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Posts Tagged ‘VEGLIA INUTILE’

Nadeem Aslam ci aveva colpiti con MAPPE PER AMANTI SMARRITI, un gran bel libro sui disastri che il fanatismo può recare all’umanità, con cui si era aggiudicato diversi premi. Ci appassiona anche con LA VEGLIA INUTILE, dove sono i venticinque anni delle guerre che stanno insanguinando l’Afghanistan ad essere protagonisti e a turbare le vite dei diversi protagonisti che compaiono: un medico inglese settantenne, una donna russa in cerca del fratello scomparso, un giovane talebano e altri .
Dimenticate l’Afghanistan e il mondo arabo proposto da certi editori dopo il successo de IL CACCIATORE DI AQUILONI, testi a volte ripetitivi.
Con LA VEGLIA VIGILE siamo di fronte a un testo ambizioso e riuscito, lirico e duro al tempo stesso, senza estetismi e pietismi, capace di offrire al lettore uno spaccato dei costi che le guerre arrecano alle persone: “la guerra fredda era fredda solo per gli abitanti dei paesi ricchi”, già, altrove la situazione era ben diversa!

Nadeem Aslam. La veglia inutile, Feltrinelli

Lara, una giovane russa, è in Afghanistan alla ricerca di notizie sul fratello, un veterano dell’invasione sovietica. Chi potrà fare luce sulla sua scomparsa? Attraverso i sentimenti, le passioni, le emozioni, Aslam ci introduce nel cuore del Medio Oriente di oggi.
Il libro
Lara, una giovane russa, è in Afghanistan alla ricerca di notizie sul fratello, un veterano dell’invasione sovietica. Chi potrà fare luce sulla sua scomparsa? Forse Marcus Caldwell, un inglese che vive all’ombra delle montagne di Tora Bora. Forse David, formalmente una spia di Washington, che si trova nel Paese dai tempi dell’invasione sovietica. Forse James, soldato delle forze speciali statunitensi. O forse Casa, il giovane talebano, sarà lui a custodire il segreto?
Cinque vite molto diverse si ritrovano al punto di intersezione di decenni d’invasioni, occupazioni e violenze. In una prosa memorabile, Aslam racconta i complessi legami – d’amore e disperazione, dolore e salvezza, follia e chiarezza – che legano questi individui. Le storie, il romanzo degli ultimi terribili venticinque anni della tragedia afghana, si rivelano agli occhi di Lara – e a quelli dei lettori – in tutta la loro brutalità.

Riproponiamo anche quanto avevamo scritto due anni fa, in occasione dell’uscita della versione pocket de  MAPPE PER AMANTI SMARRITI:

“è appena uscito in formato tascabile uno dei libri più premiati nel mondo degli ultimi anni (Kiriyama Pacific Rim Book Prize, Encore Awards, finalista alla corrente edizione dell’IMPAC DUBLIN LITERARY AWARD. . .). NADEEM ASLAM, autore di MAPPE PER AMANTI SMARRITI, vive in Inghilterra da ormai 25 anni, ed è proprio colà che si snoda questa vibrante vicenda che mette a nudo le debolezze e le difficoltà che affiorano quando culture diverse vengono a contatto. Musulmani, Sikh, occidente, religioni e musica, cibo, perfino le stagioni (che possono diventare cinque, se ci aggiungiamo quella dei monsoni), quante cose possono dividere! E’ un romanzo che colpisce immediatamente, dalla prima pagina, venato di poesia, capace di ritrarre in modo impietoso i disastri che il fanatismo religioso può provocare. Memorabile la pagina sull’atteggiamento dei bianchi verso gli immigrati: si passa dal periodo in cui l’atteggiamento era:”Non voglio vederli nè lavorare al loro fianco” a:”Non m’importa di lavorare al loro fianco se proprio devo,, purchè non debba anche rivolgere loro la parola”. Il passo successivo: “Non m’importa parlare con loro se proprio devo farlo sul luogo di lavoro, purchè non mi tocchi parlare con loro anche fuori dalle ore lavorative” e si termina con “Non m’importa se socializzano negli stessi posti dove vado io, se proprio devono, però non voglio trovarmeli nella casa accanto” arrivando in questo modo agli anni Settanta, dagli Anni Cinquanta del primo “ragionamento”.


Mappe per amanti smarriti
Nadeem Aslam
FELTRINELLI
Traduzione: Delfina Vezzoli
Collana: Universale Economica

In breve
Una vicenda di amori impossibili che ci introduce nella vita segreta di una comunità di immigrati pachistani in una città europea. Storie di persone che vivono vicinissime a noi e che non potrebbero esserci più distanti e ignote. Il tentativo coraggioso di descrivere dall’interno il conflitto che nasce dalla precarietà dei sentimenti e dall’urto delle culture.
Il libro
Siamo in un’innominata città inglese, uguale a molte altre in Europa, ai cui margini vive una comunità pachistana. Il romanzo si apre con la scomparsa di due amanti, Chanda e Jugnu e ben presto la polizia decide di arrestare i due fratelli di Chanda, indignati dalla loro relazione adulterina. La trama si svolge attorno a questa indagine e apre un mondo al tempo stesso vicinissimo a noi e assolutamente ignoto e inimmaginabile. Kaukab, cognata di Jugnu, vive da più di quarant’anni in Inghilterra, non parla la lingua e cerca di avere a che fare il meno possibile con i bianchi. Donna semplice e ignorante, di stretta fede musulmana (si potrebbe anche dire fanatica), è il personaggio più estraneo a noi, al quale però, nel corso del romanzo, sarà quasi impossibile non affezionarsi. Profondamente infelice, lacerata tra le regole morali delle proprie origini e la realtà che la circonda, Kaukab rispecchia i profondi conflitti che agitano l’intera comunità. La sua rigidità ha allontanato, uno dopo l’altro, i figli che quasi non vogliono avere più contatti con lei perché vedono nel suo fanatismo le cause della sparizione dello zio Jugnu e della sua compagna. Shama, il marito di Kaukab, è invece una specie di libero pensatore, convinto che le due culture debbano e possano integrarsi. Suo malgrado, s’innamora perdutamente di Soraya, una bellissima giovane divorziata appena giunta dal Pakistan. Ma è un amore tragico, che lo renderà per sempre infelice. Ed è sul filo delle infelicità di Shama e Kaukab che corre questo straordinario romanzo, infuso di una fortissima sensualità, arricchito da immagini e metafore che trasformano la quotidianità occidentale in qualcosa di magico e inusuale e che, con amore e struggimento, mette a nudo i disastri che il fanatismo religioso può provocare.”

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