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Posts Tagged ‘nadine gordimer’

COSì, DOPO  AVER PARLATO DE CHIEDERO’ PERDONO AI SOGNI di Sorj Chalandon ,  il romanzo capace di raccontare la parabola di un attivista dell’Ira, ecco piccola bibliografia  di testi: da Stavrogin a Ahmad Mulloy,  una carrellata di personaggi del romanzo chiamati “terroristi “, dai libri di Conrad a Yasmina Khadra

 

 

 

 

L’agente segreto, Joseph Conrad, varie edizioni

Nel 1894 l’osservatorio di Greenwich fu bersaglio di un fallito attentato anarchico. Da quell’episodio di cronaca Conrad trasse lo spunto per questo romanzo, pubblicato nel 1907, quasi un antesignano di tutte le spy stories del Novecento. Sembra un uomo tranquillo, il signor Verloc, che da anni gestisce un negozio nella capitale britannica. Ma in realtà è l’agente segreto di un non meglio precisato stato dell’Europa dell’Est, incaricato di sorvegliare gli anarchici. Quando il suo ambasciatore gli chiede di organizzare un’azione violenta per alimentare nell’opinione pubblica sentimenti di ostilità verso i rivoluzionari, tutto quello che Verloc riesce a fare è uccidere per errore il cognato. È l’inizio di una catena di vendette che sfoceranno in assurdi delitti. Tra i primi libri a trattare temi come spionaggio o terrorismo, “L’agente segreto” ha la forma di un giallo, ma si rivela soprattutto un fine esercizio di indagine psicologica e sociologica, un momento altissimo nella storia del romanzo moderno che riesce a contaminare il più popolare dei generi con le profonde intuizioni morali e l’ardito sperimentalismo linguistico di un grande artista

 

Semi magici, Naipaul, Adelphi

È una tarda estate berlinese, verso la metà degli anni Settanta. Approdato a un’inerte maturità, Willie Chandran viene scosso dai proclami idealistici della sorella Sarojini e, gettandosi alle spalle l’educazione londinese e un ventennale, indolente soggiorno in Africa, decide di tornare nell’India nativa per abbracciare la causa di un gruppo di guerriglieri separatisti. Da quel momento non gli verranno risparmiate esperienze e disillusioni di ogni tipo: nelle remote foreste di tek del Dhulipur, base dei ribelli-terroristi, si imbatterà in una comunità di cattivi maestri imbevuti di maoismo-leninismo e di ottusi psicopatici, per i quali uccidere un “agricoltore agiato” è un meccanico esercizio di tiro al bersaglio; nelle prigioni statali ritroverà gli stessi contadini “dai luminosi occhi neri” già traditi dai ribelli, e condividerà con i detenuti camerate di cemento senza mobili, dove lo spazio a disposizione di ciascuno non va oltre una stuoia; e, una volta rientrato a Londra (tra i rassicuranti mattoni rossi della “città giocattolo” di Cricklewood), la civiltà occidentale gli si rivelerà sfibrata dalle nevrosi, riassunte nella parabola di Roger, l’amico avvocato che lo ha fatto scarcerare e che vive una profonda crisi sentimentale e finanziaria.

 

Il terrorista, John Updike, Guanda

Ahmad Mulloy è un ragazzo diciottenne che vive a New Perspect, nel New Jersey. Sua madre è americana di origine irlandese e suo padre, sparito ormai da molti anni, era invece egiziano. Ahmad cresce praticamente da solo, in una società di cui riconosce ogni giorno di più i limiti e la superficialità. È un ragazzo serio e intelligente, ma si trova sempre più isolato nel mondo in cui deve crescere, incapace di entrare in contatto con i suoi coetanei, ragazzi e ragazze alienati, preda di false immagini di felicità, privi di qualsiasi valore guida. E nemmeno i professori riescono a convincerlo: Ahmad si sente respinto e comincia a giudicare, impietoso, un mondo di cui avverte il declino inesorabile. Ecco perché si avvicina, con la sua serietà e la sua fiducia, al Corano e all’imam della sua cittadina, lasciandosi convincere a lasciare gli studi per diventare un autista di camion. Ed è su un grande camion che il giovane Ahmad, lentamente plagiato dal religioso cui si è affidato, concepisce il progetto che deve porre fine ai suoi giorni: far saltare in aria il Lincoln Tunnel di New York.

 

Terra vergine, Ivan Turgenev, Varie edizioni

Questo romanzo è l’ultimo di Turgenev ed è il romanzo sui giovani populisti russi dell'”andata al popolo”. Con quest’opera lo scrittore intendeva terminare la sua carriera letteraria e sperava di eliminare le incomprensioni sorte fra lui, la critica e il pubblico fin dai tempi di “Padri e figli”, incomprensioni che si erano poi accentuate con “Fumo”. Qualche anno dopo la pubblicazione di questo romanzo, il quale arrivò al successo gradatamente, Turgenev scriverà che i suoi romanzi avevan voluto essere la presentazione di “fisionomie in veloce mutamento di uomini russi dello strato colto”. E “Terra vergine” fu proprio l’ultimo e più ampio affresco di questi giovani.

 

 

I demoni, Fedor Dostoevsky, varie edizioni

Petr Verchovenskij, guidato ideologicamente dal demoniaco Stavrogin, è a capo di un’organizzazione nichilista e lega i suoi seguaci con una serie di delitti. L’ultima vittima è Satov, un ex-seguace convertitosi alla fede ortodossa. Per coprire il delitto Petr obbliga Kirillov a scrivere una lettera di autodenuncia, prima di suicidarsi. Seguono altri delitti, apparentemente immotivati, e solo il suicidio di Stavrogin che si impicca nella soffitta del suo appartamento, sembra porre fine all’azione di questi “demoni”.

 

La figlia di Burger, Nadine Gordimer, Feltrinelli

Ambientata nel clima di feroce lotta politica del Sudafrica degli anni settanta, la storia, ispirata alla vicenda di un famoso avvocato afrikaner costretto alla clandestinità per il suo impegno contro l’apartheid, segue la lenta maturazione politica ed esistenziale di una donna, Rosa Burger. La morte del padre Lionel – da sempre in lotta per la libertà dei neri – la trasforma definitivamente nella ‘figlia di Burger’. Attraverso la presa di coscienza di questa nuova identità, Rosa sarà costretta non solo a fare i conti con la sua vita privata, ma anche a modificare il rapporto con il suo paese.

Messo al bando poco dopo la pubblicazione e riabilitato in seguito con la vittoria di un prestigioso premio letterario sudafricano, “La figlia di Burger” resta forse uno dei più famosi libri della grande scrittrice.

 

L’affaire Moro, Leonardo Sciascia, Adelphi

IL libro di Sciascia è stato scritto “a caldo” nel 1978. Mentre, in una gara di codardia, i politici italiani, nonché i giornalisti, si affannavano a dichiarare che le lettere di Moro dalla prigionia erano opera di un pazzo o comunque prive di valore perché risultanti da una costrizione, Sciascia si azzardò a “leggerle”. Riuscì in tal modo a ricostruire una intelaiatura di pensieri, di correlazioni, di fatti che sono, fino a oggi, ciò che più ci ha permesso di avvicinarci a capire, un episodio orribile della nostra storia. Presentando il libro nella edizione del 1983, Sciascia scriveva: “questo libro potrebbe anche esser letto come opera letteraria”. Ma l’autore (membro della Commissione parlamentare d’inchiesta) lo ha vissuto come “opera di verità”.

 

La brava terrorista, Doris Lessing, Feltrinelli

Alice Mellings, una giovane di origine borghese impegnata da anni in una militanza al di fuori dei partiti politici tradizionali, è l’animatrice di una comunità di occupanti abusivi che si sono insediati in una casa abbandonata di Londra. Alice è un’organizzatrice straordinaria: sistema la casa restituendola a uno stato decente di abitabilità, interviene per mediare i conflitti che si accendono tra gli occupanti; insomma diventa un elemento indispensabile alla vita collettiva. Tutto bene finché nel gruppo nasce l’esigenza di azioni più radicali e la necessità di un impegno più definito all’interno di organizzazioni terroristiche. È la fine di una faticosa armonia: il velleitarismo si fa dramma, mentre Alice, “la brava”, si avvia verso un futuro dominato dall’ombra incombente dell’eversione. Perché questa donna generosa aderisce alla lotta armata? Doris Lessing ci racconta la storia di Alice e dei suoi compagni cercando di dare una risposta a interrogativi tuttora brucianti, di aprire uno spazio alla riflessione, alla comprensione e, forse, alla catarsi.

 

 

L‘attentatrice, Yasmina Khadra, Mondadori

In un ristorante affollato di Tel-Aviv una donna che si finge incinta fa esplodere la bomba che teneva nascosta sotto il suo vestito. Per tutta la giornata il Dottor Amin, israeliano di origini arabe, opera a ritmo da catena di montaggio le innumerevoli vittime di questo ennesimo attentato. Amin si è sempre rifiutato di prendere posizione sul conflitto che oppone il suo popolo d’origine e quello d’adozione. Nel cuore della notte viene richiamato d’urgenza in ospedale dal suo amico poliziotto Naveed che gli annuncia che la moglie è morta e per giunta era lei la donna kamikaze. A questo punto Amin comincia la sua particolare investigazione sulla donna misteriosa che ha vissuto per anni insieme a lui.

 

 

  Pietroburgo, Andrej Belyi, Adelphi
Pietroburgo, 1905. La città è sconvolta dalla tempesta sociale, si moltiplicano i comizi, gli scioperi, gli attentati. Il giovane Nikolaj Apollonovic, che si è incautamente legato a un gruppo rivoluzionario, entra in contatto con Dudkin, nevrotico terrorista nietzscheano, il quale gli affida una minuscola bomba. E il provocatore Lippancenko, doppiogiochista al servizio della polizia zarista e al contempo dei rivoluzionari, gli rivela qual è il suo compito: dovrà far saltare in aria il senatore Apollon Apollonovic, abietto campione dell’assurdità burocratica. Suo padre. È intorno a questo rovente nucleo narrativo che si snodano le vicende surreali e grottesche di “Pietroburgo”, unanimemente considerato il capolavoro romanzesco del simbolismo russo. Dove la vera protagonista è tuttavia la “Palmira del Nord”: una Pietroburgo maestosa e geometrica solo all’apparenza, edificata su un labile terreno palustre i cui miasmi sgretolano le possenti architetture, le cui brume sfaldano e decompongono ogni comparsa che striscia lungo i vicoli fiocamente illuminati, tra bettole ammuffite e palazzi scrostati. I sommovimenti di inizio secolo, preludio di future tragedie, l’ululato del vento che si incanala lungo le gole del libro, il demoniaco colore giallo dei comizi gremiti di una folla in trance: ogni cosa è in preda a una malefica possessione, che Belyj filtra attraverso la lanterna magica delle immagini

 

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È morta ieri, 14 luglio 2014 Nadine Gordimer, premio Nobel nel 1991, Booker Prize nel 1974, una delle più popolari scrittrici sudafricane. Era nata nel 1923, in un centro minerario vicino a Joahnnesburg, dove si è spenta in seguito ad un tumore al pancreas, come ha fatto sapere la sua famiglia.Combattè a lungo contro l’apartheid nel suo Paese, odiando fin da piccola la situazione che si era creata tra bianchi e neri nel suo Paese. La ricordiamo con la scheda di Luglio, uno dei suoi libri:

Nadine Gordimer at the Göteborg Book Fair 2010

Nadine Gordimer at the Göteborg Book Fair 2010 (Photo credit: Wikipedia)

Luglio, Feltrinelli

Sudafrica. In un ipotetico futuro scoppiano disordini di tale entita da costringere i bianchi alla fuga. Bam e Maureen Smales con i loro tre figli, alla disperata ricerca di una via di fuga, accettano il suggerimento del loro servitore nero Luglio e si rifugiano nel suo villaggio. Si capovolgono i rapporti di forza.

da una sua intervista:

È vero che siamo bombardati dalle informazioni e le informazioni non sono la conoscenza, sono una collezione superficiale di fatti e dobbiamo guardare alla letteratura, agli scrittori per avere un’interpretazione dei fatti, per capire ciò che ha preceduto e seguito i fatti. Certo, ci sono dei commentatori che analizzano gli eventi, ma come ci influenzano questi eventi? Questo viene dagli scrittori. Per esempio, pensiamo ad una manifestazione che poi degenera in violenza. Che cosa ha portato Tizio o Caio ad unirsi alla manifestazione? Che cosa è successo a casa sua quel giorno? Ci sono delle circostanze dietro i motivi della manifestazione, magari c’è una madre che ha detto, ‘fai attenzione, ti metti nei guai’. Poi succede qualcosa, magari si spara, ci sono dei morti e dei feriti. E che cosa succede dopo? Come si affrontano le conseguenze? Qui interviene lo scrittore, solo uno scrittore crea le persone, prende in mano la cosa, si avvale della Storia grande e foggia qualcosa che fa diventare una storia una serie di eventi

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libri in arrivo

In arrivo, autori stranieri

Don DeLillo, L’angelo Esmeralda, Einaudi

Javier Marias, I territori del lupo, Einaudi

Madeleine Wickham, A che gioco giochiamo, MOndadori

Nadine Gordimer, Ora o mai più, Feltrinelli

Nick Hornby, Sono tutte storie, Guanda

Patricia Cornwell, Letto d’ossa, Mondadori

John Grisham, The raketeer, Mondadori

John Banville, Il buon informatore, Guanda

Michael Chabon, Mappe e leggende – Avventure ai confini della lettura, Indiana

Thomas Bernhard, Goethe Crepa, Adelphi

Alan Bennett, Un inglese all’estero, Adelphi

Jonathan Coe, Donna per caso, Feltrinelli

Bernard Cornwell, L’ultimo Baluardo, Longanesi

Philip K.Dick, Il cerchio segreto, Fanucci (inedito)

Steve Berry, Il sepolcro segreto, Nord

Roddy Doyle, Pazzo weekend, Guanda

Charlotte Link, L’ultima volta che ti ho vista, Corbaccio

Lee Child, Una ragione per morire, Longanesi

Arnaldur Indridason, Le abitudini delle volpi, Guanda

Anne Rice, Risveglio, Longanesi

Una nuova trilogia!

Trevanian, Assassino sull’Eiger, Bompiani

Alicia Gimenez Bartlett, Nessuno deve sapere, Sellerio

Ritorna Petra Delicado!

Peter Akroyd, Charles Dickens (biografia), Neri Pozza

Manuel Vasquez Montalban, La bella di Buenos Aires, Feltrinelli

Don Winslow, Morte e vita di Bobby Z, Einaudi

Katherine Mansfield, Viaggio a Urewera, Adelphi

Jo Nesbo, Il cacciatore di teste, Einaudi

Anita Desai, Il museo degli ultimi viaggi, Einaudi

Haruki Murakami, A sud del confine, a ovest del sole, Einaudi

Tracy Chevalier, L’ultima fuggitiva, Neri Pozza

 

Autori italiani

Paola Mastrocola, Non so niente di te, Einaudi

Luigi Bernardi, Crepa, Il maestrale

Susanna Tamaro, Ogni angelo è tremendo, Bompiani

Beatrice Masini, Tentativi di botanica degli affetti, Bompiani

Enrico Brizzi, Il pane quotidiano, Mondadori

Andrea Vitali, Le tre minestre, Mondadori

Barbara Garlaschelli, Il baule di Carola, Sperling Kupfer

Massimo Carlotto – Marco Videtta, Ksenia – Le vendicatrici, Einaudi

Concita De Gregorio, Io vi maledico, Einaudi

Roberto Parodi, Chiedi alla strada, Tea

Simonetta Agnello Hornby, Il veleno dell’oleandro, Feltrinelli

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grandi libri del NOVECENTO, IN FORMATO ECONOMICO, opere di grandi autori!

Il sole si spegne,
Osamu Dazai, Feltrinelli

Traduzione: Luciano Bianciardi
Collana: Universale Economica
Pagine: 144
Prezzo: Euro 7,5

In breve
La decadenza di una famiglia aristocratica nel Giappone del secondo dopoguerra. Rivolta individualistica, sofferto e provocatorio anticonformismo in un libro che ha fatto epoca nella letteratura giapponese.
Il libro
Attraverso la storia della rovina della propria famiglia narrata dalla giovane Kazuko, il romanzo adombra l’epopea tragica dell’aristocrazia declinante nel Giappone vinto e umiliato dalla guerra, e insieme propone la vivida e più vasta rappresentazione della desolazione spirituale di un paese che ha smarrito i valori della tradizione e va snaturandosi nell’incalzare di una civiltà industriale priva di idealità. Pubblicato nel 1947, un anno prima di annegarsi nel lago Tamagawa a Tokyo, Osamu Dazai vi consegnava un messaggio di disperata rivolta in cui si riconobbe e si identificò un’intera generazione – quella che visse il disordine e lo smarrimento del dopoguerra, nonché la frustrazione precoce delle speranze in un rinnovamento radicale della società. D’altra parte, il successo de Il sole si spegne, il richiamo straordinario che esercitò sul costume oltre che sulla vicenda letteraria giapponese, non si spiegherebbero senza quella potente contaminazione che fa di questa, come di tutta l’opera di Dazai, il riflesso e la cassa di risonanza della sua vita lacerata. Annullando ogni distanza da sé, sottolineando ed esasperando la corrispondenza tra le proprie esperienze e quelle dei suoi personaggi, Dazai trascrive sulla pagina letteraria una sofferenza esistenziale, il ribellismo e l’istinto di autodistruzione suggellati infine dal suicidio.

Il Mondo Estremo,
Christoph Ransmayr,
Feltrinelli

Traduzione: Claudio Groff
Collana: Universale Economica
Pagine: 248
Prezzo: Euro 9

In breve
L’avvincente e fantastica ricostruzione dell’esilio di Ovidio a Tomi e del mondo delle Metamorfosi. Un romanzo che, per lo stile e le sfavillanti invenzioni barocche, ha la forza di un classico. Una storia in cui i tempi s’incrociano e si sovrappongono, in cui le figure del mito sono nostri indimenticabili contemporanei.
Il libro
Agli estremi confini del mondo conosciuto, fra le tempeste e i ghiacci del Mar Nero, c’è una città selvaggia e poco abitata, Tomi, il luogo dell’esilio di Publio Ovidio Nasone. In una totale trasmutazione di tempi, in completo anacronismo, giunge a Tomi un amico di Ovidio, Cotta, determinato a trovare tracce del poeta e del suo capolavoro incompiuto, Metamorfosi, forse da lui stesso distrutto. Esiliato da Augusto, o dalla sua corte di oratori e politici, dopo aver tenuto un discorso meraviglioso per l’inaugurazione di un nuovo stadio, senza però rendere il consueto e doveroso omaggio all’imperatore, Ovidio pagherà con gli anni della solitudine, fino alla sua morte, la sua denuncia di scandali politici o, forse, la sua innovativa libertà poetica e l’erotismo dei suoi versi.
La singolarità di Il mondo estremo fa sì che il lettore ritrovi, attraverso la ricerca dell’amico Cotta, un mondo – siamo ai giorni nostri – in cui il mito si trasfigura in realtà. Allora, alla sera, nella piazza desolata di Tomi, giunge Cypari, un proiezionista nano del Caucaso, che mostra un film d’amore disperato in cui la bella Alcyone diventa un uccello. Cotta troverà presso Tomi, a Trachila, la casa di Ovidio. Lo aiuterà un servo, Pitagora di Samo e, nel folto dei boschi cupi e terribili, sotto una coltre di lumache striscianti, appariranno delle pietre con i versi incisi da Ovidio. E ancora, in una memorabile alba, mentre si consumano i riti del carnevale, apparirà uno strano corteo di pazzi, travestiti chi da dio Sole, chi da Medea, chi da Orfeo . . strani personaggi recitanti strani versi di un’opera distrutta dall’autore: Metamorfosi.

Bruno Schulz , L’epoca geniale e altri racconti, Einaudi
Con un saggio di David Grossman
Tra le migliori e più interessanti collane editoriali italiane si contano quelle in cui sono raccolte opere di scrittori tradotte da altri scrittori. In questa visione diventa secondario se l’autore ha una padronanza della lingua completa e assoluta. Prevalgono considerazioni di stile, di sensibilità linguistica, di percezione, che danno spesso vita a piccole traduzioni-capolavoro. Ecco, qui ci troviamo in mano una raccolta di racconti di uno dei grandi autori polacchi del Novecento (forse il più grande) selezionati da uno dei maggiori autori israeliani del nuovo secolo, David Grossman, che di Bruno Schulz ha fatto nel suo Vedi alla voce: amore, un personaggio “fantastico e reale a un tempo”. Non può che trattarsi di un piccolo tesoro, che, nell’ottima traduzione italiana di Anna Vivanti Salmon, brilla di una luce speciale.
Scrive Grossman alla fine del suo testo: “Da qualche tempo ho preso l’abitudine di rileggere, più o meno una volta all’anno, i racconti di Schulz. È una sorta di ‘revisione periodica’ per me, un modo di rinforzare gli anticorpi contro la tentazione di cadere nell’apatia e nella grettezza. Ogni volta che apro un suo libro mi sorprende come questo autore, quest’uomo, che raramente aveva lasciato la sua città natale, abbia creato un intero mondo per noi, una realtà unica nel suo genere, e come anora oggi, molti anni dopo la sua morte, continui a nutrirci con granelli di zucchero – e briciole di pane – per irrobustirci in previsione di un gelido e infinito inverno”.
I racconti provengono dalle due raccolte Le botteghe color cannella e Il Sanatorio all’insegna della Clessidra e sono: La visitazione, Gli uccelli, La notte della Grande Stagione, Le botteghe color cannella e La Via dei Coccodrilli, Il Libro, L’epoca geniale, Mio padre entra nel corpo dei pompieri, La stagione morta e L’ultima fuga di mio padre.


Nadine Gordimer – Il conservatore, Feltrinelli

Pubblicato per la prima volta in Italia nel 1987 dalla storica (mai abbastanza apprezzata) casa editrice La Tartaruga che lo ripropose ancora nel 1991, sempre nella traduzione di Sandro Ossola, torna in libreria questo romanzo della scrittrice sudafricana Nadine Gordimer, vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura nel 1991.
Booker Prize nel 1974, con questo romanzo la Gordimer ha raggiunto quel linguaggio quella scrittura unita alle tematiche autenticamente africane, che l’hanno portata a superare le barriere fra neri e afrikaner, a diventare scrittrice africana a tutti gli effetti. In questo libro, come accadrà anche nei successivi, la Gordimer racconta quel difficile contesto sociale e politico legato ai temi dell’apartheid e alle prolematiche razziali attraverso la storia e la prospettiva particolare dei suoi personaggi.
Il conservatore del titolo è il benestante bianco, un afrikaner di mezza età che ha acquistato una fattoria nei pressi di Johannesburg per trascorrervi il tempo libero dagli affari. Un uomo che, da buon conservatore, appunto, ama le sicurezze derivanti dalla natura e dalla terra, come dal sistema dell’apartheid. Un fortunato infelice e isolato che deve fare i conti con una società in rapida trasformazione.

Titolo originale: The Conservationis – Traduzione di Sandro Ossola
qui, l’autrice legge un brano del libro (in inglese)
http://www.youtube.com/watch?v=RqH1De_pL0Y&eurl=http%3A%2F%2Fwww.wuz.it%2Farticolo%2F3566%2Fscrittori-celebri-libri-estate-2009-romanzi-racconti.html&feature=player_embedded

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Come al solito, dopo le vacanze, attendiamo con impazienza il Festival di letteratura di Mantova, il primo festival letterario italiano, anagraficamente e in senso generale. Anche quest’anno i motivi per visitare Mantova non mancano certo, alcuni appuntamenti mi sembrano decisamente imperdibili, ecco la lista personale di quello che vorrei vedere (che poi, invece, mi resta solo la domenica per andare. . .)

Evento 31: Chris Riddell con Andrea Valente
Evento 45: Chiara Carminati con Clementina Mingozzi (ovvero, Poesie per aria)
Evento 45: Nadine Gordimer
Evento 62: Suzy Lee (ricordate L’onda, Corraini?)
Evento 77: David Almond con Andrea Valente
Evento 80: Denise Epstein (figlia di Irene Nemirovsky)con Marina Gersony
Evento 110: Michael Zadoorian
Evento 158: Anne Fine con Luciano Comida

Per finire, i vari eventi che fanno parte della Retrospettiva Amitav Ghosh : lista personalissima, ridotta all’essenziale.

il sito del festival è qui: www.festivaletteratura.it

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BEETHOVEN ERA PER UN SEDICESIMO NERO, di Nadine Gordimer, Feltrinelli
gordimer



Tredici racconti. Tredici frammenti di vite. Storie d’amore. Gli incontri veri o immaginati dell’autrice con alcuni grandi scrittori del ventesimo secolo, il Sudafrica, il Medio Oriente, l’Europa dell’Est. E un goccio di surrealismo. .
Il libro La storia che dà il titolo alla raccolta, vede un professore di biologia di Johannesburg ripercorrere la propria storia familiare. Al centro un tema paradossale e significativo: se un tempo tutti desideravano avere almeno una goccia di sangue bianco nelle vene, oggi vale l’esatto contrario, e avere almeno un sedicesimo di sangue di colore è raccomandato quasi si trattasse di un indizio di “nobiltà sociale”.
Con mano sicura Gordimer indaga fra le pieghe dei sentimenti e del rapporto di coppia: attraverso i sensi (udito, olfatto) i diversi protagonisti scoprono di essere stati traditi dal partner. Formidabile il racconto dell’incontro tra Edward Said, Susan Sontag e Anthony Sampson, in un ristorante cinese di New York, dove Gordimer discute dei problemi del Medio Oriente, dell’Europa dell’Est, della condizione della donna: sono tredici brevi capolavori.

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