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In libreria dal 21 gennaio, Qui è proibito parlare, di Boris Pahor, FAZI EDITORE

Dall’autore di Necropoli, caso letterario del 2008, vincitore del Premio Internazionale Viareggio-Versilia, del Premio Napoli, del Premio Latisana per il Nordest e Libro dell’Anno Fahrenheit, un libro intenso e drammatico che racconta un capitolo ancora sconosciuto della storia d’Italia, il periodo buio degli anni che hanno preceduto e preparato l’orrore descritto in Necropoli.

Principale porto dell’impero austro-ungarico, Trieste aveva visto coabitare per secoli culture diverse. Una volta integrata nel regno d’Italia alla fine della prima guerra mondiale, la presa del potere da parte di Mussolini e la presenza sempre più massiccia dei suoi seguaci avevano messo termine a questa intesa, e la città era diventata banco di prova di quello che il fascismo sarebbe stato non solo sul suolo italiano ma anche nel resto d’Europa. Fu qui che, per la prima volta e anticipando scenari futuri, fu messa in atto una campagna di pulizia etnica: tutto quello che era sloveno, lingua, cultura, gli stessi edifici, doveva sparire.

È in questo clima, così cupo e oppressivo, che Ema, giovane slovena originaria del Carso, da poco arrivata in città da Milano, si aggira piena di rabbia in una luminosa estate degli anni Trenta. Si lascia alle spalle una storia familiare dolorosa: i suoi sono tutti morti, compresa la sorella Fani che, poco più che adolescente, aveva abbracciato la causa fascista frequentando le camicie nere e diventando l’amante dei vari gerarchi del momento, rinnegando così la sua origine slovena e causando una ferita profonda a Ema che si era sentita tradita e umiliata. A Trieste la ragazza sta ora cercando un lavoro che le permetta di vivere in modo indipendente, ma le difficoltà che trova sul suo cammino e il rancore per un mondo che sente ostile non fanno che accrescere in lei un senso di dolorosa esclusione. Sarà l’incontro con Danilo sul molo del porto a segnare la svolta decisiva nella sua vita. Maturo e determinato, l’uomo guiderà i passi della ragazza nel difficile e pericoloso cammino della resistenza al fascismo e della difesa della cultura slovena, e su quello non meno tortuoso dell’amore.

Abbandonandosi a una passione che si fa sempre più viva e legandosi a Danilo in un’intesa profondissima, Ema riuscirà finalmente a liberarsi di ogni paura e a trovare la forza di prendere in mano la propria vita, di darsi senza remore alla lotta per il riscatto del popolo sloveno e di affrontarne con coraggio tutte le conseguenze fino alla prigione.

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