Grazie all’editore Casagrande, viene, per la prima volta, proposto in versione in italiana, con la cura e la traduzione di Vera Gheno e Fabio Pusterla, rispettivamente dall’ungherese e dal francese, il volume di poesie, Chiodi, di quella grande scrittrice che è stata Agota Kristof,esule negli anni Cinquanta dall’Ungheria alla Svizzera, in cui resterà per il resto della sua vita. Per chi ha amato le pagine della Trilogia della città di K, e gli altri suoi libri pubblicati da EInaudi, un testo fondamentale per approfondire la sua ispirata vena letteraria, le sue tematiche.
http://www.edizionicasagrande.com/libri_dett.php?id=2694
Chiodi,
Agota Kristof, Casagrande Edizioni
Poesie
Collana «Scrittori»
Traduzione di Fabio Pusterla, Vera Gheno
Prefazione di Fabio Pusterla
Quando nel 1956, poco più che ventenne, Agota Kristof fugge dall’Ungheria con la sua bambina di quattro mesi, oltre che dal paese dell’infanzia si separa dai quaderni che raccolgono le sue prime poesie.
Il dispiacere per la perdita di quei versi spinge l’autrice a riscriverli così come se li ricorda e forse a reinventarli. Negli anni, Kristof compone altre poesie, sia in ungherese che in francese, la sua nuova lingua, e poco prima di morire esprime il desiderio di vedere raccolte tutte queste poesie in un libro. Il desiderio si avvera nel 2017, quando le Éditions Zoé le pubblicano in un’edizione bilingue ungherese-francese, e si avvera oggi anche in italiano, grazie alle versioni di Vera Gheno e di Fabio Pusterla.
I temi di questi componimenti sono quelli ben noti ai tanti e fedeli lettori dei romanzi e dei racconti di Agota Kristof – lo smarrimento, la perdita, l’esilio, il ricordo dell’amore, l’attesa, il desiderio – ma qui, nell’immediatezza della poesia, sembrano raggiungere un grado di intensità ancora maggiore.
una sua poesia:
Chiodi
Sopra le case e la vita
nebbia grigia lieve
con le foglie a venire
degli alberi nei miei occhi
aspettavo l’estate
più di tutto
dell’estate amavo la polvere la bianca
calda polvere
insetti e rane vi morivano soffocati
se non cadeva la pioggia
per settimane
un prato e piume viola sul prato
crescono
gli uccelli il collo dei pozzi
il vento stende sotto una sega
chiodi
puntuti e smussati
chiudono porte montano grate
tutt’attorno sulle finestre
così si edificano gli anni così si edifica
la morte
tratta da:
http://www.leparoleelecose.it/?p=32249

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