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Posts Tagged ‘QUODLIBET’

Arbasino lo considera il secondo libro più bello del mondo, dopo Don Chisciotte. .”La fascinazione per la betise, per la stronzaggine umana, da nessun autore è mai sentita con un’ingordigia così entusiastica e parossistica”. Perchè i due stupidotti protagonisti di Bouvard e Pécuchet diventano tragicamente attuali, con la loro sicumera di poter governare qualsiasi argomento nonostante la propria inesperienza, armati di credenze e frasi fatte. I risultati ottenuti potrete scoprirli leggendo il testo..
Romanzo tanto spassoso quanto crudele nei confronti dell’umanità: Flaubert si preparò all’opera leggendo migliaia di testi, e non vide mai il frutto della sua fatica. Incompiuto, venne pubblicato pochi mesi dopo la morte dell’autore.
 
 
 
 
 
Gustave Flaubert,
Bouvard e Pécuchet, Quodlibet
Con un testo di Ermanno Cavazzoni
 
«Bisognerebbe piuttosto mandarli in manicomio.»
 
Bouvard e Pécuchet, romanzo mirabile, famoso e di divertente lettura, di Gustave Flaubert, l’ultimo che ha scritto e che non ha terminato, anche se ha annotato come avrebbe dovuto concludersi; pubblicato nel 1881, un anno dopo la morte. I due copisti, il gioviale Bouvard e il segaligno Pécuchet, lasciato il modesto lavoro d’ufficio a Parigi, si insediano in campagna, dove per occupare il tempo si avventurano, da principianti inesperti ed eroicomici, in tutti i campi del sapere umano, con risultati ogni volta disastrosi e spassosi: agronomia, giardinaggio, arte delle conserve (ma tutto va a male e i barattoli scoppiano), chimica, medicina, geologia, teatro, politica, spiritismo, religione, pedagogia… in uno scivolamento di scienza in scienza, di mania in mania, sempre dissolto dalla loro ridicola incapacità. Eroi del fallimento perenne, prototipi della nostra umanità tutta scienza, progresso e stupidità. E finiranno come? a fare l’unica cosa che sanno fare, i copisti. Libro profondamente dissacratorio e satirico.

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in libreria, per Quodlibet.

https://www.quodlibet.it/libro/9788822900814

Trieste, 1909. Una ragazza ottiene, per la prima volta, l’accesso all’ottavo anno del ginnasio, passaggio obbligato per accedere agli studi universitari e conquistarsi un futuro di libertà e indipendenza. Sola femmina tra venti allievi maschi, catalizza inevitabilmente le attenzioni e le emozioni di tutti: ognuno, a suo modo, si innamorerà di lei, di quella figurina che vorrebbe essere nulla più che una compagna di studi e di scherzi spensierati, una voce nel coro concorde della classe.
Edda Marty, la protagonista di Un anno di scuola, è l’incarnazione di un ideale femminile che soltanto la città di Svevo e di Saba poteva produrre: insieme fragile e forte, seria e irriverente, dolce e «temeraria», come la definisce Stuparich all’inizio. La storia del suo incontro con Antero, il compagno più riservato e sensibile, si sviluppa in un vortice drammatico che, tra amore e morte, accompagnerà la classe verso gli esami. Ritratto di un’epoca irripetibile della vita, il racconto (pubblicato per la prima volta nel 1929) è anche una struggente rivisitazione della Trieste di inizio secolo, di quella Vienna calata sull’Adriatico dalla quale sono uscite alcune delle pagine più autentiche della nostra letteratura.

 

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non inseguiamo il “like” in più, strombazzare il titolo pompato dalle macchine micidiali del marketing editoriale, ci piace invece segnalare le proposte più originali, meritevoli: come questa nuova raccolta di Luigi Malerba, letture che fanno bene all’animo e lo rendono lieve.
 
LUIGI MALERBA, STORIETTE E STORIETTE TASCABILI, QUODLIBET
 
 
«Peccato che non ho le ali, pensò la mucca» – L. M.
 
Brevi storielle semplici, come esempi dell’inverosimile e acuta stupidità umana. Piene della migliore comicità di Malerba. I personaggi pensano molto ma pensano solo coglionerie, e spesso coglionerie ingegnose: Agrippone che cerca di produrre maiali a sei zampe; il bambino Tonino che fa l’anarchico per raggiungere all’inferno lo zio; Cesarino che non sopporta il passato remoto ma vive bene lo stesso; e poi il dirottatore di treni, il pittore che dipinge i rumori, e così via. Ma è una comicità piena di benevolenza verso questi stupidi eccentrici e la loro superiore stupidità. Questa è la raccolta completa delle Storiette e Storiette tascabili.
 
 
L’autore
Luigi Malerba
 
Luigi Malerba, nato a Parma e vissuto a Roma (1927-2008), è uno dei migliori scrittori del Novecento italiano. Ha scritto romanzi memorabili: Il serpente (1966), Salto mortale (1968) per citare i suoi primi; raccolte di racconti: Testa d’argento (1988), Dopo il pescecane (1979); cronache di viaggi, nonché personalissime stravaganze, come Le galline pensierose (1980, e 2014 l’edizione completa Quodlibet). Ha lavorato per il cinema e per diversi giornali.

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un amore nato in un momento terribile per la Germania, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando dieci milioni di tedeschi dovettero abbandonare i territori passati alla Polonia e alla Cecoslovacchia.
 
I profughi, di Arno Schmidt, Quodlibet
 
 
Questo romanzo breve («svelto», secondo la definizione dell’autore), scritto nel 1952, narra una storia d’amore e miseria che si svolge in un momento tragico, e poco noto, della storia d’Europa. Immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale, più di dieci milioni di tedeschi vennero espulsi dalle zone a est dell’Oder, passate alla Polonia e alla Cecoslovacchia. Ammassati verso il Reno e costretti a reinsediarsi presso compatrioti tutt’altro che fraterni, dovettero attraversare regioni devastate dalla guerra, affrontando la fame, l’odio e le difficoltà politiche dell’epoca. È durante questo esodo, in treno, che si incontrano i due protagonisti: lui uno scrittore che campa di traduzioni, lei una giovane vedova di guerra che vive con una pensione minima e ha perso una gamba durante un bombardamento. Continueranno insieme il viaggio, condividendo disagi, cibo e sentimenti. In uno stile crudamente naturalistico Schmidt racconta la sopravvivenza strenua di cultura, umorismo, pietas, miracolosamente intatti nello sfacelo.
 
 
A cura e con un commento di Dario Borso

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Se avete dei figli fategli mangiare fichi con formiche. Arricchirete in questo modo i loro ricordi d’infanzia.Come dar torto a Malerba?

 Luigi Malerba,
Consigli inutili
seguiti da Biografie immaginarie, Quodlibet

La miglior vena comico fantasiosa di Malerba. Dagli anni Novanta fino al 2008 Luigi Malerba ha coltivato questo genere che chiamava «consigli inutili». Sono brevi e molto divertenti storielle su come produrre il fango, su come riuscire a stare in piedi, su come perdere involontariamente una lettera sgradita, su come avere un’ombra, sulla difficile arte di non far niente, e così via. Si tratta di scritti inediti, tranne alcuni usciti in rivista.
A seguire otto biografie di personaggi immaginari, mediamente strambe e paradossali, dall’antichità classica al Settecento.
Le due raccolte sono state preparate e ordinate da Malerba nell’aprile 2008.

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“Se avete dei figli fategli mangiare fichi con formiche. Arricchirete in questo modo i loro ricordi d’infanzia. “

uno dei “Consigli inutili” di Luigi Malerba in via di pubblicazione per Quodlibet:

Consigli inutili
seguiti da Biografie immaginarie,

La miglior vena comico fantasiosa di Malerba. Dagli anni Novanta fino al 2008 Luigi Malerba ha coltivato questo genere che chiamava «consigli inutili». Sono brevi e molto divertenti storielle su come produrre il fango, su come riuscire a stare in piedi, su come perdere involontariamente una lettera sgradita, su come avere un’ombra, sulla difficile arte di non far niente, e così via. Si tratta di scritti inediti, tranne alcuni usciti in rivista.
A seguire otto biografie di personaggi immaginari, mediamente strambe e paradossali, dall’antichità classica al Settecento.
Le due raccolte sono state preparate e ordinate da Malerba nell’aprile 2008.

 

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Gallinas

Gallinas (Photo credit: rahego)

soave e lieve, amato da Italo Calvino,  ecco il libretto dedicato alle galline scritto da Luigi Malerba negli anni 80:

 

“Una gallina timida un giorno fece coccodè in mezzo a un prato in prossimità di una cava di tufo. Le rispose l’eco. La gallina fece coccodè un’altra volta e l’eco rispose di nuovo. La gallina credette di aver trovato un’amica timida come lei che le rispondeva ma non voleva farsi vedere.

 

Una gallina teneva nel becco un pezzo di formaggio. Le si avvicinò un gatto e le disse: – Hai belle penne e belle gambe. Se tu sapessi cantare saresti il migliore fra tutti gli uccelli. Perché non mi fai sentire la tua voce? – La gallina, che conosceva la favola del corvo e della volpe, rispose: – Col cavolo! – e così il formaggio le cadde in terra. Il gatto lo prese e scappò via di corsa.

 

Una gallina astronoma disse che tutte le galassie dell’universo messe insieme non erano altro che nuvolette di polvere sollevate da una gallina che ruspa in un universo infinitamente più grande.

“E allora che cosa c’è al di là delle galassie?” domandarono le compagne.

“Se guardate bene si vede, laggiù in fondo, la zampa della gallina che ha sollevato le nuvolette di polvere”.

 

Una gallina da corsa andò sulla pista di Monza per partecipare alla gara di Formula Uno. Quando vide sfrecciare le automobili a duecento chilometri all’ora si ritirò avvilita. Bella forza esclamò, loro hanno le ruote.”

 

 

Luigi Malerba,

Le galline pensierose, Quodlibet

 

 

 

«Per Malerba osservare le galline vuol dire esplorare l’animo umano nei suoi inesauribili aspetti gallinacei».

Italo Calvino

 

 

Un libro dove le galline pensano, parlano, progettano e si danno da fare, sempre ad imitazione e in concorrenza con gli esseri umani, moltiplicandone la comica stupidità e il sempre fallimentare anelito filosofico.

Sono 146 brevissime storielle, più 9 inedite composte da Malerba nel 2008 da aggiungere alla precedente edizione Mondadori 1994 (la prima è Einaudi 1980).

Italo Calvino ha scritto che queste storielle sulle galline stanno tra il leggero umorismo del nonsense e la vertigine metafisica degli apologhi zen.

 

ecco accostato alle galline di Malerba un vecchio testo “vecchio” di cinquanta anni fa:

Ercolani, Libero

Gli animali nella superstizione e nel folklore di Romagna, 2014

a cura di Andrea Mengozzi – Roberto Papetti

Longo Edizioni

 

Questo volume è stato pubblicato la prima volta cinquanta anni fa. Ancora oggi, a tanti anni di distanza, la sua ricchezza di informazioni e la sua documentata conoscenza delle tradizioni romagnole costituiscono un solido riferimento per gli studiosi della disciplina e per chi si avvicina ai temi della cultura della nostra terra.

Consapevoli del valore rappresentato dal libro di Libero Ercolani abbiamo tentato di farlo rivivere, attualizzarlo, renderlo fruibile ai ragazzi di oggi.

 

e una guida per ragazzi alle delizie che la provincia di Ravenna propone ai visitatori (e ai cittadini):

Rambaldi, Enrico – Togni, Silvia

A Ravenna una pigna tira l’altra

Andando per valli e pinete, Longo Angelo, 2013

 

 

Dopo aver passeggiato tra i monumenti di Ravenna nel primo volume della seriela simpatica pigna torna a visitare la città e i suoi dintorni, questa volta alla scoperta di valli e pinete e dei loro abitanti.

La natura e i suoi continui intrecci con la storia dell’uomo diventano terreno di gioco e di appassionanti scoperte che dalla città vanno ad esplorare il nostro territorio.

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“Sono molto legato da tanti anni a Celati, Cavazzoni, Benati” dice Ugo Cornia, e leggendo i suoi libri certe affinità si colgono al volo!
Le storie leggere (leggerezza calviniana) ed il consueto tono orale di Ugo Cornia sono qui di nuovo, questa sua nuova raccolta di “racconti filosofici” sul mondo che ci circonda , sui piccoli fatti quotidiani colti in momenti grotteschi o fantastici, sono belle e fanno ridere davvero! Garantito! Non sarà una recensione ineccepibile dal punto di vista critico, ma tant’è!

Ugo Cornia
Operette ipotetiche, Quodlibet

Per la gioia degli appassionati di Ugo Cornia, ecco un nuovo catalogo dei suoi sragionamenti.

Ugo Cornia abita Modena come i filosofi greci abitavano Atene, nel senso che Modena è la sua patria, come Atene era la patria ad esempio di Diogene Cinico. E senza Modena non si sa cosa Ugo Cornia avrebbe fatto, se avrebbe mai scritto i suoi tipici e incantevoli libricini; come Diogene, che senza Atene non sarebbe stato un cinico famoso ma solo un barbone.
Qui in queste Operette ipotetiche Ugo Cornia si mette a fare dei ragionamenti partendo da una più o meno accettabile ipotesi: cosa succederebbe se Dio facesse sparire per un po’ Piazza Grande di Modena; o resuscitasse la mummia di Tutankhamon con tutti i problemi connessi; se il Dio monoteista si fosse affermato sugli antichi dèi politeisti con pestaggi indiscriminati; se Giove e Mercurio esistessero davvero e interferissero col genere umano e con le donne in particolare; se coi progressi della plastica una mucca potesse diventare una signora; se un uomo una notte andando a pisciare incontrasse in bagno suo padre morto anni prima che sta pisciando anche lui, e gli dicesse: ma non eri morto papà? cosa sei tornato a fare? e il padre gli dicesse: sono tornato un attimo a pisciare, non vedi? e il figlio: com’è papà l’aldilà?  eccetera eccetera.
Come si vede sarebbe un libricino classico di filosofia, se non fosse tutto fatto di storie comiche e campate per aria, che però danno da pensare filosoficamente.

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le piccole realtà, stentano assai in un mondo costruito su misura per i grandi, dove l’ossessione per il profitto e per il guadagno di nuove fette di mercato porta poi alle degenerazioni che sono sotto gli occhi di tutti. Per questo, vogliamo dedicare uno spazio alle nuove proposte di chi fatica a trovare spazi, pur proponendo ottime cose.

questa settimana proponiamo:un consiglio di lettura della Libreria di Via Volta,ad Erba
La libreria di via Volta è nata dieci anni fa in un magnifico spazio ricavato da una vecchia carbonaia. In questi anni, accanto al numero dei titoli, è cresciuta l’immagine della libreria come punto di riferimento culturale sul territorio, grazie soprattutto ai cicli di incontri e di presentazioni e al sito di recensioni e comunicazioni costantemente aggiornato (http://lalibreriadiviavolta.blogspot.com/). In libreria lavorano Anna, la titolare, e l’insostituibile Giorgio.

La LIBRERIA DI VIA VOLTA consiglia
Avventure dello stampatore Zollinger di Pablo d’Ors (traduzione di Marco Stracquadaini – Quodlibet, euro 12,50
In un breve, magico romanzo lo scrittore spagnolo Pablo d’Ors ci narra l’avventurosa vita di un uomo qualunque che attraversa impavido la sua storia armato solo di grande determinazione e speranza. Il giovane Zollinger non rinuncia mai alla sua profonda aspirazione, ma persevera superando le difficoltà, la perdita dell’unico immenso e tacito amore, le rinunce alle quali la vita lo costringe. Alla fine raggiungerà il suo scopo e potrà sentirsi – nonostante tutto – felice. Una magnifica e garbata riflessione sulla vita e sulle infinite potenzialità dell’animo umano.
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libreria via volta

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I piccoli editori, le piccole realtà, stentano assai in un mondo costruito su misura per i grandi, dove l’ossessione per il profitto e per il guadagno di nuove fette di mercato porta poi alle degenerazioni che sono sotto gli occhi di tutti. Per questo, vogliamo dedicare uno spazio alle nuove proposte di chi fatica a trovare spazi, pur proponendo ottime cose.
Questa settimana, presentiamo le Edizioni QUODLIBET.

Società cooperativa editrice che si occupa prevalentemente di filosofia, sorta a Macerata intorno a Giorgio Agamben, nel lontano 1993 (come Atlantide!).

Il qualsivoglia latino che abbiamo scelto per marchio non significa né indifferenza né neutralità. Chiarisce il criterio delle nostre scelte. I testi che cerchiamo devono reagire sull’attualità, gettarvi sopra una luce inattesa, ha avuto modo di dire il direttore Gino Giometti nel corso di una intervista.

Quodlibet ha al suo attivo un catalogo di oltre 400 titoli e tre collane principali: “Quodlibet’ “Quaderni Quodlibet” e “In ottavo”. Nella sezione del catalogo “Quodlibet Studio” sono pubblicate diverse collane tematiche che pubblicano prevalentemente ricerche inedite di studiosi italiani e no. Dal 2007 è attiva la collana “Verbarium” diretta da Michele Ranchetti. Da segnalare, infine, l’ultima collana, “Compagnia extra”, in cui trovano posto i divertimenti letterari di Gianni Celati, Ugo Cornia, Paolo Nori.

Atlante della letteratura tedesca ,
A cura di Francesco Fiorentino e Giovanni Sampaolo

«La vicenda di ciò che accade in tempi diversi, che è propriamente la storia, non è altro che una ininterrotta geografia, perciò è una delle più grandi manchevolezze storiche quando non si sa in quale luogo una cosa sia accaduta, o che cosa questo abbia comportato.»
Immanuel Kant

Un Atlante che conduce in numerosi viaggi di scoperta attraverso una vasta area europea, quella di lingua tedesca, raccontando in più di settanta voci un profilo dei luoghi più significativi per le sue letterature: città, fiumi, paesi, teatri e molto altro ancora. Ne scaturisce il panorama di un universo policentrico che ha vissuto vicende culturali di eccezionale portata, dalla Riforma luterana alla nascita del romanticismo che inaugura la modernità, dal fermento intellettuale nella Vienna di Freud e nella Berlino dell’espressionismo alle vicende legate agli opposti totalitarismi del Novecento, dalla caduta del Muro fino al fenomeno odierno di una vivace letteratura dei migranti nel melting pot berlinese.
Opera di oltre sessanta studiosi, questo Atlante ripensa la tradizione culturale e letteraria come rete di luoghi collegati da fili molteplici, realtà locali sempre ridefinite dall’immaginazione letteraria: la Weimar di Goethe e Schiller, la Lubecca di Thomas Mann, la Berlino di Günter Grass, fiumi densi di leggende come il Danubio riscoperto da Claudio Magris, teatri come il Berliner Ensemble di Brecht, ma anche tutto un Est che parlava yiddish e le tappe dell’esilio di tanti scrittori che fuggirono dalla barbarie nazista e dall’Olocausto. E al di là delle letterature di Austria, Germania e Svizzera di ieri e di oggi si spazia su quelle delle minoranze extraterritoriali di lingua tedesca, come ad esempio nella Praga di Kafka, in Romania o in Alto Adige, ma anche sulla visione di luoghi lontani, dall’America all’antica Grecia, da Parigi e Londra all’Italia e a molti paesi dell’Oriente: i confini apparenti delle letterature nazionali sono dissolti dall’inarrestabile mobilità dell’immaginario.
I testi, interconnessi in modo da favorire una vera e propria navigazione ipertestuale nella lettura, sono integrati da carte geografiche tematiche. Il volume è dedicato a Marino Freschi.

Alla stesura dell’opera hanno partecipato: Elena Agazzi (Le Alpi), Flavia Arzeni (Giappone), Roberta Ascarelli (Dresda; Kakania), Laura Auteri (Schilda/Abdera), Anna Rosa Azzone Zweifel (Seldwyla), Italo Michele Battafarano (L’Italia), Ursula Bavaj (Lipsia), Stefano Beretta (Sonnenallee/Kreuzberg/Mitte), Paola Bozzi (Banato e Transilvania), Franco Buono (Topografie dell’esilio), Rita Calabrese (Monaco nell’Otto-Novecento), Fabrizio Cambi (Lubecca), Giulia Cantarutti (Zurigo nel Settecento), Gabriella Catalano (Il duomo di Colonia), Giovanna Cermelli (Il Reno), Paolo Chiarini (Parigi), Anna Chiarloni (Berlino dopo il Muro), Michele Cometa (La Sicilia), Alessandro Costazza (Südtirol), Margherita Cottone (Giardini), Maria Enrica D’Agostini (India), Paolo D’Angelo (Königsberg/Kaliningrad), Matilde De Pasquale (Amburgo), Gabriella d’Onghia (Frisia), Alessandro Fambrini (L’America), Maria Fancelli (Strasburgo), Francesco Fiorentino (Zurigo nell’Ottocento; Zurigo nel Novecento), Maria Carolina Foi (Rütli; Trieste), Luigi Forte (Freie Bühne, Volksbühne, Berliner Ensemble), Matteo Galli (Heimat), Pasquale Gallo (La Berlino del Muro), Antonella Gargano (La Berlino dell’espressionismo), Ingrid Hennemann Barale (Jena), Andrea Landolfi (Venezia), Claudio Magris (Crno Selo), Giorgio Manacorda (Charenton), Guido Massino (Shtetl), Camilla Miglio (Persia), Lucia Mor (Egitto), Giampiero Moretti (Heldelberg), Domenico Mugnolo (La Marca di Brandeburgo), Stefan Nienhaus (Berlino nel Sette-Ottocento), Agnese Nobiloni Toschi (La Wartburg), Gianluca Paolucci (Il Danubio), Vanda Perretta (Svevia), Lucia Perrone Capano (Russendisko. La Berlino dei migranti), Maurizio Pirro (Salisburgo; Worpswede), Mauro Ponzi (Roma), Grazia Pulvirenti (Vienna 1900; Cina), Luigi Reitani (Topografie della Shoah), Marco Rispoli (Gottinga), Giovanni Sampaolo (Weimar), Stefania Sbarra (Herrnhut), Klaus R. Scherpe (La Staatsbibliothek di Berlino), Giulio Schiavoni (Bucovina), Isolde Schiffermüller (La Praga di Kafka), Heinz Schlaffer (Tubinga), Wendelin Schmidt-Dengler (Graz), Giovanni Scimonello (L’isola di Felsenburg; Marte), Claudia Sonino (Percorsi dell’ebraismo orientale), Wolfgang Storch (La Prussia), Rita Svandrlik (Il Burgtheater e i teatri viennesi), Giovanni Tateo (Slesia), Ute Weidenhiller (Augusta), Luciano Zagari (La Grecia), Luca Zenobi (Londra; Nationaltheater).

Francesco Fiorentino insegna Letteratura tedesca all’Università Roma Tre.

Giovanni Sampaolo insegna Lingua tedesca e Traduzione all’Università Roma Tre.

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