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Storia dei draghi. Dai Nibelunghi a game of Thrones, Martin Arnold, Odoya
Posted in le news dal mondo del libro, tagged libri, libri draghi, libri nuovi, Martin Arnold, novità fantasy, Odoya, Storia dei draghi. Dai Nibelunghi a game of Thrones on novembre 29, 2018| Leave a Comment »
dal 18 al 26 ottobre, FESTA DELLA STORIA.
Posted in le news dal mondo del libro, tagged amelia rosselli, appuntamenti, appuntamenti culturali bologna, Bollati Boringhieri, Castelvecchi, Clayton Ewan, eventi, eventi bologna, festa della storia, festa storia bologna, fratelli rosselli, grande guerra, graphic novel grande guerra, Il filo d'oro. Storia della scrittura, Il mulino, JO SACCO, La famiglia Rosselli. Una tragedia italiana, La grande guerra, libri, libri bologna, libri di storia, libri grande guerra, MARCUS REDIKER, MARCUS REDIKER La nave negriera, Mirko Molteni, novità libri di storia, nuovi libri di storia, Odoya, programma festa storia, Rizzoli Lizard, Rosselli Aldo, Storia dei grandi esploratori, storia della scrittura on ottobre 14, 2014| Leave a Comment »
dal 18 al 26 ottobre, a Bologna, FESTA DELLA STORIA. Un appuntamento straordinario, qui potete seguirne tutti i dettagli, con gli innumerevoli appuntamenti : http://www.festadellastoria.unibo.it/
Una piccola selezione di nuovi testi sul tema:
Il filo d’oro. Storia della scrittura,
Clayton Ewan,
Bollati Boringhierihttp://www.festadellastoria.unibo.it/
Trad Antonelli d’Oulx B
“Questa, ha scritto Ewan Clayton, presentando il suo libro, è la storia degli uomini che hanno cambiato la scrittura; e siccome noi siamo gli eredi delle scelte che loro hanno fatto, questa è anche la nostra storia”. Il filo d’oro della comunicazione scritta, la più antica e persistente delle tecnologie umane, si è dipanato lungo tutto il percorso dell’umanità per oltre tremila anni. Parte dalle pareti rocciose di Wadi el-Hol, nell’Alto Egitto, e da lì passa ai pezzi di coccio, al papiro, alle architravi marmoree, alla pergamena, alle tavolette di cera, alla carta cinese, fino ad arrivare allo schermo pixellato del computer e sui muri delle periferie metropolitane. Ogni parola, tracciata da chiunque, con qualsiasi mezzo e su qualsiasi superficie, ha mostrato chiaramente la storia che l’ha preceduta e dialogato in maniera serrata con il suo tempo e la sua società. Questo è “Il filo d’oro”: l’epopea di quel miracolo culturale che è la parola scritta, da sempre strumento insuperabile di comunicazione e motore del progresso culturale, scientifico e politico dell’umanità. Stiamo vivendo un periodo di svolta e di grandi cambiamenti tecnologici. Eppure mai come ora gli uomini hanno scritto con tanta abbondanza, e in questo loro gesto, forse inconsapevolmente, continuano a tramandare, adeguandoli al loro tempo, segni che sono figli di una storia lunga e sfaccettata, che poi è la nostra storia.
La famiglia Rosselli. Una tragedia italiana,
Rosselli Aldo, Castelvecchi
Questa biografia atipica e struggente è il racconto di una famiglia ferita dalla Storia, dove le vicende private si intrecciano con quelle dell’Europa e in cui l’autore si confronta con il valore e il peso di una profonda eredità morale. Aldo Rosselli comincia dall’amore tra i nonni Joe e Amelia e prosegue fino al periodo dell’esilio dopo la morte del padre Nello e dello zio Carlo, assassinati dai fascisti a Bagnoles-de-l’Orne nel 1937. Emerge così la forte presenza di Amelia, l’intelligenza e il coraggio dei due fratelli, la condivisione dell’impegno politico, i lutti che hanno trasformato quell’impegno in testimonianza. Più che una ricostruzione storica, “La famiglia Rosselli” è una sorta di evocazione, un flusso d’immagini che lo scrittore estrae dagli epistolari e dalle fotografie, quelle stesse foto che popolarono di fantasmi e interrogativi la sua mente di bambino. In queste pagine non c’è traccia di retorica, ma la capacità di materializzare gesti e volti, la volontà di riallacciare gli ideali e gli affetti, la memoria e la vita, di scavare dentro di sé alla ricerca di frammenti di felicità.
Storia dei grandi esploratori, Mirko Molteni, Odoya
In ogni epoca uomini ardimentosi osarono spingersi al di là della rassicurante linea del proprio orizzonte per affrontare l’ignoto. Nel testo di Molteni riemergono le testimonianze degli esploratori celebri e meno celebri che dalla più remota antichità arrivarono fino alle soglie dell’età moderna. Se i faraoni egizi spedivano bastimenti lungo il mar Rosso ed esploratori terrestri a tracciare vie carovaniere oltre le cateratte del Nilo, i fenici costeggiarono l’Africa, circumnavigandola. Quanto ai greci, le spedizioni militari di Senofonte e Alessandro Magno diedero loro occasione di marciare nei più ignoti recessi dell’entroterra asiatico. Gli imperatori della Cina spedirono ambasciatori nell’Asia centrale. Nell’estremo Nord le navi dei vichinghi arrivarono presto all’Islanda e da lì in Groenlandia e Nord America. Per le vie carovaniere lasciate in eredità da Gengis Khan si mosse anche Marco Polo, e per generazioni i mercanti europei ne seguirono le orme cercando floridi affari. Quando, nel XV secolo, le vie dell’Oriente tornarono a chiudersi, si aprì l’epoca delle grandi esplorazioni via mare: dalle missioni africane promosse da Enrico il Navigatore a Bartolomeo Dias, che doppiò il capo di Buona Speranza aprendo la via per l’India, raggiunta poi da Vasco da Gama. In seguito al rivoluzionario approdo delle caravelle di Colombo sulle sponde dei Caraibi, l’epopea delle scoperte geografiche fu sancita dal giro del mondo di Magellano, base per gli imperi coloniali dei secoli successivi.
MARCUS REDIKER
La nave negriera, Il mulino
«quando la Gran Bretagna e gli Stati Uniti abolirono il commercio di schiavi, cosa aveva prodotto la nave negriera? Aveva già portato nove milioni di persone dall’Africa al Nuovo Mondo… circa cinque milioni di persone erano morte in Africa, sulle navi e nel primo anno di lavoro nel Nuovo Mondo. Nel solo periodo che va dal 1700 al 1808 circa 500 mila morirono nella marcia verso le navi, altri 400 mila a bordo e ancora 250.000 poco tempo dopo l’arrivo a destinazione»
Dall’Africa all’America, il viaggio nell’Atlantico di schiavi e negrieri: la storia dello schiavismo si arricchisce con questo libro di un nuovo avvincente capitolo. Sotto la lente di ingrandimento, la nave quale microcosmo che riassume l’intero mondo della tratta. Grazie a una sequenza di storie esemplari, dedotte da fonti d’epoca, veniamo a sapere com’era fatta la nave, cosa vi accadeva, chi la popolava: gli schiavi, il capitano, la ciurma, gli ospiti eventuali, i mercanti. Ne scaturisce la vivida rievocazione di quelle terribili «prigioni galleggianti» che solcando l’oceano produssero insieme enorme ricchezza e altrettanta desolazione e dolore.
Marcus Rediker insegna Storia atlantica nell’Università di Pittsburgh. Fra i suoi libri: «I ribelli dell’Atlantico. La storia perduta di un’utopia libertaria» (con P. Linebaugh, Feltrinelli, 2004), «Canaglie di tutto il mondo. L’epoca d’oro della pirateria (Elèuthera, 2005), «La ribellione dell’Amistad» (Feltrinelli, 2013).
chiudiamo con un’opera suprema, dedicata alla Prima Guerra Mondiale: Joe Sacco ha dipinto nella Metro Parigina la sua versione della Battaglia della Somme. Ne è nato il graphic novel che segue:
LA Grande Guerra, JO SACCO, RIZZOLI LIZARD
Iniziata il 1° luglio 1916, la Battaglia della Somme è diventata il simbolo della follia della Prima guerra mondiale. Solo durante quel primo giorno vennero uccisi circa 21.000 soldati britannici e altri 57.000 vennero feriti. Quando l’offensiva si arrestò, i caduti erano più di un milione. In “La Grande Guerra”, il giornalista-fumettista Joe Sacco rappresenta gli eventi di quel giorno con un’opera panoramica muta, straordinariamente dettagliata: dal generale Douglas Haig alle imponenti postazioni di artiglieria dietro le linee, alle legioni di soldati che emergono dalle trincee per essere abbattuti nella terra di nessuno, fino alle decine di migliaia di feriti in ritirata e ai morti seppelliti in massa.
Argentina Svizzera in libreria
Posted in le news dal mondo del libro, tagged argentina sviezza, autori svizzeri, Buenos Aires, DelVecchio edizioni, Homo Faber, Jorge Luis Borges, La Boca, LIBRI SVIZZERA, Max Frisch, Max Fritsch Max Frisch Il silenzio, Nick Caistor, Odoya, partita argentina svizzera, Ritratto di una città on luglio 1, 2014| Leave a Comment »
prima di Argentina – Svizzera di calcio di oggi: Un ritratto di Baires, o un romanzo di Max Fritsch?
Buenos Aires, Ritratto di una città,
Nick Caistor, Odoya
L’architetto Le Corbusier definì Buenos Aires “la capitale di un impero immaginario”. A partire dalla sua fondazione nel VI secolo, la principale città argentina è stata tanto un luogo dell’immaginazione quanto lo scenario di numerosi eventi storici cruciali. Dalle invasioni straniere del passato ai più recenti colpi di stato e dittature militari, parallelamente alla storia della città si è sviluppata una vibrante cultura popolare generata dalla durezza dell’immigrazione e dalla nostalgia per una patria perduta.
Questa guida culturale ci spinge a riflettere sugli sforzi di uomini e donne per costruire una città dove realizzare i propri sogni, fornendoci al contempo un vivido affresco della Buenos Aires odierna. Dai grattacieli sorti lungo l’estuario del Rio de La Plata al pittoresco porto di La Boca da dove migliaia di migranti si sono affacciati per la prima volta al nuovo continente, Buenos Aires ha creato la sua propria leggenda, che oggi rivive nelle tanguerie, negli affollati campi da calcio, nei caffè dove prendono vita sostenuti dibattiti o da dove osservare il movimentato viavai dei passanti.
Nick Caistor ci porta all’interno della brulicante città, mostrandoci come il passato abbia plasmato le sue strade, come la politica argentina abbia lasciato il proprio marchio in ogni angolo urbano, come ogni nuova ondata di abitanti si sia venuta a integrare al variegato mix culturale della città. Esplorando la complessa eredità lasciata tanto del colonialismo spagnolo quanto del peronismo. Riflettendo su quanto abbiano rappresentato per Buenos Aires scrittori come Darwin e Humboldt, Borges e Cortázar. Rivelandoci Buenos Aires come città vivissima e pulsante di musica, danza e spettacolo.
“E la città, adesso, è come una mappa delle mie umiliazioni e fallimenti;
da quella porta ho visto i tramonti e davanti a quel marmo ho aspettato invano.
Qui l’incerto ieri e l’oggi diverso mi hanno offerto i comuni casi di ogni sorte umana;
qui i miei passi ordiscono il loro incalcolabile labirinto.”
– Jorge Luis Borges, Buenos Aires –
Autore
Nick Caistor ha vissuto a Buenos Aires per molti anni, continuando a esplorarla e studiarne l’evoluzione architettonica, politica, economica e culturale nell’ultimo decennio. Corrispondente dall’Argentina per la BBC, ha scritto e tradotto numerosi libri sull’America Latina.
Max Fritsch
Max Frisch
Il silenzio, DelVecchio edizioni
Balz Leuthold non ha mai voluto essere una persona ordinaria. Poco prima del suo trentesimo compleanno, però, si rende conto di non potersi neanche considerare davvero una persona straordinaria. Nella vita, fino a ora, non ha compiuto azioni degne di particolare nota, nessuna invenzione, nessuna creazione artistica o letteraria che lo elevino a persona speciale. Allora ha preso una decisione: scalerà quella montagna che da giovane guardava ergersi sulle sue passeggiate, che faceva ombra ai discorsi con il fratello “adulto”. Compirà un atto eroico, e con questa azione “virile” darà un senso compiuto alla sua esistenza. È deciso: azione o morte. Ma giunto in montagna alla locanda dove sostava anche in gioventù, incontra una giovane straniera, che lo guarda e lo vede come nessuno fino ad allora lo ha mai guardato e visto. Chi è lei, da che vita proviene? Perché sembra non aver paura di nulla? E dall’incontro tra i due scaturiscono gli interrogativi, e la narrazione si sviluppa e trascina via il lettore proprio come un torrente montano scorre rumoreggiando tra i crepacci, e il vortice di pensieri e accadimenti lascia senza fiato, travolge come il senso di assoluto degli ambienti montani, dove il sorgere del giorno e il calare della notte sono eventi che penetrano le fibre dell’individuo tanto quanto fame, sonno e sete. E la domanda echeggia: cosa fa di una vita una vita veramente compiuta? Ha a che fare, questo, con la felicità?
Max Frisch dà voce alle domande di un uomo alle prese con il proprio prepotente bisogno di compiutezza.
Il Venerdì di Repubblica
È NATO A ZURIGO NEL 1911, ED È STATO uno dei più noti e importanti scrittori del secondo Novecento, entrato a far parte anche del canone scolastico in particolare per i grandi romanzi, Homo Faber, Il mio nome sia Gantenbein e Stiller. Ma forse ancora più interessanti dei romanzi sono le narrazioni brevi e soprattutto il suo teatro (Andorra, La muraglia cinese, Don Giovanni o l’amore per la geometria), e gli sceneggiati radiofonici, di grande profondità e incisività. Architetto, soldato, giornalista e grande viaggiatore, Frisch fu da giovane un esperto scalatore, e la montagna rimase tra le sue passioni come luogo reale e simbolico, insieme alla letteratura, la psicologia e la geometria. La sua vita fu ricchissima di cambiamenti di ritmo e scenario, amicizie stimolanti (tra cui quelle con Brecht, Dürrenmatt e Ingeborg Bachmann), eventi imponderabili e riconoscimenti. Sempre apparentemente in fuga, adorava i rifugi, tra cui il più amato, dalla fine degli anni Sessanta, fu una vecchia stalla a Berzona da lui riadattata a residenza. Frisch ottenne tutti i più importanti riconoscimenti di ambito germanofono e anche molti premi e attestazioni di merito in Francia, Inghilterra, Israele e Stati Uniti
L’uomo che voleva essere Francis Scott Fitzgerald, David Handler, Odoya
Posted in i libri che ci sono piaciuti - recensioni, tagged David Handler, gialli, gialli consigliati, L'uomo che voleva essere Francis Scott Fitzgerald, noir consigliati, nuovi gialli, Odoya on giugno 19, 2009| Leave a Comment »
Esiston davvero i ghostwriter, prestano le loro doti di scrittori a colleghi più titolati, restando nell’ombra. Capita anche, come nel bel noir che segnaliamo, di trovarsi alle prese con un autore piuttosto inquietante. Un libro vincitore dell’Edgar Award.
L’uomo che voleva essere Francis Scott Fitzgerald,
David Handler, Odoya
David Handler, giornalista e sceneggiatore, ha vinto con questo libro l’Edgar Award e l’American History Award, i due riconoscimenti più prestigiosi per uno scrittore di gialli.
Un tempo Stewart “Hoagy” era la stella del mondo letterario americano e il marito della splendida attrice Marilee Nash; poi l’ispirazione lo ha abbandonato e così anche la fama, la ricchezza, la moglie; ha perso la casa in Central Park e la Jaguar rossa.
Ora Hoagy divide un minuscolo bilocale newyorchese con il cane Lulu, un basset hound schizzinoso, permaloso e pieno di allergie, e si guadagna da vivere facendo il ghostwriter per le celebrità.
Un mestiere tranquillo, finché non gli viene chiesto di mettere la sua penna al servizio di Cam Noyes, un giovane scrittore dallo stile accattivante e dal fisico da modello, osannato dai critici come l’erede di Francis Scott Fitzgerald. Da questo momento la sua vita verrà sconvolta.
E quando i cadaveri cominceranno ad accumularsi più in fretta delle pagine di un dattiloscritto, si renderà conto che la penna non è più potente della spada e che, se non agisce rapidamente, non rimarrà più