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Archive for the ‘i libri che ci sono piaciuti – recensioni’ Category

Una volta ci si andava per acquistare le sigarette, vendute a prezzi assai inferiori di quelli praticati in Italia. Ma San Marino, con quella scritta ad accogliere chi vi entrava (Benvenuti nell’antica terra della libertà) è sempre stato una meta non solo per i viaggi reali ma anche per quelli di fantasia, con quel monte visibile da lontano.

Luogo che riserva tra le pieghe della sua Storia tante vicende curiose, come la rivolta di Rovereta avvenuta negli anni Cinquanta, o l’entrata clandestina di Montale da un sentiero solitamente praticato dai contrabbandieri, per ritirare il milione di lire in qualità di vincitore di un premio letterario, quando le frontiere erano presidiate da posti di blocchi della polizia: lo stato italiano non voleva l’apertura di un casinò all’interno del territorio sammarinese.

Tante suggestioni, unite alle riflessioni che il presente può dare: così salutiamo l’arrivo in libreria del primo romanzo di Luca Restivo, nato qui a Castel San Pietro, che siamo felici di ospitare il 15 marzo, alle ore 21, in dialogo con Corrado Peli.

E nonostante si tratti di un esordio Luca offre ai lettori un libro davvero godibile sotto tanti aspetti. Si riflette sui confini, sulla politica di mentalità ristretta, sulle radici e sul senso che possono avere nel XXI secolo, sulla modernità e sulla storia, in una cornice briosa, ironica e piena di ritmo. Che altro volete?

LUCA RESTIVO, SAN MARINO GOODBYE, BLACKIE EDITORE -in vendita dal 5 marzo 2024

Un giorno i confini della repubblica più antica del mondo si chiudono. Secoli di convivenza terminano con il calare di una sbarra arrugginita. Gli animi si scaldano, mentre i conti correnti vengono congelati. Milioni di italiani si accorgono di avere uno Stato dentro il proprio Stato, e che ora è davvero arrabbiato. A questo punto succede di tutto. C’è chi cerca di varcare i confini con l’inganno e chi difende la frontiera con ogni mezzo. Ci sono Capitani Reggenti imbroglioni, giovani idealisti e doganieri integerrimi, vacanzieri con la passione per il duce e influencer con quella del fatturato. C’è la diplomazia internazionale che si muove, mentre l’ombra del complotto si allunga sul monte Titano. C’è chi trova il tempo per amare anche con la guerra alle porte. Ritroviamo tutti gli elementi che caratterizzano questi tempi inquieti: l’ossessione per i confini, i venti di guerra, l’odio per il diverso, i danni di una certa retorica. Fino al colpo di scena finale, il romanzo rimane in bilico tra commedia e tragedia. Come sempre avviene nel nostro Paese, e in quelli che esso contiene.

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CENTO ANNI FA -«Vi farò vedere io se le donne non sanno stare in bicicletta come gli uomini»

Nel 1924 il marito Luigi venne ricoverato al manicomio di San Colombano al Lambro, da cui non uscirà più fino alla morte dopo venti anni di malattia; dovendo mantenere la famiglia e non essendo sufficiente la paga di 6 lire al giorno guadagnate con il lavoro da sarta, Alfonsina decise di iscriversi alla più importante gara ciclistica nazionale

SIMONA BALDELLI, ALFONSINA E LA STRADA, SELLERIO

Ciò che più la affascina è il lato privato, intimo di questa donna che, nata alla fine dell’Ottocento in una famiglia contadina poverissima, in mezzo ad altri dieci tra fratelli e sorelle, riesce a superare i propri limiti» – Robinson

Nel 1924 il Giro d’Italia rischia va di non partire. Gli organizzatori non erano in grado di far fronte alle richieste economiche delle squadre e queste risposero con una diserzione in massa. Celebri campioni come Girardengo, Brunero, Bottecchia non avrebbero gareggiato; gli atleti dovevano iscriversi a titolo personale e la corsa rischiava di passare inosservata, con grave danno per gli sponsor. Occorreva qualcosa di eclatante, e si decise di accogliere la richiesta di una donna di trentatré anni che insisteva da tempo per partecipare. Si tratta va di Alfonsina Strada, aveva già affrontato due Giri di Lombardia. Il tracciato della competizione attraversava la penisola per oltre 3.000 chilometri, gli iscritti furono 108, al via se ne presentarono novanta, e fra questi c’era Alfonsina. Solo in trenta completarono la gara. Il romanzo racconta la sua storia, dai tempi duri e affamati di Fossamarcia, nei pressi di Bologna dove n acque nel 1891, fino al 13 settembre del 1959, giorno della sua morte. In mezzo ci sono due guerre mondiali, la Marcia su Roma cui prese par te uno dei suoi fratelli, e poi D’Annunzio che le regalò una stella d’oro, Mussoli ni che volle darle un’onorificenza da lei mai ritirata, una medaglia che la zarina Alessandra le appuntò personalmente al petto. E gli anni passati a esibirsi nei circhi d’Europa e due matrimoni, il primo a 14 anni, l’unico modo per andar via di casa perché i genitori le volevano impedire di gareggiare. Il giovane marito era Luigi Strada, di professione meccanico, uomo dalla psicologia molto fragile. Le offrì un amore sincero, lei ne mantenne per sempre il cognome. Dalla povertà alla fama all’oblio, Alfonsina è stata una pioniera della parificazione tra sport maschile e femminile. Simona Baldelli ha trovato lo sguardo e la voce per trasformare la sua epopea in un romanzo attento alle verità della Storia e sensibile alle sfumature dei sentimenti, creativo nella struttura e libero di intrecciare i fatti concreti con l’invenzione necessaria al gesto letterario. Accade allora che nelle sue pagine Alfonsina prenda vita e ci mostri, nella scoperta di un’impresa faticosissima e anticipatrice, il ritratto di una donna che mai volle porsi dei limiti.

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QUALCHE GIALLO consigliato da Atlantide – 2023, gli ultimi mesi

La prima avventura di Miss Rachel, investigatrice dilettante, e della sua inseparabile gatta Samantha, coppia ideata da Dolores Hitchens, i cui gialli «meritano di essere riscoperti specialmente alla luce della letteratura poliziesca femminile e dei cat mysteries contemporanei» (Joyce Carol Oates).

La gatta ha visto tutto,

di Dolores Hitchens

Sellerio

https://www.bookdealer.it/libro/9788838945939/la-gatta-ha-visto-tutto

L’isola della peste

di Marie Hermanson

Guanda, 2023

Un giallo nordico dal taglio storico, secondo con il sovrintendente Nils Gunnarsson, nella Goteborg del 1925

https://www.bookdealer.it/libro/9788823531291/lisola-della-peste

Martinez Muñoz Ana,Il killer a luci rosse

Editore: Ponte alle Grazie

Traduttore: Leandri E.

«Una narrazione limpida, diafana, capitoli brevi e ritmo vivace, che affronta un tema scabroso con tatto e senza moralismi e ipocrisie: […] un’immersione in un mondo sordido che muove miliardi in tutto il mondo.» – Zenda https://www.bookdealer.it/libro/9788868339333/il-killer-a-luci-rosse

Trovali per primo

di Linwood Barclay, traduzione di Nicola Manuppelli

Nutrimenti, 2023

Una corsa mozzafiato contro il tempo, per trovare i figli che non conosce e salvargli la vita. I possibili eredi di un milionario morente vengono misteriosamente eliminati, uno per uno. Chi è il feroce assassino, un altro erede che cancella metodicamente i rivali? O sta succedendo qualcosa di ancora più sinistro?

https://www.bookdealer.it/libro/9788865949986/trovali-per-primo

Il pesatore di anime

di Olivier Norek, traduzione di Maurizio Ferrara

Rizzoli, 2023

Una ambientazione particolare, Saint Pierre et Miquelon , piccolo arcipelago al largo delle coste canadesi, per questa terza traduzione italiana di un autore che piace sempre di più!

https://www.bookdealer.it/libro/9788817176989/il-pesatore-di-anime

A fuoco lento. Le indagini di Bernie Gunther

di Philip Kerr, traduzione di Luca Merlini, Fazi, 2023

Per fortuna dei lettori, Philip Kerr non si è accontentato della Trilogia berlinese, ha continuato a proporre ottimi thriller: in questo caso si parte dall’Argentina degli anni Cinquanta, terra in cui molti criminali nazisti hanno trovato rifugio. Un nuovo caso per Bernie Gunther

«Non è facile capire se lo scozzese Philip Kerr ci piaccia di più per il suo investigatore privato Bernie Gunther, così maschio, sprezzante, caustico, cinico e pronto, se necessario, a violare ogni regola, un tipo decisamente hard-boiled alla Dashiell Hammett o alla Raymond Chandler, o se sia l’ambientazione che ha scelto, la Germania prima, dopo e durante il nazismo a intrigarti così tanto: cosa c’è di più forte dei crimini del Terzo Reich come affresco da cui far emergere forte e chiaro il Male?». – Susana Nierenstein, Robinson

https://www.bookdealer.it/libro/9791259674722/a-fuoco-lento-le-indagini-di-bernie-gunther

Il corpo della ragazza

di John Banville

Guanda, 2023

«Una prosa bellissima. La padronanza di Banville nel descrivere l’animo umano trionfa su tutto.» – Booklist

Un investigatore protestante nell’Irlanda cattolica del Dopoguerra, gialli proposti da un grande scrittore

https://www.bookdealer.it/libro/9788823533011/il-corpo-della-ragazza

Requiem di provincia

di Davide Longo

Einaudi, 2023

Nuova avventura per Bramard e Arcadipane, la coppia di investigatori amati anche da Alessandro Baricco

https://www.bookdealer.it/libro/9788806259341/requiem-di-provincia

Quando una donna diventa un lago

di Marjorie Celona, traduzione di Manuela Faimali

Bollati Boringhieri, 2023

Marjorie Celona scrive un meraviglioso page turner, un thriller ritmato e impossibile da posare, ma anche un romanzo sulla famiglia, sulla possibilità di nuovi inizi, sul prezzo degli errori che spesso compiamo con l’illusione di fare il bene di chi amiamo.

https://www.bookdealer.it/libro/9788833937656/quando-una-donna-diventa-un-lago

Vertigine

di Franck Thilliez, traduzione di Daniela De Lorenzo

Fazi, 2023

un vero e proprio maestro del thriller psicologico, storie aspre capaci di dissezionare l’animo umao

https://www.bookdealer.it/libro/9791259674623/vertigine

Cicatrice

di Juan Gómez-Jurado, traduzione di Elisa Tramontin

Fazi, 2023

Conosci davvero la persona con la quale dormi? L’autore di thriller spagnolo più venduto del mondo è tornato con un nuovo, vorticoso romanzo: un’avventura in cui, in puro stile Gómez-Jurado, inseguimenti, sequestri e colpi di scena di ogni tipo si susseguono a un ritmo che non lascia scampo.

https://www.bookdealer.it/libro/9791259673824/cicatrice

#libri #thriller #lettureconsigliate #gialli #einaudi

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se volete fare smettere di mangiare carne ad una persona, regalategli questo libro, con la raccomandazione che di solito i genitori fanno ai figli: però lo leggi. Non lascia indifferenti, garantito.

Titolo: Hidden. Animals in the anthropocene

Autore: We Animals Media

Safarà

La raccolta fotografica originale, in lingua inglese, che vuole portare sotto i riflettori gli animali invisibili nelle nostra vite. Con prefazione del premio oscar Joaquin Phoenix

HIDDEN: Animals in the Anthropocene è un libro fotografico in lingua inglese sul nostro rapporto conflittuale con gli animali non umani in tutto il mondo. Attraverso le lenti di trenta pluripremiati fotoreporter internazionali, tra cui Jo-Anne McArthur (nella foto), autrice di Noi Animali-We Animals (Safarà Editore, 2015), HIDDEN fa luce sugli animali invisibili nelle nostre vite; quelli con i quali abbiamo uno stretto rapporto ec he tuttavia non riusciamo a vedere. Sono gli animali che mangiamo e indossiamo, gli animali che utilizziamo per la ricerca, il lavoro e per l’intrattenimento, così come gli animali che sacrifichiamo in nome della tradizione e della religione. HIDDEN è un documento storico, un memoriale e un’accusa di ciò che è e non dovrebbe mai più essere.

HIDDEN presenta il lavoro di oltre 30 fotografi pluripremiati che hanno sfidato le probabilità per catturare le immagini più toccanti e iconiche dell’industria zootecnice e non solo di tutto il mondo. Insieme a Jo-Anne McArthur e al team di We Animals Media c’è l’acclamato photo editor e giornalista Keith Wilson, così come il designer di fama mondiale David Griffin. La prefazione del libro è firmata dall’acclamato difensore dei diritti degli animali, l’attore statunitentse Joaquin Phoenix.

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Il sorprendente foliage dello scaffale dedicato ai libri consigliati, ottobre 2023. (lo scaffale trabocca di ottime letture).

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Ingemus, Inge topolina, “meticcia di primo grado”…

La gioventù di Inge Schönthal. Gottinga, il nazismo, i viaggi da fotoreporter, gli incontri famosi. Fino a quello con l’editore Feltrinelli.

Un libro, un romanzo, un pezzo di storia privata e d’Europa, appassionante come appassionata è stata la vita di una donna superlativa. E, a corredo del testo, una discreta quantità di immagini, compreso il celebre scatto di Hemingway sorpreso a dormire per terra…

Ingemaus

di Marco Meier

Feltrinelli

Si chiama Inge, ha un padre di origini ebraiche, una madre ariana e non ha ancora tre anni quando nel 1933 Adolf Hitler presta giuramento come Cancelliere. Il carattere è quello forte di Trudel, la madre: testardo, esplosivo, a volte estremo (Inge dei vestiti buoni della domenica non ne vuole proprio sapere; meglio stivali da cavallerizza e pantaloni lunghi).

Ingemaus – topolina, così la chiamano in famiglia – passa la sua infanzia a Gottinga, tra le mura amiche della caserma dove vive con il suo patrigno, dopo la fuga del padre in seguito alle persecuzioni razziali. Nonostante la guerra, sono anni felici per lei. Incontra l’amica della sua vita, impara a cavalcare, a ballare, a capire quello che vuole e, soprattutto, quello che non vuole: una esistenza ai margini. Vuole vedere il mondo, e negli anni cinquanta il mondo è Amburgo, città in fermento, piena di idee e progetti. Si tuffa in quell’ambiente come saliva le prime volte sul suo pony Fritz, e cioè senza pensare troppo alle conseguenze. Le viene offerto un posto da assistente fotografa? Inge accetta subito, anche se di provini di stampa e messa a fuoco non sa un bel niente. Ad Amburgo, Inge ci mette poco a conoscere tutti. Editori, giornalisti, fotografi. Comincia a lavorare per “Constanze”, la rivista femminile che ha come obiettivo rompere il cliché della donna casa e chiesa. È il suo momento decisivo.

Ingemaus è la storia dei primi trent’anni di Inge Schönthal. I suoi incontri, i suoi viaggi, le sue avventure. La caccia ai fotografi famosi – Richard Avedon, Erwin Blumenfeld, John Rawlings –, le prede più prestigiose – Greta Garbo, Anna Magnani, Billy Wilder, Winston Churchill, e tanti altri –, i reportage in ogni angolo del mondo – Stati Uniti, Cuba, Brasile, Ghana –, gli incontri fondamentali: uno su tutti quello con l’editore Heinrich Maria Ledig-Rowohlt. E infine i suoi scoop più famosi: Ernest Hemingway e Pablo Picasso.

Una biografia della giovane Inge che si legge come un Bildungsroman. La storia di una ragazza alla ricerca della sua strada, fino al fatidico incontro con Giangiacomo Feltrinelli.

Marco Meier

Nato nel 1953 a Sursee, nel Canton Lucerna, Marco Meier ha studiato Filosofia contemporanea, Etica sociale e Teologia morale all’Università di Friburgo, dove si è laureato nel 1978. Ha lavorato per diverse testate e ha diretto la Scuola svizzera di giornalismo di Lucerna. Nel 1998 è diventato caporedattore della prestigiosa rivista culturale zurighese “Du”. Nel 2003 è passato alla televisione svizzera (SF) come direttore editoriale del programma di cultura Sternstunden e, dal 2008 al 2010, è stato anche produttore del secondo canale radiofonico, DRS 2. Dal 2011 svolge l’attività di scrittore e di mediatore culturale, occupandosi di temi legati alla filosofia, all’architettura, alla fotografia. Oggi vive nel Canton Ticino.

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“continuo a di re di no: no, no, NO!

Non ascolta.”

UNA PAGINA SIMBOLO, questa tratta dal libro di VALENTINA MIRA, che tutti noi (soprattutto noi maschi) dovremmo leggere. (NO è no)

VALENTINA MIRA, X, FANDANGO

«Non ha reagito e non ha denunciato Valentina Mira, e ci ha messo più di dieci anni prima di riuscire a raccontare la sua storia in un libro, X, che è la cronaca di uno stupro “normale”, dove non spuntano coltelli e non volano botte, ma restano ferite profonde nel corpo e nell’anima» – Gaia Giorgetti, F

X è un romanzo e una lettera.

Valentina scrive al fratello con cui non parla da anni per raccontargli quello che ne è stato di lei e soprattutto quello che non ha avuto il coraggio di dirgli in passato.

Torna all’estate del 2010, l’estate della sua maturità. C’è una festa, alcol e nelle casse la musica degli ZetaZeroAlfa, band di riferimento di CasaPound.

La musica l’ha messa G., amico di tutti lì, anche di Valentina, ottimo studente della scuola cattolica nonostante la celtica al collo (è pur sempre una croce, del resto, e in quell’ambiente non è grave quanto un orecchino indossato da un ragazzo).

G. quella notte diventa uno stupratore. Uno stupratore normale in un quartiere normale di un paese normale: nessun mostro, nessuna martire, nessun livido, solo un po’ di sangue sul letto. Valentina non lo denuncerà mai.

Esattamente come il novanta per cento delle donne che sono state violentate, quel danno resta taciuto per anni. Con un’unica eccezione, un solo confidente, suo fratello che tuttavia non le crede. Al contrario, si allontana da lei e rimane amico di G., lo stupratore.

Dopo quasi dieci anni Valentina decide di riprendersi la propria storia, di spezzare l’omertà e ribaltare la vergogna, dalla violentata al violentatore, restituendola a lui. È questo che ci racconta Valentina Mira in X: il tabù e lo stigma che accompagnano lo stupro, la violenza che porta a sentire il proprio corpo come estraneo.

La necessità di una reazione. Scrive un canto di Natale per il fratello che non le ha creduto, lo porta indietro con sé in quella festa di molti anni prima, e poi nel presente in cui nulla funziona perché la violenza è sistemica e non una sfortunata eccezione, infine in un futuro che vede nel diritto a difendersi e ad aggredire l’unica via.

Un romanzo di una forza e di una franchezza senza precedenti in cui la potenza letteraria e di racconto lascia disarmati.

Valentina Mira (Roma 1991) è laureata in Giurisprudenza. Ha fatto la rider, lavorato al call center e come cameriera mentre scriveva per vari giornali e siti, tra cui il manifesto e il Corriere della Sera. Tra 2017 e 2018 ha curato la pagina culturale del Romanista. X è il suo primo libro.

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QUESTA POESIA è assolutamente super, arriva ed entra nell’anima. Del resto, lo ha scritto un certo Ghiannis Ritsos, nella sua ultima raccolta, prima di andarsene.

La casa profuma già di autunno. E una volta ancora siamo impreparati,

senza pullover né sciarpe. Nuvole inattese

dal mattino oscurano le colline. Dobbiamo sbrigarci

a fare un po’ di provviste, perché tra poco arrivano

i venti sbraitanti. I vapori della cucina

occupano il primo posto nel silenzio del corridoio. A uno a uno

chiudono i locali sul mare. Sul molo bagnato

pacchetti di sigarette vuoti, recipienti di plastica, giornali

e i gatti randagi affamati che guardano

l’orologio della dogana privo di lancette. Domande dimenticate

cigolano di nuovo come banderuole arrugginite

sui tetti di case abbandonate, i cui proprietari

sono morti anni fa di tisi senza lasciare eredi.

Ma tu, a dispetto della pioggia e dei venti, insisti

sotto la tua lampada, su questa sedia dura,

per lasciare qualcosa a chi verrà dopo – almeno due versi,

scritti con la mano della pioggia, che indichino tremanti

sempre, sempre, in direzione del sole.

Ghiannis Ritsos

Karlòvasi, 14.VIII.87

da “L’albero nudo”, 1987, in “Molto tardi nella notte”, Crocetti Editore, 2020

poesia tratta da qui: https://poesiainrete.com/2021/09/29/debito-autunnale-ghiannis-ritsos/

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TRE GIALLI DALL’AUSTRALIA:

«Adoro i mystery australiani di Jane Harper.» – Stephen King

«La regina australiana del thriller.» – Financial Time

«Il talento investigativo di Falk è formidabile, ma a rendere memorabile il romanzo è l’abilità di Harper nello scandagliare i misteri che si celano dietro i singoli personaggi.» – The New York Times

«Una prosa ricca di atmosfera ma anche di dettagli, sempre fluida e avvolgente: Jane Harper nella sua forma migliore.» – Daily Mail

«Un crimine del passato; un’ambientazione australiana così vibrante da diventare un personaggio a sé; un dinoccolato agente federale di Melbourne con corti capelli biondi e ciglia quasi trasparenti: sono questi i tratti distintivi dei romanzi di Jane Harper.» – Washington Post

Jane Harper è una autrice australiana di origini inglesi. Ha esordito con Chi è senza peccato (Bompiani 2017), romanzo thriller vincitore di molti riconoscimenti, tra cui il Victorian Premier’s Literary Award for an Unpublished Manuscript 2015, l’Indie Award Book of the Year 2017, Libro dell’anno 2017 per l’Australian Book Industry e il CWA Gold Dagger Award 2017 come miglior romanzo poliziesco. La forza della natura (Bompiani 2018) è il suo secondo romanzo.

Città di polvere

di Hayley Scrivenor (Autore)

Fabrizio Coppola (Traduttore)

NN Editore, 2023

Noi ragazzi avevamo un nome tutto nostro per Durton: Dirt Town. Nessuno ricordava chi l’avesse detto per primo – qualcuno doveva aver avuto l’idea, buttando lì quel gioco di parole come una biglia splendente nel parco giochi -, ma quando iniziò la scuola ormai la chiamavano tutti così. Né con malizia né con affetto, solo dimostrando che non avevamo mai pensato al posto in cui vivevamo in termini di buono o cattivo. La nostra città non era una scelta, per noi. C’era e basta.”

Città di polvere, Hayley Scrivenor, NN Editore

In un caldo pomeriggio di fine novembre, a Durton, Australia, la dodicenne Esther scompare mentre torna a casa da scuola, e la comunità della piccola cittadina sprofonda in un vortice di dubbi e dolore. La detective Sarah Michaels, donna queer in un mondo maschile e maschilista, viene inviata sul posto per indagare, e ben presto i sospetti cadono sul padre della ragazzina, Steven, un uomo affascinante dal passato controverso. La detective non è la sola a voler far luce sul caso: anche Ronnie, migliore amica di Esther, è determinata a scoprire la verità, ma si scontra con i segreti e le bugie delle persone intorno a lei, incapaci di sacrificare la propria reputazione in un ambiente dove tutti si conoscono e le voci si diffondono rapidamente. Con un sapiente gioco narrativo che alterna i punti di vista dei protagonisti a quello corale dei ragazzini, Hayley Scrivenor mette in scena un crime in cui lo sfondo sociale e ambientale determina le azioni dei personaggi, minando certezze e fiducia reciproca. Ma è proprio nel dolore che la comunità si ricompatta e fortifica, trovando nel perdono il sentimento più potente per aprirsi a un futuro diverso.

Senza campo, di Garry Disher (Autore)

Silvia Mercurio (TraduttRICE)

Marcos y Marcos, 2019

Dallo scrittore di thriller più importante del continente rosso, tradotto in tutto il mondo, un giallo trascinante, ironico, e profondamente umano. In una delle baie più belle nel Sud dell’Australia, prosperano i laboratori clandestini di metanfetamine.

Metanfetamine, surf, baie assolate d’Australia: l’ispettore Hal Challis e l’ispettrice Hellen Destry seguono due piste brucianti, e negli interstizi hanno voglia di amarsi. Dallo scrittore di thriller più importante del continente rosso, tradotto in tutto il mondo, celebrato in Germania ben tre volte con il Deutscher Krimi Preis, lodato dal «Guardian» e dal «New York Times», un giallo trascinante, ironico, e profondamente umano. In una delle baie più belle nel Sud dell’Australia, prosperano i laboratori clandestini di metanfetamine. Per l’ispettore Hal Challis sono un incubo costante, ma non immagina di scovare una serie di queste cucine della morte grazie all’incendio provocato nel bush dalla sigaretta di un killer maldestro. Un aperitivo nel terrazzo di casa con vista sulla baia è una chimera, con l’epidemia criminale che questa droga induce; specialmente se la donna con cui vorresti bere è Hellen Destry, ispettore capo della squadra antistupro, alla caccia di uno stupratore seriale che non lascia tracce.

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“Il silenzio sulla Shoah è più nocivo e più doloroso di quanto lo siano il testimoniare e lo scriverne, cosa che faccio da oltre sessant’anni. Tacere è veleno per se stessi, raccontare è un dovere morale, una terapia… Anche per questo si deve gratitudine a Leila Marzocchi e alla sua mano parlante” (Edith Bruck)

E’ UN TESTO NOTEVOLE, capace di raccontare l’orrore e la follia della Shoah, con uno sguardo personale a quanto accadde anche qui, con le vicende di Dina Marzocchi, del carcere di San Giovanni in Monte, dell’eccidio di Sabbiuno. Il silenzio dei testimoni, le parole di Primo Levi, Edith Bruck, la tenacia di Simon Wiesenthal. Libro consigliatissimo, capace di raggiungere il cuore dei lettori.

La storia di un silenzio durato sessant’anni. Un libro inchiesta necessario, per non dimenticare. Con una postfazione di Edith Bruck.

Leila Marzocchi,L’ombra non è mai così lontana

Oblomov,

Quella di Dina è la storia è di un lungo silenzio durato sessant’anni anni. È il dicembre del 1944 quando viene arrestata insieme al padre e al fratello, detenuta nel carcere di San Giovanni in Monte e infine deportata nel lager di Bolzano. Dina ha 18 anni, sul petto il triangolo rosso delle detenute politiche, numero 7998. Impiegata nella produzione di cuscinetti a sfera in una galleria ferroviaria chiusa ai due lati e sorvegliata dalle SS, viene liberata il 1 maggio del 1945. Il viaggio di ritorno è, come per molti suoi compagni, lungo e rocambolesco: da Bolzano a Verona in treno e poi in auto, all’esterno, seduta sul parafango; poi in camion, un camion militare americano, fino a Bologna, poi di nuovo in treno e infine in bicicletta, sul cannone di un conoscente, fino alla frazione di Amola, casa. Del padre e del fratello – un vecchio antifascista che “tutte le volte che veniva su Benito Mussolini lo prendevano e lo cacciavano in galera” e un ragazzino di 17 anni partigiano della Brigata Bolero Garibaldi – non saprà più nulla fino all’agosto del 1945, quando un testimone tornato dai campi racconterà che sono stati uccisi nell’eccidio di Sabbiuno del 14 dicembre ’44, i loro corpi buttati giù dai calanchi. Del padre non hanno trovato niente, il fratello è stato riconosciuto da un pezzetto di stoffa.

Dina non racconta la sua storia fino al 2004, quando viene intervistata per l’Archivio Audiovisivo della Memoria del Comune di Bolzano. La sua voce, ricca di inflessioni della lingua materna, fatalmente libera anche la voce della nipote, Leila Marzocchi, in un simbolico passaggio del testimone: Dina ricorda i giorni che ha tenuto lontani da sé per tutta la vita, Leila si interroga sul silenzio dei testimoni, a partire dal proprio. Un silenzio che fin da bambina le ha impedito di chiedere, investigare, conoscere la storia dell’amata zia Dina. Per superarlo, ricostruire le pagine più buia della nostra Storia, l’autrice si affida a tre guide fondamentali, Simon Wiesenthal, Edith Bruck, che firma la postfazione, e Liliana Segre, che illuminano un percorso ingombro di domande senza risposta, paure, tabù, sensi di colpa e di inadeguatezza.

Leila Marzocchi

Leila Marzocchi è illustratrice per l’infanzia e per il teatro, scenografa, fumettista pubblicata in Giappone Francia, Stati Uniti dagli anni ’90.

Tra i suoi titoli: Luna, L’Enigma, La ballata di Hambone (su testi di Igort), Dieci elegie per un ossobuco, Il diario del verme del pino. Nel 2007 riceve il prestigioso premio Lo Straniero e inizia la collaborazione col Teatro delle Albe presso cui realizza la mostra Harpage, il manifesto per L’Avaro di Molière, l’immagine per il Festival di Santarcangelo 41 e il cortometraggio Gandersheim, in Rosvita libro-dvd di Luca Sossella editore.

Il suo capolavoro, Niger, saga in sei albi che racconta, con la tecnica dello scratching – una lama fa emergere la luce dal nero della pagina – la vita di un bosco e del suo popolo di animali parlanti, ha ricevuto il Gran Premio della Giuria al Festival di Lucca Comics 2017. La sua ultima opera, Il mistero del ramo suicida (Oblomov 2018), è stata serializzata su “linus”. Collabora con la rivista “Internazionale” e con “La Lettura” del Corriere della Sera.

immagini che seguono da: https://www.oblomovedizioni.com/libri-l-ombra.php

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