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Posts Tagged ‘reportage’

vengono i brividi, a pensare alla Kolyma, luogo gelido di forzato esilio per moltitudini di persone, reso immortale dalle pagine di Varlam Salamov, che vi passò lunghissimi anni, riuscendo a sopravvivere. Dal bravo editore Keller, ecco ora in arrivo quello che si preannuncia come un ghiotto reportage:
 
I DIARI DELLA KOLYMA
Viaggio ai confini della Russia profonda
di Jacek Hugo-Bader
Traduzione dal polacco Marco Vanchetti, pp.352,
RAZIONE K | KELLER –
 
VINCITORE DELL’ENGLISH PEN AWARD
“Uno dei libri di viaggio più memorabili che abbia letto, con storie a volte esilaranti e a volte quasi insopportabilmente tristi, storie di morte, coraggio, crudeltà e vodka. Jacek Hugo-Bader ha viaggiato in alcune delle più strane e più remote propaggini della Siberia, ma quello che ha riportato sono storie dei confini più remoti dello spirito umano. Magnifico!”
Andrew Brown THE GUARDIAN
Dall’autore del premiato Febbre bianca (traduzione Marzena Borejczuk, Keller) arriva I diari della Kolyma, viaggio in una delle ultime badland rimaste al mondo, un luogo pieno di fantasmi, gulag e sopravvissuti, radunatisi tutti – sembra – lungo i 2000 chilometri dell’autostrada della Kolyma. Bader ascolta e ci riporta gli incantevoli, talvolta devastanti, racconti che hanno condotto i suoi “compagni di viaggio” in questa terra “benedetta”.
Si tratta di un libro sui discendenti dei prigionieri che riescono a malapena a vivere, dei truffatori, dei veterani, dei commercianti di ferro, dei politici corrotti e della criminalità organizzata…
Le storie narrano di figli dati via, di mariti che ricompaiono dopo decenni, di studiosi che ora sopravvivono andando alla ricerca di funghi e bacche, di scultori che raccolgono le teste sparse delle statue di Lenin, di minatori che scavano nelle fosse comuni cercando oro e di tutti i tossicodipendenti, i condannati, gli eroi decaduti e anche degli sportivi che, in fuga da tutto, finiscono nella regione più remota della Russia e forse del mondo…
Un libro potente scritto da quello che sembra essere l’erede naturale di Ryszard Kapuściński. CONDÉ NAST TRAVELER (UK)
Il viaggio di Hugo-Bader nella realtà sospesa e desolata della Kolyma è un pellegrinaggio come nessun altro. Le sue crude pagine hanno un effetto travolgente sul lettore. In un luogo dove il freddo è micidiale, ogni occasionale incontro è allo stesso tempo un confronto morale con quella che è l’eredità sovietica in termini di brutalità e perdita, e una fonte di calore primitivo. I diari della Kolyma è un reportage potente e coraggioso, spesso divertente, sempre implacabile nel suo rapporto con il dolore umano. RACHEL POLONSKY, autrice de La lanterna magica di Molotov (Adelphi)

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Viene prima la guerra, o le parole per raccontarla?
Preceduta da una accorata introduzione di Anna Politkovskaja, stupita dalle forti parole d’accusa pronunciate dall’autrice alla Conferenza di Mosca sulla Cecenia, questa inchiesta realizzata sul campo, vivendo forti rischi, mostra con partecipazione le atrocità vissute dalle popolazioni cecene, viatico ad un ritorno alla fede islamica.

Un libro che lascia con il cuore in gola. Irena Brezna è una acclamata giornalista, fuggita in Svizzera dalla Cecoslovacchia comunista, esperienza narrata splendidamente nel romanzo Straniera ingrata.

 
 
 
LE LUPE DI SERNOVODSK, Irena Brežná, Keller editore
TRADUZIONE DAL TEDESCO ALICE RAMPINELLI
 
Viene prima la guerra, o le parole per raccontarla? Quando le nubi di un conflitto armato si addensano su una terra, il linguaggio è già pronto ad afferrarle? Un vocabolo sbagliato può segnare la condanna di un intero popolo? Irena Brežná, scrittrice e giornalista, se lo domanda di continuo, e ci costringe a percorrere al suo fianco i sentieri impervi del dubbio in questi reportage unici dalla Cecenia, piccola patria nel Caucaso del nord da sempre emblema di oscure minacce e apocalittiche sventure, abitata da un minuscolo popolo montanaro che per tre secoli ha aspirato all’indipendenza, contro ogni realismo. Con lei attraversiamo le due terribili guerre civili tra Mosca e Groznyj, scaturite dall’implosione dell’Unione Sovietica […] Al costo totale di almeno centosessantamila vittime. Fino alle soglie dell’oggi, col ritorno della Repubblica di fede islamica alla “matrigna” Russia, in una “pace” senza scampo». (L. Sgueglia)
 
Irena Brežna è nata nel 1950 in quella che un tempo era Cecoslovacchia e oggi Slovacchia ed è emigrata in Svizzera nel 1968 dove tuttora vive e lavora. Dopo gli studi di slavistica, filosofia e psicologia s’impegna nella mediazione interculturale e a favore dei diritti umani. Dal 1981 e scrittrice e giornalista. I suoi articoli, pubblicati in Svizzera, Germania e Repubblica Slovacca, hanno ricevuto numerosi riconoscimenti. Le sue opere letterarie affrontano principalmente i temi dell’esilio e della patria. Della stessa autrice, per i tipi della Keller editore, è uscito Straniera ingrata.

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