ci prepariamo al nuovo mese con Derek Walcott, straordinario poeta caraibico:
DEREK WALCOTT
ECLOGHE ITALIANE, VI
Ora, sera dopo sera,
l’agosto fruscerà dalle conifere, una luce arancio
s’infiltrerà tra le pietre della strada, ombre
giacciono parallele come remi sul lungo scafo d’asfalto,
cavalli strigliati scuotono le teste in campi aridi
e la prosa esita sul ciglio del metro. La volta
si amplia, il soffitto attraversato da pipistrelli o rondini,
il cuore scala colline lilla nella luce che declina
e la grazia offusca gli occhi di un uomo che si avvicina
alla sua casa. Gli alberi serrano le porte, le onde
chiedono ascolto. La sera è un’incisione, il medaglione
di una sagoma rabbuia coloro che amiamo nel loro profilo, come il tuo,
la cui poesia trasforma il lettore in poeta. Il leone
del promontorio si oscura come quello di San Marco, metafore
si riproducono e svolazzano nella caverna della mente,
e si sente nell’incantesimo dell’onda e nelle conifere dell’agosto,
e si legge il cirillico delle fronde che gesticolano mentre
il silenzioso consiglio dei cumuli inizia a radunarsi
su un Atlantico dalla luce calma quanto quella di uno stagno,
e i lampioni spuntano come frutti nel villaggio, sopra i tetti,
e l’alveare delle costellazioni appare, sera dopo sera,
la tua voce, tra scure canne di versi che risplendono di vita.
(da Il levriero di Tiepolo, 2000 – Traduzione di Andrea Molesini)