Quattro volte finalista al Man Booker Prize, candidata al Nobel.
Pochi autori sanno raccontare il presente come Ali Smith, riescono a cogliere lo spirito dei tempi che attraversiamo. La tetralogia che l’autrice ha dedicato all’Inghilterra arrabbiata dei nostri giorni si arricchisce di un nuovo capitolo, il terzo della serie. Un anziano regista televisivo, una giovane donna agente di sicurezza in un centro per immigrati, una ragazzina misteriosa sono i tre protagonisti, un’altra toccante vicenda di incontri tra universi distanti, storia di speranza che diviene parabola universale, valida per ogni luogo. Arricchita dai consueti temi cari all’autrice, l’amore per la parola, per i libri, per le arti e per la capacità di rivelare in controluce le potenzialità di un seme primaverile pronto a germogliare.
Richard è un regista televisivo ormai anziano; la sua migliore amica, la geniale sceneggiatrice con cui ha lavorato ai suoi film più belli, è morta da poco, e lui è stato ingaggiato per l’adattamento dozzinale di un romanzo di successo; solo e sconfortato, è fuggito da Londra ed è in pieno stallo esistenziale. Brittany è una giovane donna che lavora come agente di sicurezza in un centro di detenzione dove vengono stipati gli immigrati senza documenti in (vana) attesa di rimpatrio; il suo impiego la sta disumanizzando sempre di più: il saluto che fa alle siepi dell’ingresso all’inizio e alla fine di ogni turno sembra il suo unico momento di dolcezza e sollievo. Nella vita di entrambi piomba però Florence, una dodicenne dalle origini misteriose e dall’irresistibile carisma, e l’incontro avrà effetti letteralmente miracolosi – o forse solo profondamente umani.
Nel terzo volume della sua tetralogia ispirata alle stagioni (che all’uscita nel Regno Unito è arrivato subito al primo posto nella classifica dei bestseller), Ali Smith ci regala un’altra magistrale storia di confronto fra diversità, di accoglienza e di speranza, che è al tempo stesso una fotografia del presente e una parabola universale. La sua voce, pulsante di amore per la realtà ma anche potentemente fantasiosa e letteraria, è quella di una scrittrice indispensabile per i nostri tempi.
TRADOTTO DA FEDERICA ACETO
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