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Posts Tagged ‘romanzi arte’

Per chi ama i romanzi ambientati nel mondo dell’arte, in un romanzo colorito e sensuale la storia, vera, della musa di Édouard Manet.
 
Maureen Gibbon, Rosso Parigi, Einaudi
tradotto da Giulia Boringhieri
 
 
Parigi, 1862. Una ragazza con dei provocanti stivaletti verdi è ferma davanti a una vetrina. Sul suo blocco sta disegnando il gatto che dorme dentro la bottega quando l’avvicina un uomo, misterioso e affascinante, che la fissa. Poi le chiede se può prendere in mano il disegno e con pochi tratti sicuri riesce a infondervi la vita. Lui è Édouard Manet, lei Victorine Meurent. Il loro incontro – questo incontro – cambierà la loro vita e la storia dell’arte mondiale. Per sempre. All’inizio Manet stabilisce un torrido ménage à trois con Victorine e la sua coinquilina Denise, ma presto la relazione diventa qualcosa di piú e lei gli chiede di scegliere. Cosí la diciassettenne Victorine abbandona la sua vecchia vita per immergersi nella Parigi degli impressionisti, dei café della bohème viziosa e sentimentale di Baudelaire, dei circoli dei canottieri dipinti da Renoir, delle soffitte romantiche e degli atelier piú promiscui. Narrando la storia vera di Victorine Meurent, la musa di Manet, la donna che gli farà da modella per tanti dei capolavori che hanno fondato l’arte moderna – da Colazione sull’erba alla celebre Olympia – e che diventerà lei stessa rinomata pittrice, Maureen Gibbon ha scritto un romanzo sensuale come i colori di una tavolozza impressionista. Rosso Parigi è il racconto dell’educazione artistica ed erotica di una giovane donna avida di vita e di esperienze, affamata dei colori della felicità e delle gioie del corpo.
 
La storia raccontata da Gibbon ha come cornice la Francia in uno dei periodi più esaltanti della sua storia artistica, fra Secondo Impero e Terza Repubbica. Siamo nella Parigi dei café, degli ateliers all’aperto, dei Salons ufficiali e di quelli dei refusés, di Nadar e dei poeti maledetti.
 
«Rosso Parigi è una festa per tutti i vostri sensi: bello, brillante, delizioso, pieno di gusto, idee e sentimenti. E’ davvero la Parigi dei romanzi». Elizabeth McCracken
 
«Meraviglioso… Maureen Gibbon accompagna i lettori in un viaggio ipnotico ed erotico non solo in un altro tempo e in un altro spazio, ma direttamente dentro la mente di un artista. Un’esperienza difficile da dimenticare». Publishers Weekly
 
L’incontro e l’amore fra Victorine Meurent e Manet affascina il lettore perché ha la potenza di un romanzo storico e il fascino di un quadro impressionista che, con le sue suggestioni e le sue tinte, sembra vivere sotto i suoi occhi. Kate Christensen definisce Rosso Parigi «un tesoro di quelli rari: un romanzo scritto magnificamente con al centro un personaggio femminile forte, sensuale, intelligente. Lo stile di Gibbon è rigoglioso e preciso, e sa creare Parigi in maniera così viscerale e intensa che riesco a gustarne le zuppe di patate, sentire il fumo dei locali, l’odore della pittura. Che libro stupefacente!».
 
Il genio di Manet che tanto ha faticato per essere apprezzato per le sue opere, giudicate scandalose, e la spontaneità passionale della giovinezza si incontrano; lei diventerà la sua musa, lui creerà opere immortali.
 
«Sarete del tutto coinvolti nel mondo ricco e sensuale che Gibbon ricrea fin dall’inizio. Oui, davvero!». (Jennifere Davis e Claire Stern , «InStyle Book Club» del 3 aprile 2015)
 
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Un piccolo estratto di Rosso Parigi
 
«C’è un punto, alla base del suo collo, in cui la pelle è particolarmente chiara. È un minuscolo solco subito sopra lo sterno, in mezzo alle clavicole. Un piccolo incavo vulnerabile. Da nudi, gli uomini hanno un aspetto piú vulnerabile delle donne, secondo me. O magari lo dico solo perché il mio corpo lo conosco. Quando gli guardo in mezzo alle gambe, non sembra affatto vulnerabile. Sembra lui, e basta».
Olympia

Olympia (Photo credit: Wikipedia)

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Neri Pozza ha un tocco magico quando si parla di romanzi storici collegati al mondo dell’arte. Ecco IL MATRIMONIO DEGLI OPPOSTI di Alice Hoffman
 
 
 
 
isola di St Thomas, 1807. Rachel Pomié ha tutto per essere felice. Ha un padre che ogni sera, rientrato dalle sue navi che esportano zucchero, rum e melassa, le legge le fiabe di Perrault e un’amica del cuore, Jestine, figlia creola della cuoca di famiglia, che la segue ovunque in totale adorazione. Vive, poi, su un’isola definita da Cristoforo Colombo un «Paradiso in terra» per le sue spiagge candide e le sue acque turchesi. Quando, tuttavia, cala la notte e sotto le coperte chiude gli occhi, Rachel sogna di sgusciare via da quell’esistenza e di fuggire a Parigi.
Di Parigi sa tutto. Dalle mappe dei cartografi sa come si snodano i viali delle Tuileries, le banchine della Senna e le vie principali. Dai racconti di suo padre sa che da quella grande città vengono i suoi antenati, dopo aver peregrinato in Spagna e Portogallo, alla ricerca di una terra dove professare l’ebraismo senza essere umiliati, offesi o, persino, uccisi. Il suo sogno, però, di aggirarsi per le strade della capitale francese, vestita magari come una delle ragazze sbirciate di nascosto sul Journal des dames et des modes della madre, svanisce miseramente il giorno in cui finisce in sposa all’anziano commerciante Isaac Petit. La vita coniugale con monsieur Petit, un vedovo di trent’anni più vecchio di lei, si rivela piena di sacrifici, lutti e delusioni.
Una mattina, appena arrivato da Parigi, compare al suo cospetto il nipote di Petit, Frédéric Pizzarro, un bel giovane coi capelli scuri, il portamento elegante e un francese parigino così nitido da sembrare un altro idioma rispetto al francese creolo dell’isola. Rachel, che ha la lingua più tagliente di tutta St Thomas, non riesce a spiccicare parola, quasi consapevole della fatalità di quell’incontro. Frédéric Pizzarro sarà, infatti, l’uomo della sua vita, e dal loro amore nascerà Camille, un ragazzino curioso e vivace che andrà a Parigi, si diplomerà all’École des Beaux-Arts, stringerà amicizia con Paul Cézanne e diventerà Camille Pissarro, uno dei più grandi pittori dell’Ottocento.
«Splendido racconto alla maniera di Gabriel García Márquez» (O, The Oprah Magazine), Il matrimonio degli opposti è un romanzo struggente che intreccia ricostruzioni storiche, capolavori dell’arte e una magnifica storia d’amore.
Tradotto da Prandino L.
Camille Pissarro - Paul Cézanne

Camille Pissarro – Paul Cézanne (Photo credit: Wikipedia)

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non ci resta quasi nulla di un grande pittore rinascimentale, denominato Turchetto a causa della sua provenienza levantina. Fu allievo di Tiziano, ed ebbe una mano estremamente felice , passando dai mercati di Costantinopoli agli agi della vita veneziana, fintanto che il destino non si interessa di lui, facendolo ripiombare nelle difficoltà e nell’oblio. Naturalmente il libro è ben di più di una semplice biografia storica, romanzata: a partire dal ritmo e dal colore che Metin Arditi pone nell’opera, per incrociare altri temi come il rapporto tra arte e potere, sulle influenze che la religione e l’ambiente possono avere sullo stile di un artista, sul significato dell’esistenza umana. Consigliato!
Metin Arditi, Il Turchetto, Neri Pozza
Premio Page des Libraires
Premio Jean-Giono
Premio des Libraires du Festival littéraire de Nancy
Premio Le Point Magazine
Français : Jean-Christophe Rufin à la 30e Foir...

Français : Jean-Christophe Rufin à la 30e Foire du livre de Brive-la-Gaillarde (Photo credit: Wikipedia)

Costantinopoli, 1531. Elie, un bambino ebreo di undici anni, si aggira per il bazar al seguito di Arsinée, la donna che l’ha fatto uscire dal ventre di sua madre, e di suo padre Sami. Subito dopo averlo messo al mondo tra innumerevoli tormenti, sua madre ha sussurrato in un miscuglio di turco e catalano: “è un topino così grazioso”, ed è morta. Al bazar, tutti lo conoscono come un monello capace di ritrarre chiunque in pochi secondi, così come tutti conoscono Sami, che si ferma a ogni passo a urinare per strada come i facchini e i mendicanti, la fronte madida di sudore.
Quando può, Elie fugge via dal bazar. Verso la via dei Produttori di Inchiostro. Verso la bottega di Djelal, il danzatore sufi che crea gli inchiostri più belli di tutta Costantinopoli.
Djelal mette tutto il suo cuore, tutta la dedizione e la lealtà di cui è capace in tre attività: la produzione d’inchiostro, la preghiera e la danza. Tre diversi sentieri, per lui, dell’unico cammino verso la serenità e il Signore.
Ad affascinare Elie sono, tuttavia, i suoi inchiostri ,azzurri, cremisi, verdi , che gli permettono di esprimere il talento in cui sembra meravigliosamente eccellere: il disegno. Un dono che suscita il benevolo rimprovero di Djelal che gli ricorda che la Legge, comune all’Islam e all’Ebraismo, vieta di rappresentare Dio e le sue opere, e consente soltanto di riprodurre i testi sacri, cercando con umiltà di rendere tutta la loro profondità e bellezza.
L’infanzia di Elie in terra turca finisce il giorno in cui la morte si porta via Sami. In cambio di un ritratto fatto al capitano del Tizzone, una maestosa nave ancorata al porto, Elie si imbarca per Venezia, non prima di ribattezzarsi ,opportunamente in un tempo in cui chiunque può tagliare la testa a un giudeo per poche monete  Ilias Troyanos, greco di Costantinopoli, cresciuto accanto a una famiglia di ebrei spagnoli.
A Venezia uno strabiliante destino lo attende. Ilias Troyanos diventa il Turchetto, il più grande di tutti i pittori della città, l’unico capace di fondere in modo quasi miracoloso il disegno e il colore, e di rappresentare i soggetti sacri elevando l’anima e stuzzicando, a un tempo, i sensi.
Uno strabiliante destino che si capovolge, tuttavia, nel suo opposto, in una sorte maligna, il giorno in cui la modella prediletta del Turchetto, Rachel, una bellissima ragazza ebrea dagli occhi incredibilmente verdi e dalla bocca perfetta, viene orribilmente assassinata e gettata in un canale da tre malviventi mascherati come a Carnevale e reduci da una notte di bagordi.

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colorito e imponente anche il romanzo che la mano sapiente di Christophe Rufin propone ai lettori: Francia, la guerra dei Cento Anni si trascina ancora, ma un ragazzo sogna di cambiare tutto…

Jean Christophe Rufin, L’uomo dei sogni, E.o

È un’epoca buia quella dalla quale Jacques Coeur fin da ragazzo sogna di fuggire: la Francia in cui vive è una nazione devastata dalla Guerra dei Cento Anni, con la sua coda di massacri, violenze, carestie e malattie.  Una società immobile dove l’ideale della cavalleria è stato rimpiazzato dai soprusi dei più forti, dove nessuno può uscire dal ruolo assegnatogli per nascita, dove l’incontro con il diverso è sempre guerra e mai ricchezza. Ma Jacques Coeur è un sognatore, un visionario, e ha tutta l’intenzione di realizzare grandi progetti. Per primo “inventa” il capitalismo moderno favorendo la crescita della nuova classe dei mercanti e dei borghesi che, assieme alle merci, faranno circolare il piacere, la pace e la libertà. In breve, attraverso la sua intelligenza e alla conoscenza dell’Oriente, da figlio di artigiano salirà ai più alti vertici del potere diventando banchiere del Re di Francia. Il mondo può essere migliore – pensa, e lotterà per fare del denaro e del commercio non più motivo di guerra ma uno straordinario strumento di benessere e di libertà. Ma i suoi nemici complottano per la sua disgrazia, e quando s’innamorerà della favorita del re, la sua vita sarà in pericolo e dovrà fuggire prima in Italia poi su un’isola greca. Come il nostro, quel Medioevo moribondo è un mondo che sta sparendo e che, attraverso un doloroso travaglio, darà vita a una società più prospera e felice: il Rinascimento. Una storia meravigliosa che pagina dopo pagina ci parla con grande intelligenza dell’attualità e dei problemi del nostro tempo.

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Velázquez uses subtle highlights and shading o...

Velázquez uses subtle highlights and shading on the face and clothes. (Photo credit: Wikipedia)

l ritratto di Venere di Riccardo De Palo, pubblicato da Cavallo di ferro, è dedicato ad uno dei pittori simbolo della ricca Spagna del Siglo de oro,  Diego Velasquez. Un’epoca florida e piena di tutti gli elementi che si possono immaginare: il potere e il lusso sfrenato, l’estrema ricchezza dei pochi e le miserie dei tanti. Riccardo de Palo ha creato una magnifica ricostruzione storica, dando vita attraverso una lunga confessione al ritratto di un grande artista, con i suoi sogni e le sue passioni.

IL RITRATTO DI VENERE,Riccardo de Palo, Cavallo di Ferro

Il pittore Diego Velázquez, artista preferito del re Filippo IV di Spagna, scrive in punto di morte una lettera all’amico Juan de Córdoba, raccontandogli la propria vita da quando era apprendista nella bottega del maestro Pacheco fino all’ultimo incarico ufficiale che lo ha prostrato e costretto a letto.
Dopo le nozze con Juana e le prime prove artistiche, grazie alle sue incredibili doti, Velázquez viene presto invitato a corte, dove diventa testimone privilegiato del «Siglo de oro» dell’arte e della letteratura spagnola. Potrà dunque incontrare molti dei grandi protagonisti del tempo, come Francisco de Quevedo, Luis de Góngora, Calderón de la Barca, Lope de Vega.
E sarà il pittore Rubens a convincerlo della necessità di fare il primo viaggio in Italia per studiare i capolavori di Michelangelo, di Raffaello, di Tintoretto.
Pur sentendo un forte legame con questa terra e nonostante la vita di corte a Madrid gli vada stretta, Velázquez riuscirà a tornare a Roma soltanto a cinquant’anni, incaricato dal sovrano di acquisire inestimabili opere d’arte per adornare il palazzo reale. Ma stavolta, quando sarà costretto a fare ritorno ai suoi doveri, porterà con sé molto più di un’esperienza artistica senza pari, dovrà combattere con una passione trascinante.
Questo colto e raffinato primo romanzo biografico sulla vita di Diego Velázquez, il «pittore dei pittori», racconta di un’epoca sfolgorante di arte e ricchezze, eppure sull’orlo di un baratro, in un’Europa bagnata dal sangue dello scontro fra i regni di Spagna e Francia.

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