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Posts Tagged ‘prima guerra mondiale’

Tre presentazioni ad Atlantide , NOVECENTO E DINTORNI

Un breve viaggio nei primi decenni del Novecento attraverso il racconto di vite e storie diverse tra loro che possano restituire un quadro variegato di quel momento storico.

Tre ottimi libri consigliati da Atlantide

 Ultimo appuntamento del ciclo:

Libreria Atlantide, 13 aprile 2018, ore 18,15

Presentazione de Prima dell’alba, con l’autore Paolo Malaguti,

 intervistato da Corrado Peli

Pubblicato nel centenario della rotta di Caporetto, Prima dell’alba è  un romanzo dai toni noir frutto di accurate ricerche storiche dell’autore, che già si è cimentato in altri libri dedicati alla Prima Guerra Mondiale. Studi svolti non solo sui fatti militari accaduti ma anche sul linguaggio di chi visse quei giorni, sulla vita quotidiana di chi era in trincea.  Due tempi alternati si intersecano, ossia l’indagine dell’ispettore fiorentino Ottaviano Malossi, che si sviluppa a ritroso da quel giorno del 1931 in cui verrà ritrovato a bordi di una linea ferroviaria il corpo senza vita di Andrea Graziani. Personaggio realmente esistito, divenuto il potente Luogotenente Generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, ma anche uno dei generali più spietati nei confronti della truppa durante il conflitto mondiale, distintosi per aver applicato in maniera esemplare le direttive di Cadorna dopo la disfatta di Caporetto. Il libro è dedicato idealmente ad Alessandro Ruffini, artigliere di 24 anni, fucilato per non aver gettato il suo sigaro nella posizione di attenti.

Il secondo momento narrato è quello della trincea, da cui emerge la figura de “il Vecio”, veterano sopravvissuto alla durissima vita al fronte, alla fame e alle malattie, ai comandanti incapaci e alle fucilazioni sommarie, capace di resistere con il  suo silenzio ad un mondo privo di senso.

Un libro dalle tante sfaccettature da cui emerge la grande abilità di un autore capace di avvincere il lettore, con la suspense del noir, con il rigore del romanzo storico, con la potenza  e l’emblematicità della vicenda trattata.

Paolo Malaguti è nato a Monselice (Padova) nel 1978. Attualmente vive ad Asolo e lavora come docente di Lettere a Bassano del Grappa. Con Neri Pozza ha pubblicato La reliquia di Costantinopoli (2015), finalista al Premio Strega 2016. Tra le sue opere Nuovo sillabario veneto (BEAT, 2016) e Sul Grappa dopo la vittoria (Santi Quaranta)

il Blog dell’autore, la sua pagina Fb:

http://paolo-malaguti.blogspot.it/

https://www.facebook.com/paolo.malaguti.9

Corrado Peli, è scrittore e giornalista. Nato a Castel San Pietro nel 1974, a maggio uscirà il suo prossimo romanzo dal titolo “I bambini delle case lunghe”, per Fanucci editore – Timecrime.

le precedenti presentazioni, già avvenute:

Libreria Atlantide, Mercoledì 14 marzo 2018, ore 18,15.

 I racconti di sfinge, di Eugenia Codronchi.

 

Libreria Atlantide, Mercoledì 21 marzo 2018, ore 20,45

 Il bambino del treno con l’autore Paolo Casadio intervistato da Paolo Bassi.

 

      

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in libreria, Il fuoco e il gelo – La Grande Guerra sulle montagne, di Enrico Camanni (Laterza)

 

Si uccidevano nella bellezza assoluta della montagna, nella vertigine delle Dolomiti, sui deserti degli altipiani e nel gelo dei ghiacciai. Combattevano per pezzi di roccia così impervi che talvolta le valanghe si portavano via i vincitori. Era la guerra più assurda, nei posti più incantati.

Per tre anni e tre terribili inverni la Grande Guerra scaraventa migliaia di uomini sul fronte che dallo Stelvio e dall’Ortles scende verso l’Adamello, le Dolomiti, il Pasubio e Asiago. In quegli anni di fuoco, su 640 chilometri di ghiacciai, creste, cenge, altipiani e brevi tratti di pianura cadono circa centottantamila soldati. Le Alpi diventano un immenso cimitero a cielo aperto, sfigurate da una devastante architettura di guerra che scava strade e camminamenti, costruisce città di roccia, legno e vertigine, addomestica le pareti a strapiombo e spiana le punte delle montagne.Alpini e soldati del Kaiser si affrontano divisi tra l’odio imposto dalla guerra e l’istinto umano di darsi una mano, invece di spararsi, per far fronte alla tormenta e alla neve. Si ingaggiano piccole battaglie anche a tremilaseicento metri, ma la vera sfida è sempre quella di resistere per rivedere l’alba, la primavera, la fine della guerra, prima che la morte bianca si porti via le dita di un piede, o la valanga si prenda un compagno.Intanto, l’isolamento, il freddo, i dislivelli bestiali, le frane, le valanghe, la vita da trogloditi, la coabitazione tra soli uomini producono risposte sorprendenti, insolite collaborazioni umane, geniali rimedi di sopravvivenza e adattamento.
Leggendo le storie di vita e di guerra raccolte in questo libro – crude e vere perché narrate dai protagonisti in prima persona attraverso le lettere e i diari – si scopre un mondo d’insospettata complessità e ricchezza. E di speciale umanità.

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SAGGI STORICI:

Niall Ferguson, Il grido dei morti, Mondadori

 

Porta d’accesso al «secolo breve», guerra che avrebbe dovuto porre fine a tutte le guerre, «inutile strage »: il primo conflitto mondiale fu una tragedia che costò la vita a oltre nove milioni di persone e inferse all’Europa della Belle Époque una ferita profonda che ne trasfigurò per sempre il ruolo sul palcoscenico della storia mondiale. La Grande guerra fu lo sbocco finale della corsa agli armamenti perseguita dalle principali potenze europee (in particolare dalla Germania), il frutto avvelenato dell’imperialismo, l¿esito dell’azione di forze storiche talmente potenti e vaste che nessun politico, diplomatico o militare fu in grado di contrastarla. In breve, una sorta di fatale e ineluttabile Armageddon.

Sono queste le interpretazioni che gli storici hanno dato delle origini e delle cause della prima guerra mondiale. Ma davvero il Reich tedesco rappresentava una minaccia per l’ordine e la stabilità dell¿Europa? Davvero si trattò di un conflitto inevitabile? A queste e altre domande risponde lo storico Niall Ferguson. Muovendosi in una interdisciplinare «terra di nessuno», confrontando dati economici e finanziari, rileggendo i testi dei «poeti di guerra», gli articoli dei principali quotidiani dell’epoca, come pure i libri di memorie o i documenti diplomatici, Ferguson fa piazza pulita di tanti miti e luoghi comuni e solleva questioni cruciali che intaccano alla radice la nostra percezione e conoscenza della prima guerra mondiale: è vero che l’opinione pubblica accolse la guerra con entusiasmo, come spesso è stato scritto? E quale peso ebbe la propaganda nei paesi belligeranti? Se le condizioni di vita nelle trincee erano così spaventose, se le armi impiegate erano così micidiali, perché gli uomini continuarono a combattere e non disertarono o non si ammutinarono? Chi vinse la pace, o meglio, a chi toccò di pagare il prezzo della guerra? E soprattutto: ne valse la pena? Alla fine Il grido dei morti, nelle sue conclusioni provocatorie e sconcertanti, originali e controcorrente, ci consegna un’unica, terribile verità: la prima guerra mondiale non fu soltanto una tragedia. Fu il più grave errore della storia moderna.

 

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Christopher Clark,

I sonnambuli,

Come l’Europa arrivò alla Grande Guerra

trad. di D. Scaffei, Laterza

 

1914. Re, imperatori, ministri, ambasciatori, generali: chi aveva le leve del potere era come un sonnambulo, apparentemente vigile ma non in grado di vedere, tormentato dagli incubi ma cieco di fronte alla realtà dell’orrore che stava per portare nel mondo.

 

La mattina di domenica 28 giugno 1914, l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico, e sua moglie Sofia arrivarono in treno a Sarajevo e salirono a bordo di un’autovettura, imboccando il lungofiume Appel, per raggiungere ilmunicipio. Non apparivano affatto preoccupati per la loro sicurezza. Venivano da tre giorni di soggiorno nella cittadina di vacanze di Ilidze, dove non avevano incontrato che facce amiche. Avevano perfino avuto il tempo per un’imprevista visita al bazar di Sarajevo, dove avevano potuto muoversi senza essere disturbati nelle viuzze affollate di gente. Non sapevano che Gavrilo Princip, il giovane serbo bosniaco che li avrebbe uccisi solo tre giorni dopo, era anch’egli nel bazar, intento a seguire i loro movimenti.

Anche l’Europa si avviava inconsapevole al dramma. Non sapeva di essere fragile, frammentata, dilaniata da ideologie in lotta, dal terrorismo, dalle contese politiche. Così l’atto terroristico compiuto con sconcertante efficienza da Gavrilo Princip ai danni dell’arciduca ha un esito fatale: la liberazione della Bosnia dal dominio asburgico e l’affermazione di un nuovo e potente Stato serbo, ma anche il crollo di quattro grandi imperi, la morte di milioni di persone e la fine di un’intera civiltà.

 

Impeccabilmente documentato, sostenuto da una prosa brillante e provocatoria, questo libro è un modello esemplare di ricerca.

Max Hastings, “Sunday Times”

 

Ci sono molti libri sulla prima guerra mondiale, ma pochi illuminanti come questo. Clark indaga ogni dettaglio, ma è particolarmente acuto sulle cause balcaniche del conflitto.

“Financial Times”

 

Il libro è stato inserito dal “New York Times” tra i 10 Best Books of 2013

 

 

 

La prima guerra mondiale. Dodici punti di svolta ,

Ian F. Beckett (Autore), C. Veltri, Einaudi

 

A un secolo dall’assassinio dell’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando, le ripercussioni del devastante conflitto mondiale che ne segui durano ancora oggi. In questo saggio, lo storico Ian Beckett isola dodici eventi cruciali della prima guerra mondiale. Soffermandosi su episodi sia celebri sia pressoché dimenticati, l’autore racconta la storia della Grande Guerra da una prospettiva inedita, sottolineando di volta in volta il ruolo del caso come quello della strategia, episodi giganteschi come solo apparentemente poco rilevanti, la dimensione sociale come quella militare e l’evento di lungo periodo come quello che esaurisce rapidamente la sua portata storica. “La prima guerra mondiale” adotta una prospettiva globale, accompagnando il lettore dai campi belgi intenzionalmente inondati per arrestare l’avanzata tedesca alle immagini della tragica battaglia della Somme proiettate nei cinematografi inglesi, dall’idealismo della Washington di Thomas Woodrow Wilson alla catastrofica offensiva tedesca del Lys, nel 1918. La guerra è di per sé un enorme agente di trasformazione, ma Beckett ci mostra che gli sviluppi storici più significativi non si verificarono solo sui campi di battaglia o nei palazzi del potere, bensì anche nei cuori e nelle mentalità dei popoli.

 

 

DUE COLPI DI PISTOLA, DIECI MILIONI DI MORTI, LA FINE DI UN MONDO

 

STORIA ILLUSTRATA DELLA GRANDE GUERRA

Emilio Gentile    , Laterza

 

Dieci milioni di morti, tre imperi secolari annientati, rivoluzioni, guerre civili, nuovi Stati, nuovi nazionalismi, nuove guerre. E la fine del primato europeo nel mondo. Sono queste le conseguenze dei due colpi sparati a Sarajevo il 28 giugno 1914. Un mese dopo esplode la guerra europea: in quattro anni, diventa la prima guerra mondiale. Nel continente che domina il mondo, la modernità trionfante della Belle Epoque si trasforma nella modernità massacrante di una guerra totale. La prima guerra mondiale lascia un marchio tragico nella coscienza umana: venti anni dopo, una seconda guerra mondiale, con cinquanta milioni di morti, lo rende indelebile. Gli storici interrogano la grande guerra: perché scoppiò, perché tanti milioni di soldati furono massacrati e perché altri milioni continuarono a combattere per tanto tempo? Conoscere la sua storia è la condizione per trovare una risposta. Emilio Gentile racconta con parole e immagini l’evento che ha dato origine all’epoca in cui viviamo.

 

 

 

ROMANZI:
Humphrey Cobb
Orizzonti di gloria, Castelvecchi

Scritto nel 1935 e adattato per il grande schermo nel 1957 da Stanley Kubrick, Orizzonti di gloria è una storia di coraggio e sacrificio: un romanzo, scritto da un reduce e ispirato a fatti realmente accaduti.

Durante la Prima Guerra Mondiale, sul Fronte occidentale i soldati francesi ricevono l’ordine di assaltare il «Formicaio», una roccaforte tedesca; la mossa appare subito azzardata, perché diretta contro un presidio praticamente inespugnabile. Dopo il prevedibile fallimento dell’attacco, che causa ingenti perdite, viene aperta un’inchiesta con lo scopo di trovare un capro espiatorio al disastro annunciato. Così, un piccolo gruppo di uomini scelti a caso tra i ranghi inferiori viene trascinato dinanzi alla Corte Marziale con l’accusa di codardia. Il processo che ne segue è la farsa agghiacciante di una pachidermica e impietosa macchina di potere, che passa da una forma di orrore omicida a un’altra, guidata in realtà solo dagli astrusi interessi di una minoranza.

HUMPHREY COBB

(1899 – 1944) Sceneggiatore e romanziere, nato a Siena da genitori anglosassoni. Dopo aver prestato servizio nell’esercito canadese per tre anni durante la Prima Guerra Mondiale, rientra negli Stati Uniti per lavorare dapprima nel mercato azionario, poi nella marina mercantile, nell’editoria, in pubblicità, e infine per l’Office of War Information – antesignano della Cia – redigendo materiale di propaganda. Cobb è inoltre autore di None But the Brave (1938) e della sceneggiatura del film San Quintino (1937) con Humphrey Bogart.

 

 

Sangue, paura, follia. La missione suicida di un giovane tenente sul fronte dell’Isonzo. Germano Bandiera è solamente un giovane, ma sente la responsabilità delle vite degli uomini che gli hanno affidato, in quel carnaio orribile che fu la Prima Guerra Mondiale

 

Un testo recuperato di Carlo della Corte, nato a Venezia nel 1930. Giornalista e collaboratore di varie testate, giornalista televisivo, poeta, cinefilo, esperto in comics, fu anche scrittore di fantascienza, ma quel che racconta in questo libro, è la terribile realtà di quel conflitto

 

Il grande balipedio. La missione suicida di un giovane tenente durante la prima guerra mondiale

Carlo Della Corte, Endemunde

 

Un balipedio, spiega il dizionario, è un “campo sperimentale per il tiro dei cannoni e per altre esercitazioni a fuoco”. Ed è così che il fronte dell’Isonzo, martoriato da una tempesta d’armi d’ogni tipo, appare al giovane tenente Germano Bandiera: un colossale tiro a segno funestato dalla stupidità e dal cinismo degli alti comandi. Letterato benestante e sensibile, combattente contro voglia e istintivamente antieroe, Bandiera si trova a dover guidare il suo plotone di guastatori in una missione tanto inutile quanto impossibile: recuperare tre pesantissime corazze di bronzo abbandonate sul campo di battaglia. Alla cronaca di una realtà fatta di fango e sangue, paura e abbrutimento, il racconto alterna i flussi di pensiero d’un venticinquenne cui l’impronta di un’educazione alto borghese impedisce di comprendere fino in fondo la natura classista “di uno scontro fra torme di contadini spaventati.” “Il grande balipedio” non è solo un duro romanzo di guerra. È anche la metafora di una resa all’insostenibile irrazionalità d’un gioco troppo grande e infernale.

 

PROSSIMAMENTE , un graphic novel

 

Joe Sacco,

La grande guerra , Rizzoli 

 

L’acclamato autore di “Palestina” con “La Grande Guerra” regala una nuova prospettiva sul conflitto più sanguinoso della Storia recente.

 

“Unico, devastante, indelebile.” – Kirkus Reviews

 

a Grande Guerra è tra i Best Book Kirkus Reviews del 2013 nella categoria non fiction “Guerra, eserciti e strategie militari”.

 

Lanciata il 1° luglio del 1916, la Battaglia della Somme è passata alla storia come il simbolo della follia della Prima guerra mondiale: solo durante il primo giorno morirono quasi 20.000 soldati inglesi e ne rimasero feriti più di 40.000. In “La Grande Guerra”, Joe Sacco racconta gli eventi con “un’opera panoramica” dettagliata, che ritrae vividamente le imponenti posizioni di artiglieria dietro le trincee, la violenza e la disperazione delle decine di migliaia di soldati costretti alla ritirata o morti e seppelliti in massa. Stampato su carta di pregio, piegato a fisarmonica e confezionato in un elegante cofanetto, il libro è accompagnato da un fascicolo che riporta un saggio e una preziosa nota d’autore.

 

 

 

 

 

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non ci stancheremo di leggere le pagine di chi ha vissuto gli orrori della prima guerra mondiale, di chi, come l’autore di questo libro, si è prima arruolato come volontario, per poi accorgersi dell’assurdità della mattanza a cui stava partecipando.

Una piccola perla ancora inedita in Italia, dove allo stile della narrazione si accompagna la forza con cui l’autore ci dona le sensazioni da lui vissute, alternandole a pagine riportanti i commenti dei giornali dell’epoca, o gli inserti degli archivi militari. Ben altro tono da quanto vissuto ora per ora nel fango e nelle trincee!

Edlen Koppen, Bollettino di guerra, Mondadori

Pubblicato nel 1930, al termine della repubblica di Weimar e poco prima dell’avvento del nazismo, “Bollettino di guerra” è un romanzo di forte impatto. Con l’immediatezza della testimonianza diretta, ma nello stile impartecipe della Nuova Oggettività, mostra come nessun altro gli orrori della Prima guerra mondiale. Il giovane studente Adolf Reisiger, partito volontario per il fronte francese come artigliere, impara a conoscere la carneficina che avviene sul fronte, dal fuoco in trincea agli attacchi col gas, dai bombardamenti aerei agli assalti dei carri armati. Il giovane lotta con tutto il suo ardore contro la forza devastante di una guerra disumana, “moderna”. Gettato letteralmente in un bagno di sangue scopre che eroismo, abnegazione, trionfi sono parole vuote, dietro le quali resta solo il cieco, brutale, insensato obbligo di “obbedire all’ordine di uccidere”. Proibito dai nazisti, dimenticato per decenni in Germania e inedito in Italia, questo romanzo, giudicato dai critici contemporanei il migliore sull’esperienza della Grande guerra, regge senza timore il confronto con altri assai più noti, come “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Erich Maria Remarque. Nato nel 1893 Köppen partì per il fronte francese nel 1914. Più volte ferito e promosso sul campo, al termine della guerra fu rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Congedato nel 1918, divenne redattore e traduttore lavorando per la prima radio di Berlino. Licenziato con l’avvento del nazismo, morì nel 1939.

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