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Posts Tagged ‘romanzi germania nazista’

Poco conosciuto in Itaia, Pablo Feinmann meriterebbe di certo più attenzione considerato quello che ha fatto vedere!

Continua con L’ombra di Heidegger la sua idea di narrativa che parte dalle storie intime e private (in questo caso la lunga lettera di un padre al figlio) per poi arrivare molto in alto, sempre in grado di presentare ambientazioni e storie molto diverse tra loro.

Un romanzo filosofico denso e avvincente che svela la colpa terribile del pensiero filosofico della nazione tedesca, colpevole di aver contribuito e posto le radici per portare al potere quanto di peggio abbia visto il Secolo scorso, incarnato nella parabola di Heidegger e di coloro che lo hanno seguito.

Come è stato possibile che le più alte vette della filosofia abbiano portato a costruire le basi teoriche del nazismo? Cosa può aver portato la mente sopraffine del grande filosofo ad iscriversi al partito nazista, a diventarne fiero sostenitore?

L’abisso che porterà alla rovina la Germania e i suoi abitanti viene qui descritto con passaggi precisi e ben chiari, attraverso la parabola di un allievo del pensatore tedesco.

L’ ombra di Heidegger,
Beat Edizioni, Feinmann José P.

 

 

È il 1948 e Dieter Muller, allievo del maggiore filosofo del Novecento, il pensatore tedesco Martin Heidegger, prima di compiere il gesto estremo di togliersi la vita, scrive una lunga lettera al figlio. La lettera illumina il clima della cultura tedesca degli anni Trenta, la percezione di trovarsi dinanzi a una svolta cruciale della storia umana in cui si sfidavano nel duello finale, in una vera e propria apocalisse dell’accadere storico, l’universalismo giudaico-cristiano della tecnica, rappresentato dal dominio anglo-americano, e le forze della tradizione europea. Sono gli anni in cui il nazionalsocialismo trionfa, e Martin Heidegger si trasforma nel profeta di una intera generazione chiamando la gioventù tedesca alla lotta per la grandezza perduta della Germania sotto la guida del Fuhrer. Dieter Muller racconta al figlio la sua fede incrollabile in quegli ideali, e il fervore con cui lui e altri giovani intellettuali tedeschi del tempo condussero quella battaglia. Finché, rifugiatosi in Argentina dopo la guerra, la foto di un ebreo condotto alla camera a gas dalle SS, lo pone dinanzi alla terribile verità del genocidio e della soluzione finale. Una verità insopportabile per Dieter Muller, che non esita a porre fine alla propria vita. Dall’istante in cui entra in possesso della lettera del padre, un solo pensiero ossessiona il giovane Muller: rintracciare il responsabile della fine del padre, Martin Heidegger.

Trad Sessa F.

qui, l’autore spiega perchè Martin Heidegger è il filosofo più importante del Novecento:

 

 

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Thomas Mann, 20 April 1937

Thomas Mann, 20 April 1937 (Photo credit: Wikipedia)

Si sta sempre attenti alla pubblicazione di un nuovo testo di narrativa da parte dell’editore Nutrimenti, visto che “non ci ha mai tirato pacchi”, anzi! E anche se non costa 9,90 euro siamo certi che le 528 pagine di questo libro soddisferanno i palati esigenti dei lettori. Le vite di Bertold Brecht e Thomas Mann sono decisamente diverse, ma convergeranno negli anni dell’ascesa al potere di Hitler, costretti ad abbandonare il Paese per le loro posizioni dure nei confronti del dittatore. Cosa può fare un artista quando il mondo crolla accanto a lui? Restare a combattere in patria, insieme a chi non può fuggire, o rifugiarsi altrove e condurre la propria battaglia da un luogo differente? C’è tanta storia, ovviamente, il dramma di una nazione considerata un faro della civiltà, che sprofonda nella follia collettiva della caccia al diverso. E ci sono i due grandi protagonisti, ad illuminare la scena a loro modo!

Bert e il mago, Fabrizio Pasanisi, Nutrimenti

È il 1933 quando l’incendio del Reichstag a Berlino segna il destino della Germania, vittima dell’ascesa inarrestabile di Hitler: i nazisti accusano del rogo i comunisti e avviano una spietata caccia all’uomo. Il giorno successivo all’incendio, 28 febbraio, Bertolt Brecht, che è nell’elenco degli artisti non graditi per le sue simpatie comuniste, lascia in tutta fretta il paese. Appena qualche settimana prima, l’11 febbraio, a varcare la frontiera era stato Thomas Mann, dopo che una conferenza su Wagner a Monaco di Baviera gli aveva attirato le ire dei nazionalisti hitleriani. Di fronte ai due si apre il lungo, doloroso cammino dell’esilio.
Con stile incalzante e cura rigorosa nella ricostruzione degli eventi e nel ritratto dei personaggi e delle loro relazioni, Bert e il Mago mette in forma di romanzo le vite parallele di due dei maggiori esponenti della cultura europea novecentesca: la formazione della loro poetica, la genesi delle opere, la notorietà e i riconoscimenti, i risvolti meno noti della sfera privata, il fatale scontro con l’aberrazione nazista.
Due scrittori rivali, distanti per età, credo politico e concezione di letteratura, ma legati da una sorte comune: quella dell’intellettuale posto di fronte alla sopraffazione e alla violenza della storia; quella dell’uomo costretto alla fuga, e al ripensamento dei propri valori, davanti alla follia del mondo.
Fabrizio Pasanisi

Fabrizio Pasanisi è giornalista, autore televisivo, studioso di letteratura e traduttore. Con Bert e il Mago, suo libro d’esordio, è stato finalista al Premio Italo Calvino 2012, dove ha ricevuto la menzione speciale della giuria.

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