“Senza contatto con gli avi, senza i valori che le generazioni precedenti trasmettono, si è solo un corpo vivo ma senza un’anima. Scrivere non è un incantesimo magico, ma un varco verso il mondo che è nascosto dentro di noi. La parola scritta ha il potere di accendere l’immaginazione e di illuminare il tuo io interiore”. Sono parole di Aharon Appelfeld, incredibile testimone della furia nazista e scrittore sopraffino, che ben illustrano il suo intento . Dopo esser stato pubblicato in Italia da La Giuntina, è stato fatto conoscere ad un pubblico più ampio da Guanda, inizialmente con Badenheim 1939, dove dimostrava una bravura eccezionale nel descrivere i piccoli cambiamenti che, dalla primavera del 1939 in una località termale austriaca, avvennero senza destare troppe preoccupazioni tra i villeggianti, per poi sfociare nell’orrore che tutti conosciamo. E’ seguito Una vita, la sua autobiografia, e ora tocca a Paesaggio con bambina.
Anche questa storia è fortemente autobiografica: la storia di Tsili Kraus, l’ultimogenita di una famiglia di bottegai ebrei dell’est che sfugge allo sterminio errando nei boschi e nelle campagne, vive le terribili vicende vissute da Appelfeld durante il secondo conflitto mondiale; una bambina ingenua, meno intelligente degli altri piccoli della famiglia, lasciata per questo a custodire la casa dopo la fuga dei famigliari, che ha nella propria purezza l’unica arma di difesa contro l’esterno. Attraverso i suoi occhi candidi, vedremo scorrere un mondo incupito dall’odio e dal sospetto, gretto e devastato. La prosa di Appelfeld pare divenire più semplice e lineare, quasi a seguire i pensieri essenziali di Tsili; la storia è asciutta, ma i suoi vagabondaggi nell’Europa orientale non lasciano certo indifferenti!
PAESAGGIO CON BAMBINA, Guanda
Aharon Appelfeld
Tsili Kraus vive in un paesino dell’Europa orientale, ultimogenita di una famiglia di bottegai ebrei. Al contrario dei fratelli, a scuola non brilla, e gli eventi quotidiani la lasciano sempre un po’ stranita. Ma questa è la sua fortuna: il candore diventa un’ancora di salvezza quando l’odio per la sua gente allunga i tentacoli fino agli angoli più sperduti del Vecchio continente. La sua famiglia, in fuga dalle persecuzioni, la lascia a guardia della casa, e lei, fragile nel corpo e nella mente, passa inosservata agli aguzzini. Da quel momento Tsili comincia a errare senza meta, da una capanna a una fattoria, ovunque qualcuno sia disposto, in cambio di due braccia in grado di lavorare, a offrirle un tetto. Nessuno, però, è molto generoso con lei: c’è chi la batte e chi cerca di possederla, chi la caccia e chi la sbeffeggia. Un giorno incontra Marek, che è scappato da un campo di concentramento e ha negli occhi la disperazione di chi ha visto l’inferno. Le loro due esistenze diventano una sola: insieme trovano conforto e forse una nuova ragione di vita.
Fra le voci di noi scrittori sopravvissuti, quella di Appelfeld ha un tono unico, inconfondbile, espressivo anche nei silenzi.
Primo Levi
Tra tutti i libri di Appenfeld, Paesaggio con bambina è quello che presenta la realtà più dura e la forma di soffeenza più estrema.
Philip Roth
Aharon Appelfeld è nato nel 1932 a Czernowitz, Bucovina. Di famiglia ebraica, fu deportato in un campo di concentramento insieme al padre, dopo che i nazisti ne avevano ucciso la madre. Ben presto, a soli otto anni, fuggì e trascorse i successivi tre anni vagando per i boschi. Nel 1944 venne raccolto dall’Armata Rossa, prestò servizio nelle cucine da campo in Ucraina e poi riuscì a raggiungere l’Italia. Nel 1946 approdò in Palestina. Veterano dell’esercito israeliano, sposato e padre di tre figli, Appelfeld insegna letteratura ebraica all’università Ben Gurion a Be’er Sheva’. È membro dell’American Academy of Arts and Sciences. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo.