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Posts Tagged ‘TURCHIA’

l’autore di questo romanzo appena pubblicato è tra i tanti arrestati in Turchia nel corso del 2016, a causa delle sue attività nei confronti delle minoranze.
 
 
 
Ahmet Altan,
Scrittore e assassino, E.o
gennaio 2017, pp. 416
ISBN: 9788866328230
Traduzione: Barbara La Rosa Salim
 
 
Scrittore e assassino è il grande romanzo di uno dei massimi scrittori turchi di oggi, arrestato nel settembre 2016 per la sua attività a favore delle minoranze e della libertà d’espressione nel suo paese.
 
Scrittore e assassino è un avvincente romanzo noir ma anche un raffinatissimo romanzo esistenziale, un libro che invita il lettore a riflettere a ogni pagina senza perdere mai il piacere della lettura.
 
Scrittore e assassino è una bellissima storia d’amore che ricorda Il minotauro. È una riflessione sul processo creativo della scrittura e un confronto affascinante tra la costruzione di un romanzo e l’intervento divino nel mondo.
 
Ambientato sulla costa mediterranea della Turchia, in uno scenario favoloso di mare, ulivi e vigne, ma anche teatro di conflitti ed emozioni violente, il romanzo di Altan racconta l’arrivo di uno scrittore in una cittadina lacerata da lotte tra bande per il controllo di traffici e del potere.
 
All’inizio l’uomo si tiene in disparte e cerca di approfittare della bellezza dei luoghi e della sua estraneità per ritrovare il filo della sua vocazione di scrittore, smarritosi dopo anni di successi e fallimenti. Ma la passione erotica incontrollabile per una donna che si rivelerà al centro delle lotte locali lo spinge a entrare nel gioco delle alleanze e degli scontri armati.
 
Mentre gli avvenimenti si tingono del nero dell’odio e dell’avidità, e del rosso della passione e della sensualità, il protagonista riesce a mantenere uno spazio di riflessione e di confronto con Dio sui grandi temi del destino e del libero arbitrio, per capire quanto il suo mestiere di costruire trame somigli a quello del Creatore.
 
Un’atmosfera e una vicenda che ricordano quelle di un altro capolavoro letterario: Il minotauro di Benjamin Tammuz.
Flag of Turkey.

Flag of Turkey. (Photo credit: Wikipedia)

«Altan butta giù le porte con su scritto “Non disturbare”. Scrittore e assassino è un romanzo profondamente politico».
The Guardian
 
«Una narrazione profondamente avvincente e coinvolgente sull’amore, il desiderio, la solitudine. Ahmet Altan è una delle voci più importanti della letteratura turca e ha molto da dire al mondo».
Elif Shafak, autrice della Bastarda di Istanbul
L’autore
 
Ahmet Altan
Ahmet Altan è uno dei massimi scrittori turchi di oggi, arrestato nel settembre 2016 per la sua attività di giornalista, difensore delle minoranze curde e armene, protagonista di primo piano della vita culturale turca (il premio Nobel Orhan Pamuk ha scritto un articolo sulla vicenda e ha firmato un appello in sua difesa). È autore di cinque romanzi di successo nel suo paese. Il primo, pubblicato all’età di 27 anni, ha vinto il Grand Award of the Akademi Publishing House. Nel 2009 ha ricevuto il prestigioso Prize for the Freedom and Future of the Media dalla Media Foundation della Sparkasse Leipzig e nel 2011 il premio internazionale Hrant Dink Award.

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che dire dell’attualità di certi romanzi, come questo, dedicato alla Turchia e al popolo curdo. E viene da chiedersi cosa possa esserne dell’autore, in questi giorni, reporter per un giornale curdo..

Murat Uyurkulak ,Tol, Storia di una vendetta, Passigli

http://www.passiglieditori.it/tol-storia-di-una-vendetta

 

Da Istanbul a Diyarbakir, in terra curda, un treno corre lungo un’immensa steppa. A bordo c’è Yusuf, che non ha più né padre né madre, e neppure un nome: Yusuf è un sospetto agli occhi di un potere sempre più totalitario, e lascia alle spalle la sua città attraversando un paese scosso da una serie di attentati. Davanti a lui c’è ‘Poeta’: un terribile segreto sembra legarli indissolubilmente…

 

 

Apparso nel 2002 e subito acclamato come uno dei migliori romanzi della nuova narrativa turca, Tol (parola curda che significa vendetta) è sì la storia di una vendetta, come recita il sottotitolo, ma è anche la storia di una misteriosa e paurosa odissea tra le colline dell’Anatolia e i guerriglieri del Kurdistan, sulle tracce di una rivoluzione impossibile: un viaggio nella geografia, nella storia e nell’anima di un paese, la Turchia, che è ancora oggi al centro dell’interesse del mondo intero, sia per la sua posizione strategica, sia per il suo complesso e contraddittorio cammino verso un’evoluzione democratica che pare ancora lontana.

 

 

Murat Uyurkulak è nato nel 1972 ad Aydin, nell’ovest della Turchia non lontano da Smirne, dove ha frequentato l’università, studiando prima Giurisprudenza e poi Storia dell’arte. Negli anni Novanta si trasferisce a Istanbul e fa i lavori più disparati, dal cameriere al traduttore free-lance, finendo poi per lavorare come redattore, prima in una casa editrice, e in seguito per il quotidiano socialista «Birgun» (sezione esteri). Nel 2002 il successo del suo romanzo d’esordio Tol lo consacra come uno dei maggiori scrittori della nuova generazione; le vendite superano le 50.000 copie, i diritti di traduzione vengono acquistati in diversi Paesi.

Seguono il romanzo Har (2006) e la raccolta di racconti Bazooka (2012); in quello stesso anno collabora alla sceneggiatura del serial televisivo Città perduta. Da sempre interessato al problema dei Curdi in Turchia, nel 2013 lavora come ‘columnist’ settimanale per il giornale militante curdo «Ogzur Gundem», in posizione di aperto contrasto con la politica dell’attuale governo di Erdogan. Proprio in questi giorni è uscito il suo terzo romanzo, Merhume (La compianta).

«Murat Uyurkulak si presenta a noi con quell’impareggiabile coraggio tipico dei grandi scrittori».

Yıldırım Türker

«Con Tol, Murat Uyurkulak segue il cammino della vendetta a cui conducono le vite spezzate, le vite bandite dei personaggi; ci dà uno sguardo non ufficiale della storia non ufficiale della Turchia…».

Yeni Şafak

«Tol di Murat Uyurkulak: la nostalgia dell’impegno politico e lo smarrimento di una generazione sacrificata all’ideologia militante».

Siècle 21

«Da Istanbul a Diyarbakir, uno dei migliori scrittori della nuova narrativa turca».

Livres Hebdo

«Un romanzo pieno di rabbia, insulti, ubriacature, musica, foga e, ovviamente, dolore. La sua struttura è il labirinto, il suo tema è la verità. Se qualcuno non l’ha ancora letto, lo faccia ora».

Nurinisa Eroğlu

«Uyurkulak sembra abitato da un vulcano interiore. Tol è come un lungo grido. La lingua in cui è scritto, impastata dei diversi parlati della Turchia, ha colpito enormemente i lettori turchi quando il romanzo è apparso, nel 2002. E ancora di più l’evocazione schietta, senza fronzoli, del colpo di Stato e della guerra contro i Curdi».

Le Temps

«I personaggi di Tol, lo stupefacente romanzo d’esordio di Murat Uyurkulak, sono anime bruciate che cercano di vendicarsi, anche per pagare la ‘maledizione’ di essere ancora in vita».

Le Matricule des Anges

«In questa epopea della minoranza, della sconfitta, la rivolta, più ancora che nel cuore del paese, sta in questa invasione linguistica di un’invenzione sfrenata…».

Libération

«Questo libro scorre come la vita. Ci riempie di rabbia e poi sa farci ridere anche di cuore…».

Aylin Saraç

 

Map of Turkey with highlighted Southeast Anato...

Map of Turkey with highlighted Southeast Anatolia Region (Güneydoğu Anadolu Bölgesi) (Photo credit: Wikipedia)

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Il romanzo di questi anni disperati, di popoli costretti a lasciare le proprie terre in fuga dalla guerra, gente che implora “ancóra” acqua,  “ancóra” vita. Un giovane autore nato a Rodi da genitori turchi dona ai lettori l’opera capace di fotografare quanto stiamo vivendo.

 

Pagine drammatiche, quasi urlate, grazie anche alla narrazione in prima persona di Gaza, figlio di trafficanti d’uomini, e promettente continuatore del business paterno,  capace di divenire nella parte centrale perfetto esponente di quella che può ancora essere definita la banalità del male. Saprà approfittare del messaggio insito nella figura della rana, quella rana di carta ricevuta da un profugo afgano, simbolo buddhista della reincarnazione, della speranza di una nuova vita?
Il libro si è guadagnato in Francia il prestigioso Prix Medicis.

Hakan Gunday, Ancóra, Marcos Y Marcos

Daha, ancóra: è l’unica parola turca che conoscono i migranti clandestini. Ancóra acqua, ancóra pane, ancóra speranza. Viaggiano nel cassone di un camion per monti e deserti, verso la costa turca dell’Egeo. Lì entra in gioco Ahad. Carica i migranti sul furgone, attraversa il bosco e li nasconde sottoterra, nella cisterna del suo giardino. Attendono lì, per settimane, sognando la Grecia. La cisterna è buia e spoglia, la governa un tiranno bambino: Gaza, il figlio di Ahad. Cresciuto senza madre tra trafficanti di uomini, ha ricevuto un’unica lezione di vita: sopravvivi. E il suo cervello è diventato più veloce del suo cuore. Gaza è un piccolo genio, sogna di studiare al liceo, all’università. Ma tra lui e i suoi sogni c’è di mezzo Ahad, padre padrone. È la cisterna, la sua scuola; Gaza, scienziato in erba, studia il comportamento delle persone in cattività. Una notte di pioggia cambia tutto. Il furgone di Ahad esce di strada, i clandestini muoiono a decine nel precipizio. Gaza vede l’inferno con i suoi occhi e non vuole più saperne dell’umanità. C’è una voce chiara, tuttavia, che lo chiama, dal profondo della sua mente. È la voce di Cuma, clandestino afgano, amico perduto. Dalle sue mani ha ricevuto l’unico bene al mondo che gli sia caro: una rana di carta. Con quell’origami in tasca, sempre tra le dita, con quella voce in testa, Gaza cerca una via per la rinascita. Sarà questa rana, verde e salterina, a indicargli la strada.
Tradotto da Bertuccelli F.

Hakan Günday, nato a Rodi nel 1976, ha sangue turco e sguardo europeo. Figlio di diplomatici, cresce spostandosi da una città all’altra, per poi approdare a Istanbul, dove adesso vive.
A ventitré anni, invece di varcare il portone dell’università, comincia a trascorrere le giornate al caffè di fronte e scrive il suo primo romanzo. Da allora ne ha scritti otto, diventando in Turchia l’autore che tutti gli editori vorrebbero pubblicare, perché è un mito tra i giovani e campione d’incassi in libreria.
Racconta storie a tinte forti con stile vivo e fulminante, con passione cocente e sensibilità delicata. Tra incroci inediti di Oriente e Occidente, Hakan Günday coglie la vita in situazioni estreme, stagliandosi come una voce nuova e forte dell’Europa più giovane che cambia. Dopo A con Zeta, celebrato come miglior libro del 2011 in Turchia e tradotto in diciannove lingue, Ancóra affronta il tema scottante dei migranti ed è in corso di pubblicazione in tutto il mondo. In Francia è stato il caso letterario dell’autunno 2015 e ha vinto il prestigioso Prix Médicis.

 

 

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in vacanza con il giusto libro, Paese per Paese, Edizione 2015. Paese che vai, lettura che ti suggeriamo.

 

FRANCIA: Jean Luc Bannalec, Un caffè amaro per il commissario Dupin, Piemme

FRANCIA, Jean Michel Guenassia, La mano sbagliata, Salani

PARIGI, Cristina Petit, Qualcosa che somiglia al vero amore, TRE60

SVALBARD, Monika Kristensen, Operazione Fritham, Iperborea

ISLANDA: Jon Kalman Stefansson, I pesci non hanno gambe, Iperborea

SCOZIA, James Boswell, Diario di un viaggio alle Ebridi, Sellerio

INGHILTERRA, Helen Humphreys, Il canto del crepuscolo, Playground

INGHILTERRA, Susanne Goga, I misteri di Chalk Hill, Giunti

INGHILTERRA, John Boyne, La casa dei fantasmi, Rizzoli

INGHILTERRA\IRLANDA:Joseph O’Connor, Il gruppo, Guanda

SCOZIA, Peter May, L’uomo degli scacchi, Einaudi

GERMANIA, Brigitte Glaser, Delitto al pepe rosa, Emons

AUSTRIA, Una vita intera, di Robert Seethaler, Neri Pozza

DANIMARCA, Erik Valeur, Il settimo bambino, Neri Pozza

SVIZZERA: Martin Suter, Allmen e le dalie, Sellerio

GRECIA: Fabrizio Ardito, Sul monte Athos, Ediciclo

GRECIA, Alexandros Papadiamantis, L’assassina, Elliot

PRAGA, Gustav Meyrink, Il golem, Tre editori

PORTOGALLO: Joao Ricardo Pedro, Il tuo volto sarà l’ultimo, Nutrimenti

LISBONA, Lorenzo Pini, A Lisbona con Antonio Tabucchi, Perrone editore

OLANDA, Paolo Ciampi, L’Olanda è un fiore, Ediciclo

AMSTERDAM, Nescio, Storie di Amsterdam, Iperborea

AUSTRIA, Maya Haderlap, L’angelo dell’oblio, Keller

RUSSIA, Andrej Platonov, Cevengur, Einaudi

RUSSIA, Martin Cruz Smith, Tatiana, Mondadori

EX YUGOSLAVIA, Gordana Kuic, Il profumo della pioggia nei Balcani, Bollati

ROMANIA, Vintila Horla, Dio nato in esilio, Castelvecchi

SPAGNA: Cristina Sanchez Andrade, Le sorelle Inviernas, Elliot

SVEZIA: Carl Johan Valgren, Il bambino ombra, Marsilio

ESTONIA, Jan Cross, La congiura, Iperborea

BULGARIA, Evtimova Zdravka , Sinfonia, Controluce

LITUANIA, Romualdas Granauskass, La vita sotto l’acero, Controluce

 

in Asia

ASIA: Henri Michaux, Un barbaro in Asia,Obarrao

CINA, Xiaolu Guo, 20 frammenti di gioventù verace, Metropoli d’Asia

CINA, Pierre Loti, Gli ultimi giorni di Pechino, Luni

GIAPPONE, Yasushi Inoue, La lotta dei tori,Skira

GIAPPONE, Radika Jha, Confessioni di una vittima dello shopping, Sellerio

MALESIA, Shih.li Kow, La somma delle nostre follie, Metropoli d’Asia

TURCHIA, HAKAN GUNDAY, A con Zeta, Marcos y Marcos

INDIA, H.R.F.Keating, La crociata dell’ispettore Ghote, Elliot

ISRAELE, Eskhol Nevo, Soli e perduti, Neri Pozza

ARMENIA, Nilo Marocchino, Armenia – peregrinando lungo la via della seta, Fusta

IRAN, Fariba Hachtroudi, L’uomo che schioccava le dita, E.o

INDONESIA, Eka Kurniawan, L’uomo tigre, Metropoli d’Asia

NEPAL, Peter Mathiessen, Il leopardo delle nevi, Beat

NEPAL, John Burdett, Il padrino di Katmandu, Bollati Boringhieri

SUD EST ASIATICO: Storie dal golfo del Siam, Controluce

THAILANDIA, Sudham Pira, La terra dei monsoni, Controluce

PAKISTAN, Bapsi Sidwa, Lingua d’amore, Neri Pozza

CAUCASO, Alisa Ganieva, La montagna in festa, La nuova frontiera

 

 

 

Nel Caucaso

Alisa Ganieva, La montagna in festa, La nuova frontiera

Quando Shamil arriva al giornale trova la redazione in subbuglio: secondo una voce che sta facendo il giro del paese i russi hanno innalzato un muro per isolare il Caucaso dal resto della federazione. La situazione diventa subito incandescente: manifestazioni e scioperi si susseguono giornalmente mentre i sostenitori dei movimenti islamici si scontrano con quelli dei partiti nazionali. Shamil vorrebbe continuare la sua vita come se niente fosse ma stenta a credere ai suoi occhi quando vede la fidanzata, Madina, indossare il velo e seguire i combattenti salafiti sulle montagne. Il sangue inizia a scorrere per le strade ma Shamil continua a esitare, non vuole scappare, fino a quando non è travolto dagli eventi. Alisa Ganieva ci racconta la storia di una catastrofe imminente, del declino di una società dilaniata dall’interno dove – come una visione – nel mezzo di quello che sembra un incubo, l’immagine della montagna in festa appare come un rifugio contro tanta violenza e intolleranza.

TRADUZIONE: ZONGHETTI C.

 

 

AUSTRIA

Una vita intera, di Robert Seethaler, Neri Pozza,

un libro tenero e intriso di poesia in ogni pagina, la storia di una vita intera con i suoi momenti significativi, narrata con uno stile che ricorda quello di Robert Schneider de Le voci del mondo.

«Le parole di Seethaler sono leggere come il battito d’ali di una farfalla, ma sanno colpire al cuore con una forza incredibile».

Christine Westermann, WDR

Andreas Egger non ha mai gridato né esultato da bambino. Fino al suo primo anno di scuola non ha mai neppure davvero parlato. Quando nell’estate del 1902, ancora bimbo, lo tirano giú dal carro con cui giunge tra le montagne diventate poi sue, resta semplicemente muto a guardare in alto con grandi occhi stupiti le cime splendenti di bianco. Ha quattro anni all’epoca, e non interessa a nessuno. Men che meno a Hubert Kranzstocker, il contadino che lo accoglie controvoglia. Il bimbo è l’unico figlio di una cognata che ha condotto una vita leggera ed è stata perciò punita dal buon Dio con una tisi che se l’è portata via.

Kranzstocker non lo manda al diavolo unicamente perché reca al collo un sacchetto di cuoio con delle banconote. In compenso non esita a picchiarlo per un pane lasciato ammuffire, una vacca persa o un balbettio durante la preghiera della sera. Un giorno lo bastona a tal punto che nella gamba destra di Andreas ogni cosa va fuori posto. L’aggiustaossa di un paese vicino gliela sistema alla bell’e meglio, ma la gamba da allora spunta sbieca dall’anca, irrimediabilmente storta.

Andreas Egger non grida né esulta nemmeno quando, trent’anni dopo, fa la sua comparsa nella valle, tra le urla di gioia del paese, la squadra del cantiere della ditta Bittermann & Figli: duecentosessanta operai, dodici macchinisti, quattro ingegneri, sette cuoche e un drappello di aiutanti, l’avanguardia di una colonna incaricata di costruire una funivia e mutare per sempre il volto della valle.

Andreas Egger ubbidisce semplicemente in silenzio al suo destino: vivere tra la quiete e la bellezza dei monti e la crudeltà degli uomini. Impara cosí dapprima il mestiere di bracciante e poi di contadino, e alla fine entra a far partedella Bittermann & Figli. È «la gigantesca macchina chiamata Progresso», gli dicono. Ma a lui queste cose non interessano.

Soltanto una cosa gli sta a cuore: mettere piede nell’osteria del paese e incrociare lo sguardo di Marie Reisenbacher, la ragazza dai capelli biondi e la pelle rosea che lavora lí ai tavoli, e che un giorno gli ha procurato «un dolore sottile vicino al cuore» sfiorandogli appena il braccio. Perciò quando, un pomeriggio di fine agosto, riesce a strappare un bacio a Marie e a stringerla a sé e lei gli dice «Ohi. Quanta forza, che hai!», gli sembra di capire che, oltre alla crudeltà, esiste anche la possibilità del bene e della felicità tra gli esseri umani.

Nominato «libro dell’anno» dai librai tedeschi, selezionato da Der Spiegel come uno dei romanzi piú importanti del 2014, accolto con entusiasmo dalla critica e dal pubblico in Germania, Una vita intera si segnala, nella narrativa contemporanea, per la bellezza della sua scrittura e l’originalità della sua narrazione: l’unicità di un’esistenza qualunque.

 

 

In Indonesia

Una nuova interessante voce della narrativa dell’Asia emergente: Eka Kurniawan dona voce ad un colorito affresco di personaggi per descrivere le mille voci del suo Paese,l’Indonesia, sospeso tra una modernità capace di cambiare i costumi e un ambiente sociale in cui convivono ancora pregiudizi e credenze ancestrali. Come il “matrimonio” tra certi uomini privilegiati dal destino e la tigre bianca, capace di vivere in simbiosi dentro l’essere umano. Se la scena si apre con un inspiegabile delitto, e la piega che sembra prendere il romanzo dà adito al sospetto di una magia sorta da questo connubio tra uomo e animale, l’autore poi ci conduce a cercare i reali motivi dell’accaduto all’interno dei segreti che animano la scena famigliare…

Eka Kurniawan, L’uomo tigre, Metropoli d’Asia

 

In una piccola cittadina indonesiana, il ventenne Margio uccide Anwar Sadat, un anziano e incallito sciupafemmine. L’omicidio viene compiuto in modo insolito: Margio ha morso il collo della vittima fino a spezzarne l’osso, proprio come una tigre uccide la sua preda. Sullo sfondo di un’Indonesia moderna ma ancora radicata in tradizioni ancestrali, il romanzo conduce il lettore in un labirinto di abusi e magie, di forti pregiudizi e impulsi irrefrenabili. Con uno stile composito, vivace e ironico, l’autore ci racconta la storia di due famiglie tormentate e di Margio, giovane a cavallo tra ambiente urbano e rurale e combattuto tra due nature, quella umana e quella soprannaturale.

«La tigre era bianca come un’oca, feroce come un cane selvatico. Mameh la vide emergere una volta per un breve istante dal corpo di Margio, come un’ombra. Non l’aveva mai vista prima e non l’avrebbe più rivista. Un segno indicava la presenza della tigre dentro il fratello; Mameh sapeva riconoscerlo ma ignorava se fosse l’unica in grado di farlo. Si poteva vedere solo al buio, era uno scintillio giallo, felino, che balenava negli occhi di Margio. Inizialmente lei si spaventava nel vedere quegli occhi, terrorizzata all’idea che la tigre potesse riemergere. Ma con il passare del tempo, e con il fatto che ormai vedeva quegli occhi che brillavano al buio fin troppo spesso, smise di preoccuparsene. La tigre non era sua nemica e non le avrebbe fatto del male; anzi, forse era lì per proteggere tutti loro».

Eka Kurniawan è nato a Tasikmalaya (nella parte ovest dell’isola di Giava) nel 1975. Ha studiato filosofia alla Gadjah Mada University di Yogyakarta e lavora come giornalista, scrittore e designer. Grazie al romanzo Cantikitu Luka (2002), prende subito posto tra i maggiori protagonisti della nuova scena letteraria in Indonesia, un Paese che sta rinascendo dopo decenni di una dittatura repressiva, conclusa nel 1998. L’uomo tigre è in corso di pubblicazione anche in Francia e Gran Bretagna

“Il giovane Eka Kurniawan è senza dubbio tra gli scrittori più interessanti presenti oggi nello scenario letterario indonesiano»

The Sun Daily

«Scoprire l’eleganza della scrittura di Eka Kurniawan e l’esuberanza del suo immaginario è entusiasmante come guardar cadere i primi fiocchi di neve da un cielo invernale»

The Jakarta Post

Traduzione di Martignoni M.

 

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Russia

Perseguitato dal regime, questo capolavoro di Platonov vide la luce in Russia solo nel 1988, sessanta anni dopo essere stato scritto. “La devastante fiducia degli idioti che agiscono e parlano nel romanzo di Platonov ha la grandiosa, grottesca vitalità che sommuove i pensieri e le passioni dei Demoni e dell’ Idiota di Dostoevskij” scrisse Alfredo Giuliani nel 1990 su Repubblica, a proposito di questo testo. Un ritorno molto gradito in libreria!

Fu Gorkj, allora responsabile della concessione dei nulla osta governativi per la pubblicazione dei libri a bloccarne l’uscita, considerandolo offensivo nei confronti dei valori della rivoluzione: per esempio il protagonista, monta un cavallo chiamato “Forza proletaria”e il suo scudiero, quasi accostato al Sancho Panza di Cervantes, lo accompagna in giro per la steppa alla ricerca del “Vero socialismo”… Era già troppo questo forse: si sa che l’ironia non è una delle doti di cui sono ricchi i regimi autoritari..

Andrej Platonov, Cevengur, Einaudi

Una città dimenticata da Dio nel cuore della steppa, abitata da uomini inselvatichiti dalla miseria. Ma anche in questo luogo è passata la rivoluzione e ha lasciato sogni e sentimenti sulla nuova società da costruire. Il romanzo di Platonov è la cronaca emozionante, ora tragica, ora comica, di questo momento magico, quando gli ultimi del mondo sembrano diventare i protagonisti della Storia. Gli esiti della rifondazione utopica sono paradossali, bislacchi, votati al disastro, che puntualmente arriverà, ma i personaggi restano nella memoria del lettore con tutto il loro carico di umanità. Uno dei più grandi capolavori della letteratura russa del Novecento, scritto nella seconda metà degli anni Venti ma pubblicato in Russia solo nel 1988, in una nuova edizione integrale accuratamente tradotta.

A cura di DiscacciatiO.

 

 

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LITUANIA, Romualdas Granauskass, La vita sotto l’acero, Controluce

Non sono più terre vergini quelle che ospitano la vecchia Monika Kairiene, rimasta sola a preservare la memoria del marito e del figlio morti nella casa diroccata ai margini di un villaggio fantasma, dove adesso dominano la solitudine e lo spaesamento. Dopo le sofferenze subite durante la dittatura sovietica, con la spoliazione dei beni e delle terre dovuta alla collettivizzazione, per lunghi anni le genti del villaggio lituano al centro di questo romanzo sono state schiave del miserabile sussidio che proveniva dal lavoro nei kolkhoz. In seguito alla liberazione, la modernità ha cancellato per sempre lo stile di vita contadino, sono arrivate le macchine “rombanti” sulle strade asfaltate di fresco, i rapporti umani sono diventati ruvidi e tutti hanno lasciato la terra per trasferirsi verso “l’abitato”. “La vita sotto l’acero” è una raffinata metafora sulla rapacità degli uomini nella società moderna. Un romanzo di protesta che attraverso la voce e i ricordi della protagonista mette a confronto passato e presente, senza cedere a rimpianti nostalgici.

 

English: Dunbuy. Visited by Samuel Johnson and...

English: Dunbuy. Visited by Samuel Johnson and James Boswell on 24th.Aug.1773. Also associated with Scott’s, “The Antiquary” (Photo credit: Wikipedia)

 

 

 

 

 

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