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Posts Tagged ‘MILENA AGUS’

 

Ispirata ad un fatto vero*, ecco una bibliografia dedicata ai romanzi ambientati nel mondo delle terme, da Milan Kunder ad Arthur Schnitzler, dalla cittadina di Roulettenbug di Dostoevskij a Porretta Terme, passando per Ischia e per lo stabilimento termale di Montalban. Bonus, in chiusura, il suggerimento cinematografico!

 

* una esperienza personale di questi giorni!

 

Dostoevskij, Il giocatore, varie edizioni

Un giovane precettore viene posseduto dal demone del gioco d’azzardo. Il racconto diventa così la narrazione di un’ossessione descritta con lucida genialità dal giocatore stesso. L’incalzante ritmo narrativo segue passo passo l’incrinarsi del destino. Poi uno stacco temporale e il lettore è proiettato d’improvviso in un’intricata matassa di rapporti di cui il protagonista cerca disperatamente il bandolo. La tecnica narrativa procede per interrogativi, supposizioni, indizi, suscitando un’atmosfera di autentica suspense che si risolve solo alla fine, quando il racconto perde il ritmo convulso e premette al lettore di sciogliere dubbi ed enigmi.

 

Yasunari Kawabata, Il paese delle nevi, Einaudi

Si tratta del primo romanzo di Kawabata ad essere stato tradotto in italiano (1959). Il paese del titolo è il paradiso terrestre sulla costa occidentale della maggior isola del Giappone, dove sorgono terme squisite, e delicati luoghi di villeggiatura. È questa la scena su cui si dipana la storia di Shimamura, ricco e raffinato esteta, e Komako, geisha delle terme. Komako fa parte di una categoria di geishe assai diversa da quella di città: le cortigiane del paese delle nevi non potranno mai diventare famose musiciste o danzatrici. Il loro destino è quello di maturare tra gli incanti e la corruzione di quel luogo appartato, dedito alla ricerca del riposo perfetto. Quello dei protagonisti è quindi un incontro d’amore elusivo e precario.

 

Manuel Vazquez Montalban, Le terme, Feltrinelli

Pepe Carvalho a causa dei suoi eccessi alimentari si trova ad affrontare un periodo di disintossicazione in un impianto termale nel sud della Spagna. “El balneario” è un istituto dietologico ed idroterapico gestito da una società svizzera che ha recuperato le antiche terme romane ed arabe sulle sponde del fiume Sangue. Intorno al padiglione in stile moresco si muove una clientela facoltosa e cosmopolita seguendo le diete draconiane sviluppate dallo scomparso Dott. Faber. Carvalho, nonostante le sue scarse risorse ed il suo smodato interesse per il cibo, si trova a vivere alcuni giorni in un luogo di benessere che improvvisamente si trasforma in un luogo di sterminio.

Danila Comastri Montanari, Scelera, Hobby Work

Tre nuovi misteri per il senatore-detective Publio Aurelio Stazio, sullo sfondo dei luoghi più suggestivi dei Campi Flegrei. Un omicidio nell’esclusiva stazione termale di Baia, legato all’ambiente della “dolce vita romana”, con le sue feste, i suoi banchetti, il suo culto della bellezza e i suoi piaceri segreti. Un delitto “sociale”, perperrato nel sudatorium delle terme e intimamente connesso al mondo dei lavoratori portuali di Pozzuoli, in lotta per affermare i propri diritti. Un caso di pedofilia, con la scomparsa di due fanciulle di quattordici anni, diversissime tra loro e forse vittime di un bruto: Lelia, la figlia del Prefetto della flotta imperiale di Miseno, e Faustina, una povera reietta dei bassifondi

 

Milan Kunder, Il valzer degli addii, Adelphi

In una cittadina termale dal fascino démodé, otto personaggi si stringono sull’onda di un valzer sempre più vorticoso: una graziosa infermiera; un ginecologo dai molti talenti; un ricco americano (insieme santo e dongiovanni); un trombettista famoso; un ex prigioniero politico, vittima delle purghe, e prossimo a lasciare il suo paese… Un «sogno di una notte di mezza estate». Un «vaudeville nero». Le domande più serie vengono poste con una leggerezza blasfema che ci fa capire come il mondo moderno ci abbia sottratto anche il diritto alla tragedia.

 

Arthur Schnitzler, Dottor Grasler medico termale, varie edizioni

Il dottor Grasler, cinquantenne medico termale, morbosamente legato alla protettiva sorella Friederike, dopo il suicidio di costei lascia l’isola di Lanzarote, dove ha soggiomato durante l’inverno e torna in Ungheria a esercitare la sua professione. Avvertendo il vuoto della propria vita cerca, pur sempre esitante ed incerto, la donna ideale, che crede di trovare in Sabine Schleheim, la giovane e volitiva figlia di un cantante ritiratosi dalle scene…

 

Gianni Mura,Ischia, Feltrinelli

orna l’ineffabile commissario Jules Magrite, con i baffi, le maglie a righe, la passione per i cibi di qualità e i vini d’annata. Torna in Italia come turista. Al suo fianco il giudice Michelle Lapierre, conosciuta durante le indagini su un caso sanguinoso. Con lei vive una relazione di abbandono e pudore, di tenerezza e disincanto, che in questa vacanza potrebbe consumarsi o, chissà, diventare una vera storia d’amore. La loro permanenza a Ischia – o, come dicono i francesi, “Iscià” – è appena cominciata, quando l’omicidio di un giovane romeno scuote la quiete dell’isola. Magrite non tarda a farsi coinvolgere, anche perché dal giorno del suo arrivo Peppe ‘o Francese – meglio noto ai flic come Pépé le Couteau – lo riempie di racconti e confidenze, su di sé e i suoi compaesani, come se davvero non avesse aspettato altro. E oltre il sipario delle buganvillee, delle scogliere e dell’acqua verde-azzurra il commissario scopre ben presto corruzione, degrado, criminalità. Pépé le Couteau accompagna Magrite dentro l’inferno di uno dei più celebrati paradisi mediterranei. Fino a dove? E a che prezzo? Dopo Giallo su giallo, Gianni Mura scrive un noir civile intenso e appassionato.

 

Ginevra Bompiani, La stazione termale, Sellerio

Due coppie di donne soggiornano in una stazione termale: una bambina con la zia, e due vecchie amiche. Si incontrano, si chiacchiera, si fa amicizia; si osservano e si studiano. Le vite delle quattro donne, ognuna con i suoi segreti e i suoi silenzi, si rispecchiano l’una dentro l’altra. E poco a poco affiora il passato, si scoprono i segreti, inconfessati o rimossi, si illuminano caratteri, emozioni e modi diversi di affrontare i drammi della vita.

 

Susanna Tamaro, Va dove ti porta il cuore, Bompiani

“Và dove ti porta il cuore”, racconta una storia forte e umanissima in forma di lunga lettera – scandita come un diario – di una donna anziana alla giovane nipote lontana. È una lettera di amore e allo stesso tempo una pacata ma appassionata confessione a cuore aperto di un’intera vita che nel gesto della scrittura ritrova finalmente il senso della propria esperienza e della propria identità.

 

 

Milena Agus, Il mal di pietre, Nottetempo

L’autrice racconta la storia di una nonna (nonna della narratrice), della sua vita, del suo matrimonio e dei suoi amori. In quest’ordine, appunto, perché alla nonna tutto capita un po’ in ritardo, quando ormai non ci spera più. Il matrimonio sembrava una possibilità sfumata (per via di una sentimentalità troppo accesa che faceva fuggire i pretendenti), quando a Cagliari, nel ’43, arriva un uomo che viene ospitato dalla famiglia e si sdebita sposandone la figlia. Ma non è ancora l’amore, quell’amore vagheggiato e sognato da tutti i personaggi di Milena Agus, con tanto sfortunato ardore. Ed ecco che sembra arrivare inaspettato, durante un viaggio in Continente, durante una cura termale per curare il “mal di pietre”, i calcoli renali.

e c’è anche il film, l’indimenticabile L’anno scorso a Marienbad:

 

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ci puntavamo, e Mr Adiga si e dimostrato all altezza delle aspettative con un romanzo dai toni della tragedia shakespiriana che lo conferma narratore di talento, tenendo bene in mente la grande tradizione occidentale ma facendoci apprezzare incondizionatamente lo splendore e la spietatezza di una delle nuove città mondo di questi tempi. Mumbai. Luogo in cui, alla pari di tutti gli altri del pianeta, la promessa di un arricchimento facile puo’ scardinare il sistema di relazioni esistente all interno di un condominio. Fino alle estreme conseguenze, come esemplare è invece il comportamento dell'”Ultimo uomo della torre”, deciso a spiegare al mondo il concetto di libertà. Certo, ognuno ha ottime ragioni per cedere alle lusinghe di un grande costruttore (un figlio bisognoso di cure,la necessità di fare rientrare i figli dagli Stati Uniti, in difficoltà dopo la crisi economica, il bisogno di recuperare i sogni del padre scomparso), e viene da chiederci come ci comporteremmo noi di fronte ad un “ostacolo” postosi ad intralciare le nostre aspirazioni ad una vita migliore….

Insomma, un romanzo dalla forte tensione morale, ma anche un vero e proprio testo in 3d, capace di farci volare sopra Malabar Hill, Victoria Terminus (la stazione in stile neogotico, che vedete nell’immagine sotto) e gli altri angoli di Mumbai, di farci percepire e amare suoni odori del luogo, molto più di un ebook!!!

Aravind Adiga, L’ultimo uomo della torre, Einaudi
Inaugurata il 14 novembre 1959, nel settantesimo compleanno di Jawaharlal Nehru, la società edile cooperativa Vishram è la nonna di tutti i condomini pucca da allora sorti in un quartiere di Mumbai, Vakola, che decoroso non è affatto. I suoi abitanti, suddivisi in cattolici, indù e perfino qualche musulmano “del tipo migliore”, come in una felice applicazione dei valori nehruviani di cooperazione e convivenza, difendono a oltranza quello status borghese, a dispetto degli inequivocabili segni di decadenza mostrati da uno stabile dove i muri fioriscono di umidità, il tetto rischia di cedere sotto la pressione dei monsoni e l’acqua scorre dai rubinetti per poche ore al giorno. Ma a Mumbai il nuovissimo scalza il nuovo alla velocità di un treno in corsa, il lusso scalza il decoro, e chi non salta in tempo può facilmente finire stritolato sotto le sue ruote. Nella folle corsa per accaparrarsi terra da edificare, il grande costruttore Dharmen Shah fa ai condomini un’offerta irrifiutabile: acquistare i vari appartamenti al doppio del loro valore di mercato per poter demolire l’edificio ed erigere al suo posto quel luccicante coacervo di stili che sarà lo Shanghai, il progetto di tutta la sua vita. Sono previsti un “regalino” extra per invogliare i dubbiosi, le minacce del truce “braccio sinistro” Shanmugham per ammorbidire i refrattari, e una condizione per tutti: che l’offerta sia firmata all’unanimità. In un attimo la cooperativa torna ad essere accozzaglia di individui non cooperanti…

 

mumbai station
 

ALTRI CONDOMINI:
Il senso dell’elefante, Marco Missiroli, Guanda
La devozione verso tutti i figli, al di là dei legami di sangue: è il senso dell’elefante, codice inscritto in uno dei mammiferi più controversi, e amuleto di una storia che comincia in un condominio di Milano. Pietro è il nuovo portinaio, ha lasciato all’improvviso la sua Rimini per affrontare un destino chiuso tra le mura del palazzo su cui sta vegliando. Era prete fino a poco tempo prima, ora è custode taciturno di chiavi e appartamenti, segnato da un rapporto enigmatico con uno dei condomini, il dottor Martini, un giovane medico che vive con moglie e figlia al secondo piano. Perché Pietro entra in casa di Martini quando non c’è? Perché lo segue fino a condividere con lui una verità inconfessabile? Il segreto che li unisce scava nel significato dei rapporti affettivi, veri protagonisti di un intreccio che si svela a poco a poco, arrivando all’origine di tutto: una ragazza conosciuta da Pietro quando era un sacerdote senza Dio, in una Rimini dura e poetica, a tratti felliniana. Qui inizia questa storia che accompagna i suoi personaggi nella ricerca di un antidoto alla solitudine dei nostri tempi, verso una libertà di scelta, e di sacrificio. In questo romanzo Marco Missiroli va al cuore della sua narrativa, raccontando il sottile confine tra l’amore e il tradimento, il conflitto con la fede e la dedizione verso l’altro. A partire da una semplice, terribile domanda: a che cosa siamo disposti a rinunciare per proteggere i nostri legami.

 

Il libro russo dei sogni a colori, Gina Ochsner, Nottetempo

Nella città siberiana di Perm’, durante la prima guerra in Cecenia, un drappello di personaggi singolari abita in un malconcio condominio di epoca sovietica: c’è Azade, musulmana deportata, che negli odori della latrina del cortile legge i sogni e le ansie dei vicini. Mirkhat, un suicida che non vuole andarsene tra i morti e vuole invece riscrivere la sua storia e quella degli altri. Una banda di bambini terribili, che sniffano colla e parlano come profeti. Ol’ga, un’ebrea che lavora per un quotidiano pro-governativo e traduce in rassicuranti eufemismi gli orrori ceceni. Suo figlio Jurij, un veterano affetto da psicosi traumatica che sogna di essere un pesce. E Tanja, che crea reperti falsi e bizzarri per il polveroso museo in cui lavora; affascinata dai colori, dalle nuvole e dai sogni di volo, annota tutto puntualmente su un taccuino da cui non si separa mai. E poi ci sono dei misteriosi Americani di Origine Russa in arrivo… Tutti esuli, tutti senza patria. Un romanzo che è una fantasmagoria di storie e immagini, in cui ogni personaggio ha le sue strategie o i suoi sortilegi per passare dall’apparente assurdità della vita a un significato che la riscatti.

 

Sottosopra, Milena Agus, Nottetempo
Nel palazzo di “Sottosopra” vivono ricchi e poveri che s’incontrano sulle scale, si scambiano servizi e favori. Al piano alto abita un anziano violinista americano, Mr. Johnson, che ha lasciato le scene e il successo per naturale ritrosia. Al piano basso Anna, una donna delle pulizie, acciaccata dalla vita ma prodiga di fiducia e tenerezza che distribuisce agli altri abitanti: Giovannino, un bambino così giudizioso da essersi educato da solo, Mrs. Johnson, che aspira solo alle impossibili cose normali, e Alice che vuole diventare una macchina del sesso per evitare la solitudine, ciascuno con la propria mania, la propria pazzia piccola o grande, la propria paura. Nel palazzo gli abitanti si spostano e si scambiano le abitazioni, come fosse il modo più semplice di affrontare le turbolenze della vita: Anna sogna di salire fino alla casa del signore di sopra, Mr. Johnson di scendere fino al piano di sotto, per conoscere “l’immensa felicità che ci viene dalla felicità di qualcuno che è felice con noi”. Fra la realtà e l’invenzione, “Sottosopra” racconta un nuovo sogno, in cui – come succede nel mondo di Milena Agus tutto continuamente si rovescia: la vita che è come adattarsi a un paio di scarpe, la vecchiaia che è il momento migliore per amare e l’amore che è “un guizzo di luce, magari l’ultimo”.

Al Aswani, Palazzo Yacoubian, Feltrinelli
Costruito negli anni trenta da un miliardario armeno, Palazzo Yacoubian contiene in sé tutto ciò che l’Egitto era ed è diventato da quando l’edificio è sorto in uno dei viali del centro. Dal devoto e ortodosso figlio del portiere, che vuole entrare in polizia ma che finirà invece a ingrossare le già folte milizie islamiste, alla sua fidanzata, vittima delle angherie dei padroni; dai poveri che vivono sul tetto dell’edificio e sognano una vita più agiata al gaudente signore aristocratico poco timorato di Dio e nostalgico dei tempi di re Faruk che indulge in piaceri assolutamente terreni; dall’intellettuale gay con la passione per gli uomini nubiani, che vive i suoi amori proibiti neanche troppo clandestinamente, all’uomo d’affari senza scrupoli del pianterreno che vuole entrare in politica. Ciascuno di questi personaggi si ritroverà a compiere delle scelte: quale ne sia l’esito, sarà il lettore a deciderlo. Ognuno interpreta una sfaccettatura del moderno Egitto dove la corruzione politica, una certa ricchezza di dubbia origine e l’ipocrisia religiosa sono alleati naturali dell’arroganza dei potenti, dove l’idealismo giovanile si trasforma rapidamente in estremismo e dove ancora prevale un’immagine antiquata della società. Campeggia in questo romanzo la denuncia dei costumi inquinati, della politica egiziana e dei movimenti islamisti, una denuncia tanto cara ad al-Aswani che oggi è uno degli esponenti di punta del movimento di opposizione Kifaya.

G.B. Ballard, Il condominio, Feltrinelli
Un elegante condominio in una zona residenziale, costruito secondo le più avanzate tecnologie, è in grado di garantire l’isolamento ai suoi residenti ma si dimostrerà incapace di difenderli. Il grattacielo londinese di vetro e cemento, alto quaranta piani e dotato di mille appartamenti, è il teatro della generale ricaduta nella barbarie di un’intera classe sociale emergente. Viene a mancare l’elettricità ed è la fine della civiltà, la metamorfosi da paradiso a inferno, la nascita di clan rivali, il via libera a massacri e violenza. Il condominio, con i piani inferiori destinati alle classi inferiori, e dove via via che si sale in altezza si sale di gerarchia sociale, si trasforma in una prigione per i condomini che, costretti a lottare per sopravvivere, danno libero sfogo a un’incontenibile e primordiale ferocia. “Era trascorso qualche tempo e, seduto sul balcone a mangiare il cane, il dottor Robert Laing rifletteva sui singolari avvenimenti verificatisi in quell’immenso condominio, nei tre mesi precedenti. Ora che tutto era tornato alla normalità, si rendeva conto con sorpresa che non c’era stato un inizio evidente, un momento al di là del quale le loro vite erano entrate in una dimensione chiaramente più sinistra. Con i suoi quaranta piani e le migliaia di appartamenti, il supermarket e le piscine, la banca e la scuola materna – ora in stato di abbandono, per la verità – il grattacielo poteva offrire occasioni di scontro e violenza in abbondanza.”

Yehoshua Kenaz, Ripristinando antichi amori, Nottetempo
Due amanti clandestini, un amministratore di condominio in guerra con il mondo, una giovane e silenziosa cameriera filippina, un agente immobiliare perdutamente innamorato della misteriosa vicina: ecco alcuni dei personaggi che animano il palazzo di Tel Aviv che fa da sfondo a questo splendido romanzo le cui pagine diventano, a poco a poco, pareti sottili che lasciano filtrare voci e rumori, frammenti di vite umane che lentamente, come tessere di un puzzle, si uniscono in un’unica trama fino a disegnare il quadro della vita, fatta di vicende grandi e piccole, di passioni e di dolori, di grandezza e di squallore, fino al sorprendente epilogo.

Alexander McCall Smith, 44 Scotland Street, Tea
Quando spinge il portone del 44 di Scotland Street, nel centro di Edimburgo, Pat non vede l’ora di cominciare tutto daccapo. È al suo secondo anno sabbatico e una casa e un lavoro nuovi sono quello che ci vuole per ripartire. Da lì in poi dividerà l’appartamento con l’insopportabile Bruce, agente immobiliare bello e vanitoso; troverà lavoro nella galleria d’arte di Matthew, un giovane delicato ma inconcludente che di arte non capisce nulla; trascorrerà piacevoli serate con l’eccentrica vicina di casa Domenica, un’anziana antropologa dispensatrice di storie esotiche e saggi consigli sugli uomini. Intanto al piano di sotto Bertie, inquieto bambino prodigio, cerca di far capire alla madre, Irene, che preferirebbe rugby e trenini elettrici ai corsi di yoga, sassofono e italiano. A unire tutti un misterioso tentativo di furto e la caccia a un quadro che potrebbe essere una crosta o valere una fortuna

Mumbai
 Ghosh Munmum, Gente di Mumbai, Intermezzi
Le voci degli immigrati e dei pendolari di Mumbai si inseguono e si alternano. Un romanzo corale che scorre come un fiume, attraversa la ferrovia, le strade e i bassifondi, colma ogni spazio della città indiana e ne restituisce gli odori, i colori e la musica.

Vikram Chandra, Giochi sacri, Mondadori
Sartaj Singh, ispettore di polizia a Mumbai, nota fino a poco tempo fa come Bombay, ha un lavoro ingrato. Vive infatti ed esercita la sua professione in una città che oltre alla sua assoluta e intensa bellezza gli sbatte in faccia ogni giorno un “sottobosco” di malaffare, crimine organizzato e violenza a cui Sartaj non si è mai assuefatto e contro il quale però non riesce a segnare decisive vittorie. La sua esistenza sembra dipanarsi così in una inerte caoticità, fatta di ladruncoli, microcorruzione e pasti in piedi. L’assassinio dell’erede di un boss della mafia locale, il pedinamento di pericolosi criminali e lo smascheramento di mille trame delittuose che coinvolgono gli strati più insospettabili della società indiana servono così da pretesto a Vikram Chandra per tessere una storia che unisce i ritmi forsennati dell’hard boiled alle pause silenziose della poesia, il sentimentalismo alla Bollywood al magistero dell’alta letteratura. Il risultato è un affresco potente e grandioso di una delle metropoli più complesse e avvincenti della contemporaneità.

Nemita Devidayal, Dolceamaro a Bombay, Neri Pozza
In un ospedale di Bombay, durante Diwali, la festa indiana della prosperità, Bimbla Kulbhushan Todarmal, universalmente nota come Mummyji, si appresta a lasciare questo mondo.
Al suo capezzale sono accorsi i quattro figli, che più che afflitti dal dolore sembrano impazienti di congedarsi lestamente dalla madre.
Mummyji è stata per tutta la sua vita una donna forte. Ha creato dal nulla una prospera attività di produzione e commercio di dolci, i locali mithai, onorando così la business class dei banyia cui appartiene. In questo modo, tuttavia, i suoi quattro figli sono cresciuti all’ombra di una carismatica figura che, sull’altare degli affari, ha sacrificato più di una ragione del cuore.
Rajan Papa, il primogenito gravato troppo presto delle responsabilità di capofamiglia, ha grossi guai economici, una moglie viziata e un figlio adolescente che teme di rivelare ai genitori la propria omosessualità.
Suman ha un matrimonio ricco ma infelice, e non dorme senza regolare e debita assunzione di una buona dose di psicofarmaci.
Sunny ha studiato negli Stati Uniti e, in nome delle leggi sovrane del moderno marketing, ha estromesso dall’attività familiare il fratello maggiore, reo di avere una gestione all’antica, troppo umana in un’epoca in cui il profitto non guarda in faccia nessuno.
Saroj, la più palesemente fragile dei quattro, è stata convinta dalla madre a lasciare l’amato marito caduto in miseria, e vive ora nel rimpianto della felicità perduta e nella dipendenza dall’opprimente figura materna.
Mentre la statua di Laxmi, la dea della prosperità interiore, li guarda perplessa, la perfida progenie sembra interessata solo ad accaparrarsi l’eredità materiale di Mummyji, soprattutto quella splendida coppia di diamanti dal valore incalcolabile che nessuno sa dove sia e a cui ciascuno vuole arrivare per primo, in una poco nobile gara a chi sia più astuto e avido.
Mummyji, però, sembra non volersi congedare tanto in fretta da questo mondo. E, nelle lunghe ore che dovranno trascorrere nella sala d’attesa dell’ospedale, i quattro giovani Todarmal, le loro mogli e mariti, avranno forse il tempo di riflettere su che cosa siano davvero il benessere e la prosperità, e Diwali, la festa che li celebra.
Romanzo di grande fascino, esotico e universale al tempo stesso, sull’amaro prezzo del successo, Dolceamaro a Bombay è una moderna Fiera delle vanità indiana che illumina l’anima del nuovo Oriente.

Vikas Svarup, Le dodici domande, Guanda
Colpevole di aver risposto correttamente a tutte e dodici le domande di un quiz televisivo, e di aver vinto un miliardo di rupie, il cameriere diciottenne Ram Mohammad Thomas viene arrestato. Un goffo paria di Mumbai come lui, che non è mai andato a scuola e non legge i giornali, non poteva conoscere le risposte. Per questo i produttori della trasmissione sono convinti che abbia imbrogliato. Certo è che se l’è andata a cercare: come ripetono gli anziani della baraccopoli in cui vive Ram, non è saggio cercare di oltrepassare la linea che separa l’esistenza del ricco da quella del povero. In questo mondo, non c’è speranza di riscatto. Ma c’è una debole speranza di salvezza, che ha il volto di una donna venuta quasi dal nulla e che dichiara di essere il suo avvocato difensore. Per il momento Ram è salvo. Lo aspetta la notte più lunga della sua vita, quella in cui dovrà spiegare al suo inaspettato legale come sia riuscito a rispondere. Inizia così un racconto in cui va delineandosi uno spaccato dell’India di oggi denso di orrori e di meraviglie. È l’India in cui le diverse religioni raramente convivono in un pacifico e fruttuoso equilibrio, un paese in cui la propria fede può fare la differenza fra la vita e la morte; in cui il profumo dell’incenso si mescola al lezzo delle fogne all’aperto e i colori dei sari contrastano col grigiore dei condomini popolari.

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Milena Agus, Sottosopra, Nottetempo

Un palazzo come tanti, tante piccole storie che si intrecciano, Cagliari, la sua luce e il suo mare a fare da sfondo: questi gli ingredienti della nuova delicata storia di Milena Agus. A prima vista potrebbe sembrare un po’ spoglia ma dietro questa parvenza di semplicita’ c’e’ tanta umanita’ che e’ bello sentirsi raccontare. Si parte dal piano alto dove abita Mr Johnson, anziano violinista che ha rinunciato al successo e si accontenta di suonare sulle navi da crociera. Al piano basso c’e’ Anna, donna delle pulizie, una vita piena di disillusioni che non le hanno pero’ tolto la voglia di aiutare chiunque abbia bisogno di lei. In mezzo Alice, voce narrante, studentessa fragile e sognatrice che osserva l’andirivieni tra i vari piani con aria incantata: e’ lei a soprannominare il palazzo Sottosopra, a significare l’urgenza di trovarsi e condividere piccoli momenti importanti. Anna vorrebbe salire di sopra, da Mr Johnson, non solo per pulire ma perche’ di lui si e’ innamorata; Alice la incoraggia e fa un po’ da tramite tra questi due signori alla ricerca di “un guizzo di luce, magari l’ultimo”; Mr Johnson, personaggio bizzarro ma gentile, a poco a poco si rende conto che vuole scendere al piano di Anna. Completano il racconto Mr Johnson jr,che del padre ha preso il temperamento mite,e arriva al piano alto con il figlio Giovannino, troppo saggio per la sua eta’; e Natascia, la figlia di Anna, gelosissima dei suoi affetti ed un po’ stramba. Tra realta’ ed invenzione, una favola dolceamara sugli affetti e sulla ricerca di “quell’immensa felicita’ che ci viene dalla felicita’ di qualcuno che e’ felice con noi”

 

Milena Agus vive a Cagliari dove insegna italiano e storia in un istituto tecnico. Con nottetempo ha pubblicato Mentre dorme il pescecane (2005), Mal di pietre (2006) e Ali di babbo (2008) e La contessa di ricotta (2009) e nella collana i sassi Perché scrivere (2008). I suoi libri sono tradotti in una ventina di lingue.

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In libreria dal 1 ottobre –

MILENA AGUS, LA CONTESSA DI RICOTTA, NOTTETEMPO
Tre sorelle occupano tre appartamenti di un palazzo nobiliare, un tempo tutto loro, nell’antico quartiere Castello di Cagliari. La maggiore, Noemi, sogna gli splendori perduti e tenta di ricostruirli con avarizia e puntiglio, mentre la seconda, Maddalena, sposata a Salvatore, sogna un figlio che non vuole venire, e l’ultima, detta “contessa di ricotta” per che ha le mani e il cuore di ricotta, sogna l’amore. Ed è lei la sola ad avere un figlio, Carlino, indecifrabile terremoto e squisito pianista. Intorno alla famiglia e alle sue tenaci illusioni, ci sono personaggi piú solidi, piú concreti, ma non meno sfuggenti, perché, dopotutto, solo le illusioni non fuggono: la vecchia tata, l’ombroso vicino, il pastore Elias.
Milena Agus, nel suo quarto romanzo, ci riporta a quel mondo tutto suo, dove incanto e disincanto si mescolano senza mai sciogliere il verdetto, il mistero; e dove ogni vita disegna la sua parabola come tante stelle cadenti, che appaiono e scompaiono in un fulgido cielo nero.

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