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Posts Tagged ‘zimbabwe’

Nel 2011 finalmente siamo entrati nella prestigiosa top ten dei Paesi con la minor crescita del Pil nei dieci anni precedenti. Settimi. Nel 2010 eravamo appena al tredicesimo, con una crescita annua dell 1,6%. Ventitreesimi nel 2007. Ma è nel 2014 che raggiungiamo il traguardo del quarto posto, dopo Sudan, Zimbabwe, Portorico, parimerito con la Grecia. Incontestabilità dei numeri, sorry per chi ci vede superare d’un balzo la Germania. Olè.

(dati estratti dalle varie edizioni de IL MONDO IN CIFRE, Fusi orari edizioni)

 

Intanto, ricordiamo i tempi in cui l’OLIVETTI era una multinazionale da 60000 dipendenti nel mondo, e dava vita a quello che è considerato il capostipite dei personal computer. Un nuovo libro ne ripercorre il sogno:

“Sognavo un computer semplice, che non avesse bisogno dell’interprete in camice bianco. Una macchina piccola, economica e per tutti.» 

P101 – Quando l’Italia inventò il personal computer
di Pier Giorgio Perotto
Edizioni di Comunità

Nel 1964 Pier Giorgio Perotto e i suoi collaboratori progettarono e realizzarono la Programma 101, il primo personal computer al mondo. Un calcolatore pensato per tutti, che prevedeva un rapporto diretto, personale, tra l’utente e la macchina, o, per dirla in termini più ideali, tra l’uomo e la tecnologia. Questo computer da scrivania prodotto a Ivrea fu usato dalla NASA per la missione Apollo 11, dimostrando nei fatti che progettare a misura d’uomo è ciò che permette all’umanità di giungere a mete prima ritenute inarrivabili. P101 è quindi il racconto di un successo italiano, la storia di un gruppo di uomini che inseguirono il futuro e, in qualche modo, un’idea di libertà.

PIER GIORGIO PEROTTO (1930-2002) è l’inventore della Programma 101. Tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta fu a capo della Ricerca e Sviluppo Olivetti e proseguì poi la sua attività dirigendo grandi aziende come Elea e dando vita, da imprenditore, a importanti società di ricerca, innovazione e consulenza, tra cui Finsa.

 

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English: Olivetti Programma 101. See the article en:Programma101 Italiano: Olivetti Programma 101. Si veda l’articolo it:Olivetti Programma 101 (Photo credit: Wikipedia)

 

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English: Adinsonia Digitata tree, taken on a f...

English: Adinsonia Digitata tree, taken on a farm 200 miles from Bulawayo in Zimbabwe (Photo credit: Wikipedia)

no, non stiamo ripetendo uno slogan di Renzi, tranquilli!

Una voce nuova dall’Africa profonda, una terra ancora vibrante di un assordante e caleidoscopico mix di odori, suoni, colori. Come la pagina che esce dal ritmo di questa narratrice, che si è conquistata un buon posto nei cuori dei lettori e della critica, e che è stata notata anche dalla giuria di alcuni premi internazionali.

 

C’è BISOGNO DI NOMI NUOVI, NoViolet Bulawayo, Bompiani

 

Darling ha solo dieci anni, eppure deve navigare nelle agitate acque del mondo in Zimbabwe. Darling e i suoi amici rubano guava, cercano di tirare fuori un bambino dalla pancia della piccola Chipo, e si aggrappano ai ricordi di Prima. Prima che le loro case venissero distrutte dalla polizia paramilitare, prima che la scuola chiudesse, prima che i loro padri partissero per lavori rischiosi all’estero. Ma Darling ha una possibilità di fuggire: ha una zia in America, così decide di viaggiare verso questa nuova terra in cerca della famosa abbondanza americana, ma solo per scoprire che le sue opzioni come immigrata sono terribilmente ridotte. L’esordio di NoViolet Bulawayo ha sorpreso pubblico e critica, ha fatto subito pensare ai grandi narratori che hanno raccontato l’esilio e le nuove patrie, da Zadie Smith a Monica Ali.

 

 

 

 

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Immaginate di nascere bianchi in un regime tra i peggiori della terra. Di assistere ad un cambiamento, ma paradossalmente in peggio, e di finire per vivere in uno dei più grotteschi e assurdi stati governati da un tiranno nero, che risponde al nome di Mugabe. E di decidere nonostante tutto di continuare a vivere lì, nel proprio Paese, scrivendo romanzi. Una situazione insostenibile ai nostri occhi, che richiede un grande coraggio. Ian Holding era entrato nei nostri cuori con un testo che ricordava da vicino il miglior Coetzee, Nel mondo sensibile ( IAN HOLDING, NEL MONDO INSENSIBILE, EINAUDI Un libro forte e lirico, dedicato all’esperienza bianca sul suolo africano, in quel martoriato Paese che è lo Zimbabwe. Basato su una storia vera accaduta ad un allievo dell’autore . .) , finalmente ecco il suo secondo romanzo    ..

Uomini e bestie,
Ian Holding,
E/O
In un paese africano in preda a sconvolgimenti politici e umani alcuni miliziani sequestrano un uomo alla periferia di una città saccheggiata. Il prigioniero finisce poi nelle mani di un altro gruppo ed è costretto a trasportare una donna incinta su una carriola nel corso di un viaggio da incubo. Nel frattempo un insegnante, amareggiato dal pessimo stato del suo paese, si prepara a emigrare.
Ma prima di farlo è costretto a confrontarsi coi propri demoni e fallimenti personali. Entrambi gli uomini sono in pericolo ed entrambi sono apparentemente impotenti nei confronti del destino. Quando le due vicende inaspettatamente si intrecciano il risultato è però elettrizzante. In questo scottante e attualissimo romanzo, gli effetti devastanti del collasso morale ed economico dello Zimbabwe fanno da sfondo a una storia di forza e coscienza individuale.

ian holding

Altro autore del cuore, altro grande proveniente da una terra vicina a quella di Ian Holding: parliamo di Mia Couto, mozambicano, straordinario autore de Terra sonnambula, palpitante odissea toccata dai toni del realismo magico, vissuta da un vecchio e un bambino sullo sfondo di un paese insanguinato dalla guerra civile. E’ un piccolo editore a proporre questa sua raccolta di racconti

Perle,
di Mia Couto, Quarup editore
… Sarà l’alterazione della latitudine (Mia Couto è africano, mozambicano nel particolare), del tasso alcolemico o della temperatura dell’anima, ma in questo Perle è la verità che emerge, paradossalmente demistificata, proprio mentre racconta se stessa, nel serico tessuto delle storie.
Una vera e propria infinità di storie, come nel più celebre titolo dell’amato Guimarães Rosa, in preponderante maggioranza declinate al femminile, che trascende per contenuto e forma la gabbia dei ventinove racconti che compongono la raccolta: ognuno di essi ne contiene in sé altri infiniti, e tutti si inanellano come sul filo di una collana, come le perle della realtà a cui il narratore regala “un filo di silenzio che imbastisce il tempo”. Narrare è così la forma per spellare a sangue la verità delle cose, perché solo materializzandole in parole siamo in grado di dare consistenza alle nostre esistenze.
Un libro scarno e fulminante che nulla nasconde e tutto nomina, rivelando: le storie brevi, fluviali e compresse, esplorano e narrano così le migliaia di vite che compongono la vita di ogni essere umano, il miracolo del concepimento, la seduzione, l’invecchiamento, l’amore il dominio e il possesso, la delusione, il tradimento. Mia Couto esplora, costringendo la forma della sua indagine a un numero sempre minimo possibile di righe – prosa di strepitoso controllo e di infinito rigore, e insieme gravida di lussureggiante fantasia -, gli abissi su cui prendono corpo, si mascherano e si truccano con il perbene le nostre rispettosissime vite.

L’AUTORE:
Nato a Beira (Mozambico) nel 1955 ANTÓNIO EMÍLIO LEITE “MIA” COUTO è oggi considerato uno dei maggiori scrittori contemporanei in lingua portoghese. Dopo gli esordi poetici si è successivamente dedicato alla narrativa, pubblicando romanzi e raccolte di racconti, che gli sono valsi prestigiosi riconoscimenti e premi. Da ricordare Terra sonnambula (Guanda 2002), Sotto l’albero del frangipani, (Guanda 2002), Un fiume chiamato tempo, una casa chiamata terra (Guanda 2005), Venenos de Deus, Remédios do Diabo, 2008, la cui traduzione italiana uscirà a breve per Voland. Tradotto in moltissime lingue, Mia Couto è uno degli autori più letti ed amati nel panorama letterario internazionale

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