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Posts Tagged ‘Il grande Gatsby’

Il grande Gatsby, Francis Scott Fitzgerald, varie edizioni

Il grande Gatsby ovvero l’età del jazz: luci, party, belle auto e vestiti da cocktail, ma dietro la tenerezza della notte si cela la sua oscurità, la sua durezza, il senso di solitudine con il quale può strangolare anche la vita più promettente. Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell’estate del 1922. Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi disperatamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino di casa colpisce Nick in modo particolare: si tratta di un misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste. Eppure vive in una disperata solitudine e si innamorerà insensatamente della cugina sposata di Nick, Daisy… Il mito americano si decompone pagina dopo pagina, mantenendo tutto lo sfavillio di facciata ma mostrando anche il ventre molle della sua fragilità. Proprio come andava accadendo allo stesso Fitzgerald, ex casanova ed ex alcolizzato alle prese con il mistero di un’esistenza ormai votata alla dissoluzione finale.

 

Estate da sola, Elizabeth  Von Arnim, Bollati  Boringhieri

Il libro riprende il tema conduttore della produzione della von Arnim, la fuga. Tutte le sue eroine fuggono – dalla ricchezza verso la semplicità, da una vita casalinga convenzionale verso un viaggio all’estero, da una casa comoda a un’avventura in carrozza – e soprattutto fuggono, o sentono il bisogno di fuggire, dai mariti e dalla tirannia del matrimonio. Qui la fuga è semplicemente in un giardino da cui si gode un paesaggio più ampio, e che diventa sinonimo di gioia. Il libro è il seguito del “Giardino di Elizabeth”.

 

 

Il libro dell’estate,

Jansson Tove, 1989, Iperborea

L’estate, un’isola, l’incontaminata bellezza dell’arcipelago finlandese, il mare, la casa lontana dalla civiltà: su uno sfondo magico le vacanze di una nonna e di una nipote. Una vita quotidiana fatta di nulla, che segue i ritmi capricciosi e svagati della natura stessa – qualche incontro, qualche visita, le passeggiate, le avventure, le tempeste e la bonaccia – , animata sempre dall’affettuosa complicità e dal dialogo pieno di umorismo e di poesia fra una bambina che interroga la vita e una donna che la conosce a fondo e non ha mai smesso d’amarla

 

                L’ ultima estate di Klingsor,

Hesse Hermann, varie edizioni

Ne “L’ultima estate di Klingsor” , ANNO 1920, un lungo processo di introspezione porterà i protagonisti ad accettare il proprio posto nell’armonia dell’universo.

 

Tre uomini in barca, Jerome K Jerome,  varie edizioni

Tre uomini in barca (per non parlar del cane) (Three Men in a Boat (To Say Nothing of the Dog)) o, in alcune traduzioni, Tre uomini in barca (per tacer del cane) è un romanzo di Jerome K. Jerome del 1889.

“Non c’è sensazione più bella che navigare a vela. Sembra di volare sulle ali del vento. Il Tamigi era tutto per noi, era un momento di grande incanto. Ci sentivamo come i cavalieri di qualche antica leggenda… e invece siamo finiti dritti contro la chiatta di tre pescatori.” La più famosa e divertente gita in barca della letteratura, un classico dell’umorismo inglese

 

Stagioni diverse, Stephen King,Sperling Kupfer

Indimenticabile, il racconto con protagonisti quattro ragazzini alla ricerca del cadavere di un coetaneo.

 

 

Truman Capote, Incontro d’estate, Garzanti

 

Grady McNeil è capricciosa e testarda come i suoi diciassette anni. Non ama le regole e le imposizioni. Così, quando i suoi genitori partono per l’Europa, lasciandola sola per un’estate a New York, nel lussuoso appartamento sulla Quinta Avenue, Grady si sente finalmente libera. Niente più la obbliga a tenere segreta la relazione con Clyde Manzer, giovane veterano di guerra ebreo che lavora come parcheggiatore. Mentre l’estate avanza, calda e afosa, quella che all’inizio era solo un’attrazione fragile e ambigua diventa un amore sempre più forte e profondo, una passione che imporrà a Grady una serie di scelte decisive per la sua vita di giovane donna. “Incontro d’estate” è il primo capolavoro di Truman Capote. Una scrittura sobria e incisiva, un’eroina impetuosa che non può non ricordare la Holly Golightly di “Colazione da Tiffany”, una vicenda di asciutta ed emozionante esemplarità. Iniziò a scriverlo giovanissimo, nel 1943, e continuò a lavorarci per oltre un decennio, anche dopo il clamoroso successo di “Altre voci, altre stanze”. Tuttavia non volle mai pubblicarlo, e a un certo punto dichiarò perfino di averlo bruciato. Alla sua morte, studiosi e biografi lo cercarono invano: è riemerso solo nel 2004, tra le carte abbandonate dallo scrittore nella sua vecchia casa di Brooklyn. Trad Cherchi S.

 

 

Luce d’estate ed è subito notte,

Stefánsson Jón K., Iperborea 

Trad Cosimini F-

 

“A volte nei posti piccoli la vita diventa più grande”, a volte la lontananza dal rumore del mondo ci apre al richiamo del cuore, dei sensi, dei sogni. È questo intenso sentire a erompere dalla vita di un paesino di quattrocento anime della campagna islandese, dove la luce infinita dell’estate fa venir voglia di scoperchiare le case e la notte eterna dell’inverno accende la magia delle stelle. Un microcosmo che è come una lente di ingrandimento sull’eterna partita tra i desideri umani e le trame del destino, tra i limiti della realtà e le ali dell’immaginazione. Il direttore del Maglificio che per decifrare la frase di un sogno si immerge nel latino e nell’astronomia fino ad abbandonare tutto per i segreti dell’universo, la postina avida di vita che legge ogni lettera per poi rendere pubblici i più piccanti affari privati dei compaesani, l’avvocato che crede che il mondo si regga sul calcolo ma poi scopre che non può contare i pesci nel mare né le sue lacrime. Ogni sentiero dell’animo umano sembra trovare spazio in un caleidoscopio di storie che abbraccia le pulsioni più torbide e i sentimenti più puri, il palpito dell’unica estate vissuta dagli agnelli prima di finire al macello e il brivido di un rudere che risveglia i fantasmi, o il bisogno di mistero che è nell’uomo. Combinando l’incanto della poesia e un umorismo implacabile ma pieno di tenerezza per le debolezze umane, Stefánsson cerca una risposta alla domanda “Perché viviamo?” e la insegue immergendoci nel fiume in piena della vita.

 

 

L’estate in cui tutto cambiò, Penelope Lively, Guanda

Maria, ragazzina inglese di 11 anni, non sa ancora che la casa vittoriana sul mare, nel Dorset, che i suoi genitori hanno affittato per le vacanze estive cambierà il corso della sua vita. Vi troverà dei segreti da svelare e un ragazzino, Martin, che come lei è in vacanza a Lyme Regis. Insieme vivranno avventure che hanno il sapore dolce ed eccitante delle prime scoperte, e come spesso accade in certe estati speciali, Maria finirà per accorgersi che qualcosa dentro di lei sta cambiando. Un bel romanzo di formazione, piacevole e delicato.

 

Io non ho paura, Niccolò Ammaniti, Mondadori

Acque Traverse è un piccolo paesino della Puglia. Il sole è implacabile. Siamo nel 1978 e Michele Amitrano, nove anni, è in giro sulla sua inseparabile bicicletta. Costeggia i campi di grano fino a quella casa disabitata, dove sembra accadere qualcosa di strano. La casa nasconde un segreto cosi grande e terribile da non poterlo nemmeno raccontare. E per affrontarlo Michele dovrà trovare la forza proprio nelle sue fantasie di bambino. Uno dei libri più felici di Niccolò Ammaniti, reso famosa anche dal film omonimo di Gabriele Salvatores.

 

 

Le piccole vacanze, Alberto Arbasino, Adelphi

Infanzie ‘favolose’, ragazze ‘deliziose’, ville sepolte fra gli alberi, parchi, piscine, tennis, biblioteche, vigne in collina… Cacce, boschi, cantine sociali, partite a carte, lezioni d’inglese… Piste da ballo, lirica del Novecento, alberghi di sfollati, studi d’avvocato, licei bombardati, desolate vie provinciali negli anni più bui della guerra e del dopoguerra, crocicchi illuminati dalla luna, nonne con soldi, cavalli, spiagge, film con Greta Garbo, corse in automobile… Studi universitari fatti male, trasalimenti sessuali confusi, droghine fatte in casa… Fanciulline scatenate o svampite, ragazzini pensierosi e giovani scemini che incontrano il primo amore insieme al primo dolore… Dignitose parsimonie… È uno sconfinato patrimonio d’affetti sentimentali e ridicoli accumulati o sperperati fra le ultime estati lunghe in campagna e le prime vacanze brevi al mare…

 

                Addio all’estate,

Bradbury Ray, Mondadori 

1929: l’estate si rifiuta di finire e l’inizio dell’ottobre si rivela inaspettatamente caldo. Ma nel villaggio di Green Town, Illinois, è scoppiata la guerra civile. Si tratta del conflitto vecchio come il mondo che oppone i giovani agli anziani e che ha come posta il controllo sull’orologio che spinge inesorabilmente avanti le vite di tutti. Il tredicenne Douglas Spoulding e la sua schiera di amici e coetanei decidono che non vogliono invecchiare. Per loro gli anziani sono un’altra razza, sono degli alieni, sono il Male e i giovani rischiano di essere soltanto degli schiavi ai loro ordini. I ragazzi e gli abitanti anziani della cittadina si dichiarano guerra ed uno degli anziani resta ucciso in uno dei primi scontri. L’ottantunenne Calvin Quatermain organizza il contrattacco e comincia un lungo e duro confronto che oppone le declinanti forze della vecchiaia all’entusiasmo e alla scanzonata determinazione della gioventù. “Addio all’estate” è l’ideale seguito di “L’estate incantata” scritto esattamente 50 anni fa, ed è il fastoso coronamento della carriera di scrittore di Bradbury: un romanzo al centro del quale c’è il più dolce e impossibile dei sogni umani, ossia la ribellione davanti all’invecchiamento e alla morte.

 

COLONNA SONORA:

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