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Posts Tagged ‘libri di viaggio’

Sabato pomeriggio 2 luglio ore 18.00

Archivio Centro Mengoni, Fontanelice

Dagli Appennini a… Storie di viaggio

La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte. (Omar Khayyâm)

In compagnia di:

Paolo Ciampi,  Un popolo in cammino – viaggio a piedi nelle terre degli etruschi, Bottega Errante

Vio Cavrini, Ci sono posti così, Polaris    

Giuseppe Leo Leonelli, Santiago, Incontri editrice            

Le schede dei libri:

https://www.bookdealer.it/libro/9788860592330/ci-sono-posti-cos%C3%AC-storie-di-viaggio

https://www.bookdealer.it/libro/9788899667139/santiago

https://www.bookdealer.it/libro/9788860592330/ci-sono-posti-cos%C3%AC-storie-di-viaggio

Ingresso gratuito, vi aspettiamo.

Questi due giorni vedranno susseguirsi diverse attività, passeggiate letterarie per grandi e bambini, mostre fotografiche e di pittura, spettacoli di parole e musica per ogni età, laboratori, e una serie di incontri letterari organizzati su alcuni temi

Restate sintonizzati per gli altri incontri, e degli altri! https://www.facebook.com/events/4880929955368081

gli eventi a Fontanelice: https://www.facebook.com/photo?fbid=395151185989225&set=pcb.395159495988394

gli altri eventi a La Gramadora li trovate qui: https://www.facebook.com/events/4880929955368081/?active_tab=discussion

#parolepassisogni#eventi#festivalletterari#librerieindipendenti

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Calendario dell’avvento dei bei libri, uno splendido carnet di viaggio da parte di un autore che continua a stupirci!

Stefano Faravelli, Verde stupore – Madagascar, Edt
Carnet della foresta pluviale
Verde stupore – Madagascar

AutoreStefano Faravelli
Collana Carnet di Viaggio | Vari

Da bambino volevo essere un Aye-aye. E siccome l’enciclopedia a dispense Natura Viva cominciava, prolissamente sistematica, con i primati e la lettera A, quello fu il primo animale che rivestii di sapere zoologico. Fu anche il primo nome scienti co mandato a memoria: Daubentonia madagascariensis.

Insieme al nome, anche un luogo, un’isola lunare e stravagante entrò nella mia geografia personale. A distanza di anni il Madagascar mi ha nuovamente chiamato, con l’invito a partecipare in qualità di peintre agrégé a una spedizione erpetologica in una delle più intatte foreste pluviali dell’Isola Rossa.

In questo straordinario atelier ho lavorato per venti giorni, accampato con alcuni zoologi e due guide sotto il verde manto della canopea, intento a tradurre in segni e disegni lo stupore dinnanzi alla Bellezza fantasmagorica di questo luogo, dove ogni raggio di luce che filtra dal folto illumina creature leggendarie e misteriose. Da questo soggiorno è nato un carnet de voyage che sposa l’immediatezza del disegno dal vero alla acribia descrittiva del naturalista “in pectore” che sono sempre stato.

Al ritorno, questa straordinaria esperienza è tornata a nutrire il mio pensiero. La Foresta, quasi fosse un Libro sacro, custode di segreti e di misteri, mi ha ispirato il breve scritto ‘Esegesi della foresta’ che accompagna il carnet: pagine dove gli incontri con piante e animali, guide aborigene e scienziati, diventano pretesti per indagare categorie come naturale e sovrannaturale, animalesco e antropomorfo, scienza e immaginazione.

Stefano Faravelli

faravelli

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una passione per le imprese complicate, quella di Sylvain Tesson. Dopo aver raccontato con trasporto le Foreste Siberiane, ora decide di rivivere l’esperienza dell’armata di Napoleone, seguendo il cammino della ritirata di Russia:

Sylvain Tesson

Beresina. In sidecar con Napoleone

La ritirata dalla Russia di Napoleone. Ripercorsa oggi in sidecar da Sylvain Tesson, il più grande scrittore di viaggi al mondo. «Questo è probabilmente il suo libro migliore, e per diverse ragioni… il suo stile ha raggiunto una maturità tale da essere all’altezza dell’orrore dell’epoca, piena di sangue e di drammi. Ma è ricco di humor, di alcool (esclusivamente vodka) e di motori in panne» (Libération).

Traduzione dal francese di Roberta Ferrara
Titolo originale: Berezina. En side-car avec Napoléon

Sylvain Tesson, instancabile viaggiatore capace di gesta estreme – dal giro del mondo in bicicletta all’attraversamento dell’Asia a cavallo e della catena himalayana a piedi – ha deciso di provare a vivere l’esperienza di Napoleone e della sua armata seguendo il cammino della Ritirata di Russia a bordo di un sidecar di fabbricazione sovietica. Per Tesson il fine non è solo quello della sfida e dell’impresa fisica: immergersi nel passato, nella tragedia di un esercito vinto, così come isolarsi nella solitudine di una capanna assediata dal gelo invernale, l’esperienza raccontata in Nelle foreste siberiane, vuol dire cercare un punto di vista privilegiato per scrutare con occhi nuovi l’anima della nostra epoca.
Da Mosca, il 2 dicembre, assieme a un geografo, un fotografo e due amici russi, ha inizio il lungo itinerario di 4.000 chilometri verso la Beresina, Smolensk, Orša, Borodino, attraversando le desolate pianure e l’inverno fatale, come i veterani francesi decimati dalle truppe dello zar Alessandro. Durante il viaggio il gruppo cerca ispirazione nelle memorie del confidente dell’Imperatore francese, il generale Caulaincourt, ed esorcizza con l’aiuto della vodka gli orrori di quella letale agonia. Ripercorrendo l’itinerario della sconfitta con dei sidecar scassati lo scrittore racconta la tremenda sofferenza dei soldati. Per fedeltà verso chi li ha preceduti sul tragitto durissimo, i viaggiatori utilizzano solo mappe stradali, nessuna moderna tecnologia, e con una media di 300 km al giorno arriveranno a Parigi il 18 dicembre.
Tesson, come pochi, ha la capacità di fondere la vita con la passione per la letteratura e la storia. A spingerlo avanti è il sogno, e a tratti l’incubo, di una grande avventura. «Che cosa è un vero viaggio?» si chiede, ed è la domanda centrale di questa narrazione che si espande nel tempo e nello spazio. «Una follia che ci ossessioni, che ci porti nel mito; insomma un delirio traversato dalla Storia, dalla geografia, innaffiato di vodka, una sbandata alla maniera di Kerouac, qualcosa che a sera ci lasci senza fiato, in lacrime, in riva a un fosso».

Scrittore, giornalista e grande viaggiatore Sylvain Tesson è nato nel 1972. Dopo un giro del mondo in bicicletta si appassiona all’Asia centrale, che visita frequentemente a partire dal 1997. Come autore esordisce nel 2004 con un racconto di viaggi, L’Axe du loup. Nel 2009 ha pubblicato con Gallimard Une vie à coucher dehorse nel 2011 è arrivato il grande successo di Nelle foreste siberiane (Sellerio 2012), che ha vinto il Premio Médicis 2011. Con questa casa editrice ha pubblicato anche la raccolta di racconti Abbandonarsi a vivere (2015) e Beresina. In sidecar con Napoleone (2016).

Retreat of Napoleon's Army through Beresina in...

Retreat of Napoleon’s Army through Beresina in 1812. (Photo credit: Wikipedia)

 

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questa mattina vi portiamo in Spagna, sulle orme di Don Chisciotte:
Claudio Visentin e Stefano Faravelli, Alla ricerca di Don Chisciotte, Ediciclo
 
Un innocuo viaggio letterario nella Mancia sulle tracce di don Chisciotte, tra pianure infinite punteggiate di mulini a vento, sfugge di mano e si trasforma in un’appassionata e sconclusionata ricerca del Cavaliere dalla trista figura, che un tempo cavalcava lungo le strade del mondo per soccorrere i deboli e combattere le ingiustizie. E presto i due viaggiatori finiranno per incarnare i protagonisti del famoso libro, il cavaliere errante e il suo fido scudiero Sancio Panza. La ricerca li condurrà a riflettere sull’eterno conflitto tra idealismo e realismo. Come può l’idealismo sopravvivere nella vita quotidiana? Ma al tempo stesso come può una società sostenersi senza di esso?

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viaggiare in Asia Centrale grazie ad un visto del Sindacato Scrittori… Provate a farlo ora, se ci riuscite. Non perdete le incredibili imprese di Norman Lewis, da domani in libreria. Dall’editore di Bruce Chatwin, tanto per capire…

Norman Lewis
Un viaggio in sambuco, Adelphi
Traduzione di Matteo Codignola e Franco Salvatorelli

I lettori di Napoli ’44 ricorderanno con quanta naturalezza Norman Lewis si mimetizzasse in qualsiasi ambiente, raccontandolo come non avrebbe potuto se qualcuno dei suoi protagonisti avesse notato la sua presenza. La stessa strategia – lo stesso stile – inimitabile si ritrova anche in questi sette brevi racconti di viaggio, che ci portano in quel mondo di spie che era Aden fra le due guerre, nell’Amazzonia brutalizzata dai missionari evangelici e nelle steppe dell’Asia Centrale, perlustrata (nel 1955) grazie a un visto del Sindacato Scrittori. Facendoci ogni volta rimpiangere di non aver vissuto quando viaggiare – almeno con Norman Lewis – era davvero, prima di tutto, un piacere.

 


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costa maya, mexico

costa maya, mexico (Photo credit: scaturchio)


Pino Cacucci – Muhahual, Feltrinelli 

Il Messico è il paese dei contrasti estremi. E all’estremo di tutto, c’è Mahahual: dove finisce la penisola dello Yucatán, sorge questo paesino di mille abitanti, a pochi chilometri dalla frontiera con il Belize. Angolo di paradiso tra palme e mangrovie, di fronte ha la barriera corallina seconda al mondo per estensione, il Mar dei Caraibi e lo scorrere lento del tempo: siamo nello stato del Quintana Roo, che a nord vanta la celebre Cancún, mentre qui c’è l’opposto assoluto, non solo geografico, perché a Mahahual il cemento non ha ancora invaso la vista, tra casupole, palafitte e hotel con il tetto di palme. Ma un’insidia minaccia costantemente questi litorali: per un capriccio delle correnti oceaniche, la plastica vi arriva da tre continenti, e ogni mattina all’alba, una miriade di volenterosi la raccoglie dalle spiagge, rendendole splendidamente bianche e pulite per un altro giorno, in un incessante “mito di Sisifo”. Mari e terre ricchi di storia e leggende, dove i corsari ingaggiarono sfide mortali con i dominatori spagnoli, e i fieri maya non si lasciarono assoggettare da nessuno dei contendenti stranieri. Qui si narra di Gonzalo Guerrero che si schierò con gli indios, di Diego Grillo, il Mulatto, che si unì a Francis Drake per odio contro chi lo fece nascere schiavo, di Elvia Carrillo Puerto, indomita ribelle, che non attese la Revolución per affermare la propria libertà individuale e gli ideali di emancipazione collettiva.

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Gulu

Gulu (Photo credit: Wikipedia)

l’accostamento a Kapuscinski non è esagerato per questo giornalista e viaggiatore, di cui abbiamo già apprezzato LE TORRI DI PIETRA, dedicato alla travagliata terra cecena: questa volta ci porta in un angolo travagliato del pianeta, nel cuore dell’Africa Centrale, dove infuriano Virus e guerriglie, che difficilmente raggiungono i media italiani:

Wojciech Jagielski,

Vagabondi notturni, Nottetempo

Ogni sera, al crepuscolo, una marea di bambini provenienti dalle campagne invade le strade di Gulu, in Uganda, nel territorio insanguinato degli Acholi. I “viaggiatori notturni” sono stormi di piccoli in cerca di un rifugio sicuro per la notte, mandati dai genitori nella città presidiata dall’esercito governativo per sottrarli alle scorribande di altri piccoli disperati: i bambini guerriglieri dell’Esercito del Signore, che attaccano i villaggi devastandoli e rapendo i loro coetanei per arruolarli a forza nelle file dei ribelli. Sono storie di violenze atroci e impensabili, a partire dalle quali Jagielski ricostruisce le vicende di un paese lacerato dalle ferite coloniali e postcoloniali, dalle faide etniche, da un’identità nazionale ancora tutta da costruire, da guerriglieri-profeti paranoici e dittatori ammalati di mania di grandezza, tra colpi di stato, vendette incrociate, lotte civili cruente. Un racconto che è un lancinante Cuore di tenebra di un grande reporter, e che non può non ricordarci le cronache limpide e crudeli di Ebano di Kapuściński.

Wojciech Jagielski, giornalista e inviato del più prestigioso e popolare quotidiano polacco, “Gazeta Wyborcza”, ha collaborato a lungo con la BBC e il quotidiano “Le Monde”, e i suoi articoli sono pubblicati dai maggiori quotidiani mondiali. Ha viaggiato in tutti i continenti, occupandosi delle vicende politiche più controverse. In Italia, Bruno Mondadori ha pubblicato Le torri di pietra. Storie dalla Cecenia (2005) vincitore in Italia nel 2007 del Premio Internazionale Letterature dal Fronte

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In viaggio nella terra di Biancaneve, Hansel e Gretel, Pollicino: Saverio Simonelli va alla scoperta del cuore antico della Germania

Nel paese delle fiabe, Saverio Simonelli, Perrone editore

La Germania magica e misteriosa dei fratelli Grimm .

English: Richard Wagner, Munich Slovenščina: N...

English: Richard Wagner, Munich Slovenščina: Nemški skladatelj Richard Wagner (okrog leta 1871). (Photo credit: Wikipedia)

Nel cuore della Foresta Nera o in prossimità delle fredde spiagge del Mare del Nord, che ci si trovi nei pressi di Gottinga o Francoforte o nel centro di Brema o Alsfeld, esiste ancora oggi una Germania magica e misteriosa: un luogo tenebroso e incantato dove, al di là della modernità invadente, si tramanda la memoria di streghe e goblin, di famelici lupi e malvagi troll. Qui, dove i confini tra la fantasia e la realtà tendono a perdere di senso, sono nate e continuano a vivere le fiabe popolari immortalate dei fratelli Grimm: da Biancaneve a Pollicino, da Cenerentola ad Hänsel e Gretel, da La Bella e la Bestia a Cappuccetto Rosso. Quello intrapreso da Saverio Simonelli è un lungo viaggio dedicato ai luoghi e ai personaggi al centro dell’immaginario di chiunque abbia mai sfogliato un libro di favole. Magari chiedendosi se tutto ciò che ha letto sia mai esistito davvero.

proseguiamo le nostre peregrinazioni:

In viaggio con Wagner, Miriam Cipriani, Absolutely Free
Con “In viaggio con Wagner – Sulle orme del Parsifal” Absolutely Free Editore inaugura la collana saggia.mente dedicata a saggi che non si limitano a essere solo saggi. In viaggio con Wagner è infatti sì un saggio ma anche una guida di viaggio per ripercorrere i luoghi che hanno ispirato i capolavori del genio umano. Richard Wagner è il compositore che più di tutti ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama musicale: le sue opere hanno conosciuto fama e gloria e i contorni della sua figura si sfumano nel tempo infinito dell’immortalità. Ma Wagner era un uomo in carne e ossa, inserito in un mondo altrettanto fisico. Quindi, quale luogo o circostanza avrebbe mai potuto condurre alla creazione di uno spettacolo sensazionale come il leggendario Parsifal wagneriano? Soffermandosi sui luoghi e gli scorci di vita che ne hanno ispirato la scenografia e la stesura stessa, l’autrice accompagna il lettore in un’esplorazione curiosa, inaspettata e accessibile a chiunque, dello spazio e del tempo di Wagner. L’originalità dell’approccio è data anche dall’autrice del volume, Miriam Cipriani, che nella vita non si occupa né di musica né di viaggio ma di economia e statistica sanitaria. Miriam Cipriani ha cercato così di raccogliere gli insegnamenti del maestro, partendo dall’emozione di un capolavoro, per restituirceli ordinati e pronti. Ha raccontato una storia che non è raccontabile, quella della creazione artistica, seguendo il suo autore passo per passo e mettendo i lettori nella condizione di poter fare altrettanto. Scrive Paolo Fallai nelle pagine di Cultura del Corriere della Sera: “In viaggio con Wagner fa venire la voglia di prendere la valigia e andare. Cosa chiedere di più da un libro di viaggio?”

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la Londra di Virginia Woolf o Berlino di Joseph Roth? o preferite il panorama più ampio de Feuilletons, di Theodor Herzl? Tra fine ottocento e i primi decenni del secolo successivo si muovono con sicurezza tre grandi autori, per descrivere il mondo che li circonda:

Portrait of Virginia Woolf by George Charles B...

Portrait of Virginia Woolf by George Charles Beresford Deutsch: Die zwanzigjährige Virginia Woolf, fotografiert von George Charles Beresford (Photo credit: Wikipedia)

Joseph Roth, A passeggio per Berlino, Passigli
Curatore: Schweitzer
Alla fine del 1920 Joseph Roth si trasferisce a Berlino, collaborando con la Frankfurter Zeitung e altri quotidiani. Proseguendo la tradizione viennese del feuilleton, Roth porta questo genere a una moderna forma di reportage letterario, e si pone come appassionato testimone e acuto osservatore della vita sociale del suo tempo. I reportage qui raccolti offrono una sorprendente e personale visione della Berlino degli anni Venti, una città che si propone come asilo per rifugiati ebrei, russi, turchi, armeni, greci, una metropoli di persone senza fissa dimora, di mendicanti, di senzapatria che lottano per la propria sopravvivenza. Roth accompagna il lettore alla scoperta di luoghi significativi, primo fra tutti lo “Scheunenviertel”, il quartiere che un tempo dette rifugio ai molti ebrei esuli dell’Europa dell’est, un mondo vitale e variopinto che “puzza di cipolle, pesce, grasso e frutta…”, e di cui Roth si serve anche per fare una sofferta e acuta riflessione sulla questione ebraica. Ma c’è anche la Berlino delle avanguardie, dal volto moderno, borghese e benestante, cui Roth non risparmia scetticismo e ironia su temi quali il traffico, l’architettura, la politica, la moda, i grandi magazzini, il ritmo frenetico della metropoli in espansione e la commercializzazione dell’industria del divertimento. Ogni luogo, con i suoi bizzarri ed eccentrici individui – tra cui accattoni, prostitute, ballerine, magnaccia, garzoni di bottega, artisti… – che popolano le notti e i quartieri berlinesi.

 Theodor Herzl, Feuilletons,Archinto
curatore: Farese D.

Uomo politico, letterato e giornalista di altissimo livello, Theodor Herzl, l’ideatore del Sionismo, fu dal 1891 al 1895 corrispondente da Parigi della «Neue Freie Presse» di Vienna, il quotidiano allora più importante dell’impero asburgico, inviando periodicamente al giornale, oltre alle comuni notizie, dei «Feuilletons». Nel 1895 Herzl tornò a Vienna e divenne redattore delle pagine culturali dello stesso giornale, continuando a scrivere con assiduità i suoi articoli, che egli scelse e pubblicò in due volumi nel 1904, pochi mesi prima della morte. La traduzione e cura di tale scelta, che è la prima assoluta in Italia, costituisce una novità di rilievo, non solo per la bellezza e la finezza letteraria degli scritti, che spaziano dalle notizie politiche dell’epoca a racconti di fatti e situazioni umane e sociali, ma anche perché pochissimi, in Italia e all’estero, conoscono questi articoli, ignorando così le straordinarie e specifiche qualità di giornalista e di sensibile e umanissimo osservatore del mondo circostante del fondatore del Sionismo.

Virginia Woolf, Scene di Londra, Passigli

curatore Sandid

“Londra è un incanto. Esco e passeggio su di un magico tappeto di foglie rossastre, e mi trovo trasportata nella bellezza, senza aver alzato un dito. Le notti sono meravigliose, con i porticati bianchi e gli ampi viali silenziosi. E la gente che entra ed esce, senza fare rumore, in tutte le direzioni, come conigli. Guardo giù per Southampton Row, bagnata come il dorso di una foca o rossa e gialla per il sole, e osservo gli omnibus che vanno e vengono e ascolto i vecchi, folli organetti. Uno di questi giorni scriverò di Londra, come raccoglie la vita delle persone e la porta con sé, senza sforzo alcuno…”. Così annotava Virginia Woolf nel suo diario il 26 maggio del 1924, e sette anni più tardi iniziava a pubblicare sulla rivista “Good Housekeeping” una serie di scritti su Londra, la città in cui era nata e dove è vissuta per quasi tutta la sua vita. Queste “Scene di Londra”, del resto, testimoniano nel migliore dei modi l’amore della scrittrice per la sua città; un amore peraltro non scevro da quell’acutezza ironica che i lettori di Virginia Woolf hanno imparato a conoscere e ad ammirare nei suoi romanzi. Dai Docks a Oxford Street, dalle dimore dei grandi scrittori alle più famose abbazie e cattedrali, dal centro del potere politico ai personaggi più tipici, Virginia Woolf ci offre in queste pagine il ritratto indimenticabile di una città unica e straordinaria, che non cessa mai di affascinare i suoi innumerevoli visitatori

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