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lo splendido CROSSOVER di KWAME ALEXANDER
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Yasmina Reza, Babilonia, Adelphi
Posted in le news dal mondo del libro, tagged adelphi, autori francesi, Babilonia, libri, libri adelphi, libri importanti, libri nuovi, novità consigliate, novità libri, NUOVI LIBRI ADELPHI, Yasmina Reza on Maggio 16, 2017| Leave a Comment »
una novità al giorno: David Lagercrantz, La caduta di un uomo – Indagine sulla morte di Alan Turing
Posted in i libri che ci sono piaciuti - recensioni, tagged david lagercrantz, La caduta di un uomo - Indagine sulla morte di Alan Turing, letture consigliate, libri, libri alan turing, libri guerra fredda, libri millennium, libri novità, libri nuovi, marsilio, novità consigliate, recensioni, recensioni libri, stieg Larsson on aprile 13, 2016| Leave a Comment »
LISA GARDNER, TOCCATA E FUGA, MARCOS Y MARCOS. Un thriller palpitante
Posted in i libri che ci sono piaciuti - recensioni, tagged gialli, gialli consigliati, letture, letture consigliate, libri, libri consigli, libri consigliati, libri nuovi, LISA GARDNER, marcos y marcos, novità consigliate, NUOVI LIBRI, nuovi thriller, recensioni, recensioni gialli, recensioni libri, romanzi, romanzi consigliati, thriller consigliati, TOCCATA E FUGA on luglio 28, 2014| Leave a Comment »
Una ricca famiglia rapita, un nuovo caso per Tessa Leoni, e la consueta straordinaria abilità nel dipingere, inchiodando il lettore alla pagina, i segreti che possono celarsi dietro la solida facciata di un nucleo familiare.. Thriller palpitante!
LISA GARDNER, TOCCATA E FUGA, MARCOS Y MARCOS
Wyatt Foster è un uomo che fa innamorare: calmo, sorridente, osservatore, più incline ad ascoltare che a parlare. Tessa Leoni, con lui, vorrebbe mettersi i tacchi, sciogliersi i capelli, ma tutto questo dovrà aspettare. Ora devono indagare insieme, e non c’è tempo da perdere, perché un’intera famiglia è stata rapita: Justin, Libby e Ashlyn Denbe. Anche Justin è un uomo che fa innamorare: forte, sensuale, generoso e persino ricco, promette di regalarti il mondo. Libby si è innamorata e tanto; quando è nata Ashlyn pensava che la sua felicità non sarebbe mai finita. Quindici anni dopo, scoprire che Justin la tradisce con una ventenne è una vertigine. Non bastano una collana di brillanti e una cena romantica per recuperare la fiducia. Come affrontare, adesso, costretti a un’intimità forzata, il terrore di un sequestro? Fuori, nel mondo libero, Tessa e Wyatt cercano indizi a perdifiato. Ci sono misteriosi buchi finanziari nella grande azienda di Justin, e i dirigenti non fanno che mentire. Chi ha rapito la famiglia Denbe in casa sua conosceva i codici per disattivare l’antifurto. Doveva essere una persona vicina, quindi, ma perché non arrivano richieste di riscatto? E soprattutto, si chiedono Tessa e Wyatt, sono ancora vivi, Justin, Libby e Ashlyn Denbe? Noi lettori lo sappiamo bene: sono vivi, in grande pericolo e tutti e tre nascondono segreti…
Lunedì nero per il commissario Dupin
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C’è qualcosa di meglio di un bel giallo con una grande figura di investigatore e con una ambientazione suggestiva come può esserlo quello della Bretagna, con le sue spiagge enormi e l’incanto del mare potente? Aggiungete un calibrato mix di omicidi, corruzione politica, e la minaccia dell’arrivo della madre del commissario, preoccupata per la condizione del suo bimbo esiliato in provincia dopo i fasti parigini…
Lunedì nero per il commissario Dupin
Ferryboat at the city of Concarneau. Brittany, France. Italiano: Traghetto nella città di Concarneau. Bretagna, Francia. Español: Transbordador en la ciudad de Concarneau. Bretaña, Francia. (Photo credit: Wikipedia)
Jean-Luc Bannalec, Piemme
G. Cervo (Traduttore)
Isole Glénan: un arcipelago disteso come un miraggio al largo della ventosa Bretagna. Un paradiso di spiagge bianchissime nel Nord dell’Atlantico, dove un mattino di maggio vengono ritrovati a riva i cadaveri di tre uomini. Ignota l’identità, incerta la causa della morte. Il commissario Dupin, parigino fino al midollo spedito in quello che per lui è solo un angolo sperduto di Francia, non è esattamente un lupo di mare; e poi, se c’è una cosa che odia, è essere disturbato mentre fa colazione. Ma la notizia delle tre morti lo raggiunge a Concarneau, sulla terraferma, esattamente a metà della terza tazza di caffè bollente. E in un attimo quello che sembrava un normale lunedì diventa l’inizio di un incubo. Costretto ad affrontare le onde, arrivato a destinazione si rende conto di essere di fronte a un chiaro caso di omicidio premeditato. Perché, scoprirà presto, corruzione politica e affari sporchi ormai non risparmiano nemmeno quelle isole remote, con buona pace delle divinità che, come vuole la leggenda, le proteggono da tempo immemore. Come se non bastasse, Dupin sa di avere i giorni contati per risolvere il caso. Perché su di lui incombe un’altra minaccia: l’arrivo da Parigi di sua madre, che con perfetto tempismo ha deciso di fare visita al figlio “esiliato in provincia”. La settimana è appena cominciata, ed è tutta in salita.
L’età delle promesse, Mark Slouka, Ponte alle Grazie – il nostro libro del cuore della settimana
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la nascita di una amicizia,la ricerca di un riscatto e il possibile epilogo in tragedia in un angolo di mondo disperato come Brewster, una cittadina operaia alla fine degli anni Sessanta che non ha niente da offrire a grandi e bambini, in cui le famiglie sono piegate dalla fatica o da disastri come alcool e violenza. Una prosa lirica e ben intonata per dare voce a sentimenti puri nati in un mare di fango, un’ottima lettura, definita in qualche angolo della rete “Bromance” ovvero romance con le musiche dei BEATLES sullo sfondo.. (e di quanto si poteva ascoltare alla fine di quel decennio)
L’età delle promesse, Mark Slouka, Ponte alle Grazie
Jon, Ray, Frank e Karen, come dire avere diciassette anni a Brewster, cittadina operaia nello Stato di New York, nell’America di fine anni Sessanta. Un’amicizia vera, spontanea, a tratti disperata, unisce i quattro compagni di liceo, che sognano di riscattarsi dalle miserie delle proprie vite, da famiglie troppo poco disposte ad amarli. A un’età in cui tutto sembra possibile, anche nell’orizzonte limitato di Brewster, i protagonisti cercano una via di salvezza: Ray nell’amore per il fratellino e per Karen, e nella fuga dal padre alcolizzato e violento; Frank nella religione e in una promettente carriera atletica; Jon nella corsa, in cui sfoga la rabbia per una madre che lo considera morto da anni. Per tutti, il grande sogno è la libertà, lo stesso che arroventa la loro epoca, e che nel caso dei quattro ragazzi esigerà un prezzo altissimo.
Narrato con un linguaggio semplice, laconico ma ad alta tensione emotiva, il nuovo romanzo di Mark Slouka mette in scena un conflitto interiore degno di una tragedia greca. Pur nella drammaticità dei fatti raccontati, l’autore infonde in queste pagine una luce dolce, la luce del miracolo: quello dell’amicizia in un momento della vita che è ancora l’età delle promesse. Una luce che nessuna tragedia, nessuna delusione, nessuna caduta può spegnere, e che rende questo romanzo così intenso, così appassionato, così necessario.
I GIUDIZI
“Straordinario… In questo romanzo si respira un eterno desiderio.”
The Boston Globe
“Leggendo L’età delle promesse si ha la sensazione di entrare in una canzone di Bruce Springsteen. Un misto di grazia e vigore. Slouka ha scritto un romanzo magnifico che ha ridestato il mio stanco cuore.”
Colum McCann
L’oscuro fiume sotterraneo che ne attraversa la prosa lo trasforma in un romanzo ipnotico, che con maestria, originalità e coraggio, trascina il lettore nell’America di provincia alla fine degli anni Sessanta.”
Jennifer Egan
“Un capolavoro… il vero successo di Slouka è aver individuato l’ambra del dolore, il modo in cui l’amore e il tempo cristallizzano i ricordi in qualcosa di tanto splendido quanto devastante.”
Washington Post
UN BRANO
“Potevamo cambiare il mondo, rimettere in sesto il mondo, ma l’impressione non era mai stata questa. Non a Brewster. L’impressione era che qualcunodue volte più forte di te ti tenesse una mano attorno alla gola. E o soffocavi o combattevi.”
per Young Adults, Noi siamo grandi come la vita, Ava Dellaira, Sperling Kupfer
Posted in i libri che ci sono piaciuti - recensioni, tagged Amy Winehouse, Ava Dellaira, Janis Joplin, Judy Garland, Kurt Cobain, letture, letture consigliate, libri, libri consigli, libri consigliati, libri nuovi, LIBRI YOUNG ADULTS, Noi siamo grandi come la vita, noi siamo infinito, novità consigliate, NUOVI LIBRI, recensioni, recensioni libri, romanzi, romanzi consigliati, Sperling & Kupfer on giugno 17, 2014| Leave a Comment »
già, leggendo questo libro ( si pensa alle migliori storie di crescita in stile Noi siamo infinito: una brillante storia sul coraggio che ci vuole per continuare a vivere quando il mondo ci cade addosso. Lo spunto è un compito assegnato a scuola, Scrivi una lettera a una persona che non c’è più (in inglese il titolo originale è Love letters to the dead, che forse poteva spaventare troppo i lettori italiani?) . Così,alla giovane protagonista, partendo da Kurt Cobain si arriva ad Amelia Earheart, Janis Joplin, Judy Garland e altri ancora, non resta che tirare fuori lentamente il dolore che l’accompagna dalla scomparsa della sorella, per arrivare al nodo della questione che sorprenderà il lettore. Narrazione fresca e ottimo ritmo!
Noi siamo grandi come la vita,
Ava Dellaira, Sperling Kupfer
Tutto inizia con un compito assegnato nei primi giorni di scuola: «Scrivi una lettera a una persona che non c’è più». E così Laurel scrive a Kurt Cobain, che May, la sua sorella maggiore, amava tantissimo. E che se n’è andato troppo presto, proprio come May. Per Laurel, la sorella era un mito: bella, perfetta, inarrivabile. Era il sole intorno a cui ruotava tutto, specie da quando i genitori si erano separati. Perderla è stato indescrivibile, qualcosa di cui Laurel non vuole parlare. Ecco perchè ha scelto di frequentare un liceo diverso da quello di May, un posto dove nessuno sa cosa è successo davvero, dove non ci sono domande imbarazzanti o sguardi compassionevoli a rincorrerla. Sulla carta, invece, Laurel si lascia finalmente andare. E dopo quella prima lettera, che non consegnerà all’insegnante, continua a scriverne altre, indirizzandole a Amy Winehouse, Heath Ledger, Janis Joplin e altri idoli della sorella scomparsa. Soltanto a loro riesce a confidare cosa vuol dire avere quindici anni e sentire di avere perso una parte di sé, senza nemmeno potersi aggrappare alla famiglia perché è andata in mille pezzi. Soltanto a loro può confessare la paura e la voglia di avventurarsi in quel mondo nuovo che è la scuola, la magia di incontrare amiche che ti fanno sentire normale e speciale al tempo stesso, l’emozione di incrociare lo sguardo di un ragazzo che afferra i tuoi occhi con i suoi e non li lascia andare. Finché, come un viaggio dentro di sé, quelle lettere porteranno Laurel al cuore di una verità che non ha mai avuto il coraggio di affrontare. Qualcosa che riguarda lei e May. Qualcosa che va detto a voce alta: solo così Laurel potrà superare quello che è stato, imparare ad amarsi e trovare il coraggio di andare avanti. Perché la vita è lì, davanti a lei, con tutte le sue infinite strade possibili. E, per quanto possa fare paura, non c’è emozione più grande di sentire il suo battito.
Ava Dellaira è nata a Los Angeles ma è cresciuta ad Albuquerque, in New Mexico. Dopo una laurea alla University of Chicago e un Master in scrittura creativa all’Iowa Writers’ Worshop, è tornata a Los Angeles con il sogno di diventare una sceneggiatrice. Vive a Santa Monica, in un appartamento minuscolo ma in riva all’oceano. Noi siamo grandi come la vita è il suo primo romanzo, ispirato in parte alla madre e alla sua vita troppo breve. A lei è legato anche il primo ricordo che Ava ha della scrittura, quando alle elementari doveva completare la frase «Voglio bene alla mamma perché¿» e si è accorta della distanza che divide i nostri sentimenti dalle parole che abbiamo a disposizione, troppo spesso inadeguate per descrivere ciò che proviamo.
I luminari, di Eleanor Catton, Fandango
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La più giovane vincitrice del prestigioso Man Booker Prize, nel 2013:28 anni pieni di talento. In libreria, ecco Eleanor Catton, I luminari, Fandango, il romanzo con l’autrice neozelandese cerca di coniugare il romanzo dell’Ottocento con le necessità del lettore del Ventunesimo secolo. Un affresco sapiente della Nuova Zelanda, del secolo, della corsa all’oro e dell’astrologia, stimolante, incredibile con le sue ottocento pagine, perfettamente sotto il controllo della sua creatrice! Chapeau!
I luminari, di Eleanor Catton, Fandango
Traduzione di Chiara Brovelli
“C’erano questo mondo più ampio, fatto di tempo che scorreva e di spazi che mutavano, e quest’altro mondo piccolo e fermo, fatto di orrore e di apprensione; si inserivano perfettamente l’uno nell’altro, una sfera dentro una sfera”
1866, Nuova Zelanda. Walter Moody è appena sbarcato nella città dell’oro, un piccolo avamposto ai confini con il mondo civilizzato, costruito tra la giungla selvaggia e la costa più impervia, esposta ai venti e agli influssi delle maree. Vuole far fortuna nelle miniere, come cercatore, ma la notte del suo arrivo si ritrova, quasi casualmente, nel bel mezzo di una misteriosa riunione, un pantheon rovesciato di dodici uomini dalla pelle segnata dal sole e ingrigiti dalla polvere. Si sono dati appuntamento in gran segreto nella sala
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“Eleanor Catton è una scrittrice straordinaria. Il libro è enorme – 832 pagine. Ma ogni frase di questo racconto ambientato nella selvaggia costa occidentale del Sud della Nuova Zelanda durante il tempo della caccia all’oro è scritta magistralmente, ogni finale di capitolo ha una tale tensione che la supplica del lettore è di andare veloce al prossimo.” The Guardian
“In un anno segnato dalla grande varietà di temi dei romanzi di tutti i candidati, i giudici hanno voluto premiare l’audacia di Eleanor Catton nello scegliere una forma antica, quella del Sensational Novel vittoriano. Si inserisce nella tradizione di Wilkie Collins e Herman Melville, e tira fuori qualcosa di veramente nuovo.”
La giuria del Man Booker Prize
1866, Nuova Zelanda. Walter Moody è appena sbarcato nella città dell’oro, un piccolo avamposto ai confini con il mondo civilizzato, costruito tra la giungla selvaggia e la costa più impervia, esposta ai venti e agli influssi delle maree. Vuole far fortuna nelle miniere, come cercatore, ma la notte del suo arrivo si ritrova, quasi casualmente, nel bel mezzo di una misteriosa riunione, un pantheon rovesciato di dodici uomini dalla pelle segnata dal sole e ingrigiti dalla polvere. Si sono dati appuntamento in gran segreto nella sala
Eleanor Catton, nata in Canada, di nazionalità neozelandese e residente in Australia, è la più giovane scrittrice a vincere il prestigioso Man Booker Prize a soli 28 anni. Il romanzo con le sue 832 pagine è anche l’opera più lunga a vincere nei quarantacinque anni di storia del premio. The Luminaries è il secondo libro di Eleanor Catton dopo La prova (Fandango 2010), finalista al Guardian First Book Award e vincitore del Glenn Schaeffer Fellowship 2008 presso l’Iowa Writer’s Workshop
I fratelli Oppermann, Leon Fucthwanger, Skira
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Se I Buddenbrook è il modello del decadimento di una famiglia tedesca borghese, I FRATELLI OPPERMANN ne rappresenta il contraltare e parallelo esempio di disfacimento di una famiglia ebraica residente sempre in Germania, più che benestante, vittima dell’ascesa al potere dei nazisti nella Germania degli anni Trenta.
Un grande libro,pubblicato ad Amsterdam nel 1933, uno dei luoghi fulcro dell’editoria “resistente” in Europa, subito tradotto in diverse altre lingue europee, definito allora un simbolo del decadimento della dignità, ma nessun monito del pericolo in agguato fu colto!
I fratelli Oppermann, Leon Fucthwanger, Skira
“Nel gennaio del 1941 la sorte dell’Europa e del mondo sembravano segnate […]: avevamo letto ‘I fratelli Oppermann’ di Feuchtwanger, importato nascostamente dalla Francia, in cui si descrivevano le ‘atrocità naziste’; ne avevamo creduto una metà, ma bastava…” (Primo Levi, “Il sistema periodico”). Questo romanzo, la storia di un’agiata famiglia di ebrei tedeschi travolta dall’avvento del nazismo, rivela contenuti quasi profetici nel descrivere gli avvenimenti storici, pur essendo stato pubblicato nel 1934. Una società ora inconsapevole, ora politicamente impreparata, ora volutamente cieca di fronte alla Storia assiste all’affacciarsi del nazismo nella Germania degli anni Trenta: passato e futuro si fondono nella saga degli Oppermann, che da cittadini benestanti ed emancipati di una Berlino all’avanguardia precipitano nel vortice di una tragedia reale, fatta di svastiche, camicie brune, discriminazioni, inganni e tradimenti.
Nel gennaio del 1941 la sorte dell’Europa e del mondo sembravano segnate […]: avevamo letto I fratelli Oppermann di Feuchtwanger, importato nascostamente dalla Francia, in cui si descrivevano le ‘atrocità̀ naziste’; ne avevamo creduto una metà̀, ma bastava…” (Primo Levi, Il sistema periodico).
Questo straordinario romanzo, la storia di un’agiata famiglia di ebrei tedeschi travolta dall’avvento del nazismo, rivela contenuti quasi profetici nel descrivere gli avvenimenti storici, pur essendo stato pubblicato nel 1934. Una società̀ ora inconsapevole, ora politicamente impreparata, ora volutamente cieca di fronte alla Storia assiste all’affacciarsi del nazismo nella Germania degli anni Trenta: passato e futuro si fondono nella saga degli Oppermann, che da cittadini benestanti ed emancipati di una Berlino all’avanguardia precipitano nel vortice di una tragedia reale, fatta di svastiche, camicie brune, discriminazioni, inganni e tradimenti.
Lion Feuchtwanger (1884-1958), romanziere e commediografo tedesco di origine ebrea, per la sua netta opposizione al nazismo si esiliò in Francia nel 1933, poi negli Stati Uniti dove visse dal 1941 alla morte. Tra le sue opere più importanti, Süss l’ebreo (1925) e la Trilogia di Giuseppe (1931-1941).
il nostro libro del cuore della settimana. Ricardo Piglia, La città assente
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È idealmente sospeso tra Borges e Cortazar, con l’ammirazione che le sue opere suscitavano in Bolano, non potevamo farci sfuggire l’occasione di recensire positivamente Ricardo Piglia e il suo recente libro edito da Sur. Il nostro, professore alla Princeton University, ben conosce i vertici della letteratura sudamericana, su cui ha scritto diversi saggi, tra Roberto Arlt e Macedonio Fernandez. Proprio quest’ultimo, uno dei patron narrativi anche di Borges, diventa l’involontario protagonista di questo affascinante romanzo in cui l’autore riesce a fondere generi ben diversi, a mescolare abilmente le carte.
Un libro mondo in cui confluiscono tante cose, dalla storia dell’Argentina ai suoi miti, reali o letterari che siano, dal fascino che le storie possono creare nell’animo umano ai labirinti in cui si può smarrire il lettore. E’ la città (assente?) che ammalia e circuisce, attira e respinge, sempre sfuggente ad ogni defizione, come una storia inventata dalla macchina inventata da Macedonio Fernandez…
Ricardo Piglia, La città assente, Sur
Facendo ricerche per un articolo, Junior si imbatte in un mistero che turba l’intera città: un museo e la strana macchina che vi è custodita. Si tratta di un generatore di storie, progettato dal grande Macedonio Fernández, nelle quali si delinea una cartografia alternativa di Buenos Aires. Ambientato in un futuro che assomiglia al passato recente della storia argentina, il romanzo gioca con i generi letterari unendo poliziesco, fantascienza e storia d’amore. Con grande maestria e uno stile impeccabile, Piglia costruisce una complessa narrazione che rende La città assente una delle migliori sfide della letteratura contemporanea.
Un commissario speciale, atipico, dotato di un fiuto quasi sovrannaturale (una volta intuì che il colpevole di uno stupro era colui che si era recato due volte a vedere Dio vi ripagherà. L’indizio che lo incriminava non aveva alcun senso, però aveva visto giusto). un mulatto statunitense originario del Portorico di grande successo tra le donne, un giornalista (alter ego dell’autore) giunto dalla capitale per riferire del caso sono gli straordinari interpreti di questo ottimo romanzo.
Un noir speciale, di alto livello letterario (in effetti, molti sono i premi vinti da questo autore ), in cui protagonista è la vita che si affaccia dalle strade di una tranquilla cittadina della pampa, dove non accade mai nulla di importante.
English: Ricardo Piglia, argentine writer. Winner of the Rómulo Gallegos Prize in 2011. (Photo credit: Wikipedia)
Ricardo Piglia, Bersaglio notturno, Feltrinelli
“Non è vero che si possa ristabilire l’ordine, non è vero che i crimini si risolvono sempre… Non c’è nessuna logica. Lottiamo per ristabilire le cause e dedurre gli effetti, ma non riusciamo mai a conoscere la rete completa degli intrighi… Più sei vicino al centro, più ti invischi nella ragnatela che non ha fine.” Un thriller letterario, appassionante e sofisticato, di uno dei più grandi narratori sudamericani contemporanei.
Il libro
Bersaglio notturno è un thriller letterario, appassionante e sofisticato, di uno dei più grandi narratori sudamericani contemporanei. I fatti si svolgono nel 1972, nella provincia di Buenos Aires, quella che Piglia chiama la “pampa umida”, un anno prima del ritorno di Perón in Argentina. Tony Durán, un dandy mulatto, nato a Portorico ed educato come un nordamericano nel New Jersey, approda in una piccola cittadina di provincia. Il motivo apparente del suo arrivo è la relazione con Ada e Sofía Belladonna, sorelle gemelle, figlie di una delle più facoltose famiglie del luogo. Durán le ha conosciute ad Atlantic City, dove hanno vissuto un felice ménage à trois, e le ha seguite in Argentina, dove poi viene trovato morto nella sua stanza d’albergo in circostanze misteriose. Incaricato dell’indagine è il vecchio commissario Croce, dotato di un intuito quasi sovrannaturale. Da Buenos Aires arriva anche Emilio Renzi, personaggio ricorrente nei romanzi di Piglia, come inviato speciale di un quotidiano per riferire degli avvenimenti delittuosi della cittadina.
Ambientato nell’impassibile paesaggio della pianura argentina, Bersaglio notturno è un romanzo giallo ma anche un racconto che intreccia archeologie famigliari, che narra la vita di uno di quei paesini di campagna, isolati da tutto, dove la gente vaneggia per non morire di noia.
“Imprescindibile.”
Francisco Solano, “El País”
“Come se Chandler e Faulkner si fossero incontrati nella pampa gaucha di Martín Fierro. Uno dei grandi romanzi dell’anno.”
Josep Massot, “La Vanguardia”