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Posts Tagged ‘Montevideo’

da LAURA PARIANI, intensa e valente scrittrice italiana, un romanzo incentrato su Dino Campana:

Questo viaggio chiamavamo amore, Einaudi

in libreria da oggi

Un romanzo su Dino Campana, negli anni di reclusione nel cronicario di Castel Pulci. Al centro la follia, il genio, il viaggio (mai provato) del poeta in Argentina. Un libro in cui il ricordo diventa visione, racconto reale o fantastico di un mondo piú vero del vero.

«Cosa resta a fare un giovane in questa Europa decrepita? Meglio l’America col suo azzardo dell’ignoto: quando piove, chi non ha casa se la trova…»

È il 1907 quando Dino Campana fugge da Marradi alla volta di Montevideo e poi dell’Argentina. Dato che di quel viaggio non esistono fonti certe, Laura Pariani ipotizza un percorso che dalle rive del Paraná lo porta ai bordelli di Rosario fino ai cantieri ferroviari di Bahía Blanca. Come succederà mezzo secolo dopo al giovanissimo Che Guevara partito a conquistare il mondo su una motocicletta, per il ventenne Dino il vagabondaggio attraverso il Sudamerica – a piedi o su mezzi di fortuna – sarà un’occasione per conoscersi e sentire «con delizia l’uomo nuovo nascere». Una ventina d’anni dopo, durante la reclusione a Castel Pulci – tra le angherie dell’infermiere Calibàn, i pasti insipidi e le notti insonni – le domande dello psichiatra Carlo Pariani innescano nel poeta vivide memorie, lettere o telefonate mentali a compagni di viaggio, resoconti di ubriacature e feste selvagge nella pampa, in mezzo a una «natura ineffabilmente dolce e terribile». Con una scrittura densa di atmosfere sudamericane, mescolando echi dei Canti Orfici con la lingua degli emigranti italiani, Laura Pariani tratteggia il contrasto tra la fiammeggiante vitalità di quella fuga giovanile e l’oscurità dell’ultima tappa del viaggio terreno di Campana.

Dino Campana

Dino Campana (Photo credit: Wikipedia)

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Leopoldo Lugones

Leopoldo Lugones (Photo credit: Wikipedia)

Una voce narrante, appartentente ad una persona reclusa in un ospedale militare, temporaneo rifugio alle torture inflitte dagli sgherri del regime, ci conduce nell’inferno della dittatura che inflisse decenni terribili ai cittadini dell’Uruguay.  Una voce che, pur colpita ed umiliata, è ancora capace di vedere quanto accade intorno, di portare a noi la testimonianza di uomini inermi nelle mani dei militari. Una voce, quella dell’autore,  che appartiene realmente ad una persona che è passata da quelle stanze, ha subito le violenze e vi ha assistito. E che non vuole che l’oblio avvolga tutto!

Sala 8
Mauricio Rosencof, Nova Delphi
Collana: Contemporanea

La sala di un ospedale è vista e raccontata attraverso lo sguardo sconcertato di un desaparecido, che è stato nella Sala 8 prima di venire trasportato via e fatto sparire. I personaggi che giacciono sui letti sono creature distrutte ma non vinte, tratteggiate con commovente tenerezza. Sala 8 è una storia dove la morte è una presenza costante ma non viene mai nominata. Il dialogo con il passato, la ricerca disperata della verità e l’umanità sconsolata di chi non ha voluto arrendersi agli orrori della dittatura militare vengono raccontati dall’autore con ironia e affetto. Sala 8 è stato presentato al Museo della Memoria Haroldo Conti di Buenos Aires.

“Sala 8 è un delicato omaggio ai desaparecidos, reso nella consapevolezza dell’orrore inarrivabile a cui furono sottoposte centinaia di migliaia di persone sotto le dittature latinoamericane degli anni ’70 e ’80 e un ricordo dei compagni di sventura con cui Rosencof ha condiviso la sua permanenza nell’ospedale militare di Montevideo.”

il sito dell’editore è questo:
http://www.novadelphi.it/

e sempre dello stesso editore, non è superfluo citare anche questo testo di qualche mese fa, di un autore assai caro a Jorge Luis Borges.

Racconti fatali
Autore: Leopoldo Lugones
Collana: Le Sfingi

Maestro e primo interprete del racconto fantastico sudamericano, Leopoldo Lugones raccolse in questo libro cinque testi brevi che, pubblicati nel 1924, vengono oggi tradotti in italiano per la prima volta. La nota comune a questi racconti è data proprio dall’aggettivo “fatali”. Fatalità intesa come forza inevitabile che sembra determinare gli eventi e le azioni dell’uomo, condizionandone in maniera inappellabile i risultati. Passiamo in questo modo dal tema esoterico, a lui caro, presente in racconti come Il vaso di alabastro o Il pugnale a inserimenti nel mito letterario tradizionale come in Agueda o ne Il segreto di Don Giovanni. Filo rosso che unisce queste storie è il fascino magnetico e troppo spesso fugace delle figure femminili che le attraversano, figure imprescindibili nella narrativa dello scrittore argentino, così come imprescindibile è la natura stessa del destino.

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Juan Carlos Onetti, da Montevideo (1909) è stato uno dei “padri fondatori” della moderna letteratura latinoamericana, fatto di atmosfere rarefatte e di una cupa visione della realtà, avvertita come processo di decadimento morale verso tristi orizzonti, dominati dalla decomposizione della società, in una sorta di annichilimento dell’essere. Si calò completamente nel suo universo, spesso incentrato su un ristretto angolo di mondo (Santa Maria), al punto da identificarsi pienamente con i mondi letterari e con i personaggi che veniva creando, distillando i toni di sottile angoscia che è possibile avvertire tra le sue pagine.

Ne Il cantiere troviamo Larsen, protagonista di cui non conosceremo mai il nome (solo la sua iniziale “E puntato”) già presente anche nelle pagine di un altro libro di Onetti,  Raccattacadaveri, detto per questo anche Raccatta, alle prese con le sue ansie di vendetta nei confronti del vecchio proprietario del CANTIERE, Petrus.

 Juan Carlos Onetti
Il cantiere, Edizioni Sur
traduzione di Ilide Carmignani
ISBN: 978-88-97505-21-1

Prefazione di José Donoso.

Dopo la fortunata riscoperta de Gli addii, SUR prosegue il piano delle riedizioni di tutte le opere di Juan Carlos Onetti, con uno dei più celebri romanzi del grande autore uruguaiano: Il cantiere (1961). Cinque anni dopo esserne stato esiliato con disonore, Larsen ritorna a Santa María, e ha un piano per il suo riscatto sociale: intraprende un serrato quanto patetico corteggiamento di Angélica Inés, la figlia del potente signorotto locale, Jeremías Petrus, e al contempo si fa assumere da questi come capo del cantiere navale di sua proprietà. Scoprirà ben presto che il cantiere è solo un cadente involucro al centro di un deserto, dove nulla accade da anni. Un nulla di cui però Larsen diventerà l’irreprensibile Direttore Generale…
La scrittura potente e affilata di Onetti (che rivive ora nell’eccellente nuova traduzione di Ilide Carmignani) tratteggia uno dei personaggi più riusciti della letteratura sudamericana del Novecento. Un gioiello letterario ritrovato, che mancava nelle librerie italiane da più di trent’anni.

Un assaggio del libro:
http://www.minimumfax.com//upload/files/sur/assaggio_onetti_il_cantiere.pdf

 

una intervista in spagnolo all’autore

 

 

 

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