuova Europa nata da un’immensa disfatta, e un nuovo modo, vinto e colpevole, di essere europei.
Nel corso degli anni Kundera ci ha insegnato a guardare al romanzo come a una creatura fragile e preziosa, che vive di un’unica storia dove gli scrittori dialogano e si illuminano a vicenda: ma mai ci aveva rivelato in maniera tanto nitida e affascinante la fisionomia del romanziere, e la sua occulta, vitale, dolorosa fisiologia.
Il titolo più recente di Kundera apparso presso Adelphi è Il sipario (2005). La vita molteplice del romanzo.

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