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Posts Tagged ‘Nigeria’

una METAMORFOSI molto particolare: immaginate di vivere da onesto giovane africano in un quartiere poco alla moda di Lagos, che come ben sapete è la capitale della Nigeria, con i suoi 15 milioni di abitanti. Sareste di certo sorpresi se una mattina una sorprendente metamorfosi vi colpisse, mutati in uomo bianco, con i capelli rossi, gli occhi verdi. Un vero e proprio INCUBO! E che fare se quel giorno vi aspetta un colloquio di lavoro? Grandiosa l’idea originale, scoppiettante di invenzioni e palpitante di vita il romanzo che ne segue! Non c’è che dire, l’editore ci sa davvero fare con la narrativa africana.
Culo nero 66thand2nd
pagine 240
traduzione di Massimiliano Bonatto
 
 
La mattina dell’ennesimo colloquio di lavoro, Furo Wariboko, trentatré anni, nigeriano, si sveglia e scopre di essersi trasformato in un oyibo, un uomo bianco, con i capelli rossi e gli occhi verdi. Una metamorfosi inspiegabile, che gli lascia un’unica possibilità, fuggire di casa e cercare fortuna nella babele di Lagos. Anche se nel suo quartiere i bianchi si contano sulla punta delle dita, e la gente da loro vuole sempre qualcosa: denaro, amicizia, favori. Se però conosci il pidgin e l’arte di arrangiarsi di ogni lagosiano, avere la pelle bianca può offrire dei vantaggi. Può farti entrare in un’azienda dalla porta principale; può spingerti tra le braccia di una donna bellissima che sa come manovrare i «paparini» di qualsiasi colore; può garantirti amicizie altolocate e una macchina con l’autista. In un clima sospeso tra sogno e incubo kafkiano, l’avventura di Furo Wariboko, alias Frank Whyte, si snoda intorno ai labili confini della razza e dell’identità, sullo scenario della più chiassosa e seducente tra le metropoli africane, una città in cui ognuno è «un re a casa sua, e ogni casa una nazione sovrana». Dove aggirarsi con le fattezze di un oyibo può essere esilarante ma molto rischioso, specie per Furo, che nella metamorfosi ha conservato un dettaglio della sua vecchia vita: ha ancora il sedere di un «bel nero gagliardo»

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RICORRENZE. 6 luglio 1967, prende il via la guerra civile in Nigeria, in seguito ai tentativi di secessione del Biafra, popolato in prevalenza dagli Ibo C’è uno splendido libro da parte di una delle voci più interessanti della narrativa africana che ha in sottofondo il conflitto:
 
CHIMAMANDA NGOZI ADICHIE, META’ DI UN SOLE GIALLO, EINAUDI
 
 
Metà di un sole giallo è la storia di molte Afriche: quella sensuale della splendida Olanna, che rinuncia ai privilegi per amare il professore idealista Odenigbo, e quella concreta della sua gemella Kainene, che affronta il mondo con l’arma del sarcasmo; l’Africa superstiziosa di Mama e Amala e quella colta ed emancipata del circolo di Odenigbo, l’Africa naïf del giovane servitore Ugwu e quella archetipica inseguita dall’uomo di Kainene, Richard.
 
Quando entra a servizio dal bizzarro professore di matematica Odenigbo, Ugwu è un ragazzino dei villaggi che non ha mai visto un lavandino. L’acqua, dove vive lui, scorre solo alla fontana pubblica, il cibo si prepara in cucine fumose e affollate e non si conserva in grosse scatole fredde dai ripiani colmi, le notizie passano di bocca in bocca anziché uscire da quel coso prezioso che Padrone chiama radiogrammofono. La geografia, là da lui, ha i confini minuscoli delle terre visitate, e la storia, quelli dei ricordi familiari.
Ma in quei primi anni Sessanta del Novecento, nella fetta di territorio igbo del sudest nigeriano che per breve tempo andrà sotto il nome di Biafra, già si agitano i fermenti secessionisti e di lì a poco la distanza pur siderale fra un salotto borghese di Nsukka e un umile villaggio del bush sarà spazzata via da uno dei conflitti più devastanti che l’Africa ricordi – la Guerra Civile Nigeriana – che, confondendo le demarcazioni sociali ed economiche, inciderà il confine fra la vita e la morte lungo nuove linee etniche. Non conteranno più i beni e i saperi di un tempo, conterà essere hausa e non igbo, avere fattezze che consentano di sfuggire alla persecuzione, trovare cibo a sufficienza per strappare i propri figli al kwashiorkor.
Odenigbo, già campione del rinnovamento, scoprirà allora di non saper reggere il peso del proprio zelo rivoluzionario; la fragilità di Olanna, la «bruna sirena» che lo ama dall’alveo protetto della sua bellezza e del suo inglese impeccabile, si tramuterà al contrario in una forza straordinaria di conservazione degli affetti; la stessa che dimostrerà la sua gemella Kainene, la beffarda, la sfuggente, ancora una volta tradita e delusa, ma capace di sciogliere il suo dolore in quello di un intero popolo, perché «ci sono cose talmente imperdonabili da rendere perdonabile tutto il resto»; e all’uomo che l’ama, Richard, giunto dall’Inghilterra per studiare l’arte di Igbo-Ukwu, il suo esempio servirà da monito e stimolo per interrogarsi sulle responsabilità del colonialismo bianco e sull’onda lunga delle sue conseguenze. Quanto a Ugwu, imparerà a conoscere le cose e, inevitabilmente, a desiderare di non averle mai conosciute. Pur nella frammentazione del punto di vista narrante con cui Adichie restituisce le sfaccettature della vicenda, è al ragazzino dei villaggi che si riconosce la prospettiva più autorevole. Sua è la prima parola, e sua sarà anche l’ultima.
 
Metà di un sole giallo è la storia di molte Afriche: quella sensuale della splendida Olanna, che rinuncia ai privilegi per amare il professore idealista Odenigbo, e quella concreta della sua gemella Kainene, che affronta il mondo con l’arma del sarcasmo; l’Africa superstiziosa di Mama e Amala e quella colta ed emancipata del circolo di Odenigbo, l’Africa naïf del giovane servitore Ugwu e quella archetipica inseguita dall’uomo di Kainene, Richard.
Tutti questi mondi, con il loro bagaglio di felicità e dolore, di generosità e crudeltà, di amore e gelosia, vengono travolti dalla piena della storia quando nel 1967 la proclamazione d’indipendenza dalla Nigeria della Repubblica del Biafra sfocia in una tragica guerra civile.
 
Metà di un sole giallo ha vinto l’Orange Broadband Prize 2007.
 
«Amore e tradimento in un racconto magnifico e spietato».
 
Time magazine
 
«Di solito non associamo la saggezza al neofita, eppure ecco una nuova scrittrice con il talento degli antichi cantastorie».
 
Chinua Achebe
 
Tradotto da Susanna Basso
biafra

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in vacanza con il giusto libro , Paese per Paese. Edizione 2015

parte seconda.

AMERICA

CUBA, Leonardo Padura, Eretici, Bompiani

STATI UNITI – Colorado,Kent Haruf, Benedizione, NN Edizioni

NEW YORK, Richard Price, Clockers, Neri Pozza

BALTIMORA, Laura Lippman, Ogni cosa è segreta, Neri Pozza

COLOMBIA, Emma Reyes, Non sapevamo giocare a niente, SUR

ARGENTINA, Roberto Arlt, I lanciafiamme, Sur

ARGENTINA-Delta del Paranà, Alicia Plante, Senza macchia apparente, La nuova frontiera

MESSICO, Maria Venegas, La figlia del fuorilegge, Bollati Boringhieri

MESSICO, Oscar Martinez, La furia, Fazi

MESSICO, Pino Cacucci, Quelli del San Patricio, Feltrinelli

HAITI, Dany Laferriere, Tutto si muove intorno a me, 66ndand2nd

SUD AMERICA, Miguel Bonnefoy, L’avventuroso viaggio di Octavio, 66ndand2nd

STATI UNITI, Minard Celine, Per poco non ci lascio le penne, 66ndand2nd

URUGUAY, Tomas de Mattos, Il cielo di Bagdad, Controluce

SUDAMERICA, Vespeggiando in sudamerica, Altromondo

PATAGONIA, Gimenez Hutton Adrian, Chatwin in Patagonia, Nutrimenti

ARGENTINA, Alicia Plante, Senza macchia apparente, La nuova frontiera

 

AFRICA

AFRICA, Egisto Corradi , Africa a cronometro, Corbaccio

SUD AFRICA, Deon Meyer, Cobra, E.o

BOTSWANA, Alexander Mc Call Smith, Precious e le scimmie, Salani

ALGERIA, Yasmina Khadra, Cosa aspettano le scimmie a diventare uomini, Sellerio

EGITTO, Leila Aboulela, Il dottore sul Nilo, Controluce

MADAGASCAR, Giulio Querini, Sotto il cielo del Madagascar, Fazi

UGANDA, Dinaw Mengestu, Tutti i nostri nomi, Frassinelli

CONGO,Alain Mabanckou, Pezzi di vetro, 66ndand2nd

MALI, Moussa Konatè, Commissario Habib – due gialli africani, Del Vecchio

AFRICA TROPICALE, Vincenzo Rampolla, L’anima del baobab, Europa edizioni

NIGERIA, Noo Saro Wiwa, In cerca di Transwonderland, 66THAND2ND

NIGERIA, Aurelien Molas, I fantasmi del Delta, Mondadori

AFRICA, Wole Soyinka, Africa, Bompiani

ANGOLA, Ondjaki, Nonna Diciannove e il segreto del sovietico, Il sirente

 

OCEANIA

AUSTRALIA, Franklin Miles, La mia brillante carriera, Elliot

Patrick White, Il giardino sospeso, Bompiani

 

 

 

in MESSICO con Oscar Martinez, La bestia

Óscar Martínez

La bestia,

Fazi editore

Martínez, con il suo reportage, ci trascina fuori dai cliché del sogno americano, per portare l’attenzione sulla Bestia, il treno merci che ospita le storie di 250.000 migranti per i quali l’immigrazione non è speranza, ma consapevolezza. Una questione di vita o di morte.

Le storie dei “migrantes que no importan” sono apparse prima sul «Elfaro.net» per poi approdare ne La bestia, considerato il miglior libro dall’«Economist» e dal «Financial Times». Un’inchiesta corale suddivisa in quattordici capitoli ripercorre la rotta dei migranti, tracciando la mappa dei pericoli: sequestri da parte della criminalità organizzata senza nome, stupri, l’obbligo di prostituirsi nei locali notturni in Chiapas, il rischio di essere uccisi da parte dei narcotrafficanti, e non per ultimo quello di finire sotto le rotaie della Bestia per stanchezza o distrazione, costretti a viaggiare sul tetto del treno. Martínez percorre da cima a fondo le vite dei migranti, con tanto di testimonianze dirette da parte dei protagonisti.

La tela di racconti ricostruisce un sistema criminale che sfrutta la disperazione e la trasforma in denaro contante per aumentare a dismisura la liquidità dei cartelli della droga. I veri protagonisti sono i migranti, le cui storie vengono narrate da Martínez con grande umanità durante il drammatico percorso.

«Non volevo suscitare compassione, ma rabbia e indignazione», ha affermato.

E ci riesce con una forte denuncia nei confronti dell’autorità statale, spesso corrotta e assente, complice di questa strage. Il libro ridisegna, attraverso la tratta della morte, una nuova geografia delle terre dimenticate tra l’America Centrale, il Messico e gli Stati Uniti.

Oscar Martínez è un giornalista salvadoregno che scrive per il primo quotidiano online dell’America Latina, ElFaro.net. Oggi svolge indagini sulle violenze delle gang centroamericane. Nel 2008 ha vinto il premio messicano Fernando Benitez per il giornalismo e nel 2009 ha ricevuto lo Human Rights Prize all’università di El Salvador.

«La bestia è straordinario per il coraggio di cui Martínez ha dato prova scrivendolo e per le vite nascoste che rileva… Il suo linguaggio preciso, carico di empatia e spesso poetico è capace di suscitare nel lettore rabbia e pietà, ma anche ammirazione». Financial Times

«Una scrittura elegante e incisiva. La bestia supera il semplice reportage per entrare nel regno della letteratura. Il libro di Martínez è un degno successore di un’opera immortale come La strada di Wigan Pier di George Orwell». The New York Times

«Martínez è chiaramente un grande ascoltatore – una dote fondamentale quanto rara per un giornalista -, per questo la sua prosa risuona così cruda e autentica». The Observer

«Martínez merita riconoscimento non solo per il duro lavoro che ha fatto e per quello che scrive, ma anche perché scrive benissimo». New Yorker

«Un libro che mozza il fiato. Una rivelazione frutto d’amore e di incredibile coraggio». New York Review of Books

 

In Egitto con LA CITTA’ DEL PIACERE

El Kamhawi, La città del piacere, Il sirente

 

La città del piacere, un luogo fuori dal tempo e dallo spazio, plasmato in fretta e furia da un abile architetto e consacrato alla Dea del Piacere. Una felicità mista a malinconia aleggia per le strade di questa moderna metropoli immaginaria, insinuandosi nei cuori dei suoi abitanti, dediti alla pratica del piacere e sudditi di un licenzioso re. Una narrazione che a tratti ha quasi il sapore di una fiaba, abilmente intrecciata con rimandi a miti e leggende. El Kamhawi in questo testo affronta questioni scottanti, lasciando divenire questa città un luogo in cui si condensano i difetti e gli errori dell’uomo moderno. [tratta da La rivista di Arablit, I, 2, 2011, articolo a cura di Ada Barbaro]

Ezzat El Kamhawi è nato nel villaggio di Mit Suhayl, nel Governatorato di Sharqiyya. Si è laureato in giornalismo all’Università del Cairo e ha iniziato a lavorare per il quotidiano egiziano Al-Akhbar e ha contribuito a fondare Akhbar al-adab, settimanale in arabo, del quale è vicedirettore. Attualmente collabora anche coi quotidiani al-Misri al-Yawm e al-Quds al-‘arabi. Come scrittore ha pubblicato sei romanzi e due raccolti di racconti. La città del piacere è il suo primo romanzo.
IN SUDAMERICA CON

Vespeggiando in Sudamerica

di Mario Pecorari
,Altromondo edizioni

Una Vespa, la propria compagna e il Sudamerica. Da ottobre 2012 a marzo 2013, 21.000 chilometri percorsi attraverso il Cile, l’Argentina, il Paraguay, il Brasile e l’Uruguay. Una storia vera, fatta di incontri con persone fantastiche, soprattutto i molti appartenenti ai Vespa club locali che, con il sistema del passaparola, attendono l’autore lungo il tragitto per fargli scoprire un mondo meraviglioso. Perché viaggiare con la Vespa non è soltanto andare in scooter. La vespa è un mezzo per comunicare e per conoscere.

Mario Pecorari, goriziano del 1953, ha sempre vissuto a Trieste. Impiegato tecnico presso la Grandi Motori Trieste, prima, e poi nella Fincantieri, è stato uno sportivo e ha praticato la speleologia. Ma la sua vera passione è sempre stata la fotografia e i viaggi. Usando i mezzi più disparati, ha girato in Europa, in Medio Oriente e nel Sud Est Asiatico. Da quando ha conosciuto Sandra, anch’essa amante delle due ruote, i viaggi in Vespa sono diventati i suoi preferiti, tanto da percorrere con essa più di 200.000 chilometri, raggiungendo le mete più varie, dai Balcani, alla Crimea, dal Mar d’Azov, al Vietnam e al Sudamerica
in Angola con


NonnaDiciannove e il segreto del sovietico (Ondjaki)

, Il sirente

 

 

 

“L’esplosione svegliò persino gli uccelli addormentati sugli alberi e i lenti pesci del mare – accaddero colori di un carnevale mai visto, giallo mischiato con un rosso a fingersi arancione in un verde azzurrato, luccichii che imitavano la forza delle stelle distese sul cielo e un rumore tipo guerra degli aerei Mig. Era proprio una bella esplosione perché continuava nel rumore di quei colori che i nostri occhi guardarono e non dimenticarono mai più.”

 

 

 

Luanda, Praia Do Bispo. In un tempo imprecisato tra l’Angola postcoloniale e l’età dell’oro della fanciullezza, due bambini hanno una missione: far saltare in aria il Mausoleo del Compagno Presidente Agostino Nheto, la cui costruzione minaccia di sgombero gli abitanti delle strade vicine. Sullo sfondo di un Paese segnato dai conflitti successivi all’indipendenza e sotto l’influenza sovietica e cubana, Ondjaki filtra attraverso lo sguardo di un bambino le tracce del disordine; inventando una lingua impossibile, infantile e colta allo stesso tempo, riformula la realtà storica di un quartiere della capitale angolana in una vera e propria “comunità alternativa” in cui si sviluppano relazioni sociali tra angolani, cubani e sovietici caratterizzate da creatività, avventura, compassione – e infine riscatto.

 

Vincitore nel 2010 del prestigioso premio letterario Jabuti, NonnaDiciannove e il segreto del sovietico sancisce la maturità artistica di uno dei più significativi scrittori in lingua portoghese, vincitore nel 2013 del Premio Saramago.

Ondjaki è nato a Luanda nel 1977, si è formato a Lisbona e vive a Rio de Janeiro. Autore di cinque romanzi e tre raccolte di racconti, di diverse volumi di poesia e di racconti per l’infanzia, ha inoltre realizzato un documentario sulla propria città natale (“May Cherries Grow”). Già vincitore di premi letterari autorevoli, tra cui il Grinzane for Africa (2008) ,lo Jabuti (2010) e il Premio Saramago (2013), i suoi lavori sono stati tradotti in otto lingue. “NonnaDiciannove e il segreto del sovietico” è il suo quarto volume pubblicato in Italia.

in Australia con
Patrick White, Il giardino sospeso, Bompiani
Gilbert e Eirene: inglese lui, orfano in fuga dall’Europa devastata dalla seconda guerra mondiale; inglese di madre greca ed egocentrica lei. Due ragazzini allo sbando, sullo sfondo di un’Australia sconosciuta e insidiosa per degli stranieri senza guida e tutela. Conosceranno le umiliazioni scolastiche, la solitudine e un amore semplice e insieme complesso, figlio dei loro travagli interiori, disperato e tenero come loro. L’ultimo romanzo dell’autore di “L’occhio dell’uragano”. Un’opera totale, in cui il flusso di coscienza dei personaggi, la cura estrema dei dettagli, l’attenzione spasmodica al trascorrere del tempo, e l’esplorazione dei segreti e delle emozioni famigliari, fanno emergere una piccola epopea di vita quotidiana, dove ciò che può sembrare banale e dimesso diventa momento rivelatore di quella verità esistenziale che ama sempre nascondersi.

 

 

 

 

 

 

 

 

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In un libro che usa l’umorismo,  con abilità letteraria, Lola Shoneyin getta luce su un aspetto radicato della cultura nigeriana, la poligamia. Una giovane donna laureata sceglie un maschio con un discreto numero di figli ed alcune mogli per trovare una famiglia: quando il suo ventre non darà nuova prole, il marito tralascerà i guaritori tradizionali per recarsi in un moderno ospedale…. Cercherà di spiegare al medico che lui “dà la sua razione alla donna il martedì”, e che rimedio si deve trovare….

Una riflessione sulla Nigeria moderna, sulla famiglia, su che cosa voglia dire essere un padre, o una madre, sulle dinamiche famigliari che ha valso all’autrice la Longlist nell’Orange Prize for Fiction. Il libro, a pochi mesi dalla sua uscita, si è meritato la prima ristampa anche in Italia!

Lola Shonyin, Prudenti come serpenti, 66TH AND 2ND

Baba Segi è un facoltoso poligamo di mezz’età, grassoccio e vanitoso. La sua quarta moglie, la bella e colta Bolanle, dopo due anni di matrimonio non riesce ad avere figli. Disperato, Baba Segi decide di abbandonare stregoni e ciarlatani per rivolgersi alla medicina ufficiale ma la sua decisione scatena un putiferio in casa poiché le indagini dei medici potrebbero portare alla luce un terribile segreto, tramandato fino a quel momento di moglie in moglie. Fino a che punto si spingerà l’ira di tre donne decise a difendere la loro posizione? Una riflessione lucida, disincantata e insieme poetica sul tema della poligamia e, più in generale, sulla Nigeria contemporanea.

 

ricordate di seguire BOOKUP LETTI DI NOTTE- ESORDI qui www.lettidinotte.it

 

un incontro con l’autrice:

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