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Posts Tagged ‘scrittori francesi’

Ninfee nere di Michel Bussi è il giallo rivelazione dell’anno, apprezzatissimo per la sua originalità. Ora, le edizioni E.O propongono il suo nuovo libro: TEMPO ASSASSINO

http://www.edizionieo.it/book/9788866328162/tempo-assassino

Il nuovo romanzo dell’autore di Ninfee nere

«In Tempo assassino la Corsica non è più l’Isola della Bellezza, come viene solitamente chiamata, ma la scena di una suspense insostenibile tra confusione dei tempi e dei sentimenti».
—Le Point

Tradotto in circa trenta lingue, Michel Bussi è il maestro riconosciuto dell’alchimia tra manipolazione, emozione e suspense. È l’autore francese di noir attualmente più venduto oltralpe. I suoi libri hanno scalato le classifiche mondiali, tra cui anche quella del Times britannico. Le sue trame sono congegni diabolici dove il lettore è invitato a perdersi e ritrovarsi tra miraggi, prospettive ingannevoli e giochi di prestigio. Ma anche tra desiderio di vendetta e sentimenti d’amore.

Estate 1989
Corsica, penisola della Revellata, tra mare e montagna. Una strada che segue la costa a precipizio sul mare, un’auto che corre troppo veloce… e sprofonda nel vuoto. Una sola sopravvissuta: Clotilde, quindici anni… I genitori e il fratello sono morti sotto i suoi occhi.

Estate 2016
Clotilde torna per la prima volta nei luoghi dell’incidente, con suo marito e la figlia adolescente, in vacanza, per esorcizzare il passato. Nel posto esatto dove trascorse l’ultima estate assieme ai genitori, riceve una lettera. Una lettera firmata da sua madre. Ma allora è viva?
L’autore

Michel Bussi
Michel Bussi è l’autore di romanzi gialli oggi più letto in Francia. I suoi libri, tutti bestseller, hanno ricevuto numerosi premi letterari e sono stati tradotti in trenta lingue. Nel 2011, anno della pubblicazione in Francia, Ninfee nere è stato il giallo che ha ricevuto il maggior numero di premi: Prix Polar Michel Lebrun, Grand Prix Gustave Flaubert, Prix polar méditerranéen, Prix des lecteurs du festival Polar de Cognac, Prix Goutte de Sang d’encre de Vienne.

Traduzione: Alberto Bracci Testaseccabuzzi

 

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RECENSIONE! Un noir da non perdere!
Tre diverse esistenze, tre donne (La prima era cattiva, la seconda bugiarda, la terza egoista – recita l’incipit) , di età differenti, in un piccolo paese, reso celebre da un suo illustre concittadino. Siamo a Giverny, Normandia, dove Claude Monet ha vissuto e dipinto il famoso quadro che fornisce lo spunto al noir più premiato del 2011 in Francia, assolutamente originale nella trama e nell’intreccio: resterete conquistati da questa vicenda, narrata in prima personada una ultraottantenne..Anche chi non ama i gialli potrà gustarselo appieno!
Michel Bussi, Ninfee nere, E.o
Un romanzo geniale che, attraversando il magico mondo dei quadri di Monet, ci porta dentro un labirinto di specchi in cui sta al lettore distinguere il vero dal falso.
Tradotto in circa trenta lingue, Michel Bussi è il maestro riconosciuto dell’alchimia tra manipolazione, emozione e suspense. È l’autore francese di gialli attualmente più venduto oltralpe. I suoi libri hanno scalato le classifiche mondiali, tra cui anche quella del Times britannico.
Le sue trame sono congegni diabolici in cui il lettore è invitato a perdersi e ritrovarsi tra miraggi, prospettive ingannevoli e giochi di prestigio.
A Giverny in Normandia, il villaggio dove ha vissuto e dipinto il grande pittore impressionista Claude Monet, una serie di omicidi rompe la calma della località turistica. L’indagine dell’ispettore Sérénac ci conduce a contatto con tre donne. La prima, Fanette, ha 11 anni ed è appassionata di pittura. La seconda, Stéphanie, è la seducente maestra del villaggio, mentre la terza è una vecchia acida che spia i segreti dei suoi concittadini da una torre. Al centro della storia una passione devastante attorno alla quale girano le tele rubate o perse di Monet (tra le quali le Ninfee nere che l’artista avrebbe dipinto prima di morire). Rubate o perse come le illusioni quando passato e presente si confondono e giovinezza e morte sfidano il tempo.
L’intreccio è costruito in modo magistrale e la fine è sorprendente, totalmente imprevedibile. Ogni personaggio è un vero enigma. Un’indagine con un succedersi di colpi di scena, dove sfumano i confini tra realtà e illusione e tra passato e presente. Un romanzo noir che ci porta dentro un labirinto di specchi in cui sta al lettore distinguere il vero dal falso.
 
Michel Bussi
Michel Bussi è l’autore di romanzi gialli oggi più letto in Francia. I suoi libri, tutti bestseller, hanno ricevuto numerosi premi letterari e sono stati tradotti in trenta lingue. Nel 2011, anno della pubblicazione in Francia, Ninfee nere è stato il giallo che ha ricevuto il maggior numero di premi: Prix Polar Michel Lebrun, Grand Prix Gustave Flaubert, Prix polar méditerranéen, Prix des lecteurs du festival Polar de Cognac, Prix Goutte de Sang d’encre de Vienne.
 
Traduzione: Alberto Bracci Testasecca
 
 
Nympheas in the Claude Monet's garden in Giverny

Nympheas in the Claude Monet’s garden in Giverny (Photo credit: Wikipedia)

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Antoine Volodine è nato nel 1950 a Chalon-sur-Saône. Volodine è uno pseudonimo, mutuato dal grande amore per la lingua russa (del resto, lui stesso ha queste origini..). E’ uno di quei talenti che merita di essere segnalato, tanto da essere considerato “il più inclassificabile degli scrittori francesi contemporanei”: fondatore della corrente letteraria denominata Post-esotismo. (I narratori del post-esotismo sopravvivono al margine di una società chiusa e ostile, sostenitori di un’utopia egualitaria estremista, generosa, sempre sconfitta, alla quale segue la disfatta fisica e morale, la prigione, l’oblio, la morte. Spesso i protagonisti dei loro libri sono anch’essi scrittori: all’interno del romanzo compongono un ulteriore romanzo, trasmettono il corpus sovversivo e clandestino delle loro opere, discutono criticamente, inventano nuovi generi letterari. Conducono in questo modo un oscuro combattimento contro la realtà, attraverso la tensione del prendere la parola. – da https://correzionedibozze.wordpress.com/2014/05/29/antoine-volodine-scrittori-e-potere/
 
Questo è l’ultimo fulminante libro pubblicato in Italia, e, come scrive il Corriere della sera,
“Per bilanciare il sole di primavera, niente di meglio che un gelido viaggio psichedelico tra steppa, apocalissi e vegliarde immortali.”
 
 
 
Antoine Volodine
Angeli minori, L’orma editore
«”Angeli minori” ha tutte le caratteristiche del capolavoro: potenza, forza evocativa e visionarietà.» The Literary Review
traduzione di Albino Crovetto
La civiltà è da tempo tramontata, e alcune vegliarde immortali guardano con occhi delusi il nipote Will Scheidmann: lo hanno creato con pezzi di stoffa e incantesimi, ma ne sono state tradite. Pronto a essere giustiziato dalle proprie nonne, Will le intrattiene come un novello Sheherazade con una particolarissima forma di racconti intessuti di storie e figure stranianti, allucinate: sono i narrat, «istantanee romanzesche» di sua invenzione, nelle quali tutte le trame di un’unica tela narrativa si incrociano, si sfilacciano, si riuniscono. L’umanità di cui narra è ormai quasi estinta, e solo sparute voci si levano da una terra ridotta a un ammasso post-apocalittico di tendopoli e rovine. Le strade sono, però, ancora vive di una piccola e folle masnada di musicisti, scrittori, vagabondi e sciamani, che pur nella disperazione non rinuncia alle speranze dell’amore e al piacere di un humor nero feroce e vitale. Angeli minori è un’opera seducente e folgorante su un mondo oltre la fine del mondo. Una sinfonia di voci e personaggi che provengono da un futuro riposto nei lati oscuri della nostra coscienza.
 
Antoine Volodine è il più inclassificabile degli scrittori francesi contemporanei. Di origini russe, classe 1950, esordisce nel 1985 come autore di fantascienza per poi costruire una prolifica opera narrativa sotto il vessillo del «post-esotismo», la corrente letteraria che inventa e anima e in cui si mescolano realtà e fantasia, scarto onirico e tensione politica. La sua articolata bibliografia è pubblicata anche con gli pseudonimi di Manuela Draeger, Elli Kronauer e Lutz Bassmann. Tradotto in molte lingue, i suoi testi hanno ricevuto numerosi premi, compresi i prestigiosi Prix Wepler e Prix du Livre Inter assegnati entrambi ad Angeli minori.

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il 2016 si è portato via anche Michel Tournier, nato nel 1924 a Parigi, candidato al Nobel, fortunato autore de Il re degli ontani, Venerdì o il limbo del Pacifico, in cui toccherà a Venerdì condurre Robinson alla ricerca dell’innocenza perduta:

riportiamo la scheda del volume, edito da Einaudi
Venerdì o il limbo del Pacifico è la prima incursione di Tournier nella forma del romanzo filosofico-morale. L’eroe settecentesco, che nel Robinson Crusoe di Defoe prefigurava il colonialismo britannico, qui non riesce più a trasformare la natura dell’isola con la sua razionalità industriosa e pianificante. Al contrario, viene iniziato dal selvaggio Venerdì verso una completa regressione allo stato “naturale”, spinto ad abbracciare una dimensione esistenziale autentica e primitiva. I simboli e i miti della cultura occidentale naufragano assieme col protagonista e ci costringono a ridisegnare con ironia le consuete mappe di navigazione.

Il re degli ontani, Garzanti

Mi ero trovato in Germania al momento dell’ascesa e dell’espansione del nazismo a un’età – quella di Pollicino – che interessa al capo degli Orchi e avevo sentito quanto il nuovo regime fosse imperniato su di me e i miei simili. Era effettivamente una delle caratteristiche del fascismo quella di sopravvalutare la giovinezza, di farne un valore, un fine in sé, un ossessione pubblicitaria. Un movimento giovane, di giovani, per i giovani, questo era lo slogan più spesso ripetuto in Italia. E si deve convenire che la vita politica fascista ha qualcosa d’infantile, voglio dire che si manifesta a un livello che la mette alla portata dei più giovani con le sue sfilate, le sue feste, i suoi falò, le sue adunate, le sue organizzazioni giovanili. (Michel Tournier).

delle avventure di Robinson Michel Tournier ha realizzato anche una versione “per ragazzi” (ma lui non amava questa definizione), capace di vendere sette milioni di copie, tradotta in quaranta lingue (in Italia da Salani)
Venerdì o la vita selvaggia, la scheda
Robinson Crusoe è l’unico sopravvissuto a un naufragio su un’isola ostile e misteriosa dove il suo unico compagno è il cane di bordo, Tenn. Robinson ha disimparato persino a sorridere, talmente è solo e sempre impegnato a mantenere l’ordine nei “suoi” possedimenti. Almeno finché non capita sull’isola il “buon selvaggio” Venerdì, che è sempre di buon umore, sa sorridere di se stesso e insegna a Robinson a vedere la vita da un nuovo punto di vista, più autentico e primitivo. Una civiltà che distrugge la natura in modo inesorabile, una cultura che considera il diverso da sé soltanto come una risorsa da sfruttare: i problemi che Tournier mette in scena non sono né semplici né scontati. Ma il libro si legge anche come un’avventura, magica e affascinante, che coglie tutta la complessità dei rapporti umani, e mette in chiaro una volta per tutte che la presenza del “diverso” nella società è non solo utile, ma indispensabile. Età di lettura: da 10 anni.

English: Picture of Michel Tournier

English: Picture of Michel Tournier (Photo credit: Wikipedia)

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Un ottimo romanziere francese, fondatore di Medici senza frontiere, un tema di stretta attualità, un libro appena uscito:
 
Français : Jean-Christophe Rufin à la 30e Foir...

Français : Jean-Christophe Rufin à la 30e Foire du livre de Brive-la-Gaillarde (Photo credit: Wikipedia)

Jean-Christophe Rufin, Check Point, E.o

 
Il maggior successo editoriale del 2015 in Francia
 
Il fondatore di Medici senza frontiere racconta nel suo romanzo una delle più grandi crisi di coscienza che l’Occidente attraversa nella nostra epoca: i limiti dell’aiuto umanitario
 
«Con il suo nuovo libro, Jean-Christophe Rufin ci regala un romanzo “on the road”, una storia ricca di suspense psicologica di rara intensità».
RTL France
Quattro ragazzi e una ragazza guidano i due camion di una ONG francese che trasportano aiuti umanitari in un villaggio bosniaco durante la guerra nella ex Jugoslavia. Sotto il cappello dell’azione umanitaria i cinque sono mossi da motivazioni diverse e nascoste, che si riveleranno solo nel corso della vicenda. Amori, frustrazioni, ideali, opportunismi, tradimenti, paura e coraggio si dipanano man mano che il convoglio avanza nel livido inverno di guerra. Ma chi sono i buoni e i cattivi in questa guerra e in tutte le guerre? E in ogni caso, l’impotenza dell’azione umanitaria (ONU e ONG) richiede ormai il passaggio a uno schieramento militare? La bellezza del romanzo di Rufin sta nella sua capacità di raccontare questo attualissimo dibattito non attraverso argomentazioni ideologiche, bensì attraverso la creazione di personaggi con storie diverse alle spalle, motivazioni personali e politiche che si confondono. Gli scontri che li vedono contrapporsi all’interno di una trama ricchissima di colpi di scena, di suspense e di storie incastrate una dentro l’altra, come bambole russe, sono tutt’altro che ideologici: sono umani, fin troppo umani.
Jean-Christophe Rufin, medico, diplomatico, fondatore di Medici senza frontiere, Premio Goncourt, è autore di numerosi romanzi tra cui L’uomo dei sogni e Il collare rosso, entrambi pubblicati dalle Edizioni E/O.

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Prix Renaudot,Prix Goncourt des lycéens per il tredicesimo romanzo di David Foenkinos, capace di vendere oltre 400000 copie in Francia. Ispirato alla vita di Charlotte Salomon, artista – pittrice di origine ebraica morta nel 1944 nel campo di Auschwitz a 26 anni, incinta. Un romanzo molto speciale, in versi, per rendere la singolarità della parabola umana ed artistica di un’anima dal percorso assai sofferto.

 

la biografia

Nata in una famiglia benestante, il padre Albert era un medico-chirurgo, trascorse la sua infanzia felicemente fino a nove anni, quando sua madre improvvisamente si tolse la vita gettandosi da una finestra. Il fatto fu tenuto nascosto a Charlotte per molti anni. Fu il nonno a rivelarglielo, svelando quello che era stato l’epilogo di altre quattro donne della famiglia. La stessa Charlotte soffrì di gravi crisi depressive, dalle quali però seppe riemergere sempre con grande forza, grazie al suo lavoro artistico.

 

Si iscrive infatti all’accademia di Belle Arti di Berlino ma non può completare gli studi a causa del clima antisemita e anche il padre perde il diritto di esercitare la professione.

 

Nel 1936 il padre viene internato nel campo di concentramento di Sachsenhausen mentre lei raggiunge i nonni che vivono a Villefranche-sur-Mer nel sud della Francia. In questo periodo la nonna tenta il suicidio e la ragazza viene a conoscenza del suicidio non solo della madre ma anche di altri parenti.

 

Nel 1940 la nonna tenta di nuovo il suicidio, questa volta riuscendoci e l’anno seguente Charlotte ed il nonno vengono internati dalle autorità francesi nel campo di Gurs ma la detenzione è stata breve in considerazione delle condizioni dell’uomo. Al ritorno a Nizza inizia la sua grande produzione artistica ovvero una serie di 769 dipinti intitolata “Vita? o Teatro?” nella quale riportava la sua drammatica esperienza di vita. Ai dipinti aggiunge anche annotazioni e persino un accompagnamento musicale.

 

Nel 1943 a causa dell’intensificarsi delle ricerche dei nazisti è costretta ad affidare tutte le sue opere ad un amico fidato. Nel mese di settembre sposa Alexander Nagler, anche lui un rifugiato tedesco, ma la coppia viene incarcerata.

 

Muore a 26 anni nel campo di concentramento di Auschwitz molto probabilmente lo stesso giorno del suo arrivo.

 

LA SCHEDA DEL LIBRO, edito da Mondadori 

 

per puro caso, David Foenkinos scopre l’opera di Charlotte Salomon. Una mattina qualunque, ad Amsterdam. Le sue tele sono una folgorazione. La sintonia è subito precisa, spontanea: la strana sensazione di conoscere già qualcuno che si sta scoprendo. È l’inizio di un’ossessione. Charlotte Salomon diventa la sua stessa scrittura, la sola storia che è necessario scrivere. Partendo dall’inizio, dall’infanzia a Berlino e dalle tragedie familiari che sembrano ripetersi come un ritornello malvagio e fatale nella vita della giovane pittrice, ma attraversando anche gli artisti e l’euforia portata nelle stanze di casa dal talento musicale della seconda, adorata moglie di suo padre. E poi di colpo, irresistibile, la scoperta della pittura, durante un viaggio in Italia sotto le prime ombre del nazismo. La nascita prorompente di una vocazione che non l’abbandonerà più, così grandiosa da farla ammettere, unica studentessa ebrea, all’Accademia delle Belle Arti, dove l’eccezionalità del suo talento sembra per un breve momento avere la meglio sulle leggi razziali. E poi l’amore, la passione assoluta per l’uomo che per primo sa vedere la straordinarietà della sua pittura e la incoraggia al punto tale da costringerla a lasciarlo, a fuggire in Francia per cercare la salvezza Charlotte deve vivere, deve creare. Devi dipingere, Charlotte. Dipingere per non impazzire. Ma è troppo tardi, la guerra incombe da tutte le parti.

 

Trad Cappellini E.

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Criminal Justice

Vincitore del «Grand Prix de Littérature policière 2011», il nuovo libro di una delle regine del noir francese vede l’insolito accostamento con Doa (Dead On Arrival ,pseudonimo di uno scrittore e scenografo francese, originario di Lione, ha al suo attivo alcuni romanzi e racconti. Ha vinto il Grand Prix de la Littérature Policière con il romanzo “Citoyens clandestins”, cittadini clandestini).

Ancora una volta il noir (sempre coinvolgente, ben orchestrato) è la chiave di accesso ad altro, per arrivare ad indagare la  deriva della società e della politica francesi,  all’ombra della carriera dell’uomo “nuovo” della destra. A guardar bene, una vibrante accusa alla politica dell’ormai ex presidente d’oltralpe.

L’azione si svolge fra il primo e il secondo turno delle elezioni in Francia, e svela le connessioni,gli appetiti e conflitti d’interesse tra pubblico e privato nel settore nucleare, con lo sguardo a volte complice della criminalità organizzata.

Dominique Manotti, Doa, L’onorata società, Tropea

A Parigi viene compiuto uno strano omicidio, che getta ombre drammatiche su una campagna elettorale dominata dal candidato della destra, il populista Guérin. Il morto si chiamava Soubise, e lavorava come poliziotto distaccato al Cea, l’ente per l’energia atomica. Due individui si sono introdotti in casa sua per copiare il contenuto del suo computer, e il furto si è trasformato in tragedia. Soubise indagava sui movimenti di un grande gruppo industriale che intendeva acquisire il controllo di Areva, l’azienda atomica francese: forse, proprio con la complicità di Guérin. Molte, troppe persone sono interessate a insabbiare la vicenda. C’è però un ostacolo: tre giovani ecologisti, collegati illegalmente al pc di Soubise per sottrargli i dati, hanno assistito in diretta all’omicidio. Ben sapendo di essere in grave pericolo, i tre ragazzi decidono di non divulgare il video per non compromettere l’operazione di disturbo che stanno pianificando. Solo un uomo sembra interessato davvero a scoprire la verità: è il poliziotto incaricato delle indagini, Petrus Paris, che mentre la sua vita privata va in pezzi si getta a capofitto sul caso… Due grandi autori di noir, Dominique Manotti e DOA, realizzano a quattro mani una cronaca lucida e spietata dei meccanismi criminali del potere.

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La scrittura di Dominique Manotti è chiara, descrittiva, senza enfasi, e comunica una certa freddezza senza che però questo faccia diminuire il suo interesse. Quello che ci racconta,e che a volte ci sembra un documentario o una rappresentazione in stile Gomorra,è di certo crudo e preoccupante: poliziotti corrotti, killer senza scrupoli, periferie pronte ad incendiarsi. Un ritratto lucido quanto pessimista della situazione d’Oltralpe, che forse è il futuro che attende anche noi..  Il libro ha conquistato il Trophée 813 du meilleur roman français per l’anno 2010, premio conferito al miglior POLAR .

 

Dominique Manotti, Già noto alle forze di polizia, Tropea

Parigi, vigilia della grande rivolta delle banlieu. Nell’estrema periferia della capitale, un piccolo commissariato diviene luogo d’esperimento di nuove politiche di sicurezza. A guidarlo è la commissaria Le Muir, astro nascente della squadra che elabora le strategie del ministero dell’Interno e che porterà il responsabile del dicastero a vincere le elezioni presidenziali. “La Muraille” (la Muraglia), come la chiamano i suoi uomini, ha una lunga esperienza dei quartieri difficili e crede che la polizia debba essere percepita come detentrice della forza e che gli abusi di potere contro chi si ribella siano inevitabili. Come lei la pensano il suo autista, dal passato oscuro, e i veterani del dipartimento. A scontrarsi con questa concezione sono soprattutto i più giovani, tra cui un agente al suo primo incarico e un’affascinante recluta, convinti che si possa e si debba agire diversamente. L’incendio doloso di un alloggio di immigrati e il pestaggio a morte di un minorenne durante un controllo sconvolgeranno la situazione, in un duello a distanza tra due donne, intelligenti e tenaci, che si odiano prima ancora di conoscersi

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