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Posts Tagged ‘thriller storici’

 

 

La Francia uscita dalla Prima Guerra Mondiale, gli echi delle gesta di Landru, un affermato autore capace come pochi di dipingere le epoche storiche, di rendere in maniera limpida le sue pagine: Guillaume Prevost riesce a coinvolgere appieno (anche se con un po’ di lentezza iniziale) il lettore con queste due inchieste dell’Ispettore Simon. Finalmente in edizione economica.

 

Guillaume Prevost, Il ballo dello squartatore, Leone Editore

 

Giugno 1919. A Versailles i trattati di pace vanno a rilento e la Germania è pronta a rovesciare il tavolo. François-Claudius Simon, giovane ispettore della omicidi, è invece alle prese con un serial killer che sfregia le sue vittime e lascia sui loro corpi oscuri messaggi in codice. Un dubbio inizia ad attanagliare lentamente l’ispettore Simon: dietro la mano dell’assassino si nasconde una strategia politica per mettere in ginocchio il primo ministro Clemençeau?

Guillaume Prevost, Il valzer degli sfregiati, Leone Editore
Il giovane ispettore Simon, appena approdato alla sezione omicidi, si ritroverà immediatamente coinvolto in una serie di delitti legati da un unico filo comune: la Prima guerra mondiale. Un serial killer si aggira per la capitale francese sfregiando barbaramente i volti delle sue vittime, tutte reduci del conflitto appena terminato. Perché lo fa? Quale segreto si nasconde dietro questi omicidi? L’indagine porterà Simon e il capo ispettore Robineau a scoperte sconcertanti, mentre Parigi s’infiamma delle proteste socialiste e il Trattato che si sta redigendo a Versailles preannuncia un cupo futuro incombente sull’Europa.

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non c’è mica solo il nuovo Montalbano in uscita oggi: ricordate Martin Bora,il soldato tedesco investigatore per i servizi segreti della Wehrmacht, vero? Apprezzatissimi thriller storici con un indimenticabile protagonista, seguitissimi dai lettori!

Ben Pastor
La strada per Itaca, Sellerio

«Ben Pastor merita ogni volta di più un posto d’onore tra i grandi narratori del nostro tempo e Martin Bora è un Ulisse senza patria e senza speranza, che racchiude nel suo disincanto tutte le glorie mancate di un secolo veloce e feroce» (Sergio Pent, ttl).
Traduzione dall’inglese di Luigi Sanvito
Titolo originale: The Road to Ithaca

Martin Bora, l’investigatore di casi delicati per i servizi segreti della Wehrmacht, si trova a Mosca. Mancano settimane all’attacco di Hitler alla Russia di Stalin, e l’ufficiale è aggregato al corpo diplomatico della capitale sovietica immersa ancora nel clima del patto Ribbentrop-Molotov. In questa veste, gli arriva una strana richiesta da parte del diabolico Beria: recarsi a Creta, appena presa dai tedeschi, per procurare al raccapricciante capo dello spionaggio sovietico sessanta bottiglie di un pregiatissimo vino cretese.
Invece, giunto nell’isola piena ancora dei segni di un bagno di sangue, l’ufficiale-detective è posto di fronte a un compito ben diverso. Una famiglia di civili è stata massacrata nella sua villa, a quanto pare da una pattuglia di paracadutisti tedeschi. I servizi vogliono vederci chiaro, non solo per scagionare i soldati accusati di crimini di guerra e impedire un incidente diplomatico, ma anche per prevenire l’intervento della Croce Rossa e tenere lontane le SS di Himmler, interessate alla strage. Infatti, la vittima principale è un residente svizzero, esperto di antichità e storia della razza ariana e membro dell’Ahnenerbe, la società fondata da Himmler per studiare il passato mitico della razza ariana e sovrintendere a tutte le ricerche ancestrali e archeologiche.
L’imbarazzo è grande, ed enorme il mistero. Per scioglierlo, Bora dovrà farsi carico di un’indagine che lo porterà a muoversi lungo piste divergenti: spionaggio, vendetta intestina tra caporioni del regime, arcani del nazismo magico, oppure un caso passionale celato in una strage bellica.
Labirinto, odissea, ombre del passato, maschere: nei vari teatri della guerra più feroce di tutti i tempi continua la saga dell’inquieto Martin Bora. In questo rampollo di un’antica schiatta sassone di guerrieri e artisti, Ben Pastor ha forgiato un personaggio riflessivo ed emblematico. Nel suo intimo si combatte la battaglia segreta tra l’obbligo d’onore al giuramento e la repulsione naturale verso gli uomini, gli atti e le idee del nazismo. Una scissione che fu comune a non pochi ufficiali dell’esercito tedesco (primo fra tutti il colonnello von Stauffenberg dell’Operazione Valchiria, l’attentato a Hitler).
Sullo sfondo dell’accurato affresco storico-politico, e nel labirinto di intricati casi spionistico-criminali, si inscena un dramma esistenziale dentro una tragedia collettiva. E si staglia la figura di un nobile e delicato eroe di un’epica nera, che ha accanto solo la morte e la corteggia.

Ben Pastor, nata a Roma, docente di scienze sociali nelle università americane, ha scritto narrativa di generi diversi con particolare impegno nel poliziesco storico. Della serie di Martin Bora Sellerio ha già pubblicato Il Signore delle cento ossa (2011), Lumen (2012), Il cielo di stagno (2013), Luna bugiarda (2013) La strada per Itaca (2014)

Heinrich Himmler in 1945.

Heinrich Himmler in 1945. (Photo credit: Wikipedia)

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Matematica, filosofia, misteri e delitti, e un protagonista importante:

Pitagora. Un giallo storico accattivante, voltapagina, finalista tra l’altro del Premio Planeta in Spagna, il più importante!

 

Ecco spiegata la genesi della storia, con la voce dell’autore.

“La scrittura ha sempre fatto parte della mia vita, ma all’inizio aveva solo il ruolo di quello che io amo chiamare “hobby professionale”. Ho scritto un primo romanzo nel 1997 che però non è mai stato pubblicato. Poi un paio di saggi. Ma ciò che mi ha portato a dare alla luce questo romanzo è stata la nascita nel 2009 di mia figlia Lucía, una splendida bambina affetta dalla sindrome di Down che mi ha fatto decidere di dedicarmi completamente alla scrittura per assicurarle un futuro economico più solido. Ho quindi deciso di lasciare il mio lavoro di manager e di psicologo e, partendo dalla mia passione per la matematica, ho deciso di scrivere un thriller storico incentrato sulla figura di Pitagora. Non volevo scrivere un romanzo noioso, ma una storia ricca di colpi di scena, intrighi e passione.”

Qui potete trovare l’intervista completa:

http://www.thrillermagazine.it/rubriche/15113/?print=1

 

 

Italiano: Busto di Pitagora. Copia romana di o...

Italiano: Busto di Pitagora. Copia romana di originale greco. Musei Capitolini, Roma. Brüste des Philosophen Pythagoras von Samos in den Kapitolinischen Museen, Palazzo Nuovo; Rom Fotograf oder Zeichner: Galilea Copyright Status: GNU Freie Dokumentationslizenz (Photo credit: Wikipedia)

  L’ assassinio di Pitagora,

Chicot Marcos, Salani

Cappi A. C.

 

510 a.C. Un’ombra incombe sulla comunità pitagorica di Crotone. Mentre il filosofo, ormai anziano, sta cercando un successore in grado di dirigere con la sua stessa autorevolezza la scuola da lui fondata, una serie di omicidi efferati colpisce i collaboratori a lui più vicini. Ogni morte avviene in un modo sconcertante e imprevedibile, che sembra indicare una mente oscura e potentissima, in grado di superare quella del maestro stesso. Quale oscuro ed eversivo disegno porta avanti l’uomo che nasconde il suo volto e la sua identità dietro una maschera? Per venire a capo del mistero, Pitagora chiama dall’Egitto Akenon, un uomo dall’acume eccezionale, che inizia a indagare con discrezione all’interno della comunità, affiancato da Arianna, la bellissima e geniale figlia del filosofo, che nasconde nel suo passato un terribile segreto. Insieme Akenon e Arianna scopriranno una spaventosa verità, perché il male si nasconde nel luogo più impensato…

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Gli orfani di Philip Kerr e delle indagini del suo detective Bernard Gunther nella Germania degli anni Trenta possono affidarsi con sicurezza alla penna sapiente di Robert Hultner. Le medesime atmosfere cupe, in cui è possibile avvertire lo sgretolamento della società civile che l’avvento della dittatura reca con sé, potete ritrovarle nelle imprese di Paul Kajetan, già protagonista di altre opere dell’autore.

Con discreta abilità l’autore riesce a calarci in quel clima, presentando un eroe lontano da quel crogiuolo di violenza che stava diventando il Paese tedesco, e anche le descrizioni del piccolo paesino di montagna in cui si svolge l’azione non può non affascinare!

 

Robert Hültner,

La tempesta di neve, Del Vecchio edizioni

Anno 1928: tempi politicamente e socialmente turbolenti quelli in cui si muove il detective Paul Kajetan. Bassino, con pizzetto e occhio arguto, dapprima ispettore della polizia di Monaco, viene allontanato perché “troppo zelante” e inviato in montagna, a Walching. Ma a ogni indagine svela corruzione e disonestà nel corpo di polizia e, radiato, finisce per fare l’investigatore privato. L’ultima indagine lo porta troppo vicino ai pezzi grossi della corruzione della polizia cittadina ed è costretto a fuggire. Nel varcare il confine austriaco, è colto da una tempesta di neve e rischia di morire, ma si salva per ritrovarsi invischiato in una nuova avventura: è il principale sospettato dell’omicidio del locandiere Thannheiser, e viene arrestato. Quando il commissario locale scopre la sua vera identità gli promette di non consegnarlo alla polizia di Monaco a una condizione: Kajetan dovrà aiutarlo nelle indagini sull’omicidio. Con il procedere dell’indagine, Hültner dall’arcaico e spoglio paesino di Zellach spalanca la visuale sugli albori dell’era hitleriana, e racconta una storia avvincente, profonda e crudele di persecuzioni politiche, perfide congiure e umana disperazione.

 

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Frutto di passione e anni di ricerche, Un’oncia di rosso cinabro getta luce su un’epoca storica e una collocazione geografica non frequentata dai tanti autori di romanzi storici in circolazione. E’ infatti la pianura romagnola – ravennate, il mondo artistico di fine Quattrocento ad essere indagato da Chiara Arrighetti con la competenza di chi ben padroneggia la materia, dando voce ai personaggi che animano la bottega di Francesco e Bernardino Zaganelli, pittori dell’epoca. Il loro mondo artistico, l’universo culturale di cui si nutriva, compresi i contatti con le scienze alchemiche, sono ricostruiti con precisione. Non mancano certo altri spunti per irretire il lettore: l’epidemia di peste che si diffonde nella zona, la crescita umana ed artistica del giovane allievo di bottega, la sua vicenda amorsa con Luna, figlia di uno dei due pittori, e un misterioso omicidio

Chiara Arrighetti, Un’oncia di rosso cinabro, CartaCanta

In una notte di aprile del 1499, mentre il prezioso feudo di Cotignola lotta contro l’ennesima epidemia di atra mors, un omicida si aggira pericolosamente per la bottega di Francesco e Bernardino Zaganelli, pittori di prestigio imparentati con la dinastia degli Sforza. Può essere lui il responsabile anche della propagazione del male? Il Consiglio generale e il notaio criminale Tommaso Buonanno spingono le indagini e le accuse in un’unica direzione, solo apparentemente scontata. L’odio profondo che divide i due fratelli e la scomparsa di alcune pagine di un preziosissimo almagesto alchemico coinvolgono Stefano di Bondinello, il migliore allievo della bottega, perdutamente innamorato di Luna Zaganelli, in una spirale di avvenimenti sempre più misteriosi e inestricabili. Ritratto di un Rinascimento dai mille volti, luminoso e assieme inquietante, dove le vicende artistiche e passionali dei principali personaggi si intrecciano a quelle quotidiane di un piccolo centro immerso nella pianura ravennate, “Un’oncia di rosso cinabro”, grazie a una ricerca storica sulle fonti originali e a un puntuale screening bibliografico, guida il lettore nel caleidoscopico universo della pittura e dell’alchimia, portandolo a chiedersi se davvero esiste “la certezza dell’impossibile”.

UN’ONCIA DI ROSSO CINABRO sarà presentato domenica 11 novembre presso  il MUSEO DEL CASTELLO DI BAGNARA, all’interno della rassegna TRAME OSCURE

Museo del Castello – Bagnara di Romagna
Novembre all’insegna dei libri al Castello

TRAME OSCURE – LA STORIA SI RACCONTA

Le quattro domeniche di novembre vedranno altrettante presentazioni di romanzi storici legati ad avvenimenti passati riguardanti il nostro territorio. Durante gli incontri saranno presenti gli autori intervistati da Lisa Emiliani.

4 novembre –  Mauro Mazzotti, “1512. La battaglia di Ravenna”
11 novembre –  Chiara Arrighetti. “Un’oncia di rosso cinabro”
18 novembre – Franco Foschi “Era il tempo del buio e del coltello”
25 novembre –  Rolando Dondarini, “La XIII porta”

Gli appuntamenti avranno inizio alle ore 17,00 e a seguire visita guidata al museo ed alla Rocca ad un prezzo speciale per i partecipanti.

Rocca sforzesca Piazza IV Novembre, 3  Bagnara di Romagna (RA)
Per info. http://www.comune.bagnaradiromagna.ra.it, 0545905501, 3316995930.

In collaborazione con Libreria Atlantide

I libri presentati:

1512. La battaglia di Ravenna
“La battaglia avvenuta a Ravenna fu il culmine di una serie di giochi politici, lotte e guerre tra la Lega Santa e l’esercito francese di Luigi XII. Questa battaglia segnò la fine della cavalleria e diede il via all’era dell’artiglieria pesante; la Romagna e Ravenna, in particolare, pagarono un alto prezzo.”

Un’oncia di rosso cinabro
“Anno Domini 1499. Un omicida si aggira per la bottega dei Francesco e Bernardino Zaganelli, pittori di prestigio imparentati con gli Sforza e divisi da un odio profondo.
Ritratto di un Rinascimento dai mille volti, luminoso e insieme inquietante, Un’oncia di rosso cinabro conduce il lettore nell’universo caleidoscopico della pittura e dell’alchimia.”

Era il tempo del buio e del coltello
“Un tuffo nel Medioevo emiliano-romagnolo  attraverso quattro storie che sono altrettanti affreschi di quel tempo di trasformazioni e incertezze, immense ricchezze e povertà. Le due visite dell’imperatore Carlo Magno a Bonònia, il monaco Guido d’Arezzo che, nell’abbazia di Pomposa, inventa la scrittura musicale, l’abolizione della schiavitù nel Comune di Bologna sancita dal Libro Paradiso e la tragica fine di Laura Malatesta e del suo amante Ugo d’Este.”

La XIII porta
“Un fitto mistero svelato pagina dopo pagina dalle disavventure di Diego, giovane spagnolo che nel 1498 giunge in città sulle tracce del nonno scomparso molti anni prima durante gli eventi burrascosi che portarono al trionfo e alla tragica fine di Annibale Bentivoglio e alla definitiva chiusura della “tredicesima porta” della cintura muraria di Bologna.”

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